Gli indiani Choctaw
A cura di Armando Morganti
Pitchlynn, un capo dei Choctaw
“La sconfitta dei Natchez avrebbe potuto essere completa se non fosse stato per i negri che hanno impedito ai Choctaw di portar via la polvere da sparo… e con la loro resistenza hanno dato ai Natchez il tempo di entrare nei due forti” (French Governor Etienne De Périer). La storia della tribù iniziò quando gli antenati vennero formati da uno spirito dalla terra umida di “Naih Waiyah”, un grande tumulo. Dopo essere usciti dal tumulo, i Chahta appena creati erano “bagnati e umidi”, ed allora il Grande Spirito “li appese su una corda per panni”, in modo che il sole potesse asciugarli.
Un’altra storia raccontava la storia di due fratelli “Chahta e Chikasa” che seguirono Fabussa mentre li guidava durante il viaggio verso est; fu “un viaggio lungo e difficile” e “camminarono giorno dopo giorno oltre le Grandi Acque (il Mississippi)” fin quando, durante una notte “piantarono Fabussa, il palo sacro, in cima ad un tumulo”. Era questo il tumulo “Nanih Waiya”, ormai, al mattino avevano finalmente raggiunto la loro “nuova casa”; poi, dall’alto del tumulo i due fratelli si divisero e presero strade opposte. Diretti verso sud, i Chahta raggiunsero il luogo che sarebbe diventato la loro nuova casa, “circondati dalle acque, costruirono case di tronchi e lavorarono i loro campi di grano” sui fiumi Tombigbee, Pearl e Chickasawhay. Il lavoro nei campi, “il foraggiamento e la caccia sostenevano la tribù, con gli uomini più giovani dediti alla caccia e alla guerra. Cacciavano, costruivano case e costruivano attrezzi, e si occupavano della politica e della protezione della comunità”. I Choctaw “ricoprirono le loro capanne di fango e di corteccia, costruendo al centro un camino che forniva calore e serviva per cucinare; inoltre, la caccia forniva cibo, vestiti e scarpe. Le donne erano responsabili della concia delle pelli e della confezione dei vestiti. Donne e bambini si occupavano della maggior parte della coltivazione, della raccolta e della preparazione del cibo e, in tempi successivi, intere famiglie si univano su appezzamenti più grandi per la coltivazione e il raccolto”.
Il mais avrebbe contribuito alla maggior parte della dieta di sussistenza dei Choctaw, e le eccedenze venivano commerciate con le tribù vicine; comunque, oltre al mais, coltivavano una varietà di colture tra cui fagioli, zucche, girasoli, patate dolci e tabacco. Raccogliere piante, frutti, radici e noci era il compito condiviso da donne, bambini e anziani. Ogni villaggio aveva un capo che si riuniva con un Consiglio degli Anziani nella piazza posta al centro del villaggio. Il “cacicco” di ogni villaggio, chiamato “mingo”, era il responsabile della ridistribuzione del cibo e delle altre risorse ai membri del villaggio al fine di assicurare l’equità all’interno della comunità. Alcuni villaggi avevano un capo di guerra, chiamato “mingo ouma”, che gestiva e conduceva le campagne militari; in genere, i conflitti tra i villaggi venivano generalmente risolti dallo sport, dove la parte del leone la faceva lo “stickball” che metteva l’una contro l’altra le squadre di diversi insediamenti. Le donne di ogni villaggio giocavano spesso dopo che gli uomini avevano completato il loro gioco; vincere era una questione, non soltanto di abilità, ma anche di potere dell’Essere Spirituale del villaggio, il cui rappresentante terreno era il “fuoco”. Gli “alikchi” erano gli uomini aventi poteri spirituali individuali, potevano predire il futuro e curare le malattie; l’uomo di medicina raccoglieva gli ingredienti che componevano la medicina tribale, li riponeva segretamente in un sacco di pelle di cervo, altamente ornato e sacro che era ritenuto “sacro nei cuori dell’intera tribù”. La società era organizzata da due grandi divisioni, le “iksa”: i “kashapa okla” (o “Imoklasha”) e gli “okla in holahta” (o “hattak in holahta)”. Al popolo Chahta veniva richiesto di sposarsi nella “iska” opposta, i loro figli sarebbero appartenuti alla “iska” della madre; il potere politico passava attraverso la linea della donna, poiché il nipote di un capo, il figlio di sua sorella, generalmente ereditava il suo potere. Indiscutibilmente “passarono molti inverni prima che i Chahta sentissero parlare della presenza di facce strane, pallide e pelose”, inviarono allora un giovane guerriero a visitare i nuovi arrivati e per invitarli ad una visita. Il giorno dopo, il capo dei “visi pelosi” visitò i Chahta, il “cacique Tush-ka-lusa” si fece avanti e accolse lo straniero come un fratello, i nuovi venuti erano accompagnati da “volti neri”, dai “loro nemici prigionieri e dai loro