Le Guerre Coloniali – 6
A cura di Pietro Costantini
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7.
LA GUERRA DI PADRE LE LOUTRE (1749 – 1755)
La guerra di Padre Le Loutre, nota anche come Guerra Mi’kmaq o guerra Anglo-Mi’kmaq, ebbe luogo tra la Guerra di Re Giorgio e la Guerra Franco-Indiana. Teatro degli avvenimenti furono l’Acadia e la Nuova Scozia.
Dopo la presa di Port Royal da parte degli Inglesi nel 1710, gli Acadiani e i Mi’kmaq avevano continuato a contendere agli Inglesi sia quella località che il villaggio di Canso. Il resto della colonia era sotto il controllo dei cattolici Acadiani e Mi’kmaq. Circa quarant’anni dopo gli Inglesi fecero un tentativo organizzato per inserire i protestanti nella regione e stabilire il controllo militare sulla Nuova Scozia e il New Brunswick, suscitando una risposta armata con la Guerra di Padre Le Loutre.
Gli Inglesi avevano insediato 3.229 persone ad Halifax, e questo superava il numero dei Mi’kmaq nell’intera regione e fu visto come una minaccia da parte degli abitanti tradizionali di quei luoghi, che opposero resistenza all’arrivo di questi coloni protestanti.
Nonostante la cessazione ufficiale dello stato di guerra tra gli Imperi inglese e francese dopo la Guerra di Re Giorgio, il conflitto in Acadia e Nuova Scozia continuava; gli Inglesi e i rangers del New England combattevano i Mi’kmaq, gli Acadiani e i preti missionari francesi. Mi’kmaq e Acadiani erano uniti nel loro impegno, con il cattolicesimo, i matrimoni misti e i doni che i Francesi elargivano ai Mi’kmaq. Dopo il 1710 la popolazione dominante in Acadia era rimasta cattolica acadiana, e non aveva mai accondisceso ad un giuramento incondizionato alla Corona inglese. Per cui l’occupazione britannica trovava una fiera resistenza.
Allo scoppio della Guerra di Le Loutre, assieme alle unità dei Rangers del New England, ad Halifax vi erano tre reggimenti di regolari britannici: il 40° Reggimento Fanteria, proveniente da Annapolis Royal, e il 29° Fanteria e 45° Fanteria, entrambi provenienti da Louisbourg. L’anno seguente (il 1750) giunse anche il 47° Fanteria comandato da Peregrine Lascelles. Sul mare l’ufficiale al comando supremo delle forze navali in Nuova Scozia era il capitano John Rous. L’ufficiale più alto in grado sotto il suo comando era Silvanus Cobb. Oltre alla flotta reale vi erano anche due golette armate di proprietà di John Gorham: la Anson e la Warren.
Il 1749
La guerra cominciò il 21 giugno 1749, quando Edward Cornwallis giunse con 13 navi mercantili in Nuova Scozia e vi sbarcò per fondare Halifax. Con questo atto unilaterale gli Inglesi violavano il trattato stipulato nel 1726 con i Mi’kmaq. Gli Inglesi cominciarono a costruire rapidamente altri insediamenti. Per proteggere i nuovi villaggi protestanti dagli attacchi di Mi’kmaq, Acadiani e Francesi, furono erette fortificazioni ad Halifax (Citadel Hill-1749), Bedford (Fort Sackville-1749), Darmouth (1750), Lunenburg (1753) e Lawrencetown (1754).
Nel giro di 18 mesi dalla fondazione di Halifax gli Inglesi avevano assunto il pieno controllo della penisola di Nuova Scozia, con l’edificazione di fortificazioni anche nelle più importanti comunità acadiane: Fort Edward, Fort Vieux Logis a Grand Pré e Fort Lawrence a Chignecto. Un forte inglese (Fort Anne) era già esistente nel più importante centro acadiano, Annapolis Royal, mentre Cobequid rimase senza un forte. Si riporta che Le Loutre avesse dichiarato che “gli Inglesi possono costruire tanti forti quanti a loro piace, ma io avrò cura che essi non possano uscirne, perché ho la ferma intenzione di tormentarli con i miei Indiani…”
L’ufficiale francese Boishébert, nel 1751, eresse Fort Menagoueche.
Nel giugno 1751 Cornwallis scrisse al Comitato del Commercio che i suoi avversari avevano “procurato tanti danni quanti ne avrebbero potuto fare in una guerra aperta.” Richard Bulkeley scrisse che tra il 1749 e il 1755 la Nuova Scozia era tenuta in un ininterrotto stato di guerra dagli Acadiani…e i rapporti di un ufficiale comandante di Fort Edward indicavano che egli non poteva essere condotto ad Halifax con una scorta inferiore di trenta uomini più un ufficiale.
L’unica via di terra tra Louisbourg e Quebec passava da Baie Verte, attraversava Chignecto, la Baia di Fundy e risaliva il fiume Saint John. Con la fondazione di Halifax i Francesi si resero subito conto della minaccia che rappresentava e che il corridoio del fiume Saint John poteva essere usato per attaccare la stessa Quebec. Per proteggere questo passaggio vitale, all’inizio del 1749, i Francesi costruirono tre forti strategici nel giro di 18 mesi: uno a Baie Verte (Fort Gaspareaux), uno a Chignecto (Fort Beausejour) e un altro alla foce del Sant John (Fort Menagoueche).
L’Esodo Acadiano
In seguito alle continue richieste di giuramento incondizionato di sottomissione da parte degli Inglesi, alla costruzione dei forti in Nuova Scozia e all’appoggio della politica francese, un numero significativo di Acadiani prese posizione contro gli Inglesi. Il 18 settembre 1749 a Cornwallis venne consegnato un documento firmato da un totale di 1.000 Acadiani, con rappresentanti di tutti i maggiori centri.
L’Esodo acadiano in un famoso dipinto
Il documento affermava che essi avrebbero lasciato la regione piuttosto che firmare un atto di fedeltà incondizionata. Cornwallis continuò a fare pressioni per un giuramento che prevedesse il ripudio della loro fede cattolica e la conversione alla Chiesa Anglicana Protestante entro la scadenza del 25 ottobre. La vicenda si concluse con la deportazione di centinaia di Acadiani da parte degli Inglesi, con la confisca di case, terreni e bestiame. La deportazione del 1749 interessò quasi la metà della popolazione acadiana della Nuova Scozia. L’espulsione fu brutale, con la separazione dei bambini dalle loro famiglie. La figura di riferimento dell’esodo fu padre Jean-Louis Le Loutre, che gli Inglesi avevano soprannominato “Mosé”. La studiosa Micheline Johnson definì Le Loutre “l’anima della resistenza acadiana”.
Incursione su Canso
Il primo scontro militare della guerra avvenne a Canso, in Nuova Scozia. Il 19 agosto 1749 il tenente Joseph Gorham, il fratello più giovane di John Gorham, comandava una pattuglia che venne attaccata dai Mi’kmaq. Questi si impadronirono del vascello da cui gli Inglesi erano sbarcati, catturarono 20 prigionieri e li portarono a Louisbourg il giorno 29. Dopo che Cornwallis si era lamentato con il governatore di Ile Royale, sedici prigionieri vennero rilasciati e poterono tornare ad Halifax, mentre gli altri quattro vennero imbarcati sul loro stesso vascello e lasciati liberi di partire. L’anno precedente i Mi’kmaq avevano sequestrato la nave Success del capitano Ebenezer Ellingwood, che aveva promesso loro 100 sterline e l’offerta di suo figlio come ostaggio se avessero restituito il vascello. Secondo il racconto dei Mi’kmaq, i prigionieri erano stati rilasciati con la nave in quanto Ellingwood aveva pagato il denaro, anche se suo figlio non era stato consegnato.
