Nuvola Rossa e Othniel Marsh tra fossili e dinosauri

A cura di Anna Maria Paoluzzi

Nuvola Rossa e Marsh
La mattina del 20 gennaio 1883 la stazione di New Haven era in fermento. Gran parte degli sguardi era rivolta a un’alta, distinta figura che alcune voci identificavano come il professor Othniel C. Marsh, il paleontologo della Yale University che dalle terre selvagge del South Dakota aveva estratto gli enormi scheletri di animali fantastici simili a draghi, i “rettili del tuono”. L’attenzione generale era però rivolta soprattutto a uno dei binari, quasi dovesse apparirvi da un momento all’altro una di quelle enormi creature di cui il professor Marsh aveva fatto lo scopo stesso della propria esistenza.
Il fischio prosaico di un treno in arrivo sembrò tentare di riportare gli astanti alla normalità del quotidiano. Leggi il resto

Nativi d’America in lotta per l’acqua

A cura di Ennio Caretto

Nell’età dell’effetto serra i pellerossa americani hanno scoperto di possedere un nuovo tesoro, anzi il tesoro del futuro: l’acqua dei fiumi e dei laghi delle loro riserve, un bene preziosissimo. Ma come accadde nell’Ottocento alle loro terre, i bianchi – questa volta delle metropoli, non i coloni e le giubbe blu – tentano d’impossessarsene. Dopo più di un secolo è un’altra guerra tra il potere bianco e le oltre 500 nazioni indiane riconosciute legalmente in America, per fortuna mediata dal Ministero degli interni o combattuta nelle aule dei tribunali. Da cui però i pellerossa, attualmente vincenti, rischiano alla fine di uscire sconfitti.
Un caso esemplare è quello delle tribù Choctaw e Chickasaw della regione di Tuskahoma nell’Oklahoma, lo stato che a cavallo del 1900 fu un paradiso del petrolio. Le due tribù, che vi furono trasportate 175 anni dalle giubbe blu, di fatto in esilio, rivendicano la proprietà del grande Lago Sardis, famoso per la pesca. Leggi il resto

Nativi: dopo il furto della terra, ecco i risarcimenti

A cura di Francesco Semprini

Dopo centotrenta anni è resa giustizia agli Indiani d’America. Il Congresso degli Stati Uniti sta per approvare un provvedimento che prevede il maxirisarcimento di 3,4 miliardi di dollari per la confisca illegale di terreni avvenuta nel 1880. In quell’anno, il governo americano, sotto la presidenza di Rutherford B. Hayes, decide di iniziare una sistematica opera di smembramento delle terre, oltre 40 milioni di ettari in tutto il Paese, dove per secoli avevano vissuto le tribù della Grande Nazione.
Gli appezzamenti vennero divisi in lotti dai 30 ai 60 ettari di cui i «Nativi americani» rimasero solo proprietari nominali visto che lo Stato si riservava ogni diritto di gestione e di sfruttamento delle risorse minerarie, energetiche e naturali, ma anche delle attività imprenditoriali, dando in cambio un compenso, talvolta misero. Leggi il resto

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