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Nella terra dei Cacaxtle

A cura di Gianni Albertoli


Nel vasto territorio desertico del Messico nord-orientale e del Texas meridionale vi erano originariamente stanziati numerosi gruppi nativi di cacciatori-raccoglitori. Con l’arrivo dei primi spagnoli, a partire dall’inizio del XVI secolo, la fragile economia di questi indiani venne letteralmente sconvolta; la popolazione nativa iniziò a declinare e le varie identità etniche vennero distrutte. Molti di questi gruppi sono però rimasti nelle fonti storiche dell’epoca ma, nonostante l’impegno di numerosi studiosi, le notizie sono piuttosto scarse e, alcune volte, anche completamente errate.
Almeno un centinaio di questi gruppi rimangono nella storia. Se la cultura di questi gruppi è simile, la loro lingua e la loro origine etnica potrebbe essere diversa.
I Cacaxtle sono uno dei gruppi maggiormente citati nelle fonti e sono conosciuti soprattutto per ben due spedizioni militari spagnole che operarono contro di loro; questi indiani hanno ricevuto una speciale attenzione perché sono stati fra i primi ad essere conosciuti dopo Cabeza de Vaca, il quale aveva attraversato l’area nell’anno 1535.
Molti anni dopo, nel 1665, i Cacaxtle vennero assaliti dalle truppe spagnole che avevano attraversato il Rio Grande per colpire e reprimere le rivolte dei gruppi del Texas meridionale. Il Campbell non ha alcun dubbio sul fatto che il termine “Cacaxtle” sia stato usato da questi indiani per definirsi e, probabilmente, esso derivava dalle lingue Nahuatl del Messico settentrionale. Indiscutibilmente venne utilizzato per designare i vari dispositivi che gli indiani usavano per portare carichi sulla schiena, delle specie di zaini oppure delle barelle. Le informazioni di queste spedizioni ci vengono soprattutto dalle brevi notizie del Juan Bautista Chapa, che scrisse una “Storia del Nuevo Leon” nel periodo 1650-90. Un altra fonte è quella del Castaneda, ma essa non ci offre niente di nuovo rispetto a quella primaria.


Le terre degli indiani Cacaxtle

Risulta comunque evidente che le scorrerie indiane lungo la frontiera spagnola, a nord di Saltillo e Monterrey, si intensificarono intorno alla metà del XVII secolo. Inoltre, ci viene chiaramente indicato che, nel decennio 1660-70, numerose incursioni vennero operate da gruppi nativi stanziati nel territorio e a nord del Rio Grande; in pratica, questi gruppi vagavano nel Coahuila nord-orientale, nel Nuevo Leon settentrionale e nella parte meridionale del Texas. Nonostante la retorica del Chapa, nella quale gli indiani venivano uccisi perché dediti a ruberie ed omicidi, lo studioso nulla diceva sul perché i nativi si dedicavano alle razzie. E’ probabile che molti indiani siano stati costretti ad abbandonare le loro terre natie, ed avrebbero lasciato le terre migliori ai coloni bianchi per ritirarsi in zone desertiche, dove diventava difficile reperire le fonti alimentari.
Questa situazione motivava gli indiani a prendersi qualche rivincita e, quindi, implicava che gli indiani compivano incursioni per motivi prettamente economici. Gli indiani razziavano cavalli, muli, utensili vari, armi e altre mercanzie che spesso venivano poi commerciate con altre popolazioni. Dopo un periodo di incursioni, da Saltillo e Monterrey venivano organizzate spedizioni punitive composte generalmente da 25-30 soldati a cavallo e da volontari del territorio; difficilmente però si colpivano gli autori delle razzie, bastava uccidere nativi, anche se appartenevano ad altre tribù, magari pacifiche. Ciò aumentava il risentimento indiano. Agli inizi del decennio 1660-70, lo scopo principale delle spedizioni punitive era ormai diventato quello di distruggere tutte le popolazioni che non accettavano la supremazia spagnola. Fu proprio in questo periodo (1663-65) che gli spagnoli incontrarono i Cacaxtle. Nel 1663 la spedizione era guidata da un esperto ufficiale, Juan de la Garza, a capo di un centinaio di uomini provenienti da Saltillo e Monterrey. Il contingente di Saltillo comprendeva alcuni guerrieri Tlascaltecan originari del Messico meridionale, le cui famiglie vivevano nelle vicinanze del villaggio. La spedizione aveva con sé circa 800 cavalli, una ottantina di pacchi contenenti alimenti, armi ed altre mercanzie. Il primo ottobre 1663 la spedizione lasciava il territorio per spingersi a nord del Rio Grande, sarebbe ritornata nel marzo dell’anno successivo. La direzione presa non è stata ricordata, ma sicuramente gli spagnoli si spinsero a nord, infatti, il compito era quello di “punire le nazioni del nord”.


