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La cavalleria nella guerra civile americana

A cura di Renato Panizza
Soldati a cavallo
L’epopea delle grandi cariche di cavalleria volgeva al tramonto.L’immagine romantica del cavaliere che, spada sguainata, lancia al galoppo il suo cavallo e si copre di onore, è più frequente sulla tela del pittore che nella realtà della guerra civile americana. L’avvento delle armi rigate, specialmente quelle a retrocarica e a ripetizione, rendeva poco fruttuose e troppo dispendiose, in termini di perdite umane, le travolgenti cariche di cavalleria stile napoleonico.
Faceva parte dell’addestramento anche del fante della guerra civile l’esercizio di formare un “quadrato”, per parare efficacemente l’attacco della cavalleria; e già lo stesso Bonaparte sapeva il prezzo che si doveva pagare quando la cavalleria si lanciava contro i quadrati di fanteria!
Era quindi necessario impiegare la cavalleria in modo diverso, e bisogna dire che in questo gli Americani si rivelarono più lungimiranti e all’avanguardia degli europei. I Francesi, ad esempio, nella guerra franco-prussiana del 1870, a Sedan, mandarono al massacro la cavalleria scagliandola contro la fanteria dotata di armi moderne.
E’ chiaro,dunque, che la cavalleria, per tornare a conseguire buoni risultati, doveva essere utilizzata in altri ruoli. Durante la guerra civile venne destinata a proteggere le grandi unità di fanteria in movimento; servì come “occhi e orecchie” dell’esercito in compiti perlustrativi; oppure per l’intercettazione di reparti nemici e treni di carriaggi di rifornimento, o per la penetrazione nelle retrovie nemiche allo scopo di far più danni possibili, colpendo le ferrovie e i centri di deposito e di rifornimento.
Una carica a cavallo
Non mancarono certamente anche le cariche di cavalleria, come quelle condotte con impeto dal generale nordista Custer, travolgenti ma con perdite rilevanti; né gli scontri tra cavallerie opposte, come quella che avvenne durante la campagna di Gettysburg tra Stuart e Pleasonton, a Brandy Station, e che mise in seria difficoltà il comandante del Corpo di cavalleria sudista. Stuart respinse il nemico, ma in seguito si tenne troppo lontano dalla sua armata, per seguire sulla destra quella nemica del Potomac, e perse i contatti con Lee, rendendolo “cieco e sordo” dei movimenti del nemico. Le cariche di cavalleria furono nel complesso rare e molto, troppo, sanguinose. In ogni caso, la cavalleria svolse un compito preziosissimo, indispensabile, ed ebbe quindi un ruolo determinante durante la guerra civile. Sia nell’esercito nordista che in quello sudista la cavalleria fu impiegata nello stesso modo, ma, specialmente nella prima metà del conflitto, il Nord la manovrò secondo i vecchi schemi tradizionali, e almeno fino al 1863 risultò meno efficiente di quella sudista.
Cavalieri in difesa della fanteria
La gente del sud si spostava molto utilizzando il cavallo, se non altro perché le comunicazioni ferroviarie erano poche, molte di meno che al nord. I soldati sudisti arrivavano soprattutto dalle campagne ed erano pratici di cavalli.
Al contrario, come spesso si lamentò il generale nordista Sheridan, i cavalleggeri del nord erano “bottegai e operai che avevano imparato ad andare a cavallo”, ma che non potevano competere in disinvoltura e destrezza con il cavaliere del Sud, oltretutto guidato da comandanti audaci fino alla temerarietà.
Ma le cose cambieranno, e, anche a causa del logoramento di uomini e animali che la cavalleria sudista col procedere della guerra dovette subire, quella nordista si portò all’altezza della situazione, raggiunse un ottimo standard qualitativo e finì coll’eguagliarla e anche col batterla.


