Resa dei conti per Bob Ford, l’assassino di Jesse James

A cura di Omar Vicari
Bob Ford
Non fosse stato per la scoperta dell’argento, nel1892 la città di Creede sarebbe rimasta un anonimo punto sulla cartina del Colorado.
In seguito alla scoperta del prezioso minerale invece, la città si riempì di uomini decisi a strappare tale ricchezza alla terra. Oltre a quell’esercito di minatori, la città ospitava un nutrito numero di giocatori, truffatori, prostitute, ladri e assassini. Vi erano saloon in gran numero, ma uno di questi spiccava se non altro per il nome del proprietario, protagonista dieci anni addietro, di un fatto la cui risonanza aveva raggiunto anche gli angoli più lontani degli Stati Uniti : l’assassinio di Jesse James, l’uomo più ricercato d’America.
La persona in questione, proprietario di uno dei saloon di Creede rispondeva al nome di Bob Ford.
Il 5 giugno 1892 uno spaventoso incendio si abbatté sulla città di Creede, un incendio che distrusse in pratica la quasi totalità degli edifici in legno.
Nonostante ciò la popolazione non era intenzionata ad abbandonare la città. L’argento era ancora a portata di mano nel sottosuolo pronto ad arricchire chi ne avesse approfittato. La gente si tirò su le maniche e cominciò la ricostruzione.
Bob Ford, il cui locale era stato interamente distrutto, si adoperò nel sistemare una tenda nella quale poteva continuare a vendere il whiskey ai minatori della zona.
Bob era una figura ben nota sulla frontiera, era l’uomo che dieci anni prima a St. Joseph in Missouri aveva ucciso Jesse James.
Jesse, o meglio Mr. Howard come si faceva chiamare, venne assassinato alle spalle con un colpo alla nuca nel momento in cui sistemava un quadro alla parete. Sebbene avesse liberato il paese dal nemico n° 1 del tempo, Bob Ford non venne mai considerato un eroe.


Il saloon di Bob Ford a Creede

Al contrario egli venne sempre considerato “quel piccolo sporco codardo“ un vile la cui infamia era stata quella di sparare a un uomo alle spalle senza avergli dato la minima opportunità di difesa.
Bob Ford, dopo l’assassinio di Jesse, lasciò in tutta fretta il Missouri per raggiungere Las Vegas nel New Mexico dove, assieme a Dick Liddel, un altro ex membro della banda James-Younger, aprì un saloon.
Gli affari non andarono per il verso giusto e per tale ragione Ford si spostò a Walsenberg in Colorado dove prese a gestire un altro saloon. Dovunque andasse Ford si vantava apertamente di quello che aveva fatto nella speranza di attirare un numero maggiore di clienti nel suo locale.
Non di rado si faceva ritrarre, a pagamento, con persone smaniose di apparire con l’uomo che aveva ucciso il temibile Jesse James. Violento e aggressivo quando era ubriaco, Bob Ford si trovò coinvolto in numerose risse da strada che regolarmente si concludevano con sparatorie.
I cittadini di Walsenberg dovettero tirare un sospiro di sollievo quando, scoperto l’argento nella zona di Creede, Bob Ford fece in tutta fretta i bagagli per trasferirsi nella nuova “ boomtown “ del Colorado. A Creede il suo locale, “The Creede Exchange“, ebbe un certo successo sebbene Ford fosse spesso ubriaco. Una notte, con la mente annebbiata completamente dall’alcool, uscì in strada e cominciò a sparare a tutto ciò che gli si parava di fronte.
Jesse James
I cittadini, stanchi delle sue bravate, formarono una commissione di vigilanza che gli impose per un certo periodo di stare alla larga dalla città. Bob Ford, sebbene non fosse un aquila, ma neanche uno stupido, capì l’antifona e fatti di nuovo i bagagli partì in treno per Pueblo.
In quest’ultima città del Colorado si trovava da tempo Edward O. Kelly, l’altro protagonista della nostra storia. Questi era nato nel Tennesse ed era arrivato nel Colorado nel 1882.
Stabilitosi a Pueblo, per vivere fece un po’ di tutto, dal conduttore di carri all’agente di polizia.
Non gli mancava di certo il carattere visto che nelle vesti di tutore della legge arrivò a sparare e a uccidere un uomo solo perché il poveretto ebbe la sfortuna di calpestargli un piede durante il suo arresto. Kelly fu processato, ma venne subito assolto e questo la dice lunga su come veniva amministrata la giustizia in quei posti di frontiera.
Pur vivendo a Pueblo da circa un decennio, Kelly non pensò mai di prendere moglie e una casa e preferì accontentarsi di vivere in affitto in una stanza. Un giorno fece una nuova conoscenza con un tale arrivato da poco in città, uno che stava cercando una prima sistemazione. Quell’uomo era Bob Ford. Forse Kelly non lo riconobbe o chissà cosa, fatto sta che gli prestò volentieri aiuto permettendogli di dividere la stanza nella quale viveva.
Durante la sua permanenza a Pueblo, Ford scrisse svariate lettere al Consiglio Comunale di Creede nelle quali chiedeva di poter tornare promettendo allo stesso tempo un comportamento esemplare.
In attesa di una risposta, Bob Ford continuò a condividere a Pueblo la stanza con Ed Kelly.
Le cose tra i due sembravano procedere per il meglio, ma una mattina Bob, frugando tra le sue cose, si accorse della mancanza di un anello di diamante di sua proprietà. Naturalmente Ford accusò Kelly di essere l’autore del furto, ma questi negò decisamente. Volarono parole grosse tra i due e forse ci sarebbe scappato il morto non fosse stato il fatto che da Creede finalmente arrivò il sospirato permesso di rientro in città.
Bob Ford partì con la rabbia per l’anello sparito lasciando un altrettanto astioso Ed Kelly per l’accusa nei suoi confronti. La questione tra i due si sarebbe forse allentata col tempo non fosse stato che anche a Ed O. Kelly venisse la voglia di cercare e di arricchirsi con l’argento.


