Le cause della guerra civile americana
A cura di Paolo Brizzi
Il razzismo fu la causa delle guerra civile americana, puro e semplice razzismo, che trascendeva le culture, i confini geografici, e l’orientamento politico e che divenne avviluppato nella Costituzione e nell’Unione. Il commercio degli schiavi iniziò subito dopo i viaggi di Colombo ed era già la regola al tempo della creazione di Jamestown. Alla metà del 1700 la schiavitù ed il commercio degli schiavi erano un affare enorme, con cui si arricchivano imprenditori indigeni della costa dell’Africa Occidentale e armatori del New England. Al suo culmine questo commercio interessò sette milioni di schiavi.
Al tempo della stesura della Costituzione degli Stati Uniti l’attitudine degli americani che vivevano al di sopra della linea Mason Dixon si stava consolidando verso una intesa abolizione della schiavitù.
Verso la fine del XVIII secolo molti stati, quali Vermont, Massachusetts, New Hampshire, Rhode Island, Connecticut e poi New York, Pennsylvania e New Jersey dichiararono la schiavitù abolita all’interno dei loro confini.
Eppure alla convenzione di Philadelphia i loro leaders, quali Franklyn, Adams e Jay furono d’accordo con i “meridionali” Washington e Madison, nel forgiare un nuovo governo che avrebbe preservato la legalità della schiavitù per altri ottanta anni.
La sicurezza nazionale dipendeva dalla schiavitù; il Nord aveva bisogno di un Sud economicamente funzionante nell’Unione, perchè l’unità serviva per fronteggiare le grandi potenze straniere.
Dalla parte del Sud non poteva esserci un governo comune a meno che la sua popolazione di schiavi fosse contata nel calcolo del numero di rappresentanti da assegnare ai distretti congressuali. Per il Nord non ci poteva essere un governo comune se il numero degli Stati liberisti non avesse sempre superato quello degli Stati schiavisti.
Il Vecchio Territorio di Nord-Ovest fu ceduto dalla Virginia all’Unione e la schiavitù fu li proibita.
La vendita degli schiavi
La convenzione per la Costituzione accettò l’inserimento dell’articolo 1 sezione 2: “ i rappresentanti saranno divisi fra i vari Stati in misura proporzionale al numero della popolazione, che sarà determinato aggiungendo al numero degli uomini liberi i 3/5 di tutte le altre persone”.
Così ci furono più Stati liberisti che schiavisti ma senza una super maggioranza che consentisse di emendare la Costituzione.
Presto emerse una lotta tra le due parti per la supremazia politica; una parte spingeva per la restrizione della schiavitù, l’altra per la sua espansione.
Il Sud, con la sua popolazione nera, non ebbe scelta, se non dichiarare l’indipendenza dal Nord.
Nel 1789 c’erano 6 Stati schiavisti, Virginia, Delaware, Maryland, North Carolina, South Carolina e Georgia e 7 Stati liberisti, Massachusetts bay, New Hampshire, Rhode Island, Connecticut, New York, New Jersey e Pennsylvania.
Poi il Congresso ammise nell’Unione 5 Stati liberisti, Vermont, Ohio, Indiana, Illinois, Maine e 5 schiavisti, Kentucky, Tennessee, Louisiana, Mississippi e Alabama.
Nel 1804 gli U.S.A. Ottennero il possesso della vecchia Louisiana che terminava sulla linea del fiume Sabine in Arkansas. Nel 1819 con un trattato con la Spagna ottennero il territorio della Florida.
Nel 1818 i liberi abitanti di quella parte della Louisiana chiamata Missouri stabilirono un governo provvisorio e chiesero al Congresso l’ammissione come Stato all’Unione. Alla Camera dei Rappresentanti Tallmadge (New York) chiese che i figli degli schiavi del Missouri nati dopo l’ammissione ottenessero lo Status di uomini liberi una volta 25enni e che l’introduzione di schiavi nello Stato fosse proibita.
Il Sud provò a difendere il suo stile di vita
Nel 1819 Henry Clay chiese l’ammissione del Missouri ma senza l’emendamento Tallmadge. Il Senato si pronunciò che il Congresso poteva proibire la schiavitù e che la proibizione doveva essere imposta in tutto il territorio al di sopra della linea del 36° 30′.