vicini guerrieri catturati”. Il capo delle “facce pelose” e i suoi guerrieri si recarono a “mom-all- binah” (Mabila), prendendo Tush-ka-lusa prigioniero. Il cacique di “mom-all-binah” non accolse i nuovi venuti, chiese loro di lasciare il territorio ed allora “i guerrieri di entrambe le parti si prepararono alla battaglia”, battaglia che si concluse con la distruzione di Mabila, la “morte di molte anime Chahta”, con molte altre prese prigioniere. Poi, le “facce pelose” lasciarono il “paese di Chahta e non tornarono mai più”. Passarono molti inverni prima che i Chahta fossero visitati da altri “volti pallidi” che percorsero il “padre delle acque” (Mississippi). Sembrava che gli estranei non fossero una minaccia per i Chahta mentre fumavano la pipa della pace e si scambiavano doni, altre “facce pallide” raggiunsero il paese dei Chahta portando con sé altre facce nere con i loro nemici prigionieri. Per spiegare le origini del popolo Choctaw, gli anziani hanno raccontato diverse storie. Gli studiosi sembrano concordare sulla validità di queste storie, il che suggerisce che siano migrati dall’Oriente, di conseguenza, i Choctaw e i Chickasaw vissero in Occidente finché non ebbero “una visione” che disse loro di far guidare la marcia dalla “fabussa”, il palo sacro. All’inizio del XVIII secolo, i Choctaw e i Chickasaw vivevano ancora nelle vicinanze del tumulo di “Nanih Waiya”. I Choctaw occuparono il territorio del Mississippi centro-meridionale con parti dell’Alabama, mentre i Chickasaw, che si diressero a nord, si stabilirono nel Mississippi settentrionale. Linguisticamente, appartenevano tutti allo stesso gruppo di lingua Muskogean, come d’altronde i Natchez.
Gli spagnoli furono comunque i primi europei che si avventurarono nelle terre dei Choctaw, erano gli spagnoli dell’Hernando de Soto (1541), il quale prese in ostaggio il capo Tuscalusa mentre avanzava nell’entroterra con la sua cavalleria. Le ostilità iniziarono immediatamente nelle vicinanze dell’attuale Mobile (Alabama), gli sconfitti Choctaw lasciarono sul terreno oltre millecinquecento morti. L’intrusione spagnola fu comunque di breve durata, i Choctaw avrebbero poi incontrato poi rappresentanti dei governi coloniali francesi ed inglesi alla fine del XVII secolo, fino ai coloni americani alla fine del XVIII secolo. Gli indiani Choctaw incontrarono anche gli schiavi africani e percorsero lo stesso percorso verso la prigionia e si unirono alla loro lotta contro la schiavitù; probabilmente li incontrarono durante la breve visita del de Soto, poiché almeno 50 schiavi africani accompagnavano il conquistatore. Gli schiavi francesi africani, in Louisiana, e gli indiani Choctaw combatterono all’interno della stessa linea del fronte durante le campagne francesi contro i Natchez e i Chickasaw negli anni 1730 e 1740. Nel diciottesimo secolo, i Choctaw occupavano una posizione strategica molto importante presso la confluenza di tre grandi sistemi fluviali, il Tombigbee a est, il Pearl a ovest e il Chickasawhay a sud. Durante il XVIII secolo, i Choctaw si occupavano di coloni e cacciatori francesi e britannici, con i capi che ricevettero doni e medaglie sia dai funzionari francesi che da quelli britannici per assicurarsi la loro lealtà nella partnership commerciale. I Choctaw si resero conto che le pelli di daino che le loro donne conciavano erano desiderabili per gli europei, così iniziarono a scambiare la pelle di daino con stoffe, utensili da cucina, armi e munizioni. Queste alleanze militari con gli europei portarono ad una pericolosa divisione all’interno della tribù. Per tutto il diciottesimo secolo, i Choctaw rimasero una nazione grande, e quindi forte ma, nel 1700, quando i francesi entrarono in contatto con loro, contavano tra le 15mila e le 20mila anime; nel 1730, la loro popolazione era stimata in circa 16mila persone. Lo storico Daniel Usner Jr. paragonava la potente posizione dei Choctaw, nelle aree della Lower Mississippi Valley, a quella degli Irochesi nel New York e dei Cherokee in Carolina. A causa del loro potere, i Choctaw furono corteggiati dai francesi e dagli inglesi mentre le loro ambizioni nella regione crescevano. Diversi storici, tra cui la Valerie Lambert e il Greg O’Brien, hanno tracciato i cambiamenti nella cultura Choctaw dal pre-contatto al XX secolo, sottolineando l’impatto del contatto europeo sul loro patrimonio. I Choctaw non erano certamente un gruppo unificato ed omogeneo, la nazione era vincolata essenzialmente dalle strutture politiche e sociali; di conseguenza, vivendo in distretti, avevano un governo centralizzato molto debole ed incapace di dettare ordini ai vari gruppi.