Alcuni indiani Cacaxtle

Le notizie riportano soltanto un viaggio di circa 70 leghe (180 miglia) per giungere ad un grande accampamento indiano appartenente agli indiani Cacaxtle. L’accampamento venne assalito e un centinaio di indiani perdettero la vita, con 125 deportati in catene. La deportazione di indiani era ben nota all’epoca, venivano portati nelle miniere di argento dello Zacatecas. Questo laconico Rapporto lascerebbe parecchi quesiti ancora aperti. Perché gli spagnoli avrebbero viaggiato per circa 180 miglia, in direzione nord, senza incontrare indiani? Probabilmente perché quel territorio non era abitato da nativi durante i mesi invernali. Se, tuttavia, vi erano indiani, allora è probabile che non si siano fatti vedere temendo la grossa spedizione visibile anche a grande distanza; è anche probabile che, dopo aver lasciato le montagne a nord di Monterrey, i vari gruppi nativi abbiano pensato di avvisare altri gruppi del passaggio della spedizione. In altre parole, gli indiani avrebbero seguito la rotta dei bianchi, non avrebbero opposto alcuna resistenza e neppure si fecero vedere. Le fonti sono comunque chiare anche se scarse, “nessun indiano venne avvistato”. Un’altra questione importante riguarda il fatto se gli spagnoli abbiano veramente attraversato il Rio Grande prima di incontrare i Cacaxtle.
Nei Rapporti della spedizione del 1665 si diceva che il Rio Grande venne attraversato, così, alcuni studiosi hanno ritenuto che anche la spedizione del 1663 abbia attraversato il grande fiume. E’ comunque probabile che nella prima spedizione gli spagnoli non abbiano varcato il grande fiume per entrare nel Texas. Sulla distanza di circa 180 miglia a nord di Monterrey vi possiamo oggi trovare la città di Guerrero (Coahuila nord-orientale), che allora era il sito del Presidio di San Juan Bautista, fondato poco dopo il 1700. Guerrero si trova a circa 5 miglia dal Rio Grande e nelle vicinanze vi sono parecchi guadi per poter attraversare il fiume, usati spesso dagli spagnoli per entrare nel Texas. Alcuni Rapporti ricordano che, nel 1693, quindi una trentina d’anni dopo, nelle zone di Guerrero vennero avvistati indiani Cacaxtle. Un’altra domanda interessante è d’obbligo.


