Le ragioni di uno scontro

A cura di Giovanni De Sio Cesari

I rapporti fra i coloni bianchi e gli indiani seguirono uno schema che potremmo definire “classico” in queste situazioni. All’inizio i bianchi erano pochi, dediti alla caccia e al commercio; non venivano percepiti quindi dai pellerossa come un pericolo e potevano avere con essi rapporti più o meno pacifici inframezzati da scontri sanguinosi. I bianchi rappresentavano cioè come un’altra tribù con la quale, secondo le circostanze, potevano esserci rapporti amichevoli o ostili come avveniva per ogni altra tribù.
Man mano però il numero dei bianchi aumentava, arrivavano i coltivatori che recintavano le terre, arrivavano i grandi allevatori che si appropriavano dei pascoli e l’avanzata dei bianchi diventava una valanga incontenibile.
A questo punto il mondo degli indiani e quello dei bianchi diventavano inconciliabili.
Gli indiani erano anche disposti ad accogliere i bianchi ma si aspettavano che essi vivessero come loro senza pretendere ciò che ad essi pareva assurdo cioé di “possedere” la terra (la terra era la grande madre che non si poteva dividere). I bianchi parimenti erano disposti ad accettare che gli indiani restassero nei loro territori, ma assegnando ad essi dei terreni da coltivare; ma gli indiani non erano agricoltori, non comprendevano proprio questo modo di vivere, era una cosa che andava al di la della loro possibilità. Uno dei due mondi doveva necessariamente soccombere.
Ancora più importante era che per gli indiani era usuale operare scorrerie e furti. Non vi era poi nemmeno una autorità indiana in grado di tenere veramente a freno i gruppi guerrieri e i singoli che potevano sempre di propria iniziativa mettersi sul “sentiero di guerra”.
I bianchi vedevano il problema indiano come un problema di sicurezza, di ordine pubblico, gli indiani erano assimilati ai fuorilegge. La stessa immensità delle distanze rendeva insostenibile la presenza di predoni incontrollabili.


Una carovana di emimgranti si dirige verso il west

Non mancarono d’altra parte molte iniziative umanitarie a favore dei nativi e d’altra parte in quegli stessi anni in America si accettavano un numero grandissimo di immigrati. Ma gli indiani erano parte di una cultura troppo diversa: non potevano integrarsi. Inevitabilmente allora erano dei nemici pronti ad assalire i bianchi a ogni occasione propizia. I bianchi non potevano fidarsi e quindi concludevano che “un indiano buono era l’indiano morto”.
Si pensò allora ad assegnare ad essi delle aeree ben delimitate, le famose “riserve”, che in parte esistono tuttora. All’inizio potevano anche essere accettabili, ma via via che l’avanzata bianca procedeva le riserve erano zone sempre più marginali, piccole (relativamente alla visione indiana) e povere. Il governo si impegnava però a distribuire razioni di viveri e altre cose necessarie. Ma gia questo era ovviamente una tragedia: i fieri guerrieri e cacciatori erano privati della loro dignità, non vivevano più della loro abilità ma elemosinavano il cibo dal governo. Inoltre agenti del governo disonesti rubavano ampiamente spingendo alla fame e alla disperazione quegli uomini già cosi umiliati. Gli indiani quindi prorompevano in disperate e sanguinose “rivolte” che venivano represse sanguinosamente.
Legna per costruire una casa
Gli indiani e i bianchi in effetti nel West non erano né buoni né cattivi: agivano come non potevano non agire, erano nemici mortali tali che la vita degli uni era la morte degli altri aldilà di ogni buona intenzione. E’ cosa triste, ma ogni civiltà procede in questo modo, eliminando quelli che si oppongono ad essa; anche la civiltà moderna procede in questo modo.
Come per le altre culture primitive gli indiani sono stati assorbiti nella società bianca o ridotti nelle riserve dove conservano qualche vestigia della loro cultura originaria. Attualmente dei loro discendenti, circa due milioni e mezzo, una parte sono ancora in riserve sopravvivendo un po’ con i sussidi statali e un po’ con il turismo messo su dal grande mito del West ma hanno condizioni di vita nettamente inferiori a quelle medie degli americani anche se superiori a certi slum presenti nelle grandi metropoli americane.
Gli altri si sono più meno inseriti nella società americana.

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