Un ritratto di Bob Ford

A Bachelor City, una comunità poco lontana da Creede, Ed Kelly in attesa di scoprire il suo filone argentifero, si fece eleggere marshal. Ancora in cerca della sua fortuna, Kelly, un giorno, perlustrando la zona, arrivò cavalcando sino a Creede e senza saperlo, o forse si, entrò nel saloon “Creede Exchange“ di proprietà del suo nemico Bob Ford. Riconosciutolo, Ford si incamminò verso Kelly chiedendogli di consegnargli le armi che aveva con se anche se aveva una stella sul petto. Questi portava una pistola e un coltello e non era per niente propenso a privarsene.
Al rifiuto di Kelly, Ford estrasse la sua colt con la quale, tale a un martello, percosse il capo di Kelly facendolo stramazzare a terra. Ormai semi incosciente, Kelly venne ripulito delle armi.
Venne quindi tirato su e minacciosamente gli venne intimato di non rimettere piede in città. Se lo avesse fatto, Bob Ford disse che lo avrebbe ucciso all’istante. Cacciato fuori e umiliato, Kelly giurò a se stesso che avrebbe cancellato dalla terra quel “piccolo sporco codardo“.
Poco tempo dopo, appunto il 5 giugno 1892, l’incendio di cui abbiamo già parlato divampò e distrusse quasi tutti gli edifici di Creede. Anche il “Creede Exchange“ venne divorato dalle fiamme, per cui Ford eresse sullo stesso posto una tenda che alcuni giorni dopo sarebbe divenuta il teatro per lo scontro finale con Ed O.Kelly.
Il cadavere di Jesse James
Nel pomeriggio dell’8 giugno 1892, un venerdì, Ed Kelly, in compagnia di un amico, cavalcò sino a Creede e si avviò calmo sino alla tenda nella quale Ford vendeva il whiskey ai minatori.
L’uomo scese da cavallo e con un fucile a canne mozze passatogli dall’amico, fece la sua comparsa nella tenda. Una volta dentro, Ed Kelly gettò uno sguardo attorno finché non localizzò Bob Ford in un angolo del locale. Furtivamente gli scivolò dietro le spalle, poi un attimo dopo lo chiamò a voce alta dopo aver alzato il fucile nella sua direzione. Voltatosi, Bob Ford ebbe solo il tempo di vedere Kelly che scaricava su di lui entrambe le canne del suo “shotgun“. La scarica mortale lo colse sul collo dilaniandogli la gola e spezzandogli la spina dorsale. La morte fu istantanea.
Dopo gli spari Ed Kelly si chinò sul corpo di Bob Ford per prendergli la colt che questi teneva nella sua tasca. Nel frattempo il rumore dei colpi aveva richiamato l’attenzione del vice sceriffo Dick Plunkett che si precipitò di corsa all’interno della tenda. Kelly non fece nessuna resistenza al vice sceriffo al quale consegnò la pistola e il fucile col quale aveva appena ammazzato Bob Ford.
Alla presenza di un giudice venne istruito un processo sommario all’interno della stessa tenda in seguito al quale venne deciso di trattenere Ed Kelly con l’accusa di omicidio. Questi venne portato via e a guardia della prigione venne messo un vice sceriffo di nome Joe Duvall. Sconosciuto alle autorità di Creede, costui altro non era, ironia della sorte, l’amico che aveva accompagnato Kelly e dal quale questi aveva preso in prestito il fucile. Joe Duvall, però, invece di favorire la fuga dell’amico, pensò bene di fuggire egli stesso, temendo forse una eventuale accusa di favoreggiamento. Ed Kelly rimase sotto guardia in custodia e l’8 luglio 1892, giudicato colpevole di omicidio, venne condannato all’ergastolo, pena da scontare nel penitenziario di stato.