Cavalleria unionista contro cavalleria confederata

Come i soldati di fanteria montata a cavallo (che non si possono considerare vera e propria cavalleria) usavano le cavalcature solo per spostarsi più rapidamente e poi smontavano e si battevano come normali reparti di fanteria, così i cavalleggeri impararono presto a combattere appiedati, e, specialmente quando furono dotati di armi a retrocarica e a ripetizione, divennero particolarmente efficaci.Ricordiamo l’intervento della cavalleria di Buford, quando combattè appiedata e fu determinante per rallentare le prime ondate d’assalto dell’Armata di Lee, il primo giorno di battaglia a Gettysburg. Il generale Forrest, forse il più famoso e grande comandante di cavalleria della guerra civile, divenne uno specialista di questo modo di combattere: i reparti appiedati tenevano il fronte centrale, mentre alle ali avveniva l’aggiramento dei veloci reparti a cavallo,che sbaragliavano il nemico.
Forrest eccelse nell’uso che fece dei suoi uomini per profonde incursioni nelle retrovie e per l’estrema agilità dei suoi reparti che preconizzavano le tattiche delle grandi unità motorizzate in azione durante la seconda guerra mondiale.


Una carica della cavalleria confederata

I Nordisti impararono presto la lezione, e nel 1863 Grierson compirà un mirabolante raid nel territorio della Confederazione, partendo dal Tennessee con l’obiettivo principale di distruggere il nodo ferroviario di Newton, che era vitale per la resistenza della città fortificata di Vicksburg, sul fiume Mississippi. Prendendo una decisione audace e rischiosa, degna del miglior Forrest,si spingerà ancora più a sud,e arriverà a Baton Rouge eludendo gli inseguitori. Impresa mirabolante, che ci ricorda anche il famoso raid di Morgan nello Stato nordista dell’Ohio, allo scopo non solo di recar danno al nemico, ma anche di sorprenderlo, creare panico e distogliere truppe nemiche dai fronti principali per attirarle su di sé.


Custer guida la cavalleria nordista

A tutto ciò bisogna aggiungere la cavalleria “partigiana” di Hunt Morgan,e del colonnello Mosby, il “fantasma grigio” della Confederazione. I due Ufficiali sudisti misero a punto tattiche e tecniche di guerriglia, utilizzando le loro cavallerie in modo veramente originale. A Mosby si oppose con efficacia, nel 1864, il generale Sheridan,che istrui reparti di cavalleggeri “scouts” nella valle dello Shenandoah, per compiere azioni di spionaggio, sabotaggio e continua interdizione. Un discorso a parte meriterebbe la cavalleria indiana che operò nel teatro di guerra del trans-Mississippi, a sostegno sia dell’Unione che della Confederazione.
Si trattava praticamente di fanteria montata: nulla a che vedere con i cavalieri indiani delle grandi praterie, e con la cavalleria di cui stiamo trattando.
Ma com’era organizzata la cavalleria durante la guerra civile americana? Di quali armi erano dotati i cavalleggeri,e com’erano le loro cavalcature?
Dopo la battaglia di Bull Run del Luglio 1861, la cavalleria nordista fu riorganizzata sulla base di sei reggimenti di Regolari,a cui si aggiunsero quelli dei volontari dei vari Stati , fino a raggiungere nel 1865 il consistente numero di 272 reggimenti, più diverse altre unità di rango inferiore non irreggimentate, per un totale di ben 80.000 uomini. Dei sei Reggimenti di Regolari, due erano originariamente Dragoni e uno Fucilieri a cavallo, quindi soldati con addestramento e modo di combattere più da fanti che da veri cavalieri; però, unitamente ad altre due unità (la sesta fu arruolata di fresco nel ’61) erano soldati che avevano maturato esperienza a ovest, combattendo gli indiani.