Scaramucce a Chignecto
Nell’agosto 1749, nell’istmo di Chignecto, i Mi’kmaq attaccarono due velieri inglesi, pensando che avessero intenzione di impedire agli Acadiani di unirsi ai coloni che stavano effettuando l’esodo da Beaubassin all’Ile St. Jean. Il 18 settembre parecchi guerrieri Mi’kmaq e Maliseet tesero un’imboscata nei dintorni di Chignecto, uccidendo tre uomini; nello scontro morirono anche sette Nativi.
Dopo aver insediato un abbozzo di colonia ad Halifax, nell’estate del 1749, era necessario per il governatore Edward Cornwallis stipulare una pace con i popoli nativi della Provincia prima di procedere con la colonizzazione. Il 15 agosto Cornwallis e i membri del suo Consiglio si incontrarono con rappresentanti delle tribù Penobscott, Naridgwalk, St. John, Cape Sable e altri, a bordo della HMS Beaufort, ancorata nel porto di Halifax. I convenuti si accordarono per siglare una nuova stesura del trattato del 1725, che a suo tempo si era deciso di ratificare in seguito. Il Consiglio era convinto che l’attacco di Canso fosse stato orchestrato dall’Abate Le Loutre. Prima di quell’avvenimento, il religioso aveva scritto la lettera che segue al ministro della Marina francese: «Poiché noi non possiamo esporci apertamente ad un confronto con gli Inglesi, penso che non possiamo fare niente di meglio che incitare gli Indiani a continuare a guerreggiare contro di loro; il mio piano è di persuadere gli Indiani a spargere fra gli Inglesi la voce che i Nativi non permetteranno che in Acadia siano stabiliti nuovi insediamenti… Io farò del mio meglio per far apparire presso gli Inglesi che questo piano proviene dagli Indiani e che io non ho alcuna parte in esso.»
Inglesi caduti in un’imboscata
Il 24 settembre 1749 i Mi’kmaq dichiararono formalmente la loro contrarietà ai piani inglesi per lo sviluppo di nuovi insediamenti senza ulteriori formali negoziati. Quindi, dopo le incursioni già effettuate prima di questa formale dichiarazione contro Canso e Chignecto, fu la volta di Darmouth.
Incursioni a Darmouth
Il 30 settembre 1749 una quarantina di Mi’kmaq attaccarono a Darmouth sei uomini che stavano tagliando degli alberi. I Mi’kmaq ne uccisero quattro sul posto, uno fu preso prigioniero e un altro riuscì a fuggire. Due degli uccisi furono scalpati, mentre agli altri tagliarono la testa. L’attacco era avvenuto contro la segheria di Darmouth Cove, che era sotto il comando del maggiore Ezekiel Gilman. Dopo l’attacco venne inviato sul posto un distaccamento di rangers, che, dopo aver ucciso tre Mi’kmaq, a due tagliarono la testa e scalparono l’altro.
Il 2 ottobre 1749, per prevenire il massacro di famiglie britanniche da parte di Francesi e Confederazione Wabanaki, il governatore Cornwallis proclamò che per ogni testa di Mi’kmaq sarebbe stata riconosciuta una taglia. Prima di questa iniziativa, vi era stata una lunga storia di istituzione di taglie da parte dei governatori del Massachusetts per gli scalpi di uomini, donne e bambini indiani, in replica alle incursioni Wabanaki contro i coloni inglesi lungo il confine fra New England e Acadia. Cornwallis non aveva fatto altro che seguire l’esempio del New England. Egli stabilì l’ammontare della taglia sullo stesso importo che i Mi’kmaq ricevevano dai Francesi per gli scalpi inglesi. Per portare avanti il progetto, Cornwallis radunò due compagnie di rangers, una guidata dal maggiore Gilman e l’altra dal capitano William Clapham. Queste due compagnie affiancarono quella del reparto di Gorham. Le tre compagnie pattugliavano il territorio attorno ad Halifax alla ricerca dei Mi’kmaq. L’inverno seguente Cornwallis dislocò anche trenta uomini a guardia della segheria, con due vascelli armati. Nell’aprile 1750 Gilman lasciò improvvisamente il posto per il New England. A luglio Cornwallis aveva affidato la gestione della difesa della segheria a Clapham, mentre in settembre affidò il comando dei rangers di Gilman al capitano Francis Bartelo.
Nonostante gli sforzi di Cornwallis per la difesa della comunità, nel luglio 1750 i Mi’kmaq uccisero e scalparono sette uomini di Darmouth; il 30 settembre la cittadina fu ancora attaccata dai Mi’kmaq, con l’uccisione di cinque residenti; nel mese di ottobre un gruppo di otto uomini era uscito per cacciare e venne attaccato dagli Indiani, che li catturarono tutti (risulta che uno venne scalpato con un grande coltello e poi gettato in mare); nel marzo 1751 i Mi’kmaq attarono ancora due volte Darmouth, portando il totale degli attacchi a sei nel giro di due anni. Tre mesi dopo, il 13 maggio 1751, Darmouth sarà ancora attaccata, in quello che sarebbe diventato noto come il “Massacro di Darmouth”.
L’esperto della storia tribale Mi’kmaq Daniel L. Paul non concorda con il resoconto inglese dell’incursione su Darmouth del 1749. Egli esclude la possibilità che il popolo Mi’kmaq potesse attaccare civili inermi e ipotizza, invece, che i taglialegna probabilmente fossero meglio armati dei Nativi. Paul non porta nessuna evidenza storica che supporti la sua ipotesi. Egli sostiene anche il diritto dei Mi’kmaq di usare l’opzione militare per difendere la loro terra.
Assalto a una casa colonica
Nel suo libro “Non eravamo noi i selvaggi” Paul scrive: «La domanda che questo fatto genera è: perché questo gruppo di Inglesi “indifesi” fu mandato nella foresta da solo, a tagliare legna in tempo di guerra senza protezione da parte di truppe armate e rimanendo così in posizione vulnerabile ad un attacco? Se questo è il caso, allora esso evidenzia una grande incompetenza di una parte degli ufficiali inglesi. Se la storia è vera e non è propaganda, una ragione più credibile per cui gli uomini fossero stati fatti uscire senza protezione armata sarebbe che essi non erano senza difesa, ma ben armati quanto i Mi’kmaq e probabilmente anche di più. Questo si può ragionevolmente ipotizzare in quanto, come taglialegna, essi avevano scuri con le quali tagliare gli alberi, che da sole li avrebbero resi in possesso di armi tanto efficacemente letali, e probabilmente più affidabili, della maggior parte delle armi cui i Mi’kmaq avevano accesso. In ogni caso, poiché gli Inglesi stavano assalendo i Mi’kmaq e saccheggiando il loro territorio, Cornwallis e la sua Assemblea non avrebbero dovuto sentirsi così indignati, né comportarsi in modo così barbaro quando i Mi’kmaq avevano reagito. Nel reagire per preservare la loro libertà e il loro paese, i Mi’kmaq pagarono un alto prezzo.»