Al ritorno dal lavoro

Perché vari gruppi nativi avrebbero eluso gli spagnoli, mentre i Cacaxtle non si sono sottratti all’incontro? Non possiamo pensare che i Cacaxtle non abbiano partecipato ad alcuna incursione contro gli insediamenti e si sentissero così al sicuro da ritorsioni militari. Anche se ciò appare improbabile, è più logico pensare che si sentissero al sicuro in quelle terre, essendo molto lontani sia da Monterrey che da Saltillo. E’ probabile che le spedizioni precedenti siano state limitate numericamente e forse mai si spinsero così a nord.
La spedizione del 1663 sembra aver avuto scarsi effetti sul numero delle incursioni e delle razzie compiute lungo la frontiera spagnola, infatti, due anni dopo i bianchi avrebbero dovuto intervenire nuovamente. La spedizione venne guidata da Fernando de Azcué, di Saltillo, al cui seguito vi erano 30 spagnoli di Monterrey e 73 di Saltillo; inoltre, al seguito vi erano anche circa 800 cavalli e 70 pacchi di vettovagliamenti. La spedizione era anche accompagnata da circa 300 ausiliari indiani appartenenti alla tribù Bobol del Coahuila, ma non è accertato se tutti i Bobol fossero maschi, alcune donne della tribù erano certamente presenti. Sembra che i Bobol abbiano pregato gli spagnoli di poter unirsi a loro; l’Azcué era sicuro della loro affidabilità e sulle loro motivazioni. Nei Rapporti non vi è alcuna spiegazione specifica sulla direzione presa dalla spedizione, ma non vi è alcun dubbio che si fosse mossa in direzione nord, in quanto viene fatta menzione dell’attraversamento del Rio Grande. Sfortunatamente, la distanza fra Monterrey e il guado del Rio Grande, dove gli spagnoli attraversarono il fiume, non viene ricordata dal Chapa. Tutto quello che conosciamo è che dopo l’attraversamento del grande fiume, la spedizione viaggiò per ben sei giorni, percorrendo 24 leghe di territorio, circa 60 miglia, fino all’incontro con i Cacaxtle.


Una fortificazione spagnola

Anche per questa spedizione nulla viene detto circa eventuali incontri con altri indiani lungo il percorso seguito. E’ probabile che la seconda spedizione (1665) abbia seguito le orme della prima e, a quando sembra, i Cacaxtle era ben consci del pericolo che incombeva su di loro, infatti si trincerarono in una fitta boscaglia di vegetazione spinosa e avevano anche costruito una rudimentale struttura difensiva. Non è chiaro se i Cacaxtle abbiano costruito delle vere e proprie trincee, ma le fonti parlano comunque della costruzione di un bastione difensivo intorno alle loro posizioni, si trattava probabilmente di tronchi d’albero accatastati con rami spinosi e fichi d’India di notevoli dimensioni. Gli spagnoli, e i loro alleati Bobol, circondarono la postazione e prima di violarla avrebbero dovuto combattere aspramente per una intera giornata. Si dice che mentre i guerrieri combattevano, una donna anziana li incoraggiava suonando una specie di flauto. I Rapporti riferiscono che circa 100 Cacaxtle perdettero la vita negli scontri, mentre una settantina furono catturati. Nessun accenno viene fatto sul numero dei Cacaxtle che riuscirono a fuggire e neppure della sorte dei prigionieri. Gli spagnoli ebbero 22 uomini colpiti e feriti anche gravemente, con due indiani Bobol che perdettero la vita, nessuna menzione viene fatta sui feriti della tribù Bobol. Comunque, il ruolo avuto dagli indiani Bobol, nella spedizione, merita sicuramente attenzione e interesse e, chiaramente, viene da chiedersi se i Bobol e i Cacaxtle fossero nemici tradizionali di lunga data. E’ possibile che i Bobol sapevano dove erano stabiliti i Cacaxtle, e così guidarono gli spagnoli contro di loro. Questa presunta inimicizia traspare chiaramente nelle descrizioni riportate dal Chapa e, soprattutto, in un episodio avvenuto subito dopo la battaglia. I guerrieri Bobol chiesero la consegna dell’anziana donna che suonava il flauto, avrebbe dovuto essere utilizzata per una cerimonia tribale che si sarebbe conclusa con atti di cannibalismo rituale. La richiesta sarebbe stata rifiutata ma, comunque, quando questi indiani appresero che un loro giovane prigioniero era parente della donna anziana, lo uccisero e la sua carne “venne mangiata” durante una cerimonia tribale. Nonostante il Chapa riferisca della spedizione, sembra probabile che la maggior parte dei componenti della spedizione fosse rappresentata proprio da indiani Bobol. Questo triste episodio dimostra chiaramente che il cannibalismo rituale era praticato in queste terre, ma potrebbe anche suggerire che, in circostanze simili, i Cacaxtle potrebbero aver mangiato un Bobol in cattività.