Il processo decisionale era nelle mani di influenti capi di guerra, ed anche di pace, provenienti da clan matrilineari ben classificati; tre capi principali provenivano dagli “iska matrilineari”, ovvero gli anziani del territorio che governavano i vari distretti tribali. La scelta dei leader si basava principalmente su combinazione inerenti all’eredità, alla popolarità e ai meriti personali; attraverso questi leader, la ricchezza comunale veniva ridistribuita in cicli di banchetti e riunioni del Consiglio. Le tre divisioni politiche erano legate da tipiche tradizioni Choctaw basate sulla dualità e la reciprocità fra i gruppi. Le donne partecipavano indirettamente alla politica attraverso i loro fratelli e zii materni legati da un legame matrilineare; anche se non votavano, né si sedevano alle riunioni del Consiglio, i loro fratelli le rappresentavano nel processo decisionale politico. Si diceva che se le donne volevano un certo capo, lui era quasi certo di essere eletto; inoltre, durante le riunioni religiose e politiche, le donne, ed anche i loro figli, sedevano da una parte con il loro clan, mentre i loro mariti sedevano dall’altra parte con i loro parenti. La ridistribuzione consentiva a tutti i membri della comunità un eguale accesso alle risorse. Comunque, è accertato che la nazione Choctaw era strettamente legata attraverso le sue strutture sociali, basate su una doppia divisione e reciprocità. Come altre tribù native, la parentela definiva le relazioni all’interno della loro cultura. I Choctaw vivevano in bande di parentela, vagamente disperse geograficamente durante il XVI e il XVII secolo, nella bassa valle del Mississippi. Nel XVIII secolo, i gruppi a ovest del Peral River (il “fiume delle perle”) si identificavano come “okla falaya” (il “Popolo lungo”), mentre quelli a est come “okla tannap” (“le Genti del lato opposto”), e quelle vicino alle sorgenti del Pearl River come “okla chto” (il “Popolo grande”). Vivevano in distretti e in gruppi matrilineari chiamati “Inhulahata” (“Popolo stimato”) e “Imoklasha” (“Popolo dell’altra parte”), e ciascuno era diviso in clan matrilineari, chiamati “iksa”. Questo “matrilinearismo” permetteva alle donne, in caso di morte, di trasferire la sua proprietà ai suoi figli, che venivano accuditi dal suo stesso clan. Come presso altre tribù della vallata del Mississippi, il matrimonio doveva essere consumato “oltre i confini della metà”. Le unioni coniugali “intra-iska” erano assolutamente vietate. Il capofamiglia era il fratello della donna di cui era la casa; suo marito era praticamente un ospite più che un parente, e i figli appartenevano alla sua stirpe; inoltre, ci si aspettava che i fratelli della madre del bambino, gli “immoshi”, assumessero un ruolo centrale nella loro educazione.