Paul asserisce che Cornwallis si servì di “pochi incidenti come questi” per giustificare il suo proclama sull’istituzione delle taglie. La decisione i Cornwallis di porre una taglia sui Mi’kmaq non era imperniata solo sull’incursione del 1749 a Darmouth: da quando Cornwallis era arrivato ad Halifax, c’era stata una lunga sequenza di uccisioni di civili inglesi da parte della Confederazione Wabanaki (che includeva i Mi’kmaq) lungo la frontiera Acadia/New England che attraversava il Maine.
Incursione su Lunenburg
Nel giugno 1749 gli Acadiani e i Mi’kmaq di Mirligueche (località della Nuova Scozia che più tardi venne ribattezzata Lunenburg) avevano proclamato che sarebbero stati in pace con gli Inglesi. Ciononostante, quattro mesi dopo, e tre giorni dopo che erano state istituite le taglie sugli scalpi (5 ottobre), il governatore Edward Cornwallis inviò il comandante White con le sue truppe, imbarcate sul vascello da 20 cannoni Sphinx a distruggere il villaggio. Nel 1753 nella zona era rimasta una solo famiglia: quella di un uomo Mi’kmaq, chiamato “Old Paul Labrador”.
L’assedio di Grand Pré
Il 27 novembre 1749, una forza di 300 guerrieri tra Mi’kmaq, Maliseet, Penobscot e 11 uomini della milizia acadiana attaccarono Vieux Logis, a Grand Pré. Il forte era sotto il comando di John Handfield, del 40° Reggimento di Fanteria, noto come “Reggimento Cornwallis”. I Nativi e Acadiani uccisero le sentinelle che avevano aperto il fuoco su di loro. Poi gli Indiani catturarono il tenente John Hamilton e i 18 soldati che erano ai suoi ordini (compreso William, il figlio di Handfield), che stavano pattugliando i dintorni del forte. Nelle loro mani caddero anche sei donne e un soldato che stavano nelle vicinanze. Dopo la cattura dei soldati britannici, la settimana seguente Indiani e Acadiani fecero svariati tentativi di porre il forte sotto assedio, catturando altri Inglesi, prima di interrompere l’offensiva. All’arrivo dei Rangers di Gorham gli assalitori erano già ripartiti con i prigionieri in direzione di Chignecto.
Per i Maliseet questa era stata la prima violazione del trattato di pace da essi stipulato con Cornwallis mesi addietro.
Uomini della Milizia Canadese
Nell’agosto 1751 il tenente Hamilton e suo suocero William Shirriff negoziarono il rilascio dello stesso Hamilton e degli altri 60 prigionieri, tra soldati, ufficiali e coloni, che erano stati in mano degli Indiani per oltre due anni. Essi vennero scambiati con la figlia del capo indiano Captain Sam (Atecouando), che era stata catturata nel 1748 a St. John River dai Gorham’s Rangers e aveva vissuto a Boston con la moglie di Gorham. Inoltre il governatore pagò un riscatto di 882 sterline.
Il 1750
Battaglia di St. Croix
Appena terminata la costruzione di una strada per collegare Halifax a Grand Pré, il 17 dicembre 1749 Cornwallis diede ordine a Gorham di sgombrare la strada dai Nativi che avrebbero potuto ostacolare le comunicazioni. Allo scopo di pattugliare tutta la zona, alla Compagnia di Gorham erano state aggiunte altre due Compagnie di Rangers, una agli ordini del capitano Francis Bartelo e l’altra comandata dal capitano William Clapham. Il 18 marzo 1750 un gruppo di Rangers comandati da Gorham lasciò Fort Sackville per eseguire l’ordine di Cornwallis di costruire una fortificazione a Piziquid e sequestrare le proprietà degli Acadiani che avevano partecipato all’assedio di Grand Pré.
Arrivando verso mezzogiorno del 20 marzo al villaggio acadiano di Cinque Case, accanto al fiume St. Croix, Gorham e i suoi uomini trovarono tutte le case deserte. Scorgendo un gruppo di Mi’kmaq che si nascondevano tra gli arbusti sulla sponda opposta, i Rangers aprirono il fuoco. La scaramuccia si trasformò in un assedio, con gli uomini di Gorham che trovarono rifugio in una segheria e in due delle abitazioni. Durante il combattimento nella zona che poi prese il nome di “Battle Hill”, i Rangers ebbero tre feriti, tra i quali lo stesso Gorham, che ricevette una pallottola in una coscia. La battaglia si intensificava, per cui venne mandata a Fort Sackville una richiesta di rinforzi. In risposta alla richiesta, Cornwallis inviò il capitano Clapham e il capitano George St. Loe, del 40° Reggimento Fanteria, equipaggiato con due cannoni da campagna, a congiungersi con Gorham a Piziquid. Queste truppe fresche e l’artiglieria volsero le sorti della battaglia in favore di Gorham e obbligarono i Mi’kmaq a ritirarsi.
Granatieri del 40° Rgt Fanteria con fante di Marina (ricostruzione)
Battaglia di Chignecto
Dopo l’assedio, Gorham e le truppe di rinforzo continuarono verso Piziquid. Con base quel villaggio, Gorham procedette a setacciare la campagna circostante in un’azione di ricerca e distruzione contro i Mi’kmaq. Nel marzo 1750 i Mi’kmaq e la milizia acadiana uccisero la staffetta di Cornwallis che era in viaggio da Halifax a Chignecto. Da quel momento Cornwallis sospese l’invio di piccole spedizioni armate fuori di Halifax.
Battaglia di Chignecto
Nel maggio 1750 il capitano Charles Lawrence non era riuscito ad installare una base a Chignecto, in quanto Le Loutre aveva incendiato il villaggio di Beaubassin, impedendo a Lawrence di usare i rifornimenti per edificare il forte. Lawrence si ritirò, ma tornò successivamente, nel settembre 1750. Era il primo tentativo da parte inglese di occupare la Baia di Fundy dopo la disastrosa battaglia di Grand Pré del 1747.
Il 3 settembre il capitano John Rous, Lawrence e Gorham condussero oltre 700 uomini (compresi il 40° e il 45° Reggimento Fanteria) a Chignecto, dove Mi’kmaq e Acadiani contrastarono lo sbarco approntando una fortificazione provvisoria, al riparo della quale facevano fuoco sul nemico. Nello scontro morirono 20 Inglesi, tra cui il capitano Francis Bartelo, e parecchi Mi’kmaq. Alla fine la milizia di Le Loutre si ritirò a Beausejour, bruciando, man mano che arretrava, il resto dei campi coltivati acadiani e delle abitazioni.
Il 15 ottobre un gruppo di Mi’kmaq, travestiti da ufficiali francesi, richiesero un incontro a un membro del Consiglio della Nuova Scozia, Edward How. Questa trappola, organizzata da Etienne Bâtard, gli diede l’opportunità di ferire seriamente How, il quale morì cinque o sei giorni dopo, secondo il capitano La Vallière, unico testimone oculare. Dopo la battaglia gli Inglesi costruirono Fort Lawrence a Chignecto e i Mi’kmaq continuarono con gli Acadiani a condurre numerose azioni di incursione contro Darmouth ed Halifax.
