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Dodge City, 1878: un altro anno di caos

A cura di Omar Vicari

Dodge City: Front Street
Al giro di boa del nuovo anno, nel gennaio 1878, il “Ford County Globe” pubblicò un impietoso articolo del “Washington Evening Star” che descriveva Dodge City come una piccola, violenta e peccaminosa città di frontiera.
C’era del vero in questo, ma come altre città, anche Dodge stava entrando in una fase di profondo rinnovamento. Divenuta a sua volta capitale del bestiame dopo Abilene e Newton, la città si preparava per l’imminente stagione col consueto entusiasmo. L’accoglienza in massa del bestiame proveniente dal Texas e il conseguente fiume di denaro che ne derivava, comportavano per forza di cose radicali cambiamenti.
Clemence Zingsheim, per esempio, inaugurò una fabbrica di sigari dietro il “Beatty & Kelly” saloon. Alonzo B. Webster, futuro sindaco della città, cessò la vendita delle sue merci e affittò il locale in Front Street a John Mueller e Walter Straeter.


John Mueller con la famiglia

Costoro pianificarono di diversificare le loro attività trasformando il vecchio locale di Webster nel loro “Old House” saloon.
Alonzo B. Webster, a sua volta, aprì un deposito di legname a sud della ferrovia assieme ai fratelli Brinkman. Per quanto riguardava la questione delle forze dell’ordine, con l’elezione di Bat Masterson in gennaio, si erano ormai assopiti i rancori per la corsa alla carica di sceriffo.
Alonzo B. Webster
Due settimane dopo la sua investitura e per quanto esile fosse stato il suo margine di vittoria, Bat Masterson iniziò presto a dimostrare quanto forte fosse la sua tempra.
Una gelida mattina di sabato, cinque fuorilegge tentarono senza successo di rapinare il treno di Kinsley, una località poco distante a nord-est di Dodge City. Una squadra guidata Bat Masterson, tra mille difficoltà dovute alla neve caduta abbondantemente, si mise sulle tracce dei banditi. Raggiunto il Crooked Creek, due dei cinque fuorilegge, Edgar West e Dave Rudabaugh, furono catturati pressi il ranch di Harry Lovell.
Di ritorno a Dodge City, i sospetti caddero addirittura su quello che in seguito sarebbe stato uno dei più grandi marshal della frontiera, Bill Tilghman che era in amicizia con Hurricane Bill Martin e Dutch Henry, il più grande ladro di cavalli del west.
La stampa di Kinsley dovette ricredersi sulle capacità di Masterson e il 12 febbraio il “ Ford County Globe “ uscì con un “ Thank you “ a caratteri cubitali. Nei giorni successivi, Bat Masterson, assieme a Charlie Bassett e John Josua Webb, continuò a dar la caccia al resto della banda. I fuorilegge trovarono rifugio lungo il fiume Cimarron e dopo tredici giorni di ricerche infruttuose, Masterson e soci tornarono a casa a mani vuote. La sera del 15 marzo, Nat Haywood, uno dei poliziotti di Dodge, localizzò due altri fuorilegge della rapina al treno in un saloon della zona a sud della ferrovia. Subito avvertito, Masterson accorse con il fratello Jim e Charlie Bassett, ma i due banditi erano già fuggiti in direzione sud.
Col chiarore della luna, la squadra inseguì i due uomini riuscendo ad arrestare Tom Gott e J. D. Green.


Bat Masterson e Dave Rudabaugh

Il giorno successivo Jim Masterson, J. J. Webb e Charlie Bassett individuarono le tracce di quello che era il cervello della banda, Mike Roarke che però riuscì a evitare l’arresto.
Nel frattempo Bill Tilghman fu prosciolto dalle accuse a suo carico mentre Edgar West, Tom Gott e J. D. Green furono trovati colpevoli e condannati a cinque anni di reclusione.
Gli eventi attorno alla rapina del treno di Kinsley evidenziarono la natura violenta della vita a Dodge City.
Il “Globe”, a tale proposito, scrisse un articolo “ Le facili pistole “ nel quale si puntava l’indice sulle armi portate in città senza un regolare permesso. Intanto la città si apprestava a nuove trasformazioni.


