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La guerra infiamma il Rogue River e l’Oregon

A cura di Sergio Mura

Indiano Rogue River
Fino al 1840, i coloni che entrarono nel territorio dell’Oregon non furono molti e solo in seguito il flusso si fece inarrestabile. Il cambiamento di passo fu causato, almeno in parte dal lungo viaggio, compiuto nel 1824 dai reverendi Jason e Daniel Lee da Fort Indipendence (nel Missouri) fino alla zona dell’attuale Salem ove venne stabilita una missione.
Subito dopo, altri missionari seguirono le loro orme. Il Dottor Marcus Whitman e altri missionari arrivarono nel 1838. Furono proprio questi missionari ad avere un effetto profondo sullo sviluppo degli insediamenti e la successiva crescita del Territorio dell’Oregon.
Nel 1838, il reverendo Jason Lee tornò verso la parte orientale degli Stati Uniti con una petizione firmata da 27 coloni di lingua inglese e 9 di lingua francese di lingua francese per chiedere agli Stati Uniti di essere protetti.
La missione non fu un successo, ma Lee riuscì a convincere la popolazione della grande abbondanza di risorse naturali di cui disponeva il nord-ovest, causando così una grande migrazione verso il west.
Nel 1839, la popolazione di origine europea dell’Oregon non superava le 100 unità. Quattro anni dopo, con il percorso via terra ben segnato ed esplorato, il numero era salito fino a superare quota 900 persone.
Nel 1843 iniziò lo spostamento di massa degli emigranti diretti verso la Willamette Valley, in Oregon, attraverso l’area del Plateau meridionale. L’Oregon Trail passava attraverso il territorio dei Nez Perce, dei Cayuse, degli Umatilla e dei Walla Walla, anche se tutti i gruppi del Plateau risentirono dell’impatto. Con l’aumento dei coloni americani arrivati da Est, l’influenza dell’inglese Hudson Bay Company su tutta la zona scemò rapidamente.
Nel febbraio del 1843, per la prima volta i coloni provarono ad incontrarsi presso l’attuale Salem per discutere delle loro condizioni di vita, delle prospettive e di un ipotetico governo locale, nonché dell’organizzazione di una minima forza militare di difesa. In quell’occasione si stabilirono anche altre cose, quali l’ammontare di una taglia che venne posta su tutti gli animali pericolosi che vivevano in quei territori. Alla fine della riunione si votò un comitato di 12 saggi – che venne avviato il 6 marzo dello stesso anno – a cui si sarebbe affidata la gestione dell’organizzazione delle comunità locali.
Capo Five Crows, Cayuse
I coloni si incontrarono nuovamente nel maggio del 1843, e la commissione dei 12 raccomandò caldamente la creazione di un governo del territorio e la formazione di una vera forza militare. Prima della fine della riunione si provvide alla nomina di quattro ufficiali militari, un maggiore e tre capitani, a cui si affidò l’incarico del reclutamento dei soldati della nascitura Oregon National Guard. Poche settimane dopo, il 5 luglio 1843, si formò anche il governo del territorio dell’Oregon.
Nel frattempo, il flusso di immigranti continuò senza sosta, portando la popolazione fino a 4.000 persone nel 1847. Nello stesso tempo, però, cresceva in maniera esponenziale il grande disagio delle popolazioni indiane del territorio, anche se ancora lo spazio era sufficiente per tutti e la pace continuava a regnare.
Un episodio significativo del clima che si stava creando nelle relazioni con gli indiani è stato registrato nel marzo del 1844 a Willamette Falls (attuale Oregon City). Un indiano Wasco chiamato Cockstock e quattro indiani Molalla, entrarono in città brandendo le loro armi e minacciando i cittadini che gli capitava di incontrare. George Le Braton, un impiegato del governo provvisorio, tentò di fermarli, ma fu colpito a morte da una fucilata, mentre un passante venne ucciso da una freccia. Subito scattò la reazione dei cittadini e nel caos che ne seguì, Cockstock fu ucciso da Winslow Anderson, un colono nero libero. Gli altri indiani riuscirono ad allontanarsi dalla cittadina.
Fino a quel momento, i buoni rapporti erano stati mantenuti prevalentemente con lo sforzo degli indiani che erano costretti ad arretrare per fare spazio ai coloni bianchi. L’incidente di Cockstock, però, venne interpretato come un pericolosissimo segnale di allarme. Qualcosa stava cambiando e i cittadini dell’Oregon decisero di creare immediatamente una compagni composta da 25 soldati, alla guida del capitano T. D. Keysur.
Indiani Yakima
Questa unità fu la prima unità militare dell’Oregon e mise le basi per quel coinvolgimento diretto dei cittadini-volontari nelle questioni militari che divenne poi una tradizione di quelle genti. Quel piccolo distaccamento di 26 persone riuscì a interporsi tra indiani e cittadini e mantenere ancora per un po’ la pace in quei territori di frontiera.
Durante questo periodo di relativa calma, nel 1846, gli Stati Uniti conclusero un buon trattato con la Gran Bretagna per l’annessione di tutto il territorio a sud del 49° parallelo per fissare il confine meridionale del Canada. Questo trattato stabilì definitivamente anche i confini dell’Oregon e da quel momento gli Stati Uniti si estendevano da oceano a oceano.
Poco dopo che il Territorio dell’Oregon divenne parte degli Stati Uniti, scoppiò la tragedia. Il 29 novembre 1847, i guerrieri Cayuse, con la convinzione che qualcuno li stesse avvelenando, attaccarono la missione del dottor Marcus Whitman vicino a Walla Walla. Quattordici persone vennero uccise, compresi i coniugi Whitman, mentre 53 tra donne e bambini vennero presi in ostaggio. In seguito, gli ostaggi furono rilasciati, riscattati da Peter Skene Ogden della Hudson Bay Company che ancora esercitava una considerevole influenza sulla tribù dei Cayuse.
La notizia del massacro raggiunse la capitale, Oregon City, quasi nove giorni dopo e subito il Governatore Abernathy segnalò il grave episodio al governo territoriale, raccomandando che si reagisse prontamente.
Sia pure in assenza di un vero supporto confederale e dei fondi che sarebbero stati necessari per organizzare la reazione militare, il governo territoriale riuscì ad attrezzare una compagnia di fucilieri che venne spedita a The Dalles per tutelare la locale missione.
Subito dopo, una compagnia di 45 uomini, conosciuta come “Oregon Rifles” sotto il comando del capitano H. A. G. Lee, prestò giuramento e nel contempo il governo del territorio autorizzò Abernathy a muovere un reggimento di volontari per punire i Cayuse per il massacro dei Whitman.