Incursioni contro Halifax
Nel corso della guerra vi furono quattro attacchi contro Halifax. Il primo avvenne nell’ottobre 1750, quando nei boschi della penisola di Halifax i Mi’kmaq scalparono due Inglesi e presero sei prigionieri: il giardiniere di Cornwallis, suo figlio e il contabile del capitano William Clapham furono torturati e scalpati. I Mi’kmaq seppellirono il ragazzo, mentre il corpo del giardiniere venne lasciato indietro; gli altri prigionieri vennero tenuti a Grand Pré per sei mesi.
Poco dopo questo raid, Cornwallis apprese che i Mi’kmaq erano stati pagati dai Francesi a Chignecto per cinque prigionieri catturati ad Halifax, come pure per dei prigionieri presi precedentemente, a Darmouth e Grand Pré.
Nel 1751 avvennero due attacchi contro fortificazioni nei dintorni di Halifax. I Mi’kmaq assalirono il Forte Nord, uccidendo la sentinella. Guerrieri della stessa tribù attaccarono il Forte Sud, nei pressi di una segheria su un torrente emissario del Lago Chocolate; lì uccisero due uomini.
Battaglia di Baie Verte
Nell’agosto 1750 avvenne lo scontro navale di Baie Verte, fra la Trial, del capitano inglese Le Cras e un’imbarcazione francese, la London di 70 tonnellate (nave probabilmente catturata dai Francesi e da loro riutilizzata). La London venne catturata e si scoprì che stava portando provviste di tutti i generi, armi e munizioni, da Quebec a Le Loutre e ai combattenti Mi’kmaq. Vennero rinvenute le istruzioni che François Bigot, l’intendente della Nuova Francia, aveva dato al capitano francese per eseguire gli ordini di Le Loutre o di La Corne, le bolle di carico controfirmate da Le Loutre, e altre carte e lettere. C’erano anche quattro disertori del Reggimento di Cornwallis e una famiglia di Acadiani. La nave catturata e i documenti vennero inviati ad Halifax.
Battaglia di Port La Tour
A metà del settembre 1750, l’ufficiale francese Louis Du Pont Duchambon de Vergor (più tardi comandante di Fort Beausejour), a bordo del brigantino Saint-François, ricevette l’incarico di scortare la goletta Aimable Anne, che portava viveri e munizioni da Quebec per Boishebert (comandante delle Compagnies Franches de la Marina) a Fort Boishebert, sul fiume Saint John. La mattina presto del 16 ottobre, a 10 leghe ad ovest di Port La Tour, il capitano inglese John Rous, al comando della HMS Albany, agganciò i vascelli francesi. Nonostante l’armamento inferiore, Vergor affrontò la nave inglese, permettendo alla Aimable Anne di raggiungere Fort Boishebert. L’azione durò buona parte della giornata, dopo di che, con solo sette uomini disponibili su 50 e la Saint-François disalberata e in fase di affondamento, Vergor fu obbligato ad arrendersi. Tre uomini dell’equipaggio di Rous erano rimasti uccisi. Con questa azione Cornwallis aveva notato che era la seconda volta che il governatore del Canada mandava ai Mi’kmaq una nave di rifornimenti militari perché fossero usati contro gli Inglesi.
Scontro tra vascelli inglesi e francesi
Alla fine dell’anno Cornwallis stimava che ci fossero non meno di otto – dieci vascelli francesi che scaricavano provviste di guerra per Mi’kmaq, Francesi e Acadiani sul fiume St. John e a Baie Verte. In replica alla sconfitta di Port La Tour, il governatore del Canada diede ordine di catturare quattro navi inglesi a Louisbourg.
Campagna della Costa di Nord Est
I Wabanaki cominciarono la campagna del 1750 nel mese di settembre, attaccando diversi insediamenti e uccidendo due coloni e facendo 24 prigionieri. Le incursioni vennero effettuate su Dresden, Swan Island, Wikcasset, Sheepscot, Parker’s Island, Georgetown, Maquoit, Windham, Gorhamtown, New Gloucester e Ridhmond. Contro quest’ultima località pare fossero implicati anche i Mi’kmaq. L’8 settembre a Swan Island, vicino Fort Richmond, 60 guerrieri Norridgewock e St. Francis assalirono un’abitazione con due famiglie. Due persone si salvarono, mentre 14 furono catturate. Più tardi, lo stesso giorno, gli Indiani posero il forte, che aveva sette soldati a sua difesa, sotto attacco per tre ore. Quando si ritirarono avevano un prigioniero e bruciarono i campi. Il 9 settembre attaccarono Wiscasset e Sheepscot, prendendo due prigionieri. Il giorno 10 catturarono un uomo a Berwick. L’11 settembre iniziò un assedio di tre giorni a Fort Richmond; il bestiame fu sterminato, tranne 12 o 13 capi. Il giorno 21 venne attaccata Windham, con la cattura di un prigioniero. Il 26, lungo il confine i guerrieri presero 17 persone, provocando un morto e due feriti.
La costa nord est fu attaccata anche nella primavera 1751, con la cattura di tre ragazzi a New Yarmouth. L’8 giugno vennero presi sette prigionieri a New Meadows, e verso la fine del mese venne attaccato ancora Fort Richmond. Nella zona, due settimane più tardi, furono catturati sei uomini e uno venne ucciso.
Quando gli Inglesi cominciarono a costruire forti lungo il corso del fiume Kennebec le incursioni ripresero e durarono fino al 1754.
Il 1751
Incursione su Darmouth (o Massacro di Darmouth)
Nel luglio 1750 i Mi’kmaq avevano ucciso e scalpato 7 uomini mentre erano al lavoro a Dartmouth. Nell’agosto dello stesso anno 353 persone arrivarono a bordo della nave Alderney, per erigere a Darmouth un vero e proprio centro abitato, che venne terminato in autunno. Il 30 settembre 1750 il posto era ancora stato attaccato dai Mi’kmaq e cinque residenti avevano perso la vita. In ottobre un gruppo di otto uomini era uscito per andare a caccia; mentre erano nel bosco erano stati attaccati dagli Indiani, che li avevano catturati tutti; ne avevano scalpato uno con un grande coltello che avevano portato per quello scopo e poi avevano gettato l’uomo in mare. Nel marzo 1751 i Mi’kmaq erano tornati in altre due occasioni. Così, a partire dal 1749, Darmouth aveva subito un totale di sei incursioni.
Il 13 maggio 1751, poco prima dell’alba, Joseph Broussard, detto “Beausoleil”, condusse un gruppo di 60 Mi’kmaq e Acadiani ancora all’assalto di Darmouth. Il gruppo di guerra discese il fiume Shuebenacadie da Chignecto. Broussard e gli altri uccisero venti coloni e molti altri vennero catturati. 36 abitazioni furono incendiate. Il capitano William Clapham, che era di servizio con 60 soldati, aprì il fuoco dalla casamatta, che era situata in un punto che dominava Dartmouth Cove. Gli assalitori uccisero il sergente e ferirono tre soldati.
Un dipinto sul massacro di Darmouth del 1751
Il capitano Alexander Murray con circa 40 soldati, partito da Halifax con tre vascelli, giunto a Darmouth tentò di inseguire il nemico per alcune miglia, ma ormai il grosso della forza d’incursione si era disperso. Gli Inglesi riferirono di aver ucciso sei guerrieri Mi’kmaq, ma riuscirono a recuperare uno scalpo solo, che portarono ad Halifax. Quelli che si trovavano accampati a Darmouth Cove sotto il comando di John Wisdom, erano andati a prestare assistenza ai coloni. Quando tornarono al campo il giorno dopo, scoprirono che anche il loro accampamento era stato razziato dai Mi’kmaq e che questi avevano preso un prigioniero. I coloni uccisi erano stati scalpati; quel che rimaneva dei loro corpi venne mandato ad Halifax, per il seppellimento presso l’Old Burying Ground.
