Log Cabin, le casette di tronchi del vecchio west

A cura di Paolo Scanabucci

Una casa di tronchi nel vecchio west
Oggi faremo insieme un viaggio nel lontano Ovest americano per scoprire qualcosa in più sulle famosissime casette di tronchi.
Chi pensa che l’argomento sia del tutto marginale o addirittura noioso si sbaglia di grosso.
Nel West le storie sono un pò come le ciliegie: una tira l’altra; cominci a leggere qualcosa sulle log cabin (si, questa è la traduzione italiana delle casette di tronchi) e scopri che , tra i tanti che le costruivano, c’erano anche i Finlandesi della Foresta!
Secondo gli storici, anzi, questo gruppo etnico presente nella colonia svedese di Nya Sverige, cioè Nuova Svezia, fu tra i primi, sul suolo americano, a costruire le casette in legno intorno al 1640.
Le sorprese, però, non finiscono qui!
Infatti, la colonia svedese, sita nelle valli dei fiumi Delaware e Brandywine, non annoverò per sempre tra le sue fila questi Finlandesi della Foresta.
Le suddette popolazioni, originarie della Savonia e della Tavastia praticavano l’agricoltura del debbio, cioè del “taglia e brucia”, indotte a questa pratica con mezzi più o meno coercitivi dagli svedesi a partire dal 1500.
Questi ultimi, il cui dominio coloniale in Finlandia durò quasi 700 anni, spinserò i Finlandesi della Foresta ad abitare nelle profonde foreste degli entroterra svedesi e norvegesi. Dal 1640 queste sfortunate genti venivano catturate e ricollocate nella colonia svedese in America.
In America venivano concentrati a Forte Cristina insieme agli altri Svedesi ma i finnici  fuggirono nella foresta e vissero là proprio come facevano nella natìa Finlandia.
E,sorpresa delle sorprese, in questo ambiente i Finlandesi della Foresta finirono con il fondersi con la tribù delaware dei Lenni Lenape con i quali scoprirono di avere molte cose in comune come l’ agricoltura del debbio, capanne sudatorie e sauna, arrivando a costituire il gruppo etnico delle tribù Findian, meno note dei Findian Ojubwe del Minnesota, Michigan e Ontario nel Canada.


Una classica “log cabin” realizzata da immigrati Svedesi nel west

Dunque furono questi i luoghi che videro la costruzione nel Nuovo Mondo delle cabine di legno la cui storia era comunque già cominciata in Europa in tempi lontanissimi.
Per quello che riguarda la colonia svedese questa venne assorbita dalla colonia olandese per poi successivamente venire del tutto anglicizzata ma le tecniche di costruzione finlandese delle casette di legno rimasero e si diffusero notevolmente.
Infatti non ci volle molto prima che altri immigranti si impadronissero di questa arte.
Coloni  tedeschi, ucraini e, piu’ gradatamente, anche britannici cominciarono a costruire queste casette.
Anche se questo tipo di costruzioni non era progettato per durare a lungo, ancora oggi si può ammirare la più antica casetta di tronchi risalente al 1640 circa, la C.A. Nothnagle nel New Jersey. Si tratta efffetivamente di una rarità dato, appunto, il carattere temporaneo di tali costruzioni che, una volta pronte le abitazioni  definitive, venivano distrutte dai coloni oppure adibite a fienili o pollai.
Queste casette venivano intagliate esternamente in modo che vi potessero essere applicati rivestimenti; tale tecnica veniva usata anche all’interno e qui il rivestimento poteva essere costituito da intonaci sulle liste di legno o da carte da parati.
Per edificare queste log cabin si disponevano orizzontalmente i tronchi che venivano incastrati alle estremità tramite intagli  fatti a regola d’arte. A volte si preferivano scorciatoie nella costruzione ricorrendo ai chiodi anche se questa modalità non poteva considerarsi  strutturalmente  solida.  Certo le moderne tecniche lo consentono ma sembra comunque che oggi lo stile di costruzione originario stia tornando di moda!