Per i successivi nove anni, Ed Kelly fu uno dei detenuti presso la prigione di stato a Canon City nel Colorado. Col tempo Ed cominciò a scrivere numerose lettere al governatore e al Ministero del Perdono nelle quali chiedeva clemenza anche in ragione del fatto di essere stato un detenuto modello per tutti quegli anni.
Ed Kelly
Finalmente nell’ottobre 1902, Edward O.Kelly venne graziato e rilasciato. Una volta fuori dal carcere, Kelly lasciò il Colorado per dirigersi verso est a Oklahoma City.
Sfortunatamente per lui un uomo di nome Otto Ewing, che fu testimone della morte di Bob Ford quel maledetto venerdì dell’8 giugno 1892, si trovava casualmente a Oklahoma City e, avendolo riconosciuto, informò la polizia della sua presenza.
Le forze dell’ordine, conoscendo la sua storia, consideravano Ed Kelly un potenziale fomentatore di guai per cui cominciarono a tenerlo d’occhio. Più volte venne pizzicato per condotta sospetta e quel continuo logorio inasprì il suo carattere di per se già violento.
La sera del 13 gennaio 1904 Ed Kelly, camminando per strada, si imbatté casualmente in Joe Burnett, un ufficiale di polizia locale. Questi salutò Kelly ignorando il fatto che poco prima Ed era stato di nuovo fermato e subito rilasciato dalle forze dell’ordine.
Ai saluti di Burnett qualcosa scattò nella mente di Ed Kelly, mal disposto per il fermo di qualche ora prima. Ed tirò fuori dalla tasca della sua giacca una pistola e con quella provò a colpire il poliziotto. Sebbene sorpreso, Burnett afferrò la pistola di Kelly cercando di allontanarla dalla sua testa. Nella concitazione Kelly riuscì comunque a tirare il grilletto facendo esplodere un colpo talmente vicino alla faccia di Burnett che la polvere da sparo gli provocò una bruciatura nell’orecchio. Cieco di rabbia, Kelly esplose altri colpi che mancarono per sua fortuna il poliziotto.
Scaricata la pistola, Kelly, ormai fuori di se, continuò ad accanirsi con Burnett come poteva con morsi, calci e pugni. Finalmente, tra la gente che aveva assistito attonita alla scena, si fece coraggiosamente avanti una persona che riuscì ad afferrare Kelly nel tentativo di distoglierlo da Burnett. L’intervento dell’uomo concesse al poliziotto un attimo di respiro per cui, afferrata la pistola, fece fuoco e colpì Kelly due volte. Un proiettile penetrò nella gamba, ma il secondo centrò la testa di Kelly uccidendolo all’istante.


La tomba di Bob Ford

Bob Ford, che uccise Jesse James nella speranza di guadagnare fama e fortuna, era sicuramente un uomo violento. Anche Ed Kelly, che contrariamente a Bob Ford acquisì una certa notorietà come “l’uomo che uccise l’uomo che uccise Jesse James“, manifestò una irrazionale rabbia e un incontrollabile temperamento. Un filo invisibile sembrava legare il destino dei due uomini, un filo che ci riporta alla mente le parole della Bibbia: “Chi di spada ferisce, di spada perisce“.
Ed O. Kelly venne sepolto presso il “Fairlawn Cemetery“ a Oklahoma City in una fossa comune senza segni di riconoscimento. I resti di Bob Ford si trovano nel “Richmond Cemetery“ a Richmond nel Missouri.

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