L’uccisione degli Whitman

Se è vero che non ci fu difficoltà a reclutare gli uomini, è altrettanto vero che non c’erano i soldi per armarli ed equipaggiarli a dovere, al punto che ciascuno dovette provvedere autonomamente a procurarsi i cavalli, i vestiti, le armi e persino le coperte. Non solo… l’unica fonte di approvvigionamento per le munizioni era la Hudson Bay Company, ma la società non era orientata a concedere ulteriore credito al governo del territorio. I soldati furono costretti a garantire personalmente, anticipando con il proprio denaro le somme che era possibile raccogliere, nella speranza di essere rimborsati dal Governo.
Poco dopo il Natale 1847, il governatore Abernathy nominò A. L. Lovejoy come il primo aiutante generale del territorio di Oregon. Al comando del reggimento fu posto il colonnello Cornelius Gilliam, un veterano della guerra di Falco Nero del 1832 e la guerra dei Seminole del 1835. Gilliam, che era emigrato in Oregon nel 1844, fu un ministro capace. Joel Palmer venne nominato Commissario Generale e Soprintendente agli Affari Indiani.
Nel frattempo, il capitano Lee, al comando degli “Oregon Rifles” aveva raggiunto The Dalles e lì aveva intercettato incontrato un gruppo di guerra di indiani ottimamente armati che tentava di rubare bestiame dalla mandria della missione. Ci fu un forte scontro a fuoco mentre gli indiani scappavano al galoppo con la mandria rubata. Un volontario venne ferito, tre indiani furono uccisi, ma tutti gli altri razziatori riuscirono a farla franca con circa 300 capi di bestiame. Era una perdita terribile per un territorio in cui un semplice uovo di gallina poteva costare anche 50 centesimi.
Gli indiani continuarono a pressare la missione di The Dalles con innumerevoli razzie e scaramucce e le truppe di Lee faticavano a stare la passo nell’organizzazione della difesa.
Nel corso di diversi raid indiani persero al vita i soldati Pugh e Jackson, che furono i primi due uomini della milizia uccisi in servizio. I difensori continuarono a essere oggetto di provocazioni da parte di vari “war parties” almeno fino a metà gennaio, quando il colonnello Gilliam e il suo reggimento arrivarono alla missione.
Una lapide intorno al Rogue River
In breve tempo i soldati passarono dalla difesa all’attacco, riuscendo anche ad identificare chiaramente gli aggressori come parti delle tribù Cayuse, John Day, e Des Chutes.
Fin dai primi giorni di febbraio la forza della milizia crebbe fino ad arrivare a quota 537 soldati e con l’arrivo della commissione di pace nominata dal Governatore, il reggimento partì verso Walla Walla e verso la Missione Whitman. Durante lo spostamento, la commissione ebbe modo di incontrare rappresentanti degli indiani Yakima e Nez Perce che espressero chiaramente la propria intenzione di mantenersi neutrali rispetto al conflitto che stava infiammando quelle zone.
I Cayuse, invece, si mostrarono ostili in ogni occasione, come ad esempio in occasione di una vera e propria imboscata tesa ai soldati a Sand Hollow il 24 febbraio. In quell’agguato rimasero feriti ben 5 volontari ed un ufficiale, il tenente colonnello Waters, e perse la vita il colonnello Gilliam. I Cayuse persero il capo Grey Eagle, mentre il capo Five Crows restò ferito in maniera piuttosto seria.
Giunti a Walla Walla, i soldati fecero base alla missione Whitman per lunghe e frequenti perlustrazioni nelle terre indiane. Il pattugliamento proseguì a lungo fino alla tarda primavera del 1848, quando si ritenne necessario rientrare per consentire a molti uomini di fare ritorno alle proprie fattorie per provvedere a piantare i campi. D’altra parte, anche i Cayuse erano alquanto impegnati nelle battute di caccia e non stavano infastidendo gli insediamenti dei bianchi.


