Guerrieri Lakota
Ambedue gli attacchi fallirono perché la maggior parte delle truppe era armata con i nuovi Springfield a retrocarica, oltre al fatto che dai forti sopraggiunsero colonne di soccorso.
Sebbene la Battaglia di Hayfield e quella di Wagon Box fossero state vittorie in favore dei bianchi, e che gli indiani di Powder River avessero subìto pesanti perdite, i soldati vennero costretti a rimanere asserragliati nei loro forti isolati da tutto. Il mancato pattugliamento e controllo del territorio da parte dei militari riuscì così ad impedire agli emigranti l’uso della Bozeman Trail. Alcuni ufficiali del governo degli Stati Uniti si decisero a raggiungere un accordo con i bellicosi Lakota e i loro amici.
Nuvola Rossa
Nuvola Rossa però non era intenzionato a raggiungere Fort Laramie per firmare il trattato. La condizione per la propria presenza era legata alla rimozione di quello che egli determinava come il grande ostacolo. “Quando vedremo i soldati andarsene e il forte abbandonato, solo allora scenderò e parlerò”, disse Nuvola Rossa. Nell’estate del 1868 egli vide realizzarsi il suo desiderio. I soldati abbandonarono i tre forti dislocati sulla Bozeman Trail e gli indiani incendiarono immediatamente Fort C.F.Smith e Fort Phil Kearny. Nel mese di novembre Nuvola Rossa giunse finalmente a Fort Laramie per la firma del Trattato del 1868. Ai Lakota veniva concesso un vasto territorio che comprendeva le Black Hills ed erano garantiti loro privilegi per la caccia nella regione di Powder River. La Guerra di Nuvola Rossa (1866-68) era terminata, egli aveva vinto.
Fu il primo capo indiano a uscire imbattuto da una guerra contro gli Stati Uniti d’America ma sarebbe stato anche l’ultimo.
Tra il 1868 e il 1876, i Lakota non furono eccessivamente bellicosi; perlomeno nei confronti dei bianchi, mentre continuarono ad avere schermaglie con gli Shoshone ed i Crow. Mantennero i patti e l’armistizio con gli Stati Uniti rispettando la politica di pace del presidente Ulysses S.Grant. Tuttavia i rapporti rimasero tesi e Nuvola Rossa, in qualità di portavoce non soltanto degli Oglala ma di tutta la nazione Lakota, fece pervenire a Washington, ed in ogni dove egli avesse ritenuto opportuno, parecchie lamentele. L’Indian Bureau avrebbe preferito e voluto che i Lakota passassero alla vita nelle riserve assumendo comportamento e abitudini dei coloni bianchi. Nel 1873, il governo consentì di costruire due agenzie nel nordovest del Nebraska, all’esterno della Grande Riserva Sioux, l’Agenzia Nuvola Rossa per gli Oglala e l’Agenzia Spotted Tail per i Brulè. La pace tra il governo degli Stati Uniti e Nuvola Rossa sarebbe durata, ma gli altri Lakota rifiutavano i cambiamenti forzati del loro stile di vita, la dipendenza da rendite controllate da amministratori corrotti e incapaci e la riluttanza dell’esercito a tenere lontani dalle Black Hills i cercatori d’oro. Accadde così che molti dei seguaci di Nuvola Rossa abbandonarono le riserve e si unirono alle bande guidate da uomini come Toro Seduto e Cavallo Pazzo, gli ultimi Lakota che desideravano ancora combattere l’intrusione dei bianchi con qualcosa in più delle solite parole.
Coda Chiazzata
Toro Seduto, come la maggior parte degli altri Hunkpapa, aveva continuato a vivere e cacciare nella regione dello Yellowstone River e non fu direttamente coinvolto nella Guerra di Nuvola Rossa. Ma come il più anziano Nuvola Rossa, Toro Seduto era fermamente contrario alla penetrazione dei bianchi nelle Grandi Pianure del nord. Durante l’estate del 1863, in seguito all’Insurrezione del Minnesota, egli aveva avuto delle schermaglie con il generale Sibley; aveva tentato di difendere l’accampamento di Little Missouri River che venne attaccato in seguito anche dal generale Sully, il 28 luglio 1864 durante la Battaglia di Killdeer Mountain (nei pressi dell’attuale Killdeer, in Nord Dakota). L’anno seguente, durante la spedizione su tre fronti a Powder River del generale Connor, Toro Seduto si impegnò a contrastare l’avanzata delle colonne del colonnello Nelson Cole e del colonnello Samuel Walker.