La casetta di tronchi più antica, a Nothnagle nel New Jersey

Ovviamente niente veniva lasciato al caso. I pionieri sceglievano con cura anche il luogo ove queste casette dovevano sorgere, privilegiando la migliore esposizione al sole e la capacità di drenaggio della zona.
Il legname era il materiale che comunque meritava la maggiore attenzione e veniva scelto molto attentamente. Si privilegiavano alberi secolari con pochi nodi, dirittI con poco restringimento. L’abilità dei coloni faceva il resto in quanto con una sapiente intagliatura si riusciva a ridurre le aperture tra un tronco e l’altro, minimizzando l’utilizzo di  pietre, ramoscelli e malta  usati per sigillare i vari interstizi tra i tronchi.
Anche se la lunghezza di un tronco equivaleva in genere alla lunghezza di una parete, i migliori costruttori non si ponevano limiti.
Il progetto di queste casette doveva essere studiato atttentamente e bisognava considerare numerosi fattori quali l’orientamento delle porte e delle finestre, le dimensioni della casetta, il tipo di tetto. Se poi la casetta sorgeva lontano dal posto dove si trovavano i tronchi o la stessa manodopera e gli animali impiegati, la costruzione doveva per forza essere di dimensioni ridotte.  Forse anche per questo motivo gli stili di queste casette variava notevolmente da una zona all’altra degli States.
Le casette erano costruite su fondamenta sia per mantenerle distanti dall’umidità del terreno che per permettere la costruzione di seminterrati e depositi sotto l’abitacolo.
Molto interessante era anche il fatto che queste costruzioni venivano edificate usando una gran varietà di intagli. Appartenere ad un gruppo etnico piuttosto che ad un altro comportava una notevole differenziazione nei vari tipi di  intaglio.
Un metodo abbastanza frequente nella valle del fiume Ohio, nell’Ohio sud occidentale e nel sud est dell’Indiana, è la Black House End Method di cui costituisce un esempio la casa di David Brown.


La casa di David Brown, in Ohio

Nel Midwest degli Stati Uniti e nelle praterie canadesi ci sono delle strutture in tronchi coperte con tavole in legno. Capanne del diciannovesimo secolo usate come abitazioni erano intonacate di tanto in tanto. La cabina di O’Farrell nel 1865 a Boise nell’Idaho aveva riportato la carta da parati sopra i giornali. La C.C.A. Christenson Cabin a Ephrain nello Utah nel 1880 era intonacata con bacchette di legno.
Le log cabins  raggiunsero il culmine per complessità di lavorazione con lo stile Adirondack a metà del 19° secolo, stile che ispirò la costruzione di molti punti di accoglienza nei parchi USA tra la fine del 19° e l’inizio del 20° secolo.
Le log ccabin non passarono mai realmente di moda. Il fatto è che vennero soppiantate per forza di cose dalle necessità derivanti dalla crescita urbana negli States. Anche l’amministrazione Roosevelt diede impulso nel 1930, al tempo della grande Depressione, alla costruzione di tali tipi di alloggi attraverso tutto il West che vennero poi messi  a disposizione dei servizi forestali e dei parchi nazionali. Al Presidente Roosevelt venne dedicata una di queste strutture, la Timberline Lodge sul Monte Hood nell’Oregon.


La Timberline Lodge sul Monte Hood nell’Oregon

Sempre del 1930 è la più grande log cabin del mondo, descritta spesso come log chateau e si trova a Montebello, Quebec in Canada.
Le capanne di tronchi  erano costruite sia con una struttura del tetto ad arcareccio sia con una a  travi. Un tetto di arcareccio è costituito da tronchi orizzontali che sono intagliati nei tronchi del timpano. Questi ultimi vengono progressivamente accorciati per formare la caratteristica estremità triangolare del timpano. La pendenza del tetto è stata determinata dalla riduzione delle dimensioni di ciascun tronco  e dal numero totale di tronchi.
 Le cabine con tetto più piatto potevano aver avuto solo 2 o 3 tronchi a capanna, mentre i tetti a spioventi  tanti tronchi a capanna quanto un piano completo. Anche i problemi relativi alla sporgenza della grondaia e al portico hanno influenzato il layout della cabina.
La decisione sul tipo di tetto era spesso basata sul materiale per il tetto come la corteccia.


Una famigliola nella sua casa di tronchi

Il legname fresato era solitamente la scelta più popolare per i tetti con travi nelle aree in cui era disponibile. Questi tetti caratterizzano molte capanne di legno costruite nel 20 ° secolo, con travi 2 × 4 a taglio pieno ricoperte di scandole di pino e cedro. I tetti di arcareccio trovati in ambienti e luoghi rurali, dove il legname fresato non era disponibile, spesso erano coperti con lunghe tegole spaccate a mano.

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