Immediatamente dopo l’incursione, venne eretta una palizzata in legno tutt’attorno al villaggio. Gli attacchi su Darmouth di Mi’kmaq e Acadiani continuarono anche durante tutte la successiva Guerra Franco Indiana, che terminò 14 anni dopo che Dartmouth era stata fondata. Dopo questa incursione, non si ebbe l’arrivo di nuovi coloni a Dartmouth per i successivi trent’anni. Dei 383 coloni che erano giunti con l’Alderney in agosto, solo la metà si erano fermati in città. Quando finì la Guerra dei Sette Anni (1763), a Darmouth erano rimasti solo 78 abitanti.
Attacco a Chignecto
La vendetta inglese per l’attacco contro Darmouth si concretizzò con l’invio di svariate compagnie militari contro Chignecto. I pochi difensori francesi vennero uccisi e i canali d’irrigazione interrati. Centinaia di acri di campi coltivati furono distrutti e questo fu disastroso per gli Acadiani e le truppe francesi. Nell’estate del 1752 Padre Le Loutre andò a Quebec e poi in Francia per richiedere aiuti al fine di ricostruire i canali. Tornò in Acadia nella primavera del 1753.
1752-1753
Nel 1752 si verificarono frequenti attacchi dei Mi’kmaq contro gli Inglesi lungo la costa, sia ad est che ad ovest di Halifax. I pescatori d’alto mare furono costretti a rimanere a terra poiché i loro centri pescherecci erano l’ obiettivo principale degli attacchi. All’inizio di luglio i coloni inglesi uccisero e scalparono due ragazze Mi’kmaq e un ragazzo sulla costa di Cape Sable (oggi Port La Tour). In agosto, a St. Peter’s, i Mi’kmaq si impadronirono di due golette – la Friendship di Halifax e la Dolphin del New England – e catturarono le 21 persone che erano a bordo e che furono successivamente riscattate.
Quando arrivò l’estate del 1752, la guerra non stava andando bene per gli Inglesi. L’Esodo Acadiano rimaneva forte. La guerra aveva ridotto in condizioni disastrate le finanze della colonia. Inoltre, due dei tre capi Ranger erano morti. Il capo principale dei Rangers, John Gorham, nell’agosto 1751 era partito per Londra e là si era ammalato ed era morto in dicembre.
Esploratore dei Rangers
Il capitano Francis Bartelo, comandante di un’altra Compagnia, era stato ucciso in azione a Chignecto, mentre l’altro comandante, William Clapham, era caduto in disgrazia, non avendo saputo prevenire il Massacro di Darmouth. A John Gorham successe il fratello più giovane, Joseph. Nel 1752, per ridurre le spese di guerra, le compagnie allestite nel 1749 erano disperse, riducendo la forza dei Rangers ad una sola compagnia. Questa diminuzione numerica delle truppe coloniche portò alla decisione del 22 marzo 1753, di comporre una milizia che avrebbe dovuto essere raccolta fra i coloni allo scopo di assicurare sicurezza alla colonia; la coscrizione era obbligatoria: tutti i soggetti inglesi di età compresa fra i 16 e i 60 anni erano obbligati a prestare servizio.
Dopo 18 mesi di combattimenti inconcludenti, incertezze e opinioni diverse cominciavano a disturbare sia i Mi’kmaq che le comunità inglesi. Nell’estate del 1751 il governatore Cornwallis aveva cominciato una politica più conciliante. Per oltre un anno Cornwallis contattò i capi Mi’kmaq, volendo negoziare una pace. Alla fine desistette, rassegnò le dimissioni e lasciò la colonia. Con il nuovo governatore subentrato al posto di Cornwallis, Peregrine Hopson, il solo e unico negoziatore favorevole a colloqui di pace era Jean-Baptiste Cope (nome francese del capo dei Mi’kmaq Shubenacadie).
Jean-Baptiste Cope – Shubenacadie
Il 14 settembre 1752 a Shubenacadie venne negoziato un trattato, ratificato il 22 novembre dello stesso anno, che divenne noto come Trattato del 1752. Le basi del trattato erano le stesse di quelle firmate a Boston nel 1725, che avevano posto termine alla Guerra di Padre Rale. Cope cercò di spingere altri capi Mi’kmaq della Nuova Scozia ad aderire al trattato, ma non ebbe successo.
Il governatore divenne dubbioso sulla reale leadership di Cope tra il popolo Mi’kmaq. Ovviamente, Le Loutre e i Francesi erano offesi dalla decisione di Cope di negoziare unilateralmente con gli Inglesi e Cope seppellì il trattato sei mesi dopo averlo firmato. Ma nonostante il crollo delle speranze di pace sulla costa orientale, gli Inglesi non rinunciarono formalmente al Trattato del 1752 fino al 1756. Per tutto il 1753 le autorità francesi di Cape Breton Island pagarono regolarmente i Mi’kmaq per gli scalpi inglesi. Nel giugno di quell’anno, il “London Magazine” scriveva: “La guerra con gli Indiani impedisce agli abitanti, a tutt’oggi, di inoltrarsi nei boschi.”
Attacco a Mocodome
Secondo il racconto di Charles Morris, John Connor con altri tre uomini, di nome James Grace, Michael Haggarthy e John Power, giunsero a Jeddore a bordo della goletta Dunk e saccheggiarono il magazzino dei Mi’kmaq, impadronendosi di 40 barili di provviste che erano state fornite dal governatore francese.
Il 21 febbraio 1753 a Mocodome (oggi Country Harbour), nove guerrieri Mi’kmaq provenienti da Nartigouneche catturarono John Connor e gli altri tre membri dell’equipaggio. I Mi’kmaq aprirono il fuoco e li misero in fuga verso la spiaggia. Arrivarono altri Indiani e abbordarono la goletta, obbligando i quattro a portare il vascello in un’insenatura. I Mi’kmaq catturarono due uomini dell’equipaggio inglese, Haggarthy e Power, e li uccisero e scalparono. Connor e Grace vennero catturati e tenuti prigionieri per sette settimane. L’8 di aprile i due Inglesi uccisero una donna e un bambino Mi’kmaq, e poi altre quattro persone della stessa tribù, quindi riuscirono a fuggire.
In contrasto con questa versione, secondo Anthony Casteel, dopo aver sottratto le provviste dei Mi’kmaq a Jaddore, la goletta inglese naufragò incidentalmente e due dei quattro membri dell’equipaggio annegarono. I due sopravvissuti, salvati dai Mi’kmaq, nonostante l’ospitalità loro offerta ne uccisero sette: due uomini, tre donne, un ragazzo e un bimbo. Pare che in risposta i Mi’kmaq si recassero ad Halifax per richiedere che almeno le loro provviste fossero ben custodite nella imminente stagione della pesca.
Un ufficiale francese di Louisbourg non credeva a questo racconto degli eventi. Se Connor e Grace fossero soltanto stati motivati dalla taglia sugli scalpi come asserito da Casteel, non è chiaro chi avrebbe pagato, visto che la normativa del governatore Cornwallis relativa alla taglia su prigionieri e scalpi Mi’kmaq era stata revocata fin dall’anno precedente.
