Isaac Parker, il giudice impiccatore

A cura di Sara Meotto

Furono le prime esecuzioni – talvolta frutto di notevole severità – a fruttare al giudice Isaac Parker il nomignolo che lo accompagnò tutta la vita ed una solida reputazione.
Il tre settembre 1875, giorno in cui sei uomini vennero impiccati a Fort Smith, Arkansas, il giudice Parker si guadagnò, infatti, il soprannome di “Giudice Impiccatore”, “The Hanging Judge”.
Non ricopriva il ruolo da molto, soltanto il dieci maggio dello stesso anno aveva iniziato a lavorare come giudice federale per il tribunale di prima istanza degli Stati Uniti d’America, nel distretto occidentale dell’Arkansas. Leggi il resto

Le guerre Sioux – 2

A cura di Pietro Costantini
Tutte le puntate dell’articolo: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.

Mappa 3. La rivolta dei Sioux del Minnesota – agosto 1862
Nel 1862 i Santee Sioux (detti anche Dakota) avevano abbandonato i loro territori tradizionali, che comprendevano la maggior parte del Minnesota meridionale, in cambio di una riserva di dimensioni inferiori sulla riva sud del fiume Minnesota. In cambio della cessione delle loro terre, i Sioux dovevano ricevere una rendita annuale e provviste che li avrebbero messi in grado di vivere senza le risorse dei loro tradizionali territori di caccia. Tuttavia, a causa di ritardi burocratici, nell’estate del 1862 non erano arrivati né il denaro né le provviste. Leggi il resto

Mary Schwandt e la grande rivolta dei Sioux del 1862

A cura di Paolo Scanabucci

Questa potrebbe essere l’ennesima storia di guerra tra nativi americani e coloni che tanto ci hanno appassionato e continuano ad appassionarci quando leggiamo un buon libro o vediamo un bel film sull’argomento. È invece la terribile vicenda in cui si è trovata coinvolta, suo malgrado, una ragazza, divenuta poi donna ed emblema del risvolto meno nobile e più crudo di ogni conflitto umano: il suo nome è Mary Schwandt. La sua unica “colpa” fu quella di trovarsi con la sua famiglia,emigrata dalla Germania, in Minnesota il 18 agosto. Mentre i suoi venivano massacrati dai Sioux ad eccezione del fratello che si salvò miracolosamente, lei si trovava in una fattoria vicina. Leggi il resto

Sparatoria di San Valentino a Stoneville

A cura di Sergio Mura da un articolo di Les Kruger

Il bandito George Axelby era temutissimo dalle sue parti perché con la sua banda si era distinto per violenza e rapacità. Ma era famoso anche per avere la bocca troppo grande, ossia per non saper tacere. Invece di limitarsi ad agire, preferiva spesso dare aria alla sua bocca, combinando più di un pasticcio. A dire il vero, a causa del suo viziaccio di parlare troppo, Axelby aveva rischiato la pelle in più di un’occasione.
Prima parlava e poi iniziava a sparare.
Nel febbraio del 1884 Axelby era venuto a sapere che il suo compare di rapine, un tale Jesse Pruden, era stato arrestato a Miles City, nel Territorio del Montana, e che da lì sarebbe stato presto trasferito a Spearfish, nel Territorio del Dakota, per essere processato per numerosi atti criminali.
Invece di agire – giusto o sbagliato che fosse, per carità – Axelby fece ciò che sapeva fare meglio: si mise a fare grandi annunci. Disse in giro che lui e la sua gang avrebbero impedito a chiunque di condannare e incarcerare il suo amico Pruden e che per lui avrebbero combattuto fino all’ultimo uomo. Leggi il resto

Morire per mano dei vigilantes

A cura di Sergio Mura

L’impiccagione di Daniels avvenuta il 2 marzo del 1866
James Daniels era un assassino e lo era senza alcuna ombra di dubbio. Lo divenne in maniera certa (del suo passato non si conosce nulla o quasi) dopo aver ucciso un uomo in seguito ad una lite furibonda nata intorno ad un tavolo da gioco delle carte. Per questo gesto estremo, Daniels venne ricercato ed arrestato dai vigilantes del Montana che lo consegnarono appena possibile ad una giuria popolare per essere processato e condannato. La giuria fu affidata alla direzione del giudice L. E. Munson che trovò Daniels colpevole di omicidio colposo e lo condannò al carcere per 3 anni.
Erano trascorse poche settimane e venne presentata una petizione volta ad ottenere la remissione della pena ed il perdono. Ed è qui che le cose prendono una strana piega dal sapore chiaramente più politico… Leggiamo insieme la descrizione dei fatti Leggi il resto