Il lower Pecos River

Restano sempre forti dubbi sulla posizione geografica dove si svolse la battaglia del 1665, sappiamo soltanto che erano a circa 60 miglia a nord del Rio Grande, quindi nel Texas. Se calcoliamo che il grande fiume sia stato attraversato nelle vicinanze di Guerrero (Coahuila nord-orientale), la postazione degli indiani doveva essere nella parte meridionale dell’attuale contea Kinney. Se invece ci fu un cambiamento di direzione, verso nord-est, allora i Cacaxtle avrebbero potuto essere nella Zavala o nella La Salle County; se invece ci fu un cambiamento di direzione verso nord-ovest, allora gli spagnoli avrebbero risalito il corso del Rio Grande, ma ciò non sembra plausibile con le fonti del Chapa. Alcuni studiosi – Bolton, Brewster, Castañeda, Forbes, Horgan, Steck e Weddle -si trovano d’accordo su due punti: a) che entrambe le spedizioni abbiano viaggiato verso nord partendo da Monterrey e che quella del 1665 avrebbe attraversato il Rio Grande, in prossimità dell’Eagle Pass (Texas), a nord-ovest di Guerrero. Non vi è alcun dubbio che le due spedizioni scoraggiarono notevolmente questi indiani ma, comunque, non ebbero l’effetto sperato in quanto vengono segnalate altre razzie operate dai “popoli del nord”. Lo stesso Griffen indica chiaramente una serie di documenti, recuperati nell’Archivio di Parral, in cui 34 gruppi nativi vengono menzionati come esecutori di raids nel Coahuila e nel Nuevo Leon poco prima del 1670. In questo elenco non compare il nome dei Cacaxtle, appaiono gruppi stanziati nel Coahuila nord-orientale e nelle zone adiacenti del Texas; tra questi troviamo gli Aguapalam, i Catujan, gli Heniocane, gli Hierbipiame, gli Hume, i Milijae, gli Ocaña, i Payuguan, i Pomulum, i Sampanal e i Siaguan. L’elenco includeva molte “nazioni del nord” ma, probabilmente, gli spagnoli riuscirono a punire soltanto i Cacaxtle; nei decenni successivi questi indiani, probabilmente fortemente ridimensionati, vengono menzionati in un documento del 1674 con il nome di “Cacastes”, nell’elenco vi erano altri gruppi del Coahuila nord-orientale. L’ultima volta che i Cacaxtle appaiono nelle fonti storiche fu nel 1693, registrati dal Gregorio de Salinas Varona, Governatore del Coahuila che, nel suo diario annota un viaggio da lui intrapreso, da Monclova lo portava nel Texas orientale. Nel maggio dello stesso anno, quando aveva da poco raggiunto la sponda meridionale del Rio Grande (Coahuila nord-orientale), nelle vicinanze di Guerrero il Salinas Varona ebbe modo di incontrare tre gruppi indigeni, erano questi gli Ocaña, i Piedras Blancas e appunto i Cacaxtle. Poco sappiamo sugli indiani Piedras Blancas, ma gli Ocaña vengono spesso ricordati nei documenti del Coahuila nord-orientale e a nord del Rio Grande, nel Texas. Due settimane dopo il Salinas Varona incontrò cinque indiani Cacaxtle, presumibilmente cacciatori, tra i fiumi Guadalupe e Colorado, a sud-est di San Antonio (Texas); il Governatore non menzionava alcun accampamento di questi indiani nelle vicinanze, ma non possiamo escludere che avessero un insediamento nelle zone del Rio Grande; infatti, era ben noto alle fonti che i nativi si spingevano spesso nel Texas per cacciare i bisonti.


