Gli indomabili Kickapoo
Il bilancio di questa frenetica serie di attacchi sarebbe stato di sette texani morti, circa 600 cavalli razziati e circa 60 mila dollari di valore di proprietà distrutte. L’anno 1858 avrebbe segnato i massimi successi dei Kickapoo nel Texas. La Jack County, e le zone circostanti, venne ampiamente razziata e sottoposta ad incursioni devastanti, casolari saccheggiati, distrutti e dati alle fiamme, cavalli e muli razziati, bestiame ucciso e coloni in fuga in preda al panico. Ancora una volta, al fianco dei razziatori Kickapoo, spesso e volentieri vi erano guerrieri Kiowas e Comanches che operavano principalmente sulle vie di comunicazione che portavano ad El Paso. Gli insediamenti isolati a ovest del Pecos vennero saccheggiati e distrutti, le zone di Fort Davis, nel lontano Texas sud-occidentale, subirono la stessa sorte; guerrieri Kickapoo si misero in mostra assalendo due carri di emigranti diretti in California, uccidendo quattro guardie, con un quinto ferito, e fuggendo con una considerevole mandria di cavalli e circa 200 capi di bestiame. Un ruolo curioso venne giocato da una banda Kickapoo durante una incursione nella Jack County, avvenuta nei primi mesi del 1858. Abner Mullins, un ranchero texano, aveva perso circa 400 cavalli durante una razzia dei Kiowas e dei Comanches. Una pattuglia dell’esercito americano – guidata dal maggiore Earl Van Dorn – era sulle tracce dei razziatori quando incontrò una banda Kickapoo, la quale venne convinta a porsi alle dipendenze delle truppe per fungere da scouts. Messisi nelle mani di questi acerrimi nemici del Texas, le truppe furono condotte in terre desolate per poi essere abbandonate sul Red River. Il Van Dorn avrebbe continuato la caccia a nord del Canadian, ma avrebbe ben presto desistito, la sua operazione militare sarebbe terminata con un autentico fiasco. Fu allora che i texani autorizzarono nuove creazioni di gruppi di Rangers che dovevano operare lungo le frontiere nord-occidentali. Il colonnello John S. Ford, un ben noto “Indian Fighter”, avrebbe creato una forza di ben 190 uomini ottimamente addestrati, poi li avrebbe guidati sul Red River per “perseguire e punire gli indiani”.
Un’immagine di una riserva dei Caddo
Nella primavera del 1858 i Rangers del Ford iniziarono a pattugliare il corso del fiume, ma il nuovo sistema difensivo e di sorveglianza non dette però alcun frutto importante, una banda Kickapoo attraversò il fiume per mettere a ferro e fuoco la Jack County, e per poi ritornare sul Big Beaver Creek con un grande bottino e con una consistente mandria di cavalli. I Rangers del Ford sarebbero venuti a conoscenza dell’incursione qualche tempo dopo. Il colonnello, particolarmente infuriato, inviò allora alcuni scouts Caddoes e Anadarko oltre il Red River, dovevano localizzare i villaggi sul Big Beaver Creek; gli scouts ritornarono con la notizia che i guerrieri erano impegnati nella caccia ai bisonti e che i villaggi avevano pochi guerrieri. Gli scouts avevano saputo da Jonas Masifield, un commerciante bianco, che i Kickapoo erano ritornati nei loro insediamenti con grandi mandrie di cavalli razziati nel Texas; era questa la notizia che il colonnello attendeva, ora si sapeva con certezza che le incursioni nella Jack County erano opera dei Kickapoo. Il colonnello Ford, comunque, ricordava che vi era “senza alcun dubbio, una alleanza tra i rinnegati Kickapoo e i Comanches, da tempo in guerra contro il Texas”. Nel maggio 1858 gli scouts del colonnello scoprirono un accampamento di notevoli dimensioni