Dopo aver disconosciuto il Trattato di Fort Laramie del 1868, Toro Seduto divenne il leader indiscusso non soltanto delle bande Hunkpapa ma anche di tutti gli altri Lakota che non accettavano quel negoziato. Indiani che vennero ufficialmente classificati come “ostili”, perché disobbedienti all’ordine di rimanere nelle riserve, mediante un’ordinanza emessa in data 31 gennaio 1876. L’esercito degli Stati Uniti inviò i suoi soldati per riprendere questi “vagabondi d’inverno”. La Grande Guerra Sioux del 1876-77 stava per iniziare.
Il 17 marzo 1876 una forza di cavalleria guidata dal colonnello Joseph J.Reynolds aggredì un villaggio lungo il Powder River. Basandosi su quanto gli venne riferito, Reynolds si era creato la convinzione che quello fosse il villaggio di Cavallo Pazzo ma in realtà poi si rivelò essere l’accampamento Cheyenne di Two Moons (Due Lune). Gli abitanti del villaggio videro disperdersi la loro mandria di cavalli ma in seguito la recuperarono, molti di essi riuscirono a rifugiarsi in un piccolo accampamento poco lontano, quello che era realmente di Cavallo Pazzo. Successivamente, proseguirono tutti insieme verso nord per altre 60 miglia fino al grande accampamento di Toro Seduto. L’attacco di Reynold rese le bande ribelli più determinate che mai a resistere e combattere. Nell’ambito di una campagna di primavera-estate per obbligare i disobbedienti ad osservare le regole, l’esercito mandò tre colonne di militari, facendoli convergere da tre direzioni diverse nella regione di Powder River. I Lakota ed i loro alleati però erano più che mai pronti, fisicamente e spiritualmente, alla lotta. Erano sostenuti nella loro fremente fiducia di una sicura vittoria da una profetica “visione” che Toro Seduto aveva avuto all’inizio di giugno: in questa visione i soldati cadevano dal cielo.
Toro Seduto
Poche settimane più tardi, durante la Battaglia di Rosebud, Cavallo Pazzo e altri Lakota si batterono contro le colonne del generale George Crook, ma non ci fu la grande vittoria che Toro Seduto aveva preannunciato con la sua visione. Il più grande trionfo degli indiani arrivò soltanto una settimana dopo il combattimento di Rosebud Creek, quando il colonnello George Armstrong Custer attaccò il grande villaggio di Toro Seduto nei pressi di Little Bighorn River (conosciuto dai Lakota come Greasy Grass) nel territorio del Montana. Custer e tutti i soldati ai suoi ordini non caddero esattamente dal cielo, ma caddero per non rialzarsi più, fatta eccezione per i racconti che si possono trovare in migliaia di libri, decine di film o nell’immaginazione di innumerevoli appassionati di Far West. La Battaglia di Little Bighorn, 25-26 giugno 1876, fu il trionfo supremo per i bellicosi Lakota, anche se Toro Seduto non prese parte al combattimento e il leggendario Cavallo Pazzo non guidò una carica eroica su Custer Hill.
La sconfitta di Custer, come ormai risaputo, fu praticamente l’ultima resistenza opposta dai Lakota. Essi aveva vinto la battaglia ma non potevano certo aspettarsi di vincere la guerra. In seguito a questo combattimento che aveva messo totalmente in ombra i massacri di Fetterman e Grattan (ed ogni altra battaglia Indiana), l’esercito degli Stati Uniti inseguì i nemici con maggior accanimento. Il 9 settembre 1876, le truppe di Crook trovarono il villaggio Lakota di American Horse (Cavallo Americano) a Slim Buttes (in quella che oggi è la parte nordovest del Sud Dakota). Alla fine diedero fuoco alle abitazioni ma non prima che Cavallo Pazzo, che era sopraggiunto durante la battaglia insieme ad una banda di guerrieri, potesse spaventarli almeno un paio di volte.
Durante quell’inverno, il colonnello Nelson Miles riuscì a scovare il villaggio di Cavallo Pazzo che era situato nei pressi di Tongue River nel territorio del Montana. L’8 gennaio 1877, con circa un metro di neve sul terreno, le due parti si scontrarono in quella che divenne nota come la Battaglia di Wolf Mountain. Le condizioni proibitive del tempo resero il combattimento molto breve, poche ore di scariche di fucileria senza mai venire in contatto diretto; le perdite furono insignificanti da ambo le parti ma Cavallo Pazzo ne subì ugualmente un duro colpo. La sua gente poteva scappare, ma non poteva nascondersi in alcun rifugio adeguato. La guerra finì nel 1877, non perché Toro Seduto e Cavallo Pazzo fossero stati sconfitti in battaglia, ma perchè i Lakota stremati ed affamati non erano ormai più in grado di cacciare e di procurarsi il cibo.