Attacco contro Jeddore
Le parti si accusarono reciprocamente per i fatti di Mocodome. Il capo Mi’kmaq Jean-Baptiste Cope richiese tempo, appoggio politico e regali da distribuire fra il suo popolo come dimostrazione del rispetto inglese. In risposta all’invito di Cope una delegazione di nove soldati e Anthony Casteel, che fungeva da interprete, lasciò Halifax su un’imbarcazione al comando del capitano James Bannerman che, navigando verso est, avrebbe incontrato un gruppo di capi Mi’kmaq che Cope aveva radunato. Questi uomini intendevano scambiare regali e portare avanti i negoziati per un’espansione della pace.
La notte del 20 aprile la delegazione inglese incontrò il capo Cope alla foce del fiume di Jaddore, a monte del quale si trovava un villaggio Mi’kmaq. Gli Inglesi dormirono tutta la notte e il giorno dopo cinque Mi’kmaq, quattro uomini e una donna (tra loro non c’era Cope) giunsero dal battello. Essi invitarono Bannerman ad andare a ritirare dei rifornimenti al villaggio. Il capitano seguì le loro istruzioni e risalì la corrente col battello, andando a cadere in un’imboscata: una banda di guerrieri sequestrò la delegazione e la portò al villaggio Mi’kmaq, sulla riva del fiume. Casteel riferì che i Mi’kmaq avevano ucciso il capitano Bannerman e gli altri otto Inglesi di fronte a lui. Inoltre aveva osservato i guerrieri fare essiccare gli scalpi dei suoi compagni e montarli su pali. Pare che il capo Etienne Bâtard fosse tra i Mi’kmaq e che si debba a lui il fatto che Casteel fosse risparmiato. I Mi’kmaq consegnarono Casteel ai Francesi, portandolo a Port Toulouse, dove affondarono la goletta dopo averla saccheggiata. Anthony Casteel scrisse uno dei pochi “racconti di prigionia” che esistono sull’Acadia e la Nuova Scozia.
Secondo lo storico Geoffery Plank, questo incidente ricordò agli Inglesi che le persone non sempre sono quello che sembrano: «Un capo Mi’kmaq che offre la pace potrebbe in realtà essere un agente dell’impero francese. Un diligente messaggero e interprete potrebbe essere un complice dei Mi’kmaq o dei Francesi. Un invito a negoziati, o un’offerta di assistenza, potrebbero nascondere un piano e condurre ad un’imboscata fatale.» Casteel contribuì a confermare al governo della Nuova Scozia la convinzione che la resistenza dei Mi’kmaq continuava a lavorare di nascosto con i militari e missionari francesi, nonché con gli Acadiani.
Incursione su Halifax
Alla fine di settembre 1752, I Mi’kmaq avevano scalpato un uomo che avevano sorpreso al di fuori della palizzata di Fort Sackville. Nel 1753, quando Lawrence divenne governatore, i Mi’kmaq attaccarono ancora le segherie della parte fortificata meridionale, ed uccisero tre Britannici. I Mi’kmaq fecero invano tre tentativi per recuperare i corpi degli uccisi per prelevarne gli scalpi. Nel 1753 viene registrato che dall’altro lato del porto di Darmouth abitavano solo cinque famiglie, che però tutte avevano rifiutato di costruire delle fattorie per la paura di essere attaccate nel caso avessero oltrepassato i confini della recinzione installata attorno al villaggio.
Milizia acadiana
Il 23 luglio il governatore Peregrine Hopson scriveva alla Camera di Commercio sul «continuo stato di guerra che noi abbiamo con gli Indiani.» Lo stesso Hopson, nella lettera alla Camera di Commercio del 1 ottobre 1753, dice: «A Dartmouth c’è un piccolo villaggio ben recintato e un distaccamento di truppe per proteggerlo, ma non ci sono più di cinque famiglie residenti, come non c’è commercio o attività di pesca per mantenere alcun abitante; essi subiscono dei danni dagli Indiani se cercano di coltivare qualunque terreno che sia al di fuori della recinzione.»
La ribellione di Lunenburg
Nella primavera del 1753 divenne di pubblico dominio che gli Inglesi stavano progettando di stabilire unilateralmente un insediamento a Lunenburg, senza negoziare prima con i Mi’kmaq. La mossa faceva parte della campagna del governo inglese per insediare dei protestanti nella Nuova Scozia per opporsi al potere dei cattolici Acadiani. La decisione inglese era in palese violazione di un trattato precedente e indeboliva il Trattato di Pace del 1752 con il capo Jean-Baptiste Cope. Il risultato fu che il governatore Hopson ricevette da Fort Edward la notizia che circa 300 Nativi si stavano organizzando per opporsi all’insediamento di Lunenburg e intendevano attaccare non appena fossero arrivati i coloni.
Nel giugno 1753 si stabilirono nel villaggio di Lunenburg 1400 coloni, detti “Protestanti Stranieri”. Gli Inglesi, anch’essi in grande maggioranza protestanti, preferivano stabilirsi nel New England o in Virginia e Carolina, per cui il governo britannico apriva le altre zone a protestanti di altre nazionalità. Quelli che arrivarono a Lunenburg erano protestanti tedeschi e francesi, condotti da Lawrence e protetti da navi della Marina Britannica, da un’unità di soldati regolari al comando del maggiore Patrick Sutherland e da un’unità di Rangers agli ordini di Joseph Gorham. Fondatori dell’insediamento furono due ufficiali dell’esercito inglese, John Creighton Patrick Sutherland e un ufficiale tedesco emigrato, Dettlieb Christopher Jessen.
Nell’agosto dello stesso anno Le Loutre pagò i Mi’kmaq per 18 scalpi inglesi che essi avevano preso nel corso di diverse incursioni contro villaggi inglesi, condotte per tutta l’estate. A metà dicembre, a sei mesi dal loro arrivo a Lunenburg, i nuovi coloni, appoggiati da Le Loutre, si ribellarono contro gli Inglesi. La ribellione viene spesso definita “L’Insurrezione di Hoffman”, in quanto venne capeggiata da John Hoffman, uno dei capitani dell’esercito che avevano organizzato l’insediamento dei coloni nel villaggio. Hoffman guidò una folla che alla fine imprigionò in una delle fortificazioni il giudice di pace e alcuni soldati delle truppe del comandante Sutherland.
Halifax nel 1750
Quindi i ribelli proclamarono la repubblica. Patrick Sutherland chiese rinforzi ad Halifax e Lawrence inviò il colonnello Robert Monckton con le sue truppe per ristabilire l’ordine. Monckton arrestò Hoffman e lo portò ad Halifax. Hoffman era accusato di aver complottato per unirsi ai Francesi con il maggior numero possibile di coloni. Gli venne comminata una sanzione pecuniaria e fu imprigionato per due anni a Georges Island. Dopo la rivolta, un certo numero di “Protestanti Stranieri” francesi e tedeschi lasciò il villaggio per unirsi a Le Loutre e agli Acadiani. Lawrence e il suo vice rifiutarono di mandare Acadiani in quella zona per timore della loro influenza sulla popolazione locale.
