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La “tierra incognita”

A cura di Armando Morganti

Nelle sconosciute aree del Nuovo Messico, del Colorado e del Kansas vi era la “Tierra Incognita”, un vasto territorio abitato da sconosciuti indiani che vagavano nelle Pianure alla ricerca di cibo. Gli spagnoli non conoscevano queste terre, ma sapevano che vi era “El Cuartelejo”, un mitico insediamento nativo dei bellicosi indiani Apaches.
El Cuartelejo sembra sia stata un oasi nascosta delle alte Pianure del Kansas occidentale (Scott County), e la sua storia è sicuramente antecedente all’insediamento di genti europee. Il termine spagnolo significava “Quartieri Lontani”, fu costruito dagli Apaches, cui si aggiunsero indiani Pueblos – Taos e Picuris – che sfuggivano all’avanzata spagnola verso nord. Nell’ottobre 1696 gruppi Picuris si sarebbero uniti agli Apaches, già noti come “Cuartelejos”; in precedenza, nel periodo 1640-60, anche gruppi di Taos avrebbero raggiunto l’insediamento.
Soltanto dopo il 1727 El Cuartelejo sarebbe stato abbandonato da questi indiani, sarebbe rimasto disabitato per cadere velocemente in rovina ma, grazie ad H. L. Steele e, soprattutto, agli archeologi Martin e Williams, sarebbe stato scoperto il sito dove, i due professori, iniziarono gli scavi e rilevarono canali di irrigazione, mura di adobe di un pueblo, manufatti di pietra e di osso, ornamenti vari e cocci di ceramiche tipiche degli Apaches delle Pianure, ma anche ceramiche simili a quelle dei Tewas e dei Pojoaques. Sulla posizione di El Cuartelejo si è molto discusso, ma dobbiamo tener presente che vi furono diverse “rancherias” appartenenti ai Cuartelejos, e sparse in un vastissimo territorio. Culturalmente, le descrizioni archeologiche dei vari villaggi, ed anche degli accampamenti di caccia, sono molto simili a quelle notate dai primi spagnoli presso i Jicarillas, i Sierra Blancas, i Carlañas, i Penxayes, i Palomas e gli stessi Cuartelejos. A partire dal 1642 i Cuartelejos furono impegnati a contrastare l’avanzata spagnola, la quale intendeva recuperare tutti i fuggiaschi Pueblos che avevano abbandonato il Nuovo Messico per unirsi agli Apaches.


Francisco Vasquez de Coronado

Nel 1642, con una ventina di soldati e ausiliari Pueblos di Pecos, si mosse il Juan de Archuleta, la spedizione non dette grandi risultati, ma gli spagnoli si resero conto che attorno ad El Cuartelejo vagavano diversi gruppi Apachean che dal Colorado orientale si estendevano fino al Kansas occidentale. Nel 1696 sarebbe scoppiata l’ennesima rivolta degli indiani dei pueblos, dopo varie campagne contro i ribelli, il Diego de Vargas si spinse a nord per schiacciare definitivamente i Taos e i Picuris, gli spagnoli entrarono nelle Pianure, piombarono sui Pueblos, ne catturarono una ottantina ma non riuscirono a bloccarli. I Pueblos, soprattutto Picuris, sarebbero riusciti a trovare rifugio ad El Cuartelejo. Negli anni successivi la situazione non cambiò e gli spagnoli dovettero lanciare spesso spedizioni contro gli Achos del fiume Colorado e i Faraones della Sierra de Sandia. Fu una spedizione del Juan de Ulibarri che ebbe grande importanza storica, in primo luogo per la gran moltitudine di nomi tribali Apaches che apparvero nella storia.