dei Comanches sull’alto Washita, apparteneva alla banda di Iron Jacket. Le forze del Ford si mossero rapidamente, attraversarono il Red River, colsero di sorpresa gli indiani e inflissero loro una grave sconfitta. Iron Jacket perdette la vita nello scontro, la sua banda venne dispersa, 10 indiani catturati e 76 scalpi Comanche furono portati trionfalmente in città. L’audacia dimostrata dai Rangers avrebbe scosso notevolmente l’esercito americano per la sua inerzia difensiva. Nel settembre 1858, quattro Compagnie di Cavalleria degli Stati Uniti, e una di Fanteria, sotto il comando del maggiore Earl Van Dorn, da Fort Belknap si mossero in direzione del Leased District. Le truppe stabilirono la loro base sull’Otter Creek, nella parte meridionale del Distretto, chiamandola “Camp Radziminsky”. Affiancate da scouts Tonkawas e Anadarkos, numerose pattuglie si spinsero alla ricerca delle bande ostili all’interno del Distretto. Il primo ottobre 1858, nelle vicinanze di Rush Springs, le truppe riuscirono a catturare una banda Comanches di circa 500 unità, gli indiani stavano ritornando dal Texas. Le truppe colpirono duramente e 56 indiani perdettero la vita nello scontro, poi dettero fuoco a tutte le tende e catturarono circa 300 cavalli; i Comanches si dispersero soprattutto a piedi, avevano perso tutto e ora fuggivano disperatamente. La situazione stava veramente mutando nel Distretto, ora anche i Kickapoo erano sottoposti a stretta sorveglianza, ma erano riusciti a sfuggire alle pesanti ritorsioni dei Rangers e delle truppe; ora sapevano che il prossimo obiettivo poteva essere il loro villaggio sul Big Beaver Creek. Nell’ottobre 1859 la rete difensiva texana venne ulteriormente rafforzata con la costruzione di Fort Cobb, presso la foce del Cobb Creek sul Washita. Fu allora che i Kickapoo evacuarono velocemente il villaggio (tardo inverno 1859-60) sul Big Beaver Creek per spostarsi nei villaggi Kickapoo del fiume Canadian e del Wild Horse Creek, dove sarebbero rimasti tranquilli per circa un anno. Allo scoppio della Civil War (1861), le truppe statunitensi avrebbero abbandonato il Texas e il Territorio Indiano, ora per i Kickapoo si stavano aprendo nuovi scenari di guerra. Lo scoppio della Civil War (1861) ebbe un impatto di vasta portata sulle tribù indiane delle pianure centro-meridionali. Le truppe federali di stanza a Fort Cobb, Fort Washita ecc., dovevano difendere il territorio dalla minacciata invasione sudista. Il generale Earl Van Dorn, comandante confederato del Texas, si spinse immediatamente sul Red River con il “First Texas Mounted Riflemen”; il colonnello H.E. McCulloch, a capo del distaccamento, avrebbe occupato le varie postazioni nordiste di Fort Cobb, Fort Washita, Fort Arbuckle in nome della Confederazione. Il colonnello avrebbe poi presidiato il territorio anche per impedire le scorrerie degli indiani Comanches, Kiowas e Kickapoo che martoriavano le frontiere. Il Territorio Indiano era molto ambito sia dai nordisti che dai sudisti, era ricco di piombo, sale e, soprattutto, aveva grandi mandrie di cavalli e di bestiame. Nella primavera del 1861 il generale Albert Pike, proveniente dall’Arkansas, venne nominato Commissario Straordinario dal nuovo Governo di Richmond, gli venne assegnato il compito di integrare all’interno della Confederazione le tribù indiane. Le “Cinque Nazioni Civilizzate” (Cherokee, Chickasaw, Creek, Choctaw e Seminoles) sarebbero state destinate a svolgere un ruolo molto importante negli affari della Confederazione, sia militare che economico.