Antica mappa

Dopo il 1693 il nome dei Cacaxtle scompare definitivamente dalle fonti, dai documenti, dai Rapporti ed anche dalle testimonianze oculari. Fatta eccezione per un vago riferimento nel Coahuila, che registrava la presenza di Cacaxtle in alcune missioni del Messico nord-orientale e del Texas, non abbiamo altre informazioni. L’apparente riluttanza di questi nativi ad entrare nelle missioni spagnole è comprensibile visto il duro trattamento cui sono stati sottoposti nel 1663 e nel 1665. I Cacaxtle sopravvissuti dopo il 1693, probabilmente, persero la loro identità etnica attraverso la fusione con altri gruppi in via di estinzione; secondo alcuni studiosi, la perdita di identità sarebbe avvenuta prima dell’anno 1708. In quell’anno un missionario, Isidro Féliz de Espinosa, compilava una lista di 49 gruppi nativi stanziati a nord e a est di Guerrero (Coahuila), ma nessuna variante del termine “Cacaxtle” vi appare. I pochi dati a nostra disposizione sembrano indicarci che, nel periodo 1663-1693, i Cacaxtle erano ancora associati e quindi stanziati nelle aree a nord e a est delle montagne che passano diagonalmente dal Nuevo Leon al Coahuila. Queste aree pianeggianti si estendono a nord delle montagne, attraversano il Rio Grande e raggiungono il margine meridionale dell’Edward Plateau (Texas); all’interno di queste terre i Cacaxtle si sarebbero poi dispersi. Negli ultimi anni parecchi studiosi hanno però elaborato delle mappe in cui gli indiani Cacaxtle venivano localizzati in aree molto più a ovest di quelle indicate dal Chapa. La mappa del Jimenez Moreno mostra i Cacaxtle su entrambi i lati del Rio Grande, sia nella parte settentrionale del Coahuila che nel Texas; nel Texas questi indiani vengono stanziati a ovest del basso corso del Pecos River. Dalla mappa possiamo capire i movimenti e le incursioni dei Cacaxtle contro gli insediamenti spagnoli. La mappa del Driver e del Massey segue praticamente quella del Jimenez Moreno e pone i Cacaxtle nel Coahuila nord-occidentale, a est del Big Bend (Texas); le due mappe dello Swadesh e del Griffen sono sostanzialmente simili a quella precedente. Va comunque notato che soltanto la mappa del Jimenez Moreno indica specificatamente l’estensione del territorio della tribù nel Texas. Tutte queste quattro mappe stabiliscono i Cacaxtle a nord-ovest di Monterrey, e ad almeno 200 chilometri più a ovest di altri documenti. Comunque il Griffen, che ha dettagliatamente esaminato i dati etnostorici del Coahuila occidentale e del Chihuahua orientale, ha trovato menzione sui Cacaxtle soltanto in documenti che si riferiscono a posizioni nord-orientali e nord-occidentali, ma non nell’estremo nord del Coahuila.
Ancor oggi alcuni studiosi si chiedono perché le spedizioni contro i Cacaxtle, stanziati a ovest, non siano partite da Saltello invece che da Monterrey. E’ probabile che le quattro mappe sopra menzionate abbiano veramente prestato poca attenzione alla topografia del Messico settentrionale. Se noi prendiamo il valore nominale dei numeri, e supponiamo che la maggior parte dei Cacaxtle erano accampati insieme, sembrerebbe che prima del 1663 questi indiani potessero contare almeno 500 anime.