Charlie Bassett e l’interno del “Long Branch” saloon

George G. Hoover, per esempio, assieme al partner Henry V. Cook, trasferì l’Alamo saloon in un’altra parte di Front Street. Chalk Beeson e il suo socio Bill Harris dal canto loro rilevarono il Long Branch saloon dopo aver lasciato il Saratoga.
Sul fronte dell’amministrazione cittadina, James “Dog “ Kelly, già sindaco di Dodge, ripropose la sua candidatura per il secondo anno consecutivo.
Alle votazioni del 1° aprile 1878, Jim Kelly risultò primo seguito da Jeems Dalton con nove voti, Samuel Galland con tre voti e George Hoover con uno.
Circa una settimana dopo, tanto per non smentire ciò che la stampa scriveva su Dodge City, avvenne un grave fatto di sangue che scosse l’intera comunità della città. La sera del 9 aprile 1878, il Marshal Ed Masterson, fratello di Bat, fu ucciso da due cowboys texani ubriachi. Appena fuori del saloon di A. J. Peacock.


Bill Harris, Chalk Beeson e Jim “Dog” Kelly

C’era stata una soffiata a proposito di un cowboy, tale Jack Wagner, che sembra portasse una pistola malgrado il divieto imposto dal consiglio cittadino. Arrivato sul posto, Ed Masterson disarmò l’uomo e consegnò il revolver al capo mandriano Alfred M. Walker.
A quel punto, nelle mani di Wagner spuntò una seconda pistola con la quale, a distanza ravvicinata, lasciò partire un colpo che fece un buco nello stomaco del Marshal e che bruciò letteralmente i suoi vestiti.
Benché colpito, Ed Masterson ebbe la forza di sparare e colpire a sua volta Wagner al basso ventre e in successione Alfred Walker.
Nell’agonia della morte, Ed Masterson sparò altri due colpi che raggiunsero due spettatori tra la folla. Ormai morente, Ed fece ancora alcuni passi, quindi crollò di fronte al saloon di George Hoover.
Quaranta minuti dopo, malgrado le cure del Dr. Thomas Mc. Carty, Ed Masterson morì. Non aveva ancora ventisei anni. Dopo la sparatoria, Alfred Walker, ferito, fece alcuni passi e poi crollò nella polvere a poca distanza dal saloon. Alcuni cowboys lo sollevarono e lo portarono assieme a Wagner in un appartamento al secondo piano dell’emporio Wright, Beverly & Company.


Ed Masterson, George M. Hoover e Mike Sutton, procuratore

Jack Wagner morì il giorno successivo, mentre Alfred Walker riuscì a sopravvivere per qualche tempo. Morì in Giugno a Fort Scott nel Kansas in seguito alle ferite. Nel frattempo Bat Masterson, dopo aver visto morire il fratello, si avviò verso il saloon di A. J. Peacock coi mandati di arresto per altri quattro cowboys che avevano avuto parte in quel fatto di sangue. I cowboys furono messi sotto arresto e in loro difesa furono nominati gli avvocati Harry Gryden, Daniel Frost e William Morphy. Il procuratore della contea Mike Sutton sostenne l’accusa. Dopo un paio di giorni, i quattro cowboys furono scarcerati per insufficienza di prove.
Nel frattempo in città, John Brown e Joe Mason furono temporaneamente aggiunti alle forze dell’ordine mentre Charlie Bassett fu chiamato a colmare il posto vacante di Marshal.
John Brown sostituì Nat Haywood come Deputy Marshal.
Wyatt Earp, che nel frattempo stava seguendo le tracce di Dave Rudabaugh in Texas, tornò in città l’8 di maggio 1878. Tre giorni più tardi, Wyatt sostituì Brown come Deputy Marshal di Charlie Bassett. Intanto la stagione del bestiame era alle porte e si vociferava che circa 18.000 capi di bestiame stessero passando il Trinity River nel loro viaggio verso il Kansas. Altre voci parlavano di altri 200.000 capi pronti a partire per Dodge City. C’era aria di cambiamento e la città cercava di liberarsi dei simboli del suo violento passato.