Nel 1820 mentre la discussione sul Missouri continuava, lo Stato ecludeva i neri liberi dalla residenza. La conclusione fu che passò un risoluzione secondo la quale il Missouri veniva accettato nell’Unione sotto la Costituzione che proibiva la residenza ai neri liberi, ma che la schiavitù sarebbe stata illegale al di sopra del 36° 30′. Sotto questa regola poi anche gli Stati liberisti di Maine e Michigan e gli Stati schiavisti di Missouri, Arkansas e Florida furono annessi all’Unione.
Nel 1845 fu ammesso anche il Texas e , dopo , anche gli stati liberisti di Iowa e Wisconsin, cosicché Stati liberisti e Stati schiavisti diventarono 15 ciascuno. Nell’Agosto 1848 arrivò alla Camera dei Rappresentanti la richiesta di ammettere nell’Unione il territorio dell’Oregon. Il decreto di ammissione passò alla camera con una generale restrizione alla schiavitù e fu inviato al Senato. Qui il Senatore Stephen Douglas chiese che l’applicazione della linea del 36° parallelo si estendesse fino alla costa del Pacifico . La Camera boccio’ la proposta perche’ se fosse stata adottata per l’Ovest, i territori della California Meridionale, Nevada, Utah, Arizona e New Mexico sarebbero stati aperti all’introduzione della schiavitù. Nel Congresso il peso degli Stati liberisti era superiore a quello degli Stati schiavisti ed essi lo avrebbero usato per impedire l’ammissione di nuovi Stati pro-schiavismo.
Nel Senato i voti mostrarono che alcuni senatori erano più interessati ai proventi economici che derivavano dall’ammissione di nuovi Stati che all’impedire l’introduzione della schiavitù.
Il Nord difese le motivazioni che lo portarono in guerra
Al voto l’emendamento Douglas fu respinto sia al Senato che alla Camera. I voti del Congresso sull’”Oregon Bill” mostravano che gli Stati liberisti non avevano più intenzione di onorare il principio di un’equa divisione come originariamente stabilito dalla Convenzione di Philadelphia ; come conseguenza il partito Whig si sarebbe disintegrato, sarebbe nato il Partito Repubblicano, mentre i Democratici si sarebbero divisi in conservatori e radicali.
Poi cominciò la disputa sull’ammissione della California. Tutti sapevano che con l’aggiunta di quest’ultima agli Stati liberisti il principio della equa distribuzione dei territori tra schiavisti e liberisti si sarebbe perso per sempre, e l’equilibrio di potere in favore degli Stati liberisti, già presente alla Camera, si sarebbe spostato anche al Senato.
Jefferson Davis disse che il principio del 36° parallelo si doveva estendere fino al Pacifico e in California si dovevano tenere schiavi al di sotto della linea.
Altri si opposero e si arrivò all’estrazione di una pistola da parte di un Senatore quando l’apparizione del vecchio e rispettato John C. Calhoun calmò gli animi. Calhoun non si illudeva; sapeva che l’estensione dei territori verso Ovest avrebbe provocato lo scioglimento delle funi che tenevano insieme l’Unione.
Secondo Calhoun l’Unione si poteva salvare se il Nord avesse concesso al Sud la pari possibilità di acquisire territorio, avesse fermato la crociata anti-schiavista al Congresso e emendato la Costituzione, sancendo il diritto di proprietà di esseri umani.
Se questo non sarebbe stato fatto il Sud si sarebbe pacificamente staccato dall’Unione.
Ma si doveva anche al Nord riconoscere che i neri erano cittadini come gli altri, liberi di viaggiare, votare ecc. e neppure gli Stati liberisti erano pronti a farlo.
La Virginia avrebbe potuto mantenere il Vecchio Nord Ovest, a Nord e a Ovest dell’Ohio, quelli che sono ora Ohio e Michigan, impedendo al New England di estendere le sue culture a Ovest; invece la Virginia non solo si unì all’Unione originaria, ma acconsentì al passaggio del Nord-Ovest all’Unione, con la stipula che la schiavitù fosse lì proibita.