Indiani Nez Perce e Yakima

All’atto della partenza del reggimento, il comandante decise di lasciare in zona una compagnia con lo scopo di vigilare sul passaggio degli immigranti lungo la pista e per rintuzzare eventuali attacchi dei gruppi di guerra indiani. Questa mossa, insieme al resto delle azioni portate avanti dalla milizia esercitarono una pressione costante sugli indiani, che venivano infastiditi proprio nel momento in cui erano concentrati a fare scorte per l’inverno. Perciò, dopo un lungo dibattito interno, i Cayuse consegnarono i cinque indiani colpevoli del massacro Whitman. Questi, una volta nelle mani dei soldati, vennero trasferiti a Oregon City dove subirono un processo quanto mai frettoloso e, alla fine, condannati e uccisi.
Sul finire del 1848 si fece sentire, per la prima volta, la presenza dell’esercito federale. Scese in campo, infatti, il 1° Reggimento di fucilieri a cavallo degli Stati Uniti, arrivato a Fort Vancouver dopo un estenuante viaggio durato 6 mesi da Missouri. Subito dopo arrivarono altri distaccamenti di fanteria ed artiglieria a cui i venne demandato l’insieme delle relazioni con gli indiani.


Un tratto del Rogue River

Nel 1850 si tirarono un po’ di somme sul passaggio degli emigranti, scoprendo che erano transitati in quei luoghi circa 11.500 coloni, di cui una piccola parte aveva deciso di sostare in Oregon. Quell’enorme massa di persone esercitava una costante pressione sui confini, tanto che il trattato del 1846 aveva stabilito che gli Stati Uniti erano racchiusi dal confine naturale del 49° parallelo. Nel 1853, poi, il Territorio dell’Oregon si divise in due stati distinti, l’Oregon e Washington e questo impose la creazione di distinti governi locali, ma anche e sopratutto di una revisione delle relazioni con gli indiani che in quelle terre vivevano da sempre e che male digerivano l’invasione dei coloni, tanto che gli episodi di intolleranza si erano moltiplicati.
Nel 1853 scoppiò una nuova guerra indiana nel sud dell’Oregon, nella zona del Rogue River. Più che di una guerra, però, si trattava propriamente di una guerriglia fatta di una moltitudine di agguati e razzie, un mordi e fuggi contro il quale l’esercito mostrava i suoi limiti e, di fatto, l’impossibilità a controllare la situazione.
Era difficile persino il transito delle carovane o dei carri di rifornimenti ed ogni uomo bianco, sia che si trovasse a passare sulla pista, che fosse nella propria fattoria, era realmente in pericolo di vita.
Il Governo dell’Oregon, resosi conto della difficoltà in cui ci si trovava, chiese aiuto alla popolazione, invitando gli uomini ad arruolassi nella milizia o nei corpi di volontari che caratterizzavano quelle terre.