Cavallo Pazzo
All’inizio di Maggio, Cavallo Pazzo cavalcò fino all’Agenzia Nuvola Rossa per arrendersi, all’incirca nello stesso momento in cui il colonnello Miles attaccava la banda Minneconjou Sioux di Lame Deer, a Muddy Creek, nel territorio del Montana. Quel 7 maggio 1877 Lame Deer fu tra le vittime dello scontro e la Battaglia di Lame Deer (o di Muddy Creek) fu l’ultimo importante combattimento della Grande Guerra Sioux.
Quattro mesi più tardi, a Camp Robinson, Cavallo Pazzo venne ferito a morte dalla baionetta di un militare facente parte della scorta che lo voleva imprigionare in una angusta cella. Tra questi militari c’era lo scout indiano Piccolo Grande Uomo, fu proprio lui a trattenerlo per le braccia impedendogli di difendersi. Nel frattempo Toro Seduto, ben fermo nel suo proposito di non volere diventare un indiano relegato in riserva, cercò rifugio in Canada e vi rimase per un periodo di alcuni anni. Alla fine però si arrese, il 19 luglio 1881 a Fort Buford, in territorio Dakota, anche lui era stato piegato dal desiderio di rivedere la propria terra e dalle difficoltà diplomatiche fra USA e Canada. Dopo di allora i bisonti arrivarono quasi ad estinguersi nelle Grandi Pianure invase dalle fattorie e per gli indiani non ci fu altra scelta che abbandonare la vita nomade e lasciarsi confinare in riserva.
Kicking Bear
Toro Seduto visse abbastanza a lungo nella riserva di Standing Rock per vedere Kicking Bear (Orso Scalciante), l’ultimo cugino di Cavallo Pazzo, sfogarsi a Pine Ridge nella prima Ghost Dance (Danza degli Spettri) Sioux, una rappresentazione frenetica costruita su un’alterazione esasperata degli insegnamenti del profeta Paiute Wowoka, che terrorizzò l’agente indiano. Il 15 dicembre 1890 il grande leader spirituale Hunkpapa venne fermato, nel suo villaggio, dalla polizia indiana. Quando egli resistette all’arresto i suoi seguaci si lanciarono frapponendosi in sua difesa, ne nacque una scaramuccia con diversi morti da ambo le parti. In seguito, prima che il suo corpo venisse sepolto a Fort Yates, alcuni parenti dei soldati uccisi gli sfregiarono il volto. Tutto questo due settimane prima che i “lunghi coltelli” del vecchio reggimento di Custer, il Settimo Cavalleria, aprissero il fuoco sulla banda di Big Foot, nei pressi di Wounded Knee Creek, nella riserva di Pine Ridge. Quello sconvolgente bagno di sangue, durante il quale il vecchio capo Minneconjou e circa altri 150 Lakota tra uomini, donne e bambini vennero trucidati, è ricordato come il Massacro di Wounded Knee.
La resistenza organizzata dei Lakota nei confronti dei bianchi si affievolì in seguito a questa serie di fatti. Fortunatamente nel frattempo non tutti i vecchi guerrieri erano morti . Più tardi, qualcuno fra questi volle tramandare i principali episodi della loro storia, ricordare le loro gesta, compreso Nuvola Rossa, che sopravvisse fino al 1909. Fra quanto da lui lasciatoci non riuscì a raccontare molti dei suoi primi successi in battaglia perché ormai persi nella memoria della sua lunga vita, altri invece non li narrò perché non gli appartenevano non avendo egli resistito e lottato fino in fondo, oltre l’ultima speranza, come fecero Cavallo Pazzo, il coraggioso guerriero Oglala e Toro Seduto, il carismatico eroe Hunkpapa. Diversamente dagli altri due membri del più famoso trio indiano, Nuvola Rossa alla fine dovette affrontare un compito molto arduo: tentare di trovare un punto d’incontro tra le dure ed esigenti richieste dei bianchi e il desiderio di mantenere viva la cultura Lakota. In passato i Lakota erano stati liberi e bellicosi ma la guerra non è tutto, questo loro lo sapevano, specialmente quando le circostanze avverse formano una montagna più alta delle Black Hills.
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