Harry Griden e Daniel Frost, avvocati, e Wyatt Earp

La zona occupata dal “Boot Hill”, per esempio, fu venduta a Herman Fringer e Samuel Marshal, una coppia di speculatori che pensarono di lottizzare il terreno per altri scopi. Una zona a mezzo miglio a nord della città fu scelta per la ostruzione del nuovo cimitero denominato “Praire Grove Cemetery”. Tutti i corpi furono rimossi dal vecchio al nuovo cimitero dal gennaio 1879.
Per quanto Dodge City si sforzasse di voltare pagina, su alcuni giornali dell’epoca si potevano leggere alcuni salaci commenti su i fatti della città. Il “Kinsley Graphic”, per esempio, scriveva sarcasticamente che la vita a Dodge non era peggiore di quella di Chicago. Altri invece più realisticamente dicevano che a Dodge gli estremi si toccavano. In altre parole, la città poteva offrire, senza mezze misure, il meglio e il peggio della vita di frontiera.
Sembrava proprio dura a morire la storiella di quel cowboy che, salito su un treno, aveva detto al controllore di portarlo all’inferno. Al che quest’ultimo rispose: “Dammi due dollari e scendi a Dodge City”. In questa città effettivamente il becchino aveva sempre del lavoro da svolgere.
Il 13 luglio 1878, infatti, la cronaca locale registrò ancora una volta l’ennesimo fatto di sangue.
Alle quattro di mattina il Deputy Marshal Harry Mc Carty entrò nel Long Branch saloon per una bevuta. Aveva avuto la nomina appena tre mesi prima e adesso in quella calda ora del mattino si trovava appoggiato al bancone del bar parlando del più e del meno con Adam Jackson.


Il nuovo cimitero di Dodge, il “Praire Grove Cemetery”