Un cippo che ricorda una delle battaglie della Rogue River War

Mentre procedeva il reclutamento dei volontari, lo stillicidio di episodi di guerra degli indiani rendeva tutto molto precario, ma quando le forze dei volontari scesero in campo e iniziarono a rintuzzare gli attacchi, gli indiani iniziarono a farsi sentire ipotizzando trattati di pace. Così la pace scese nuovamente nell’Oregon del sud nella zona del Rogue River e resistette per circa due anni.
Sotto la personale guida di Isaac Stevens, Governatore territoriale di Washington, e Joel Palmer, Governatore territoriale dell’Oregon, i negoziatori federali incontrarono un’ampia delegazione di tribù di quelle zone per parlare di una pace possibile tra i bianchi e gli indiani. L’incontro si svolse su una riva del Walla Walla River nel giugno del 1855 e portò alla firma di ben tre diversi trattati di pace: il Trattato di Walla Walla River dell’8 giugno 1855 con gli indiani Walla Walla, Cayuse ed Umatilla; Il Trattato degli Yakima dell’11 giugno 1855 con gli indiani Yakima, Palouse e ben 12 altre bande; il Trattato dei Nez Perce dell’11 giugno 1855 con varie bande di Nez Perce.
Con questi trattati si formalizzava il passaggio di una parte delle terre indiane al Governo Federale degli Stati Uniti. Su queste terre gli indiani continuavano a mantenere alcuni diritti, tra cui quello di passaggio in certi periodi dell’anno e di stabilirvi le loro riserve in determinate porzioni da stabilire.
La gioia della firma si spense nel breve volgere di un battito di ciglia, poiché il malcontento degli indiani era difficile da governare con una croce posta su un foglio di cui perlopiù non si capivano i veri contenuti, né le implicazioni legali… Non erano soddisfacenti le concessioni fatte agli indiani che si riscoprivano improvvisamente più poveri e totalmente ingessati nei loro movimenti. Così ripresero alte le fiammate della guerra tra il 1855 e il 1856. Il posto di scambio delle pellicce di Fort walla Walla venne attaccato e saccheggiato, tanto che i commercianti ed i cacciatori decisero di abbandonarlo.
Quando la rivolta pareva sopirsi da una parte, ecco che improvvisa si riaccendeva in un’altra parte, in un continuo alternarsi di attacchi e fughe rapidissime in cui le bande degli indiani. A volte i soldati venivano chiamati per interoporsi tra i coloni e gli indiani Yakima, ma altre volte la rivolta partiva dagli indiani Rogue o da altre tribù ancora. Il lavoro era troppo per i soldati di stanza in Oregon!
Ancora una volta a scendere in campo venivano chiamati i volontari che dovevano lasciare le loro famiglie per proteggere quello che ormai consideravano il loro territorio. Ancora una volta gli si chiedeva di anteporre le necessità dello stato alle necessità familiari. E ancora una volta ci fu una risposta generosa.


Un indiano Cayuse ritratto durante un trasferimento a cavallo

La situazione restò molto tesa per ulteriori due anni, con lotte continue con gli Yakima, Klickitat, Des Chutes e altri ancora.
Durante il 1855, mentre gran parte delle forze disponibili era impegnata nel nord del paese per soffocare le rivolte degli indiani di quelle zone, nuovamente si scatenò la rivolta degli indiani del Rogue River del sud dell’Oregon. Ma stavolta la faccenda era assai spinosa, visto che gli indiani avevano capito che era necessario armarsi per bene e restare raggruppati in unità molto numerose. E così fecero, costringendo ad uno sforzo eccezionale la milizia composta di volontari. Era la seconda guerra del Rogue River.
Da nord venne inviato un reggimento di regolari in aiuto ai volontari che, nel frattempo, venivano attaccati senza sosta ogni volta che lasciavano una cittadina per raggiungerne un’altra. Così le perdite aumentarono a dismisura, sopratutto rispetto alle precedenti occasioni di conflitto con gli indiani.
In un solo episodio, ad esempio, a Graye Creek, ben 26 volontari persero al vita o restarono feriti gravemente.
Tutte le forze militari dell’Oregon vennero fatte concentrare nell’area del Rogue River, per ripetere quello stato di pressione costante sugli indiani che in passato aveva sortito l’effetto sperato di riportare la pace.
Ci furono battaglie in tutto il territorio e per tutto l’inverno, da Gold Beach fino a Jacksonville.
Oltre 700 persone, tra soldati regolari e miliziani, combatterono insieme contro gli indiani per quasi 9 mesi, finché quelli, stremati e impossibilitati a badare alle proprie famiglie, decisero di ritirarsi verso le riserve ove si arresero nel giugno del 1856, ponendo fine al lunghissimo conflitto del Rogue River.