Nella valle della violenza

«Un mix di violenza ed umorismo in chiave decisamente moderna», ecco come il giornale The Guardian ha definito questo film western che è giunto in Italia quale ennesimo del genere nostro preferito, in un periodo che tra alti e bassi ci pare particolarmente felice per qualità e quantità di nuove proposte.
La trama è riassumibile come segue: un vagabondo di nome Paul arriva in una piccola città per cercare vendetta contro i teppisti che hanno ucciso una persona a lui cara. Le sorelle Mary Anne ed Ellen, che gestiscono l’albergo del posto, lo aiuteranno nel suo proposito.
Poiché di questo film potrete leggere tutto e il contrario di tutto, ammettendo che non siamo di fronte ad un capolavoro e che probabilmente sarebbe stato legittimo attendersi di più da John Travolta, iniziamo subito con il dire che a noi di Farwest.it è piaciuto quanto basta. Una buona e classica trama, una buona recitazione, un discreto budget a disposizione della produzione, una valida regia, ecco le cifre principali di “Nella valle della violenza”.
Nel film è chiaro il tentativo, tanto in voga ai nostri giorni, di miscelare generi diversi al fine di ottenere l’attenzione di un pubblico più diversificato e numericamente superiore. In questo caso siamo all’ennesima prova di combinazione tra un horror contenuto con una trama classicissima di western.

A noi piace il western anche senza quelle che vengono chiamate “contaminazioni”, ma accettiamo di buon grado questi tentativi il cui risultato giunge comunque la dove vogliamo noi, a proporre nuovi film western.
Ti West popola il suo film di facce giuste, Ethan Hawke è convincente come pistolero solitario, ma funziona anche meglio quando fa intravedere qualcosa dietro alla scorza da duro, in particolare con la logorroica Mary-Anne, personaggio che ha più di una cosa in comune con la pistolera Natalie Portman di Jane Got A Gun, così chiudo definitivamente l’icona con l’altro Western del 2016.

John Travolta che ormai ha ridimensionato di molto il suo status di Divo, dopo le serie tv ora accetta anche un western a budget contenuto, il risultato resta invariato, anche qui Travolta recita, il suo personaggio non è facile, ma lui tira fuori il meglio e viene quasi da sperare di vederlo in altri Western.
Per il reparto cattivi, uno degli sgherri di Gilly è il mitico Larry Fessenden che, come sapete, non sta mai troppo distante dal suo protetto Ti West, a tenere banco, però, è proprio il viscidissimo vice sceriffo interpretato da James Ransone, molto bravo a recitare il ragazzino isterico e probabilmente con non tutte le rotelle al loro posto, uno che viene voglia di prendere a schiaffi dal primo minuto del film, fino alla fine dei titoli di coda.

La trama sta perfettamente a metà tra “Lo straniero senza nome” (1973) e “Rambo”, a metà film succede una cosa che non è difficile da intuire, ma che comunque mi ha incollato allo schermo, anche perché arrivando dai film indipendenti, West può permettersi di uccidere chi gli pare, senza doversi fare grossi problemi di censura, quindi da metà film in poi, avrete solo voglia di fare il tifo per il protagonista.

Titolo Originale: In a valley of violence.
Regia: Ti West.
Interpreti: Ethan Hawke, John Travolta, Taissa Farmiga, James Ransone, Karen Gillan, Toby Huss, Tommy Nohilly, Larry Fessenden, Michael Davis, James Cady, Burn Gorman, K. Harrison Sweeney.

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