Il grande progetto dei canali su Riviere Au Lac
Le Loutre e i rifugiati acadiani a Chignecto si davano da fare per costruire canali a supporto delle nuove comunità sorte a seguito dell’esodo acadiano. Nel primo inverno (1749) gli Acadiani sopravvissero razionando le provviste nell’attesa che i canali fossero costruiti. Gli Acadiani della regione di Minas fornirono un supporto costante nel fornire sia provviste che lavoro nella preparazione dei canali. Per ritorsione all’attacco di Acadiani e Mi’kmaq contro Darmouth nel 1751, gli Inglesi avevano attaccato Chignecto, distruggendo i canali e devastando centinaia di acri di campi coltivati. Gli Acadiani cominciarono a disertare l’Esodo e a fare richiesta di ritornare alla colonia inglese. Subito Le Loutre cercò aiuti a Quebec e poi in Francia per appoggiare la ricostruzione dei canali in quell’area. Nel maggio 1753 era tornato avendo ottenuto gli aiuti sperati e poté cominciare il grande lavoro sulla canalizzazione della zona di Riviere Au Lac. In quel periodo, nelle vicinanze c’erano accampati 2000 acadiani e circa 300 Mi’kmaq.
Nell’estate del 1754 la mirabile impresa ingegneristica di Le Loutre si manifestò sull’immenso acquitrino dell’istmo; egli ora aveva da 1400 a 1500 uomini acadiani nella sua forza lavoro che stavano entro un raggio di circa 48 ore di marcia. Nelle vicinanze di Baie Verte c’era un accampamento estivo di circa 400 Nativi, che a quel tempo rappresentava una delle maggiori concentrazioni di popoli nativi nella regione atlantica. Nel complesso egli aveva una forza combattente in grado di difendersi contro qualunque armata il governo della Nuova Scozia potesse raccogliere a quel tempo. Sfortunatamente le disastrose maree di quell’anno distrussero il canale principale di tutto il progetto di riutilizzo, vanificando quasi ogni cosa che gli Acadiani avevano realizzato in molti mesi di intenso lavoro. E di nuovo alcuni Acadiani tentarono di disertare a favore degli Inglesi.
1754
Incursioni contro Lawrencetown
Nel 1754, con un atto unilaterale, gli Inglesi avevano fondato Lawrencetown. Alla fine di aprile di quell’anno, il comandante Joseph Broussard, detto Beausoleil, lasciò Chignecto con una grossa banda di Mi’kmaq e Acadiani, diretto a Lawrencetown. Giunsero sul posto alla metà di maggio e nella notte aprirono il fuoco contro il villaggio. Brausoleil uccise e scalpò quattro coloni inglesi e due soldati.
Marcia di avvicinamento ad un villaggio di coloni
Ad agosto, poiché le incursioni proseguivano, i residenti e le truppe si ritirarono ad Halifax. (Nel giugno 1757, quindi in piena Guerra Franco-Indiana, gli abitanti avrebbero di nuovo abbandonato completamente l’insediamento di Lawrencetown, poiché il numero delle incursioni da parte dei Mi’kmaq alla fine impediva ai coloni perfino di uscire di casa). L’importante uomo d’affari di Halifax Michael Franklin fu catturato nel 1754 da un gruppo di guerra Mi’kmaq e venne tenuto in prigionia per tre mesi.
Il commercio
Durante la Guerra di Padre Le Loutre, le comunità del Bacino di Minas rispondevano volentieri alla richiesta di alimenti base da parte di Le Loutre. Si coltivava grano ed altri cereali e si produceva farina in non meno di undici mulini e venivano allevate mandrie di parecchie migliaia di capi di bestiame, pecore e maiali. Regolarmente mandrie di bestiame percorrevano la strada fra Cobequid e Tatamagouche per rifornire Beausejour, Louisbourg e gli insediamenti dell’isola St. Jean. Altri generi viaggiavano via mare da Minas a Baubassin o alla foce del fiume St, John, trasportati da intermediatori acadiani. Nello stesso tempo gli Acadiani cominciavano a rifiutarsi di commerciare con gli Inglesi. Dal 1754 nessun prodotto acadiano raggiungeva più il mercato di Halifax. Mentre i Francesi facevano pressioni sugli Acadiani perché non commerciassero con Halifax, anche quando i mercanti inglesi tentavano di acquistare direttamente dagli Acadiani, si vedevano opporre un rifiuto. Gli Acadiani si erano rifiutati di fornire ogni tipo di legna da ardere a Fort Edward. Lawrence promosse una legge che proibiva le esportazioni in Acadia finché il mercato di Halifax aveva provviste. Gli Inglesi prepararono un piano di guerra per la Nuova Scozia dedicato a tagliare i rifornimenti alimentari a Fort Beauséjour e Louisbourg. Questo piano implicava sia tattiche d’assedio, sia azioni per il taglio dei rifornimenti.
Fort Beauséjour
L’istmo di Chignecto era rivendicato sia dagli Inglesi che dai Francesi, mentre la Nuova Scozia era rivendicata dagli Inglesi. Il confine che separava le due zone era il fiume Missaguash; comunque gli Acadiani erano insediati su tutte e due le rive del fiume. Gli Inglesi avanzavano diritti sull’attuale New Brunswick e il Maine settentrionale combatteva con una piccola presenza francese e un insediamento acadiano in quell’area. Nonostante questo, Luigi XV incoraggiava gli Acadiani ad emigrare nelle terre ad ovest del Missaguash, e verso Fort Beauséjour.
A partire dal 1750 gli Inglesi del New England erano soggetti a scarsità di risorse, depressione economica, forti tasse e violenza, tutti fattori ulteriormente manipolati dal clero puritano e protestante per guadagnare appoggi per un imminente attacco contro i Francesi cattolici. E per di più, gli stretti rapporti di relazione tra i Francesi, gli Acadiani e i Mi’kmaq della zona irritavano gli Inglesi. Gli Acadiani spesso sposavano donne Mi’kmaq, cosa che portava ad un completo accordo etnico e alla creazione di una popolazione locale omogenea. Gli Inglesi erano in particolare risentiti verso gli Acadiani poiché questi avevano le terre migliori e per il supporto che ottenevano dai Mi’kmaq, cosa che impediva l’insediamento di una comunità protestante. L’Abate Le Loutre aveva creato altre sorgenti di tensione, perché era un rappresentante del governo francese e di conseguenza era un alleato dei Mi’kmaq. Le Loutre era fedele alla Francia e, per assicurarsi la lealtà degli Acadiani, li minacciava di punizioni fisiche e spirituali nel caso avessero aderito alle proposte di entrare a far parte del dominio inglese. Nonostante le scomuniche religiose e militari, gli Acadiani accettavano in maniera sotterranea tutto l’aiuto inglese che potevano avere. Le Loutre inoltre incoraggiava i Mi’kmaq a continuare a schierarsi contro gli Inglesi, cosa che essi avevano fatto fin dalla Guerra di Re Guglielmo (1689). Gli Inglesi avevano messo una taglia su Le Loutre.
Il tenente colonnello Lawrence e il consiglio della Nuova Scozia, come molti altri governatori precedenti, avevano notato in molte occasioni che gli Acadiani non agivano in modo neutrale. Lawrence aveva le prove che almeno qualcuno fra gli Acadiani favoriva apertamente i Francesi e sperava invece di obbligarli tutti a prestare giuramento di fedeltà agli Inglesi. Gli Inglesi del New England consideravano gli Acadiani traditori della Gran Bretagna e “bigotti francesi”, e speravano che sarebbero tutti stati deportati a Filadelfia.