Un antico rito degli indiani Cacaxtle

Questa cifra è molto vicina alle stime sui gruppi di cacciatori-raccoglitori del territorio. Nel 1663 la loro popolazione sarebbe stata ridotta di 225 unità – 100 morti, 125 catturati e rimossi dal territorio – e, nel 1665, la popolazione venne ulteriormente ridotta di altri 170 nativi – 100 morti (?), 70 catturati e presumibilmente rimossi come i precedenti -. Questi dati portano il conto a 395 Cacaxtle, ma alcuni riuscirono comunque a fuggire. Alcuni documenti successivi (1674 e 1693) avrebbero confermato la sopravvivenza di alcuni indiani Cacaxtle, accusati, a torto, da alcuni studiosi moderni, di essere stati i responsabili di tutte le incursioni sulle frontiere del Coahuila e del Nuevo Leon verso la metà del XVII secolo; difficile quindi pensare che una popolazione di sole 500 anime abbia potuto compiere tutte quelle razzie. Altri gruppi nativi furono sicuramente coinvolti nelle incursioni. Il caso dei Cacaxtle ha comunque alcune implicazioni demografiche. Se le cifre riportate dagli spagnoli erano attendibili, allora questi indiani, nell’arco di tre anni, sarebbero stati ridotti di circa l’80% della loro popolazione in due sole battaglie; ciò suggerirebbe che tutte queste genti si ridussero drasticamente durante le guerre con i bianchi. Molto difficile è determinare l’appartenenza linguistica dei Cacaxtle. Indiscutibilmente essi vivevano in un territorio dove vi erano parecchie genti di lingua Coahuiltecan, quindi, il Newcomb, il Ruecking e lo Swanton affibbiano loro una appartenenza Coahuiltecan. Tuttavia, altre lingue erano parlate in quelle terre, infatti, secondo il Campbell e il Goddard, non sarebbe poi così accertato che i dialetti Coahuiltecan siano stati maggioritari nel territorio. Pertanto alcuni studiosi preferiscono non classificare la loro lingua in mancanza di notizie certe. Poco noti sono anche i modelli culturali di questa popolazione. I Rapporti sulla seconda spedizione ci parlano di bastioni difensivi e della donna che suona il flauto per incitare i guerrieri; questi elementi non sono registrati per altri gruppi nativi della zona. Questi indiani erano sicuramente dei cacciatori-raccoglitori che si spostavano continuamente alla ricerca di cibo, facendo largo uso di strutture per trasportare carichi sulla schiena; combattevano e cacciavano con archi e frecce e, molto probabilmente, anche il cannibalismo rituale aveva delle connessioni con la guerra.
Un indiano Coahuiltecan
Il Forbes affermava che i Cacaxtle avevano acquisito i cavalli entro il 1663, il che sembra plausibile viste le notizie del Chapa; comunque sia, però, il Chapa non menziona alcun cavallo presso di loro. Probabilmente i Cacaxtle avevano qualche cavallo, ma questi non erano sufficienti per essere usati in combattimento o per sfuggire all’avanzata spagnola. Gli indiani noti come “Caicache” appaiono in epoche più tarde e, comunque, dopo la scomparsa del termine “Cacaxtle” dalle fonti; questi sono stati considerati dagli studiosi come uno specifico gruppo dell’estremo sud del Texas, cioè nell’angolo che il basso corso del Rio Grande va a formare con la costa del Golfo del Messico. Il nome di questi indiani è stato ricordato con termini piuttosto simili: Caikache, Carcache, Kaicache, Kaikache, Kankache, Kankacche e Kaskache. E’ sconcertante constatare che nessuno ha mai richiamato l’attenzione sul fatto che i termini “Caicache” e “Cacaxtle” sono foneticamente simili. E’ possibile che “Caicache” sia riconducibile a “Cacaxtle”? Emerge subito il fatto che nessun documento è stato ancora trovato