il Cliff House Canyon con i tipici pueblos degli Anasazi

Il comandante citava non meno di nove tribù, alcune delle quali già conosciute (Achos e Conejeros), ma altre sconosciute (Penxayes, Lemitas, Flechas de Palo). I nomi di queste genti avevano sicuramente un significato preciso, purtroppo però questi sono andati perduti e, successivamente, sarebbero apparse le tribù Jicarillas, Mescaleros e Lipanes. Non abbiamo alcun legame diretto tra i nomi di queste bande e le nomenclature a noi note. La Veronica Tiller ricordava che, fino all’inizio del XVIII secolo, i Jicarillas non erano ancora identificati in quanto le fonti spagnole usavano soltanto il termine “Apaches” per indicare tutte le bande del Nuovo Messico nord-orientale, bande che includevano i Cuartelejos, i Carlañas, i Sierra Blancas, gli Achos, i Palomas e i Caclchufines. Il Juan de Oñate ebbe modo di esplorare queste terre verso la fine del XVI secolo e, giustamente, equiparava i Vaqueros con gli Apaches, però, già all’epoca, si parlava di Apaches stanziati sulle montagne presso Picuris e Jemez, e Apaches delle Pianure. I gruppi delle pendici orientali delle Sangre de Cristo Mountains erano probabilmente gli antenati dei futuri Jicarillas. Comunque, l’Ulibarri incontrò gli “Yndios de la Naciones Conexeros, Achos e Rio Colorados” proprio nelle terre dei futuri Jicarillas. Questi indiani riferirono che altri gruppi affini vagavano più a est, erano questi i Penxayes, i “Flechas de Palo”, i Lemitas e i Trementinas; gruppi che potevano essere ostili ai bianchi e che avevano creato problemi anche agli antenati dei Jicarillas, “…erano ladri molto cattivi”.


Francisco Vasquez de Coronado

Dei Conejeros si diceva che una loro rancheria era stata distrutta da uomini bianchi (1696) – probabilmente francesi -, tale notizia venne riferita dagli “Apache de los Chipaynes”, i quali ricordavano che i Conejeros erano “una grande nazione”. Questi indiani stavano ritirandosi verso occidente per unirsi agli Achos e ai “Rio Colorados” delle zone di Taos; questa distinzione sembrerebbe indicarci una netta distinzione tra questi due gruppi, eppure altre fonti identificano gli Achos con gli “Apache de Rio Colorado”. Invece i Gunnerson sono propensi a identificare gli Achos con i Quinia, un altro gruppo del territorio particolarmente misterioso ma, probabilmente, riconducibile al termine “Kinya-indè”, il nome che i Mescaleros davano ai Jicarillas. Nelle pianure tra la Sierra Blanca e La Xicarilla vagavano Apaches guidati da importanti capi come Ysdalnisdael e Ucate, “Yndios… de la Naciones Xicarilla, Flechas de Palo y Carlañas de la Sierra Blanca suxetos a distintos capitanes, y el muy principal un coxo a quien llaman Ysdalnisdael” (Ulibarri, 1706).


Mappa delle esplorazioni del XVIII secolo

La spedizione raggiunse le terre dei Penxayes, nel Sugarite Canyon, dove gli indiani “coltivano mais, fagioli e zucche lunghe le sponde del fiume”. Altri gruppi di Penxayes vennero incontrati sull’Upper Purgatoire e lungo il corso del Rio Napestle (Arkansas River). L’Ulibarri affermava che ogni banda aveva il suo capo, ma ricordava che il leader principale apparteneva alla tribù Jicarillas e si chiamava “El Cojo” (lo Zoppo); nelle terre di El Cuartelejo gli spagnoli incontrarono indiani “ben disposti alla conversione”, inoltre sentirono parlare di una banda di indiani Pelones stabilitasi nelle vicinanze. In quel periodo i gruppi settentrionali, in particolare i Palomas e i Penxayes, erano costantemente sottoposti agli attacchi degli Utes e dei Comanches, i due gruppi erano ormai in piena ritirata verso sud-ovest. Entrato nell’insediamento di El Cuartelejo, l’Ulibarri venne ben accolto dagli indiani, gli spagnoli si fermarono ben nove giorni e inviarono alcune avanguardie per recuperare i gruppi Picuris che avevano evacuato il Nuovo Messico. Per gli Apaches del territorio la situazione era ormai diventata insostenibile, altri nemici apparivano all’orizzonte, erano questi i Wichitas e i Pawnees, affiancati spesso da traders francesi.


Il pueblo di Acoma

Due rancherias apache, appartenenti ai Penxayes e ai Carlañas erano state distrutte ed ora gli indiani chiedevano l’appoggio spagnolo. Comunque, l’Ulibarri ebbe modo di incontrare indiani appartenenti a varie rancherias che facevano capo ad El Cuartelejo, erano queste quelle di Tachichichi, Sanasesli, Nanahe e Adidasde; il capo più importante era Yndatiyuhe, che gli spagnoli credevano essere il “capitan grande di tutta l’Apacheria”, altri erano Ysdelpain e Yyastipaye, senza dimenticare Dauilchildildice. Una particolare attenzione deve essere riservata a questi capi date le somiglianze fonetiche, come quella tra “Ysdelpain”, capo della rancheria di Sanasesli, e Yyastipaye, ricordato come capo in seconda dopo Yndatiyuhe. La somiglianza fonetica è evidente nel nome “Yyastipaye” e nei nomi da noi conosciuti di una importante banda apache nota nelle fonti come “Chipayne, Chilpayne, Ipaynde e Lipan-ndé”, tutti gruppi associati con la futura tribù Lipanes. Comunque, bisogna ricordare che il leader Ysdelpain non ebbe modo di incontrare l’Ulibarri, ma soltanto il capitano Naranjo.