Gli storici hanno dibattuto lungamente se le mire inglesi sull’Acadia fossero precedenti all’assedio di Beausejour. Rifiutando il giuramento di fedeltà, gli Acadiani avevano resistito a lungo all’assimilazione al protestantesimo inglese.
Una pubblicazione francese sulla resistenza in Acadia
Le lettere di Lawrence rivelano una marcata ostilità verso gli Acadiani accentuata dal 1754, anno in cui egli stava progettando col governatore del Massachusetts, William Shirley, di stanziare battaglioni inglesi in Nuova Scozia. Come molti governatori del passato, Lawrence e Shirley avevano spesso discusso la possibilità di rimuovere gli Acadiani ma, prima del 1755, mancavano i mezzi per una tale misura.
Lawrence aveva poca considerazione per il singolare stile di vita acadiano e la loro dichiarazione di neutralità. Di conseguenza alcuni storici hanno ipotizzato che Lawrence fosse motivato dalla volontà di acquisire ricca terra per il New England. Altri hanno notato che la deportazione fu soprattutto basata su ragioni militari, cioè per rimuovere ogni minaccia armata acadiana insita nell’alleanza con i Mi’kmaq e nel supporto acadiano a Louisbourg.
Nel 1750 il governatore della Nuova Francia Jacques-Pierre de la Jonquière era venuto a sapere che gli Inglesi stavano costruendo un forte nella regione dell’Acadia. Questo forte più tardi prese il nome di Fort Lawrence. I Francesi risposero costruendo Fort Beauséjour. La costruzione del forte era cominciata nel 1751 e il progetto era stato creato da un ingegnere militare di nome Jacau de Fiedmont, che venne nominato tenente nel 1752. Fiedmont era responsabile tanto della costruzione del forte quanto della preparazione dei piani di difesa.
I piani di costruzione prevedevano che il forte fosse in grado di resistere ai bombardamenti, ma nel 1755 non era ancora completamente terminato, per molteplici ragioni. La prima fu che l’Abate Le Loutre aveva deciso di stornare una parte della mano d’opera per un progetto di canali d’irrigazione. La seconda ragione fu che il comandante militare di Fort Beauséjour nel 1754, Louis du Chambon de Vergor, era più concentrato a raccogliere il denaro dei lavori per sé stesso e quindi non era in grado di fornire risorse per i lavori di rinforzo delle difese del forte. Un successivo rapporto di Jacau de Fiedmont riferisce che, se le difese del forte fossero state completate prima dell’assedio del 1755 (all’inizio della Guerra Franco-Indiana), ci sarebbe stata una resistenza molto più efficace al bombardamento inglese, con conseguenti effetti positivi sul morale dei difensori francesi e acadiani.
Un’altra figura importante di Fort Beauséjour in quell’epoca fu Thomas Pichon che, avendo studiato medicina in Francia, era stato nominato segretario del comandante del forte. Quando a Fort Beauséjour scoppiò un’epidemia dovuta a del cibo avariato, Pichon si recò a Fort Lawrence per discutere delle sue idee sul contagio con il medico inglese. La conclusione fu che era stata adoperata dell’erba velenosa invece del prezzemolo che i Francesi erano convinti di aver usato. Per questo Pichon ebbe poi sempre ottimi rapporti con gli Inglesi di Fort Lawrence, recandovisi regolarmente, in quanto era convinto che a Fort Beauséjour la gente non riconoscesse il suo valore. Pichon non si fidava del comandante Vergor, né dell’Abate Le Loutre che, sebbene fosse un sottoposto di Vergor per gerarchia, era in realtà la vera figura di riferimento. Pichon, alla fine, in un incontro col comandante di Fort Lawrence, capitano George Scott, venne da questi assunto come spia. Pichon affermava di aver acconsentito a diventare una spia perché riteneva che la nazione inglese fosse superiore a quella francese, ma è molto più probabile che mirasse ad un guadagno monetario e disprezzasse i suoi superiori di Fort Beauséjour. Nell’anno che precedette l’assedio di Fort Beauséjour, Pichon diede agli Inglesi informazioni militari cruciali, come mappe e piani di battaglia. Dopo gli eventi del 1755 Thomas Pichon iniziò una nuova vita come Thomas Tyrell, suddito di re Giorgio II. Più avanti rinnegò il suo tradimento contro la Francia.
Costruzione di Fort Beausejour
Nel 1753 truppe francesi marciarono dal Canada verso sud ed invasero e fortificarono la Valle dell’Ohio. L’Inghilterra protestò per l’invasione e reclamò l’Ohio come proprio territorio. Il 28 maggio 1754 cominciava la Guerra Franco-Indiana con la battaglia di Jumonville Glen.
Campagna del Nord Est del 1755
La Campagna di Nord Est del 1755, pur avvenendo dopo l’inizio ufficiale della Guerra Franco-Indiana (Guerra dei Sette Anni), viene considerata l’ultima azione bellica della Guerra di Padre Le Loutre. Durante questa guerra, lungo il primitivo confine dell’Acadia, praticamente il corso del fiume Kennebec, gli Inglesi avevano costruito diversi forti: Fort Halifax (nel Maine, da non confondere con Halifax in Nuova Scozia), Fort Shirley e Fort Western. Il 4 settembre 1754 venne completato Fort Halifax e il 6 novembre erano cominciate le incursioni contro il forte. I Wabanaki uccisero e scalparono un soldato e ne presero altri quattro prigionieri. Il governatore Shirley reagì inviando altri 100 uomini di truppa al forte.
Nella campagna del 1755 i Wabanaki condussero nove incursioni contro i forti e gli insediamenti inglesi sul confine. In aprile uccisero due uomini più una famiglia intera a Gorhamtown. Poi attaccarono New Boston (oggi Gray), incendiando le piantagioni. Il 13 maggio uccisero due uomini a Frankfort, dove sorgeva Fort Shirley. Poi nei campi di Sheepscot catturarono cinque uomini, due dei quali riuscirono poi a fuggire. Il 29 maggio uccisero una persona e ne presero un’altra prigioniera a North Yarmouth. In giugno venne ucciso un uomo a Terconnet. Una persona fu catturata sulla strada fra Fort Western e Fort Halifax. Due furono i prigionieri presi a Fort Shirley e altri due i catturati a New Gloucester. Il governatore Shirley reagì a questa serie di attacchi schierando sei compagnie indipendenti sul confine e ordinando ulteriori rifornimenti. L’11 giugno Shirley dichiarò guerra agli Anasaunticook e a tutte le altre tribù dell’est, eccetto i Penobscot.
La Guerra di Padre Le Loutre aveva molto contribuito a creare le condizioni per una guerra totale; i civili inglesi non erano stati risparmiati e, come Lawrence sapeva, i civili acadiani avevano fornito servizi di spionaggio, rifugio e supporto logistico mentre altri finirono per combattere nei conflitti armati. Più di ogni altro singolo fattore, furono i problemi di rifornimento a determinare la perdita di potere della Francia nella regione. Per tagliare gli approvvigionamenti ai Francesi, Lawrence pensò che sarebbe stata utile una deportazione degli Acadiani.
La cosa prese forma dopo la caduta di Fort Beauséjour e la cattura di Le Loutre.