che ricollegherebbe i due termini. Gli spagnoli hanno combattuto i Cacaxtle ma, purtroppo, non ricordano alcuna traccia di un loro eventuale contatto con un gruppo noto come “Caicache”. I pochi registri superstiti delle missioni – del Texas e del Messico – identificano questi indiani Caicache, eppure il nome appare su diverse mappe europee compilate tra il 1717 e il 1840, così la loro storia sembra essere stata puramente cartografica. Il nome appare, per la prima volta, sulla mappa francese del Vermale (1717), l’anno dopo anche in quella del Delisle, evidentemente copiata dalla precedente. Il problema è quello di sapere da chi ha ricevuto queste informazioni il Vermale. Questo termine avrebbe poi influenzato parecchi studiosi i quali, ritengono i Caicache siano i discendenti dei Cacaxtle delle fonti spagnole. Alcuni studiosi ritengono importante notare che il termine “Caicache”, se pronunciato da un francese, non sembra essere molto diverso dal termine “Cacaxtle” pronunciato da uno spagnolo. Nella “Vermale map”, la costa meridionale del Texas, a sud della Baffin Bay, o nella Corpus Christi Bay, il nome degli indiani Kankache viene scritto ben due volte, di cui uno posto più a nord. Il Vermale sembrerebbe indicare che il nome posto più a sud sia riconducibile proprio ai Cacaxtle del 1663, mentre quello posto più a nord potrebbe indicare i Cacaxtle dell’anno 1665. L’indicazione sembra essere molto eloquente, questi gruppi avrebbero combattuto gli spagnoli ed è anche per questo che, negli anni 1714-16 il St. Denis avrebbe cercato di raggiungere il corso del Rio Grande e il Presidio della San Juan Bautista.
Un missionario col suo mulo
Comunque, bisogna ricordare che il Vermale fu il primo cartografo francese a far uso di informazioni geografiche provenienti dall’avamposto di Natchitoches, istituito nel 1714. Nella mappa del Delisle, risalente al 1718, il nome del gruppo era ricordato come “Kaikache”, era scritto una sola volta ed era posto più all’interno rispetto a quella del Vermale ma, comunque, a nord del Rio Grande. Nei decenni successivi i cartografi hanno modificato il nome varie volte, il termine divenne allora “Caicache”, la loro posizione geografica veniva posta nell’interno e su gran parte delle zone comprese tra la Baffin Bay e il delta del Rio Grande. Il nome degli indiani Caicache, il cui gruppo viene ritenuto separato da altri, viene citato anche nell’Handobook of American Indians, dove questo gruppo sarebbe scomparso intorno al 1850. Il William Bollaert – un inglese che visitò il Texas nel periodo 1842-44 – diceva che i Caicache, originariamente vaganti lungo le coste texane, erano ormai estinti. Inoltre, in maniera assurda, giungeva a dichiarare che i Caicache, insieme ad altri gruppi – precisando Adai, Aranama e Tejas -, erano probabilmente i resti dei Natchez. Altri studiosi moderni avrebbero poi localizzato questi indiani nel Coahuila nord-occidentale, nella parte adiacente al Trans-Pecos del Texas. Così, dopo una serie di mappe che ponevano i Cacaxtle troppo a est, ora anche troppo a ovest. Seguendo le varie mappe e documenti, possiamo comunque elencare numerose varianti del termine “Cacaxtle”, esse sono: Cacaste, Cacastle, Cacaxte, Caicache, Caikache, Carcache Caicache, Casastle, Cascaste, Cascastle, Cataxtle, Caxcaxtle, Cocaxtle, Escabaca-Cascaste, Kaicache, Kaikache, Kakahtle, Kakaxtle, Kankache, Kankacche e Kaskache. I Cacaxtle avrebbero comunque perso la loro identità etnica in un periodo compreso tra il 1693 e il 1708, attraverso la fusione con altri gruppi nativi in via di estinzione.