Il principio della divisione del territorio tra due forme divergenti di Governo Repubblicano perciò deve essere stato compreso come il fondamento su cui poggiava la stabilità dell’Unione.
Soldati nordisti di colore
Il dibattito al Senato sul problema dei nuovi territori proseguì. Clay propose restrizioni all’introduzione della schiavitù in New Mexico, Davies ne propose l’introduzione in Utah.
Douglas propose di lasciare liberi i nuovi territori di decidere da soli. Questo significava che tutti i Governi territoriali formati dopo l’ammissione della California non sarebbero stati soggetti a restrizioni sullo schiavismo.
Nel Dicembre 1852 ci si occupò del territorio del Nebraska. Gli Stati schiavisti si opponevano all’applicazione del Compromesso del Missouri anche in Nebraska.
Nel Gennaio 1854 Douglas propose due emendamenti, dei quali uno istituiva i territori di Nebraska e Kansas, l’altro dichiarava che il compromesso del Missouri era ormai superato dal compromesso del 1850. Il Decreto passò al Senato il 03/03/1854 con 37 voti contro 14 e il voto dimostrò che i Senatori liberisti avevano più interesse all’aprire il territorio indiano e a costruire la ferrovia per il Pacifico che a limitare la schiavitù.
Mentre la maggior parte della popolazione americana voleva la restrizione della schiavitù, la Camera vedeva una dura lotta per il superamento del compromesso del Missouri.
La proposta divenne legge dopo la sua approvazione al Senato nel Maggio 1854.
Al Senato poi si dibatté la “Fugitive Slave Law”, dopo una petizione firmata da 3000 cittadini del Massachusetts; nel suo discorso il Senatore Sumner disse che il superamento del compromesso del Missouri annullava tutti i passati compromessi e che gli Stati liberisti non avrebbero più tollerato i “riti disgustosi con cui i cacciatori di schiavi mandano i loro cani ad inseguire i neri fuggitivi”.
L’opinione pubblica del Nord fu molto favorevole alla dura arringa di Sumner che creò un vero tumulto in aula.
Durante i due anni successivi il Congresso si occupò molto dell’insediamento in Kansas e del riconoscimento di un Governo territoriale.
Famiglie di schiavi in fuga dal Sud
Col tempo sempre più coloni del Nord arrivarono nella parte nord-occidentale del territorio; essi si riunirono in una convenzione costituendo una Legislatura ombra che stabilì il divieto agli Africani di risiedere in Kansas.
Per vendetta John Brown e i suoi figli apparvero sulla scena e cominciarono ad uccidere coloni schiavisti nelle campagne.
Nel 1856 il Senatore Sumner, paladino dell’abolizione, fu seriamente ferito a colpi di bastone in aula dal Senatore Brooks del S.C. e decise di lasciare l’America per vivere in Europa, dove rimase due anni tornando al Senato solo nel 1859.
Nel 1856 la Corte Suprema degli Stati Uniti, presieduta da Roger B.Taney , fu chiamata a pronunciarsi sul caso di Dred Scott contro Sanford. Scott era uno schiavo che chiedeva di essere liberato in quanto era stato portato dal suo padrone in un territorio (Illinois, poi Minnesota) libero in cui non si poteva esercitare la schiavitù per il Compromesso del Missouri.
La Corte Suprema decise che Scott non era un cittadino americano e non poteva appellarsi (la Costituzione impediva la cittadinanza ai neri) e che, poiché l’inviolabilità della proprietà privata era garantita dal V emendamento alla Costituzione, era incostituzionale qualsiasi legge americana che togliesse ad un padrone il proprio schiavo, quindi anche il Compromesso del Missouri.
Se la sentenza, nelle intenzioni dei giudici, doveva porre la parola fine alla questione dello schiavismo, in realtà ebbe l’effetto contrario: il Nord divenne ancora più riottoso ed il Republican Party si rafforzò.
La sentenza rappresentò uno degli ultimi atti che nel 1861 portarono alla guerra civile americana.