La dura legge dei vigilantes

A cura di Sergio Mura

L’impiccaggione di Compton e Wilson nel Montana – clicca per INGRANDIRE
Come ben sappiamo la legge stentava a imporsi nelle remote regioni del west, anche quando c’era qualcuno incaricato di farla rispettare. La verità è che man mano che la conquista del west procedeva, con essa avanzavano velocemente il disordine, la prepotenza e molte altre tipologie di aspetti negativi della socializzazione.
E se tutto questo era drammaticamente vero quando c’era qualcuno che aveva l’incarico di far rispettare la legge, immaginate cosa accadeva in tutte quelle boom-town sorte intorno alle miniere o ai margini della ferrovia, o in pieno territorio indiano, dove a farla da padrona era solo la legge del più forte. In casi come questi accadeva spesso che gruppi di cittadini si organizzassero allo scopo di imporre l’ordine e una loro versione della legge. Bastava che un agglomerato di case avesse l’ambizione di diventare una cittadina che in breve spuntavano i vigilantes. Leggi il resto

Tom Horn

A cura di Pietro Greco

Tom Horn
Tom Horn, assurto a vera leggenda del West, è stato sicuramente una figura emblematica degli ultimi violenti anni della Frontiera.
Era nato a Memphis, nel Missouri, il 21 novembre del 1860. Il padre coltivava la terra e voleva fare di Tom un buon agricoltore Americano, ma il ragazzo imparò piuttosto bene a maneggiare le armi e dimostrò un’ottima mira col fucile.
Dopo i litigi continui col padre abbandonò la sua casa per intraprendere adolescente una vita avventurosa ed errabonda nel west. Iniziò giovanissimo a lavorare per le ferrovie facendo il sorvegliante, poi a 17 anni fu reclutato dall’esercito come scout, buon conoscitore com’era degli Apache Chiricahua di cui aveva appreso il gergo. Leggi il resto

La decapitazione di Black Jack

A cura di Andrea Carlucci

Black Jack Tom Ketchum
Era il 26 aprile 1901 a Clayton, New Mexico quando Black Jack al secolo Tom Ketchum veniva condotto al patibolo. La gente era arrivata da lontano ed i Lawmen avevano venduto i biglietti per assistere all’evento, così come avevano fatto gli ambulanti proponendo bambole di pezza appese (per il collo) ad un bastone, per la gioia di grandi e piccini.
Non che simili spettacoli fossero infrequenti, ma se è vero che nel Crepuscolo del West si passava all’aldilà spesso in maniera poco eroica, l’esecuzione di uno dei banditi più celebri del momento, certamente fu una fine più ingloriosa e granguignolesca, o come si direbbe oggi splatter, che si potesse involontariamente allestire.
Ma torniamo a quegli ultimi momenti.
Black Jack era di ottimo umore e salito sul patibolo disse: “Sarò all’inferno prima di colazione!”
Poi il cappuccio ne coprì la testa ed il cappio fu posto sopra di esso a cingerne il collo. Ma quando il boia inesperto strinse quella cravatta di canapa intorno al collo di Tom nessuno poteva immaginare cosa di lì a poco sarebbe successo. Leggi il resto

Tom “Black Jack” Ketchum, re delle rapine ai treni

A cura di Sergio Mura

Tom “Black Jack” Ketchum
Thomas Edward Ketchum, noto come “Black Jack”, figlio di Green Berry Ketchum e Temperance Katherine Wydick Ketchum, era il più piccolo di otto fratelli (sei maschietti ed una femminuccia). Non ebbe un’infanzia particolarmente serena, considerando che restò orfano di padre quando aveva appena cinque anni e anche di madre all’età di dieci anni.
Era nato nell’ottobre del 1863 nella contea di San Saba in Texas. Tra i suoi fratelli c’erano fulgidi esempi, come Tom che era diventato un noto e rispettato allevatore della zona, e esempi meno pregevoli, come Sam che non si fece scrupolo di abbandonare sua moglie ed un figlio di appena tre anni perchè la famiglia non faceva per lui. Leggi il resto

Augustine “Peludo” Chacon il bandito senza paura

A cura di Sergio Mura

Augustine Chacon
Augustine Chacon (1861-1902) è una delle icone classiche del banditismo del west di fine anni ’80 del XIX secolo. Di lui sappiamo pochissimo e non siamo certi neppure di elementi basilari come la data di nascita o il luogo di nascita. Si dice che fosse nato nel 1861 in Sonora, una terra in cui amava rifugiarsi tra un crimine e l’altro. Sappiamo però fin troppo bene che si trattò di un bandito “muy peligroso”, un avanzo di galera che andava in giro vantandosi di aver ucciso almeno una quindicina di Americani e 37 Messicani. Stargli vicino esponeva ai frequenti e rapidissimi mutamenti d’umore e al suo continuo ricorrere alle armi per risolvere questioni anche banali. Leggi il resto

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