La freccia turchese

A cura di Domenico Rizzi

Antonella Sicurello è una giornalista che risiede a Cagno, provincia di Como e svolge attualmente la propria attività di redattrice in Svizzera. Laureata in Scienze Politiche all’Università di Pavia e collaboratrice di testate italiane ed elvetiche, è l’autrice di un romanzo ambientato negli Stati Uniti nell’era moderna, in un luogo dove passato e futuro sembrano fondersi magicamente in un’atmosfera da thriller.
“La freccia turchese” prende infatti il via da una spiaggia della California, fra gli spruzzi delle onde del Pacifico e gli echi di un’importante partita di baseball seguita consumando una “pizza al balcone”, ma ben presto il contesto assume contorni completamente diversi nelle lande silenti e talvolta desolate della riserva degli indiani Navajo, in Arizona.
Il motivo è una strana epidemia alla quale nessuno sa porre rimedio, perche affonda le sue origini in una terribile maledizione lanciata da uno sciamano molto tempo prima, quando i Pellirosse erano ancora sul piede di guerra con i Bianchi. La medicina tribale si rivela impotente dinanzi al fenomeno, che rischia di sterminare tutti i 174.000 nativi della riserva, per cui il saggio Thomas Taliman invoca l’intervento di suo nipote Manuel, perché “solo un giovane forte, nato dal seme di un Dinè e dal ventre di una donna bianca, quindi dall’amore di due popoli profondamente diversi ma che oggi convivono in pace, può sconfiggere l’odio profondo di Uomo Senza Denti”. Quest’ultimo era uno stregone che nel lontano 1864 sotterrò, nel Canyon de Chelly dell’Arizona uno scrigno incautamente disseppellito ai giorni nostri dall’ignaro Mani Leste: un segreto che avrebbe riservato morte e distruzione una volta riportato alla luce.
Il giovane Manuel, cresciuto nella civiltà e soltanto in parte di sangue navajo, accetta di raggiungere il nonno e di imbarcarsi in un’impresa ritenuta impossibile. Da solo dovrà affrontare il fantasma di Uomo Senza Denti e sconfiggerlo, armato soltanto di un arco, di una freccia magica confezionatagli appositamente per l’occasione e del suo coraggio. E’ un novello Atreyu che sembra riaffiorare dall’incanto del romanzo “La storia infinita” per fronteggiare nuovamente il “nulla” che avanza, un fantasma che scaglia piume mortali uccidendo uomini e animali. La lotta appare impari e soltanto un cuore puro potrà guidare vittoriosamente la freccia color turchese contro il male.
Nasce dunque dalla penna di una scrittrice alla sua prima pubblicazione un’avvincente fiaba moderna, capace di mescolare antiche tradizioni e realtà quotidiane, navigando sulle ali di una leggenda che, anche in un mondo rivoluzionato dalla tecnologia, non è mai tramontata.
Pur senza esserne venuta a conoscenza, mentre visitava la riserva navajo alcuni anni fa e neppure dopo il rientro in Italia, l’autrice ha richiamato un fatto di cronaca del 1993, riguardante proprio una strana morìa verificatasi nella riserva indiana, a cui la stampa americana diede notevole risalto per alcune settimane. Una dozzina di abitanti del luogo, di età compresa fra 19 e 31 anni, furono colpiti da un virus inspiegabile, simile ad una comune influenza, che ne provocò rapidamente la morte. Le autorità federali del Dipartimento della Sanità affidarono lo studio del caso ad uno staff di esperti, che avanzarono varie ipotesi, sostenendo che la malattia poteva essere stata causata da un’infezione trasmessa da animali – topi o cani della prateria – in seguito allo squilibrio ambientale provocato da El Nino, responsabile del notevole aumento della piovosità nella regione. Ma già al principio dell’epidemia qualcuno insinuò il sospetto, ben più grave, che si potesse trattare di contaminazione chimica derivante da esperimenti nucleari compiuti in un vicino Stato. Molti Navajo si dissero invece convinti che il male fosse originato dall’abbandono delle tradizioni tribali e dall’aver ceduto sconsideratamente alle tentazioni del progresso. Antonella Sicurello sembra condividere inconsciamente quest’ultima tesi, lasciando che sia la suggestione della magia a guidare la misteriosa vicenda. L’impresa di Manuel è la sfida dell’uomo civilizzato, immerso in un ambiente tecnologico sempre più frastornante, dove ogni cosa sembra trovare una spiegazione razionale, che si misura con l’affascinante dimensione del sogno.“I sogni danno un senso al nostro riposo e fanno emergere desideri o paure reconditi. E’ bello poter credere che qualcosa ci aiuti a realizzare i primi e a sconfiggere le seconde.” Dopo il cimento, il protagonista di un’avventura sospesa nel tempo, ritorna rafforzato alla quotidiana battaglia della vita, che assume l’aspetto di un’onda dell’oceano californiano “più alta di quella colpita dalla freccia turchese”.
Un’onda nella quale il giovane si tuffa senza esitazione, levando le braccia verso il sole, con l’indomita fierezza di una nuova sfida negli occhi.

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Titolo: La freccia turchese
Autore: Antonella Sicurello
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Rilegatura: Brossura leggera
Anno: 2007
Prezzo: 13 euro
Pagine: 77

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