In un angolo del locale alcuni avventori stavano infastidendo Thomas O’Herron, un tizio con problemi mentali. A un certo momento, O’Herron si alzò, si avvicinò al Deputy e, senza profferire parola, s’impossessò della sua pistola. Mc Carty di scatto si voltò per vedere chi gli aveva preso l’arma e, accortosi di O’Herron, lo strattonò cercando di recuperare il revolver.
Quello invece, scambiandolo forse per uno del gruppo che lo aveva deriso, armò la pistola e sparò. Il grosso proiettile calibro 0.45 attraversò la coscia di Mc Carty tranciandogli l’arteria femorale.
Il Deputy crollò in terra a causa dello shock e per la forte perdita di sangue. Harry Mc Carty morì nel giro di un’ora e il suo assassino fu condannato a dodici anni di penitenziario.
La morte di Mc Carty non mise fine alla scia di violenza nelle strade di Dodge City.
Circa alle tre del mattino del 26 luglio 1878, alcuni texani, recuperate le loro armi, fecero ritorno al loro campo. Muovendosi in direzione dell’Arkansas River con i loro cavalli, pensarono di finire la nottata sparando all’impazzata all’altezza del “Comique Theater”. I colpi arrivarono sin sul palcoscenico e il famoso comico Eddie Foy che stava recitando fu costretto a interrompere lo spettacolo. L’attore parecchi anni dopo ricordò l’accaduto: “Bat Masterson stava giocando con Doc Holliday ed io rimasi colpito dal modo fulmineo col quale essi si appiattirono sul pavimento per evitare i proiettili. Ho sempre pensato di essere agile, ma quelli lo furono più di me in quell’occasione.” Al crepitio dei colpi, Wyatt Earp e Jim Masterson si precipitarono verso il teatro e una volta sul posto spararono, assieme ad altre persone, in direzione dei cowboys che scappavano.
Dr. Mc Carty
Appena furono sul ponte sull’Arkansas River, uno di essi, tale George Hoy, ruzzolò da cavallo con una brutta ferita al braccio. Il Dr. Mc Carty gli prestò le prime cure, ma il giovane non rispose al trattamento. Un secondo medico, il Dr. William Tremaine, vista la gravità della ferita, dovette amputare l’arto. Malgrado questo George Hoy morì il 21 di agosto.
Con l’autunno alle porte, la città si trovò a fare i conti con la minaccia di un attacco indiano da parte di una banda di Cheyenne.
Il loro capo, Dull Knife, nel tentativo di raggiungere le terre dei Cheyenne settentrionali, doveva guidare la sua gente, partendo dal Territorio Indiano (odierno Oklahoma), attraverso le piste del Kansas. L’anno precedente, il governo americano aveva tentato di costringere gli stessi Cheyenne a stanziarsi presso la vecchia Darlington Agency, vicino Camp Supply (Oklahoma).
A tale scopo i responsabili delle agenzie del Nebraska negarono le razioni alle tribù ivi stanziate con la speranza di spingerle a sud entro il Territorio Indiano.
Little Wolf e Dull Knife
Le tribù Cheyenne settentrionali senza le razioni pattuite col governo americano, si piegarono e si spinsero a sud verso la Darlington Agency, dove arrivarono nell’agosto 1877. In quella terra per loro inospitale, i Cheyenne cominciarono a morire decimati dalle malattie e da un clima poco salubre, assai diverso da quello delle terre del nord.
Con un solo medico a disposizione per tutta l’agenzia, nella primavera del 1878, un quarto dei Cheyenne settentrionali era morto. Quelli rimasti pensarono di tornare sui loro passi, ai loro vecchi insediamenti. Cosi, in piccoli gruppi ed anche solitariamente, i Cheyenne cominciarono a partire dal Territorio Indiano. Quando Dull Knife, Litte Wolf, Wild Hog e altri rispettabili capi lasciarono l’agenzia, il panico si diffuse per tutto il Kansas.
L’agente John Miles li aveva richiamati all’agenzia nel tentativo di censirli, ma gli indiani rifiutarono di tornare. All’appello mancavano in tutto 353 indiani, tra cui molte donne e bambini.
Wild Hog e Lame White Man
L’esercito si mosse sulle loro tracce e quattro giorni dopo soldati e indiani si scontrarono nei pressi del fiume Cimarron a nord di Camp Supply.