Un trading post nei colori di Howard Terpning
Nei confronti delle tribù predatrici, il compito del Pike era almeno quello di assicurarsi la loro neutralità, in modo che il Texas non continuasse a subire incursioni e poter così liberare truppe per combattere l’Unione. Il Pike sperava vivamente di assicurarsi l’apporto militare dei Kickapoo, ben noti per la loro bellicosità, un battaglione di questi indiani sarebbe stato l’ideale per le truppe sudiste, come affermava lo stesso Pike in una lettera indirizzata a Matthew Leeper, l’agente indiano della Wichita Agency. Il Leeper venne incaricato di incontrare i Kickapoo nei loro insediamenti del Canadian River e del Wild Horse Creek e, inoltre, con la promessa di ricevere 40 centesimi al giorno per il loro cavallo, oltre ad una paga giornaliera, con tanto di razioni e abbigliamenti, se avessero accettato di porsi agli ordini della Confederazione. Nell’estate del 1861 le nazioni Creek, Choctaw, Chickasaw e Seminoles si alleavano ai sudisti, successivamente sarebbero state aperte trattative anche con i Cherokee. I messaggeri Seminoles informarono i Kickapoo dell’intenzione del Pike di incontrarli a Fort Cobb ai primi di agosto. I messaggeri visitarono i villaggi della tribù e si resero conto che, nel decennio precedente la Civil War, la leadership tribale era cambiata. Il vecchio Pecan, venerabile capo dei Kickapoo del Canadian, era morto intorno al 1860, un suo parente più giovane, con lo stesso nome, era ora alla testa della banda. Papequah, leader dei Kickapoo del Wild Horse Creek, pur essendo ancor giovane, manteneva un grande ascendente sulla sua gente e, soprattutto, poteva contare sulla lealtà dei suoi guerrieri. Mothakuck, capo della banda del Brazos, si era invece eclissato e sostituito dal guerriero Machemanet; questa banda, dopo aver risieduto sul fiume Brazos, aveva vissuto per un breve periodo nel Leased District ma, nel 1860, a causa della pressione militare, si era trasferita a est del novantottesimo meridiano, con alcuni gruppi che raggiunsero i Kickapoo di Papequah, ed altri quelli di Pecan. I tre capi chiamarono i guerrieri a Consiglio e decisero di accettare l’invito del Pike. Il primo agosto una delegazione di Kickapoo giungeva a Fort Cobb, dove erano già presenti i Comanches delle Riserve, i Caddos, i Wichitas, i Wacos, i Tonkawas, gli Ionies, i Kichais e gli Anadarkos. L’8 agosto 1861, il Pike e la sua guardia del corpo Seminoles, entrava nell’Agenzia e il tanto atteso Consiglio prese il via.
Kickapoo durante uno spostamento
I rappresentanti della Confederazione presentarono le condizioni del Trattato, mettendo in risalto il fatto che il Governo aveva seria intenzione di difendere gli indiani dalle “ambizioni dell’Unione”, la quale voleva impadronirsi dei territori di caccia degli indiani. Il Pike avrebbe poi acquistato merci di valore per gli indiani pari a quasi 2 mila dollari di valore da ritirare al Shirley Trading House, nei pressi dell’Agenzia. I delegati indiani furono molto soddisfatti, ora avevano cappelli, selle, bollitori, pistole, munizioni, caffé, tabacco e altre mercanzie. I capi ascoltarono attentamente i termini del Trattato, le tribù diventavano alleate dei Confederati e si astenevano dal compiere scorrerie nelle terre della Confederazione, tutte le vecchie inimicizie con i texani sarebbero state “dimenticate”. I nuovi protettori Confederati avrebbero rifornito le tribù di strumenti ed “attrezzi agricoli, sementi, bestiame e razioni di farina, zucchero, caffé, sale, aceto e sapone”, e ad ogni guerriero venne promesso un nuovo fucile e munizioni. Il 12 agosto i termini del Trattato furono ormai chiaramente compresi dai delegati indiani, così i capi dei Wichitas, Caddoes, Comanches delle Riserve, Anadarkos, Ionies, Tonkawas, Kichais e Wacos “toccarono la penna”. I Kickapoo preferirono astenersi dal firmare, la loro grande antipatia verso i texani non era cessata e, nonostante le suppliche del Pike, unite ad avvisi di durissime rappresaglie confederate, i capi Pecan, Papequah e Machemanet restarono sulle loro posizioni e, la sera del 12 agosto, i Kickapoo lasciavano l’Agenzia per ritornare ai loro villaggi. Comunque sia, i Kickapoo si trovarono divisi al loro interno sulle misure da adottare, ma l’anno 1861 fu molto intenso per le bande del Wild Horse Creek e del Canadian. Dal Wild Horse Creek gli indiani, in settembre, si spostarono a sud per stabilirsi sul fiume Walnut, mentre la banda del Canadian, composta da circa 600 anime, si sarebbe divisa. La maggior parte della banda avrebbe seguito Pecan nel Kansas meridionale, dove avrebbe costruito un villaggio temporaneo sull’Upper Neosho; circa 50 guerrieri della banda, con le loro famiglie, avendo sentito parlare di una zona neutra occupata da indiani Creek e Seminoles, sotto il capo Opothleyaholo, che si erano stabiliti sul Deep Fork, preferirono unirsi a loro per evitare qualsiasi problema con le truppe texane, ma ben presto i seguaci di Opothleyaholo vennero costretti a spostarsi più a nord del Territorio Indiano. Dopo aver scacciato le forze Confederate in ben tre scontri, i guerrieri di Opothleyaholo subirono una pesante sconfitta a Chustenalah, il 26 dicembre 1861 così, i Creek, i Seminoles e i Kickapoo superstiti fuggirono verso nord sotto una memorabile tempesta di neve. Gli indiani si stabilirono, in un primo momento, sul Verdigris, mentre i Kickapoo superstiti preferirono spingersi ulteriormente a nord per unirsi ai fratelli Kickapoo di Fort Leavenworth.
