Buffalo Bill a Parma

A cura di Emanuele Marazzini

È il 5 aprile 1906 (giovedì) quando il convoglio del Wild West Show, giunto nella città emiliana va ad attendarsi nel cosiddetto Campo di Marte, area non più esistente tra la Cittadella e il torrente Parma.
La programmazione della seconda tourneè italiana (la prima risale al 1890) prevede sempre due esibizioni: una pomeridiana alle 14 ed una serale alle 21.
Infatti, con il nuovo impresario, James Bailey, subentrato allo storico Nate Salsbury, vige la ferrea, ma più remunerativa regola del “One day, one town”. Alla conclusione della trasferta, si conteranno, perciò, ben 119 spettacoli in 35 città, tutti nell’arco di soli 64 giorni! Un, però, tutto sommato, spossante tour de force, se si tiene in considerazione che Buffalo Bill ha già raggiunto la sessantina e l’organizzazione tende sempre più a gravare sulle sue ormai fragili spalle di alcolizzato. Leggi il resto

Lo “scout-poeta” del far-west

A cura di Luca Barbieri

Il capitano Jack Crawford
Della sua famiglia si diceva che, in linea materna, discendesse da Sir William Wallace, il patriota scozzese reso celebre dal film “Braveheart” che nel XIV secolo sacrificò la propria vita nella lotta contro l’occupazione inglese; di certo c’è che questo ragazzotto irlandese (nacque nella contea di Donegal, anno 1847) trapiantato dai casi della vita oltreoceano, qualcosa di strano nel sangue doveva avercelo, e non si trattava solo dell’ottimo whisky delle sue lontane terre. Anche perché pare che fosse astemio.
Stiamo parlando del capitano Jack Crawford, meglio noto come lo “scout poeta”. E’ difficile trovare nelle cronache del Far West un altro personaggio che abbia saputo mescolare con tanta disinvoltura il fango della prateria ad aulici versi poetici intrisi di pathos e di epica. Leggi il resto

3 marzo 1890, Buffalo Bill incontra Papa Leone XIII

A cura di Matteo D’Arcangeli, Paola Volpe, Stefano Gelsomini

Papa Leone XIII ricevette due lettere dai nativi nordamericani.
La prima fu scritta il 13 marzo 1885: il capo di una tribù di indiani del Nord America, di nome Meshkiassang, scriveva al Sommo Pontefice da Fort William, Lake Superior, Ontario: “Nostro Padre, nostro Papa, anche se noi indiani siamo molto poveri e miserevoli, tuttavia il nostro Creatore ha avuto grande compassione di noi e ci ha dato la religione cattolica. Oltre a ciò Egli ha avuto pietà di noi e ci ha dato Caterina Tekakwita. Questa santa vergine, una indiana come noi, essendo stata favorita da Gesù Cristo con molta grazia, crebbe molto buona e santa, e ora – come noi ne siamo persuasi – è gloriosa nel cielo e prega per noi tutti. Questa vergine, noi crediamo, ci è stata data da Dio come un gran favore, perché è la nostra piccola sorella. Leggi il resto

Tall Bull, capo di Dog Soldiers e Cheyenne Meridionali

A cura di Sergio Mura da un articolo di Robert Pyle

Un Dog Soldier
La storia prende avvio in un caldo pomeriggio estivo del 1853 nei paraggi di un accampamento dei Pawnee lungo lo Red Shield River, con sei giovani guerrieri Cheyenne, appartenenti al clan dei Dog Soldiers, nascosti nell’erba…
Quando gli scout si era convinti che era meglio ritornare indietro verso il gruppo principale della banda, uno dei giovani ebbe l’idea di restare in zona, coprirsi con delle coperte, entrare nel campo, scatenare la rissa e contare dei buoni colpi.
Un’ideuzza mica male per dei giovani guerrieri desiderosi di vedersi riconosciuti meriti di coraggio e impudenza, ma non del tutto convincente per gli altri del gruppo che, più ragionevolmente, rifiutarono, ricordando che il loro compito era solo di individuare il villaggio nemico e segnalarlo al gruppo principale affinché lo attaccasse. Leggi il resto

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