Nella battaglia tre soldati e uno scout Araphao furono uccisi e tre altri soldati feriti. Rifiutando di arrendersi, i guerrieri Cheyenne impegnarono i soldati permettendo in tal modo alle donne e ai bambini di attraversare il fiume e di entrare nel Kansas.
A Dodge City la gente seppe della fuga dei Cheyenne leggendo l’edizione del “Times” del 14 settembre. Strano a dirsi, il giornale prendeva la difesa degli indiani, ironizzando sul fatto che i soli scalpi che i Cheyenne avrebbero preso lungo la loro marcia sarebbero stati quelli dei manzi texani.
Da Fort Dodge i soldati partirono per intercettare le bande, per cui nella vicina Dodge City non si sparse subito il panico. Le preoccupazioni aumentarono solo dopo che le bande si avvicinarono alla città. Il sindaco Jim Kelly telegrafò al governatore facendo presente che gli indiani erano a non più di sei miglia dalla città. Un secondo telegramma invocava addirittura l’invio di armi e munizioni.
Quest’ultimo telegramma poteva sembrare a dir poco paradossale visto che le armi a Dodge era una mercanzia che non mancava di certo.
Alcuni ranch vicino la città furono comunque abbandonati e quando da uno di essi si levò una nuvola di fumo, un terzo telegramma fu spedito al governatore. Questi inviò un certo quantitativo di armi verso Dodge, ma nello stesso tempo avvisò il sindaco Kelly che gli indiani in questione erano, secondo il generale Pope, non più di settanta in tutto.
I Cheyenne, stremati dal lungo cammino e dalla fame, avevano ben altri pensieri per la testa. L’eccidio dei Cheyenne a Fort Robinson
Il loro unico obiettivo era solo e soltanto quello di raggiungere le terre del nord.
Intanto in città la vita, tra una sparatoria e l’altra, scorreva come sempre. La sera del 18 settembre 1878, John Brown, da poco eletto nelle fila delle forze dell’ordine, si scontrò con Al Manning, un barman di uno dei tanti locali a Dodge.
Nella sparatoria quest’ultimo invece di colpire Brown, ferì un innocente spettatore.
Skunk Curley, un’altra testa matta, sotto l’effetto dell’alcool, ferì in modo serio ancora una terza persona. Frank Trank, un altro poliziotto, fu ferito mentre attraversava i binari all’altezza della stazione ferroviaria. I giornali di Dodge commentarono che durante l’ultima settimana di settembre di quell’anno si erano verificate non meno di una mezza dozzina di sparatorie, tutte risolte fortunatamente solo con ferite.
Nel frattempo i Cheyenne che stavano risalendo il Kansas, effettivamente attaccarono alcuni ranch uccidendo alcuni coloni e rubando i loro cavalli. Il 1° ottobre 1878, durante uno scontro con i soldati che li inseguivano, fu ucciso il comandante di Fort Dodge, il colonnello W. H. Lewis. Arrivati in Nebraska, i Cheyenne si arresero in massa a Fort Robinson. In quel posto, in una fredda notte di gennaio 1879, i Cheyenne, temendo di essere riportati in Oklahoma, tentarono un’improbabile fuga. Purtroppo, nello scontro con i soldati, sessantaquattro indiani, tra cui donne e bambini, persero la vita.
Un’ondata di sdegno si sparse per tutta la nazione e il governo, forse per riparare alle accuse che arrivavano dalle opposte forze politiche, premise a Dull Knife di sistemarsi nella riserva di Pine Ridge nel Sud Dakota.
Non tutti gli indiani ebbero la stessa fortuna di Dull Knife. Sette di essi, tra i quali Wild Hog, furono trascinati a Fort Leavenworth con l’accusa di omicidio. Li scortavano Bat Masterson, suo fratello Jim e Charlie Bassett. Il processo a carico dei sette imputati venne spostato a Lawrence nella contea di Douglas.
Mike Sutton, l’avvocato amico di Bat Masterson, non riuscì a dimostrare la colpevolezza degli indiani, per cui il processo terminò con un nulla di fatto e la spese processuali furono addebitate alla contea di Ford. Messa da parte la vicenda dei Cheyenne, la città di Dodge City fu testimone dell’ennesimo odioso omicidio.