Anche l’anno 1862 fu un periodo di grande attività per gli indiani Kickapoo. La famosa “Indian Brigade” andò a costituirsi tra i profughi nativi del Kansas, il fine era quello di riconquistare il Territorio Indiano. I neutrali Creek e Seminoles, i quali avevano subito parecchie perdite per mano degli indiani alleati dei Confederati, si sarebbero fatti avanti per vendicarsi; inoltre, gli emissari dell’Unione riuscirono a reclutare 54 guerrieri Kickapoo appartenenti alle bande del Walnut River, e ai gruppi che si erano stabiliti più a nord, nell’Agenzia di Fort Leavenworth, tutti ansiosi di combattere i texani e, quindi, i Confederati.
I lutti legati alla rivolta dei Kickapoo
I gruppi meridionali dei Kickapoo, durante la loro permanenza nel Kansas meridionale – sul Walnut River e sul corso superiore del Neosho -, dipendevano ormai dalla caccia ai bisonti e dai fiorenti commerci con altri indiani, in particolare con i Comanches; il tutto era però condensato dai numerosi raids che effettuavano contro le tribù del Territorio Indiano. Visto che ormai alcune tribù “civilizzate” si erano dichiarate alleate dei Confederati, i funzionari dell’Unione, di stanza nel Kansas, avevano spinto le tribù del territorio ad assalire gli indiani confederati; dovevano assalire, saccheggiare e dare alle fiamme i villaggi e, soprattutto, tagliare le comunicazioni e linee dove passavano i rifornimenti. I Kickapoo sarebbero stati particolarmente attivi in queste azioni di guerra, non sicuramente per fedeltà nei confronti dell’Unione, ma soltanto per la loro indole guerriera e la fame di bottino. I razziatori Kickapoo, che vagavano tra i fiumi Grand ed Arkansas, per spingersi a sud del Canadian River, era questa una grande opportunità e le loro incursioni portarono a saccheggi, ad enormi bottini e a grandi mandrie di cavalli e bestiame razziati. Le mandrie venivano poi vendute a Fort Scott, dove gli appaltatori dell’esercito nordista accoglievano i gruppi incursori per comprare i loro grandi bottini provenienti dal Territorio Indiano. Un solo raid, quello dell’estate 1862, avrebbe comportato oltre mille capi di cavalli e bestiame appartenenti alla nazione Creek. Una delle missioni più ardite e spettacolari, della Civil War in Occidente, fu sicuramente ispirata e guidata dai Kickapoo, ed ebbe luogo nell’autunno del 1862. I capi dei Southern Kickapoo covavano da tempo grandi rancori nei confronti del generale Albert Pike, il quale aveva inutilmente tentato di convincerli a firmare, l’anno prima, un Trattato capestro con la Confederazione nella Wichita Agency.
Fort Arbuckle
I capi ricordavano ancora gli insolenti comportamenti degli indiani Wichitas, Caddoes e Tonkawas verso di loro, quando avevano rifiutato totalmente i termini del Trattato e avevano così rifiutato di “toccare la penna”. I capi erano particolarmente irritati con i Tonkawas, i cui scouts, negli anni 1859-60, avevano sorvegliato le loro mosse per poi riferire i movimenti dei Kickapoo all’Earl Van Dorn. Assetati di vendetta, un centinaio di Kickapoo, al fianco di una piccola banda di Shawnee e Delaware, dai loro villaggi del Walnut e del Neosho, entravano nelle zone della Wichita Agency. La guarnigione della Milizia texana, di stanza a Fort Cobb, era stata ritirata all’inizio dell’anno, e l’Agenzia era ora protetta da circa 200 indiani Tonkawas.
Pagine di questo articolo: 1 2 3