Dipinto di un pueblo e Diego de Vargas

Gli spagnoli vennero a conoscenza delle continue incursioni schiavistiche operate dai Cuartelejos nelle terre dei Pawnees, ma anche di quelle dei Pawnees nelle terre dei Cuartelejos. Sembra che i continui attacchi delle tribù nemiche abbiano fatto pagare un prezzo altissimo agli Apaches di Sanasesli, allora stanziati tra il Great Bend dell’Arkansas River e la confluenza dei fiumi Canadian ed Arkansas, in Oklahoma. La spedizione si sarebbe congedata dagli Apaches per far ritorno a Santa Fe, ma si sarebbe fermata alla “rancheria di El Cojo” per recuperare alcuni cavalli lasciati in precedenza. Negli anni successivi troviamo numerosi riferimenti sugli attacchi dei Comanches contro gli insediamenti dei Jicarillas, una tribù apache che emerge nell’anno 1714, quando anche i Faraones iniziarono una lunga serie di scorrerie contro le frontiere spagnole.


Tipici Hogan degli indiani Navajos

Assalendo gli insediamenti e i Pueblos, i Faraones avrebbero sconvolto anche i Jicarillas. Qualche anno dopo – nel biennio 1718-19 – i Jicarillas, e i loro parenti più stretti, i Carlañas e i Cuartelejos, erano ormai in piena ritirata. Nel 1724 le fonti riportavano che i Jicarillas, i Cuartelejos e i Sierra Blanca stavano aspramente combattendo una guerra difensiva per fronteggiare gli assalti degli Utes e dei Comanches, ma anche quelli dei Pawnees e dei Kansas. Gli Apaches chiedevano continuamente l’appoggio spagnolo, ma non avevano alcuna intenzione di convertirsi al cristianesimo.
Antica danza di guerra Apache
Qualche anno dopo, intorno al 1730, i Carlañas, i Cuartelejos e i Palomas erano ormai stanziati nelle vicinanze delle Sangre de Cristo Mountains, dove sviluppavano stretti legami con i Jicarillas; ormai questi gruppi vivevano nelle vicinanze dei pueblo di Taos e di Pecos. Comunque sia, nel 1726, l’insediamento di El Cuartelejo, ben addentro nelle Pianure, era ancora occupato dagli omonimi indiani Apaches, cui si erano aggiunti gruppi di Palomas e Carlañas; pochi anni dopo, però, anche questi gruppi si sarebbero ritirati a ovest nelle terre dei Jicarillas. Nel 1752 venivano segnalati gruppi di Jicarillas e Carlañas a sud-est di Pecos, mentre nello stesso anno, ed anche nel 1754, gruppi Carlañas, Cuartelejos e Palomas vivacchiavano nelle zone di Pecos in attesa di tempi migliori. Ben presto però, sia i Cuartelejos che i Palomas sarebbero scomparsi dai registri spagnoli, presumibilmente inglobati all’interno della tribù Carlañas. Questi ultimi sarebbero andati alla deriva verso sud dove, a partire almeno dal 1777, o forse anche prima, entrarono in contatto con i Lipanes del Texas e sarebbero stati conosciuti come “Lipyyanes”, quando poi ritornarono a nord (1790), vennero conosciuti come “Llanero band” della tribù Jicarillas.


Ricostruzione delle tipiche abitazioni delle Pianure, XIV-XV secolo

Anche i Faraones delle Sandia Mountains giocarono un ruolo importante. Nell’estate del 1714 gli spagnoli assalirono alcune rancherias della tribù, poi chiesero l’aiuto degli indiani Pueblos continuamente vessati dalle incursioni dei Faraones, una popolazione conosciuta con varie denominazioni come “Chipaynes, Limitas, Trementinas e Sejines”. Due importanti capi di Taos e Picuris ricordavano che gli autori delle razzie contro i pueblos erano i Chipaynes e i Limitas, non dimenticando i Trementinas; inoltre, invitavano gli spagnoli ad attaccarli verso la metà di agosto, prima che si spostassero nelle grandi Pianure.