Queste usanze caratterizzavano ancora la società Choctaw alla fine del XVIII secolo, infatti, nel 1772 vi erano ancora ben sessanta insediamenti e la popolazione era stimata tra le 20 e le 30mila anime. I Choctaw rimasero per lungo tempo una forte nazione, in costante competizione con i loro fratelli e vicini, i bellicosi Chickasaw. Le fonti riportavano che, nel 1702, i loro villaggi contavano la bellezza di 1.146 capanne, con una stima di circa 15mila individui, inclusi circa 5mila guerrieri. Agli inizi del XVIII secolo, un funzionario francese avvertiva che “una eventuale e completa distruzione dei Chickasaw avrebbe permesso ai Choctaw, che non avrebbero più nulla da temere per diventare troppo potente ed essere disposta ad abusarne”. Il loro elevato numero gli permetteva di rivendicare una certa autorità su tutta la vallata. Infatti, dopo la fallita avventura del De Soto, il francese Robert La Salle li avrebbe visitati durante la sua spedizione lungo il fiume Mississippi (1682). Fu allora che, per la prima volta, dovettero confrontarsi con le ambizioni coloniali francesi. Nel 1699, l’Iberville stabiliva Fort Maurepas nelle vicinanze di Biloxi e, il 26 marzo 1702, i Choctaw e i loro vicini e nemici Chickasaw, questi ultimi già alleati degli inglesi, accettarono l’invito francese per discutere una possibile alleanza nel forte di recente costruzione, a Mobile. Quattro delegati Choctaw e sette Chickasaw avrebbero ascoltato con attenzione le proposte francesi, i Choctaw erano entusiasti nel sentire di avere la possibilità di ottenere armi da fuoco in modo da essere sullo stesso piano dei loro vicini. Fu proprio da Mobile che i francesi iniziarono ad entrare nelle terre dei Choctaw, i commercianti bianchi si impegnarono a lungo per porre fine alle continue guerre contro i Chickasaw. I francesi regalarono ad entrambe le tribù 200 libbre di polvere, 200 libbre di proiettili e altri oggetti per sigillare l’accordo tra le tre parti. Il Trattato venne comunque compromesso quando i Chickasaw continuarono i loro commerci con gli inglesi, il tutto per continuare la guerra contro i Choctaw. Come le vicine nazioni, i Choctaw furono presto coinvolti nella competizione tra gli imperi europei, così, nel 1711, il governatore della Louisiana dichiarava apertamente che i Choctaw erano “la chiave di questo paese e per questo devono essere riforniti di armi per difendersi”. I francesi si resero conto che gli indiani sarebbero stati concilianti soltanto grazie ai doni dati loro, e ancor di più dal cibo che non bisognava mai far loro mancare quando venivano in visita, “insieme a carezze e a prove di amicizia”.
Tuttavia, le bande Choctaw non erano tutte d’accordo nell’appoggiare il potere politico francese; alcune bande commerciavano sia con i francesi che con gli inglesi. Tale situazione, incoraggiata alla grande dai loro alleati europei, avrebbe portato i Choctaw, e le vicine nazioni, a continuare le guerre tribali in cerca di prigionieri da commerciare. Tra gli indiani, i prigionieri, per lo più donne e bambini, presi durante la guerra furono adottati nella tribù per sostituire quelli perduti. Poiché gli europei pagavano un buon prezzo per i prigionieri, in particolare le donne, prese forma una tratta degli schiavi indiani. Ad esempio, gli inglesi esortarono i loro alleati Chickasaw a razziare i loro vicini, compresi i Choctaw, per catturare prigionieri. Nel frattempo, i francesi promettevano ai guerrieri Choctaw una pistola, una libbra di polvere e due libbre di proiettili per ogni scalpo Chickasaw e 80 “livres” di merce per ogni schiavo di etnia Chickasaw. Di conseguenza, un gran numero di donne Choctaw e Chickasaw passarono dalla prigionia indiana alla schiavitù europea. Allo stesso modo, la schiavitù degli africani venne introdotta nella tribù Choctaw dai commercianti europei durante la prima metà del XVIII secolo. Dopo il Trattato di Parigi (1763), quando gli inglesi ottennero il controllo della parte orientale della Louisiana francese, i coloni che si spostavano verso ovest dalla Carolina del Nord e dal Kentucky entrarono nel territorio dei Choctaw, iniziando a sposare le loro donne, e generando figli di sangue misto. La posizione geografica dei Choctaw li poneva nella posizione di intermediari tra gli inglesi e gli spagnoli della Louisiana.
Mentre gli inglesi costruivano stazioni commerciali tra il Mississippi, e con l’assenza dei loro alleati francesi, i Choctaw scambiavano merci con loro, permettendo alle merci britanniche di raggiungere il cuore del continente. Nel frattempo, i Choctaw commerciavano anche con gli spagnoli e il 13 luglio 1784 firmavano un Trattato di amicizia e commercio con la Spagna. Un anno dopo, gli spagnoli si lamentarono con il capo Franchimatabé dell’influenza americana su di loro tribù, lo avrebbero anche accusato di aver infranto le sue promesse. Già nel 1786, gli Stati Uniti stabilirono stazioni commerciali nel loro territorio in seguito al Trattato di Hopewell. Nel 1805 i Choctaw firmarono un Trattato di cessione di terre confinanti con il territorio spagnolo in Florida. Un altro Trattato venne firmato nel 1816 con la cessione di terre sul confine orientale, il fiume Tombigbee.