Cavallo Pazzo, incubo dei bianchi, eroe dei Sioux

A cura di Nino Gorio

Quando nacque, sua madre lo chiamò Cha-o-Ha, che vuol dire Tra-gli-Alberi, perché l’aveva partorito in un bosco. Ma lui, una volta adulto, decise di assumere il nome di suo padre, morto prematuramente, Tashunka Wikto, che i bianchi tradussero in Crazy Horse, cioè Cavallo Pazzo. Ebbe una vita breve ma leggendaria: fu capo di una tribù dei Sioux, guidò con Toro Seduto la resistenza indiana, umiliò l’esercito degli Stati Uniti nella battaglia di Little Big Horn; infine si arrese, vinto da un inverno rigidissimo più che dalle Giubbe Blu. Leggi il resto

Il processo e l’esecuzione dei ribelli Dakota nel 1862

A cura di Anna Maria Paoluzzi

I cittadini di New Ulm infuriati contro i Sioux prigionieri
Gli ultimi giorni di settembre di quell’anno 1862 lasciavano presagire un inverno freddo, ma gli oltre milleduecento prigionieri Dakota ammassati nell’accampamento di Camp Release non avevano speso un solo pensiero per l’imminente stagione fredda.
Per alcuni forse era ancora troppo presente il ricordo dei giorni bollenti dell’agosto appena trascorso, quando la fame e le privazioni erano esplose nella guerra contro i bianchi, una guerra fatta di saccheggi frenetici e uccisioni. La maggior parte dei prigionieri però concentrava la propria attenzione ansiosa sui soldati bianchi che circondavano l’accampamento per impedire loro di allontanarsi, mentre i loro sguardi, incrociandosi, esprimevano la stessa muta domanda: “Quando ci lasceranno tornare a casa?” Leggi il resto

Il trattato di Fort Laramie del 1868


Il trattato di Fort Laramie del 1868 – clicca per INGRANDIRE
Tra tutti i trattati stipulati dagli Stati Uniti con gli indiani americani, quello cosiddetto di Fort Laramie del 1868 riveste un’importanza straordinaria perché ingloba in sé tutte le classiche caratteristiche dei trattati con i nativi e anche i germi per non rispettarli.
Questi trattati venivano gestiti dagli americani quasi si trattasse di veri e propri contratti d’affari in cui entrambe le parti rispettano i protocolli di legge che regolamentano la società dei bianchi. Leggi il resto

La lotta degli indiani contro la Union Pacific Railroad

A cura di Sergio Mura, da un saggio di William Francis Bailey (1906)

Il rapporto che accostò gli indiani ed il loro mondo al treno e a tutto ciò che con esso viaggiava, non fu mai semplice. All’inizio, come sempre nelle questioni indiane, le tribù non colsero con prontezza il pericolo che per la loro cultura rappresentava il “cavallo di ferro” che avanzava nelle loro terre sbuffando il pestilenziale fumo nero. Sul treno viaggiava tutto il mondo dei bianchi e il loro desiderio di farsi spazio ad ovest, occupando spazi che, anche per induzione, crescevano senza limiti. Leggi il resto

La battaglia dei cassoni dei carri

A cura di Sergio Mura

La disfatta di Fetterman (dicembre 1866) lasciò i militari annichiliti. Nessuno pensava che gli indiani potessero riuscire in un’operazione di tale portata, anche se non mancavano precedenti di maggiore rilevanza a danno dei civili. Il Colonnello Carrington, allora a capo di Fort Phil Kearny, venne destituito. Sul versante dei Nativi, la battaglia ebbe una vasta eco e la fama dei combattenti si diffuse rapidamente in tutte le pianure del nord-ovest, penetrando dentro ogni tenda e diventando argomento di discussione davanti ai fuochi di ogni campo nelle rigide notti invernali. Leggi il resto

Il massacro di Spirit Lake

A cura di Cristiano Sacco e Isabella Squillari

Dentro la piccola capanna lo scoppio del fucile doveva essere stato assordante. Colpito alla schiena, Rowland Gardner cadde e morì senza lottare. Nell’arco di pochi minuti, sua moglie, sua figlia, suo figlio e due nipoti furono picchiati a morte con il calcio dei fucili e con ceppi di legna da ardere. La tredicenne Abbie Gardner vide tutto quel che era accaduto. Seduta su una sedia, con in braccio il bimbo di sua sorella, assistette alla scena in silenzio, come quando sua madre e sua sorella erano state trascinate fuori, come quando la capanna era stata saccheggiata , come quando il suo fratellino e i suoi due nipotini le erano stati strappati dalle braccia uno a uno. “Per tutto il tempo rimasi muta e senza lacrime,” scrisse in seguito, “ma quando rimasi sola li supplicai di uccidermi.” Leggi il resto

“Volevo essere un eroe”. Il caso di Molti Cavalli

A cura di Anna Maria Paoluzzi

Molti Cavalli (Plenty Horses)
Il giorno 8 gennaio 1891, tutti i giornali degli Stati Uniti riportarono un tragico evento, verificatosi nel bel mezzo dei tumulti che in quello stesso periodo stavano infiammando le riserve Sioux del South Dakota. Un abile e popolare ufficiale dell’esercito era stato ucciso a tradimento da un giovane guerriero Sioux mentre tentava di entrare in uno degli accampamenti ostili per avviare una trattativa di pace. Leggi il resto

L’accampamento circolare e la danza del sole

A cura di Pietro Costantini


La credenza di essere circondati da forze metafisiche i cui poteri trascendevano la realtà ordinaria portava gli Indiani a osservarle per trarre una spiegazione sull’essenza della realtà, dell’essere, dell’origine e della struttura del mondo. La spiegazione era racchiusa nella mitologia e nelle leggende e poggiava sulla considerazione che la vita, così come si manifestava in ogni forma del regno occupato dall’uomo, palesava un’intrinseca opposizione tra gli aspetti materiali e quelli spirituali. Leggi il resto

Chi “Ha Paura Dei Suoi Cavalli”? I nomi tra i Lakota

A cura di Anna Maria Paoluzzi

I nomi indiani, specie quelli dei Lakota (Teton Sioux), così straordinariamente affascinanti ed evocativi troppo spesso nelle traduzioni inglesi (e di riflesso, anche in quelle italiane) sono stati oggetto di interpretazioni errate e fuorvianti. Nel caso particolare della letteratura sui nativi americani in italiano va anche aggiunto il fatto che, a parte poche eccezioni, non c’è uno standard unico per la traduzione di questi nomi e talvolta agli inizi è difficile orientarsi per comprendere l’identità di un personaggio. Leggi il resto

La rivolta dei Dakota Sioux del 1862

A cura di Cesare Bartoccioni

Nella metà del 1800, la Nazione Sioux (1) si estendeva dal Minnesota ai Dakota e fin nel Wyoming e Montana. Le tribù Sioux dell’est, conosciuti come Santee, o Dakota, occupavano la parte occidentale del Minnesota e la parte superiore della valle del Mississippi. Le varie bande dei Sioux Dakota – i Mdewakantons, i Wahpetons, i Wahpekutes, e i Sissetons – furono i primi ad entrare in contatto con i bianchi e i primi a subire lo spossessamento delle loro terre tradizionali. Le loro esperienze dagli anni ’50 del 1800 in poi furono un esempio di ciò che i loro parenti delle pianure avrebbero sofferto in seguito.
Negli anni ’50 del 1800, i capi civili dei Nativi Americani (2) avevano ceduto la maggior parte del Minnesota in una serie di trattati molto controversi. Leggi il resto

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