I sette Cheyenne processati per omicidio

La vittima in questione, Dora Hand, era una cantante di trentaquattro anni che si esibiva col nome di Fannie Keenan arrivata a Dodge City nell’estate del 1878 dopo un paio di stagioni a St. Louis. A Dodge Dora Hand si esibì prima nel teatro di Ben Springer e poi presso l’Hamilton Bell’s Variety. La mattina del 4 ottobre 1878, un uomo a cavallo si avvicinò a una piccola casa situata dietro il Great Western Hotel. La casa, di proprietà del sindaco Jim Kelly, era temporaneamente occupata da Dora Hand e dalla sua amica Fannie Garretson. L’uomo a cavallo si avvicinò alla finestra e improvvisamente lasciò partire due colpi all’interno della casa, quindi spronò il suo cavallo dandosi alla fuga sulla strada per Fort Dodge.
Richiamati dal rumore degli spari, Wyatt Earp e Jim Masterson corsero verso la casa e all’interno videro una donna colpita a morte in una pozza di sangue. Dell’omicidio fu incolpato James M. Kenedy, un giovane texano figlio del barone del bestiame Mifflin Kenedy. Il movente dell’uccisione della donna non è stato mai chiarito. La versione più accreditata sembra coinvolgere nella vicenda il sindaco Jim Kelly. Quest’ultimo era il proprietario della casa e per sua fortuna alcuni giorni prima era partito per Fort Dodge per un consulto medico. La casa era stata data temporaneamente in affitto alle due donne, per cui James Kenedy, credendo di sparare per qualche oscuro motivo al sindaco, finì per colpire la povera Dora Hand.
In luglio e in agosto il giovane era stato arrestato già un paio di volte per porto d’armi abusivo e disturbo della quiete pubblica e quindi è probabile che Kenedy riversasse il proprio risentimento verso il primo cittadino della città. Inseguito, il giovane fu localizzato e catturato nei pressi di Meade City.
Dora Hand
James Kenedy aveva però i suoi santi in paradiso, infatti era figlio di un barone del bestiame, un uomo ricco e l’amministrazione della città non poteva permettersi di perdere le grosse somme di denaro che i texani portavano a Dodge City.
Il processo, una farsa, finì con un’originale sentenza di assoluzione che giustificava il giovane perché Dora Hand non era la persona che voleva uccidere.
Con l’arrivo dell’autunno, Dodge City recuperò la sua routine giornaliera. Finita la stagione del bestiame, col ritorno dei cowboys in Texas, la città conobbe un periodo di quiete.
Daniel Frost, editore del “Globe”, arrivò a dire che Dodge era ormai una tranquilla città e che le forze dell’ordine, numerose,
pesavano troppo sul bilancio cittadino. Le parole di Frost furono subito smentite dalla fuga di quattro uomini che il 6 dicembre scapparono di prigione. I fuggitivi erano Frank Jennings, Jim Baily, W. H. Brown e “Skunk Curley” Gould. Solo Brown evitò la cattura, mentre gli altri tre furono condannati a due anni di lavori forzati presso il penitenziario di Leavenworth.
Sul finire di dicembre, Bat Masterson si recò in Colorado per prendere accordi sull’estradizione del famoso ladro di cavalli Dutch Henry Born scappato dalla prigione della contea in circostanze oscure
due anni prima. Masterson conosceva molto bene Dutch Henry poiché insieme avevano preso parte alla seconda battaglia di Adobe Walls nel 1874.
A Trinidad, Bat Masterson telegrafò al procuratore Mike Sutton dicendo che lo sceriffo della città non avrebbe consegnato il prigioniero senza il pagamento di 500 dollari.
La mattina del 6 gennaio 1879, Bat Masterson tornò a Dodge con Dutch Henry al seguito e la testata del “Globe”, nei giorni che seguirono, non indagò su come Masterson avesse fatto a riportare Henry senza una formale estradizione. Il bandito era considerato il più famoso ladro di cavalli della frontiera, ne aveva rubati a centinaia, spesso catturato e spesso ferito, quasi sempre era riuscito ad evadere. Il processo a suo carico, con molti testimoni, durò solo due giorni e terminò, come spesso accadeva nel west, con una piena assoluzione.
Dutch Henry lasciò la città, ma fu arrestato di nuovo dal Deputy Marshal Charles B. Jones a Wichita per una precedente evasione dalla prigione locale.
Col tempo Dutch Henry lasciò la strada del crimine, tornò in Colorado e durante gli anni ottanta si interessò di concessioni minerarie.
Nel 1900, Dutch Henry sposò Ida Dillabaugh dalla quale ebbe quattro figli. Negli ultimi anni della sua vita, Dutch Henry non parlò mai del suo passato e non prese mai più in mano una pistola.
Di tanto in tanto frequentò qualche vecchia conoscenza dei tempi andati come Charles Siringo e Bill Tilghman.
Dutch Henry Born morì di polmonite il 10 gennaio 1919 e fu sepolto a Pagosa Springs (Colorado).