Un reparto di cavalleria guidato da Stoneman

Tutti gli altri incontrarono subito difficoltà a cimentarsi con la controparte sudista,formata da “cavalieri nati”. Allo scoppio della guerra, la Confederazione dovette formare il suo esercito partendo da zero. I volontari di cavalleria dovevano procurasi per conto loro il cavallo e, almeno all’inizio, anche tutto il resto dell’equipaggiamento, armi comprese. Fu così, che i reparti di cavalleria si riempirono di giovani dell’aristocrazia terriera e della ricca borghesia sudista che poteva permettersi la consistente spesa da sostenere per mandarli a combattere a cavallo. In seguito lo Stato passò al soldato a cavallo molte più cose,ma non la cavalcatura: il cavaliere a cui moriva il cavallo passava in fanteria, se non aveva il permesso di tornare temporaneamente a casa per rifornirsi di un altro cavallo… oppure cercava di procurarsene uno sul posto, magari tendendo un agguato a uno Yankee isolato, per poi ucciderlo e fregargli il cavallo! Fu anche per tutti questi motivi che i reparti di cavalleria sudista furono sempre fortemente sotto organico, più ancora di quelli nordisti. In compenso, la maggior parte degli ufficiali che si dimisero dall’esercito dell’Unione per entrare in quello sudista, così come i cadetti di West Point appartenenti a Stati del Sud, erano cavalieri di buona qualità.
L’unità tattica della cavalleria federale sul campo era lo Squadrone, formato da due Compagnie, ognuna formata da due Plotoni. Due Squadroni formavano il Battaglione, e tre Battaglioni formavano il Reggimento: pertanto,dodici Compagnie erano la consistenza di un Reggimento, per una forza al massimo di 1.200 uomini.


Cavalieri impegnati in un guado

Nel 1863 vennero eliminati gli Squadroni, e di conseguenza , ogni comandante di Battaglione aveva sotto di sé quattro Compagnie. Al contrario,il Reggimento di cavalleria sudista non possedeva Battaglioni, ma solo Squadroni: cinque Squadroni con dieci Compagnie di massimo 80 uomini, per una forza complessiva di solo 800 uomini.
Ma gli organici, per entrambe le parti, furono sempre molto sottodimensionati: i Nordisti al massimo poterono disporre di 600 cavalleggeri per Reggimento; i Sudisti anche solo di 300-350. Le cause di ciò furono non tanto le perdite di uomini in combattimento, ma il logoramento dei cavalli, per sfiancamento o incidenti vari. E sostituire un cavallo era un problema, specialmente per i soldati confederati, i quali disponevano, si, di cavalli di maggior bellezza, ma sensibili all’impatto delle fatiche di una guerra tanto quanto quelli più brutti dei nordisti, se non di più.
I soldati di cavalleria furono dotati di un vasto assortimento di armi, che andava da alcuni tipi di sciabola, a revolver e fucili corti, carabine, ma anche fucili da caccia e doppiette, che si dimostrarono ottimi per gli scontri ravvicinati, i corpo a corpo. Le pistole potevano essere Colt calibro ’44 (o calibro ’36, come la “Navy”costruita per la Marina, ma poiché più leggera,molto usata anche dagli ufficiali di Fanteria e di Cavalleria), Remington , Starr, Whitney, LeFaucheux… tutte a tamburo e calibro ’44. Tra i fucili, i più importanti furono gli Sharps modello 1859 e 1863, calibro ’52, a colpo singolo; gli Smith modello 1858, calibro ’54, a colpo singolo; i Burnside calibro ’54; i Mainard calibro’50; gli Starr calibro ’54, tutti a colpo singolo; oppure gli Spencer ’52 e gli Henry (molto meno usati), a più colpi e caricamento posteriore. I Confederati ,oltre a usare armi catturate ai Nordisti, ne produssero di loro,come i revolver tipo Colt, e carabine a retrocarica, come le Morse, le Tarpley e le Perry.Dal 1863 adottarono anche la carabina Enfield ad avancarica. Le sciabole in genere erano di due tipi: quella pesante da Dragone, e una più leggera di diversi modelli Alcuni reparti fecero uso di lance, come ad esempio i nordisti “lanceri di Rush” (6° Reggimento di Cavalleria della Pennsylvania), e diverse unità confederate, specialmente del Texas.
Non si contano i coltelli e i coltellacci di tutti i tipi.