Paleo indiani a caccia

La spedizione dell’Hurtado, organizzata per punire i Faraones, sarebbe però partita da Picuris soltanto il 30 agosto 1715 e avrebbe vagato inutilmente alla ricerca dei razziatori. Secondo il Carlisle, questa spedizione avrebbe avuto per lo meno il merito di evidenziare che i Limitas, i Trementinas e i Chipaynes erano la stessa popolazione, comunque collegata agli Apaches; questi indiani venivano genericamente inglobati all’interno delle bande che gli spagnoli chiamavano “Faraones” e che, inoltre, erano ostili anche agli affini Jicarillas.


Cacciatori nelle pianure

L’Hurtado dichiarava apertamente che le bande apache erano note sotto diversi nomi, tra i quali “Chipaynes” (“Chilipaines” o “Cipaynes”), “Limitas”, “Trementinas” e “Sejines”, ma più in generale come “Faraones”, “Faraonas” o “Pharaoh”, la cui localizzazione era allora sulla Canadian River, nella parte settentrionale del Texas Panhandle. Lo stesso Carlisle identificava gli indiani Faraones con i Sadammos delle fonti francesi, una popolazione che il Casanas de Jesus Maria indicava come nemica degli Hasinais del Texas centro-orientale ma, soprattutto, dei Kadohadachos, come ricordava il Joutel.


Una spedizione spagnola

Un’altra spedizione spagnola fu organizzata dall’Antonio de Valverde (1719), aveva anche essa il compito di punire i razziatori; anche questi si rese conto che gli Apaches erano in piena ritirata, ormai i traders francesi aiutavano apertamente i loro nemici del nord e dell’est. Quando il Valverde entrò nel villaggio di El Cojo – il capo già incontrato dall’Ulibarri -, venne a sapere che il leader era andato nelle terre dei Navajos per stipulare un alleanza difensiva contro i nemici comuni. Al grande Consiglio, organizzato dal Governatore, parteciparono parecchi capi apache, fra questi un leader dei Palomas seriamente ferito da un arma da fuoco.


Una spedizione spagnola

Comunque, anche la spedizione del Valverde non dette alcun frutto e gli Apaches ne rimasero fortemente delusi. Negli anni successivi la storia degli Apaches delle Pianure fu caratterizzata dai continui attacchi dei loro nemici storici, ma anche dall’entrata in scena dei francesi, i quali, dai loro avamposti commerciali del Mississippi continuavano a rifornire di armi e manufatti gli indiani nemici degli Apaches. Durissime guerre si protrassero per lunghi anni e il mercato schiavistico raggiunse vette elevatissime. Schiavi Padoucas (Apaches) venivano venduti all’est ma, all’ovest, si potevano trovare schiavi catturati dagli Apaches nelle terre dei Wichitas e dei Caddos in generale. Ma ormai gli Apaches delle Pianure avevano iniziato la loro ritirata verso il Nuovo Messico nord-orientale per unirsi e dar vita ai vari gruppi Jicarillas, le grandi Pianure avevano nuovi padroni, più numerosi e meglio armati e tutti ben decisi a combattere gli Apaches. Nelle terre a sud e a sud-est vivevano gli Apaches, ovvero i “Carlanes, Palomas, Chilpaines, Natagees e Faraones, con le ultime due tribù stanziate più a sud”, a nord-ovest vi erano i “Comanches e i Jumanes”, questi ultimi chiamati “Panipiquees” (Wichita) dai francesi.


La lotta contro gli Spagnoli

Le due tribù, ora alleate, “mossero una guerra crudele contro i Carlanes e le altre bande apache”, sospingendole sempre più a sud. Poi, nel giugno 1720, vi fu la disastrosa spedizione spagnola del Pedro de Villasur, conclusasi nelle terre dei Pawnees del fiume Platte. Gli spagnoli vennero spazzati via in una durissima battaglia dove soltanto 12 bianchi sarebbero sopravvissuti al massacro. La spedizione del Villasur avrebbe rappresentato l’ultimo tentativo spagnolo di spingersi all’interno delle grandi Pianure, ma avrebbe anche rappresentato la fine del dominio apache sulle Pianure centro-meridionali.