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Storia della cavalleria nel vecchio west

A cura di Luciano Guglielmi

Le vicende della cavalleria Americana, iniziano sin dalla rivoluzione delle “colonie”, che porterà all’indipendenza degli stati dell’Unione.
Nelle colonie gli emigrati Europei cercano di organizzare le forze della rivoluzione e s’appoggiano a ufficiali di cavalleria giunti dall’Europa, in grado d’organizzare le forze di cavalleria. Le vicende proseguono anche dopo la conquista dell’indipendenza, in un alternarsi di eroismi e conquiste e difesa della giovane Unione. La guerra civile divide in due l’Esercito ed anche le formazioni di cavalleria, i personaggi di spicco per la cavalleria sono ancora ufficiali fuoriusciti dagli eserciti d’Europei, i quali cercano d’applicare le conoscenze e gli stili delle cavallerie Europee, sempre in conflitto tra loro.
In fine la cavalleria dell’unione diventa l’unica arma efficace contro i popoli Nativi, i quali combattevano anch’essi a cavallo con tutt’altre conoscenze e principi.
Il primo corpo di cavalleria Americano lo si deve al nobile Polacco Casimiro Pulasky, il quale conosceva bene l’organizzazione militare Prussiana ed organizza il 1° Reggimento Dragoni Americano, raccogliendo dei reduci dalla guerra con i Nativi Cherokee, scagliati dagli Inglesi, contro le formazioni militari delle Colonie ribelli. Così avvenne la prima carica di un reggimento di Cavalleria Americano, era l’11 Settembre 1777, il 1° Reggimento Dragoni era comandato dal Colonnello G. Baylor.
Cavalieri del 10°
I Dragoni erano una specialità della Cavalleria militare Europea, nati con l’avvento delle armi da fuoco sul finire del XVII secolo. Essi erano armati di sciabola e pistola che portavano sempre con se, assieme alla baionetta per il moschetto. Mentre il moschetto era affardellato sul cavallo, così come l’ascia e le mazze da demolizione. Essi svolgevano l’attività di guastatori, demolitori delle difese nemiche, apri strada per le fanterie. Si possono considerare cavalleria pesante per l’attacco di postazioni fortificate o linee di fanteria arroccate. Erano in grado anche di creare baluardi difensivi e partecipare alle difese appiedati. I Dragoni furono la specialità di cavalleria Americana importata dall’Europa e impiegata sino ai primi decenni del XIX secolo.
Per le nuove esigenze militari della nascente nazione Americana, per la particolarità del territorio, la sua vastità e la necessità di rapidi spostamenti, in relazione anche all’esiguità numerica delle formazioni di cavalleria, fu subito necessario alleggerire l’equipaggiamento dei Dragoni, così già prima della conquista dell’indipendenza si organizzarono anche formazioni di cavalleria leggere il Generale Stefan Moylan, organizzo un reparto, il 1° Reggimento cavalleria leggera che nel 1778 sconfisse nel New Jersey le truppe Inglesi. Il Gen. Moylan era Ungherese, l’Ungheria al tempo, forniva la migliore cavalleria all’esercito Asburgico in Europa.
Nel 1781 gli Americani espugnarono Georgetown, dove la cavalleria caricò più volte con estrema determinazione. Ormai era a tutti chiaro che la cavalleria alleggerita e dotata di buoni cavalli era l’arma vincente su questo territorio. La nascente cavalleria Americana sconfisse e distrusse la cavalleria Inglese. Ormai siamo all’epilogo della rivoluzione, con la resa del generale Conwallis, si chiude il periodo della lotta per l’indipendenza, il trattato di Parigi del 1783 sancisce la libertà agli Stati Uniti d’America.


Reparto di cavalleria al guado

Negli anni successivi la cavalleria fu chiamata a far fronte alle ostilità dei Nativi Cherokee e gli Irokesi, alleati degli Inglesi, che dal Canada li sobillavano, i tredici stati originali dell’Unione ebbero nella cavalleria del Kentucky la spallata necessaria per avere ragione dei Nativi. La fine della libertà delle nazioni Cherokee e Irokese, si fa risalire alla battaglia dei tronchi caduti. Poi fu la volta della nazione Creek dove Andrew Jackson con abili manovre di cavalleria gli inflisse alcune sconfitte.
I Creek reagirono e nel 1831 assalirono Fort Mims distruggendolo e infliggendo molte perdite tra i soldati e i coloni che li si erano rifugiati.
Era chiaro a tutti che per contrastare e indebolire le nazioni Native, era necessaria la cavalleria, con rapidi spostamenti, facilità d’attacco ed altrettanta velocità nello sganciarsi dal nemico. La cavalleria stava cambiando, si rendeva sempre più leggera e con cavalli veloci e sempre più adatti ai territori del West.
Le grandi cavallerie Europee stavano anch’esse mutando, ma tenevano molto separate le tipologie reggimentali, dai Dragoni dotati di fucili a canne rigate, ai reggimenti Lanceri, famosi quelli Francesi, ai cavalleggeri. Nell’esercito Vittoriano i cavalleggeri si distinsero nella grande espansione territoriale della corona Britannica. Fu anche studiato un nuovo stile di cavalcare e combattere, oltre ai compiti di ricognizione per i reggimenti cavalleggeri.
Nel nuovo mondo ed in particolare sulla frontiera che si andava profilando, la cavalleria rimase una e la sua specializzazione, in questi territori, rese i cavalieri si più leggeri, ma sempre in grado di combattere appiedati. Tuttavia la necessità di rendere sempre più forte l’arma di cavalleria, induceva l’esercito dell’unione, ad osservare attentamente gli svolgimenti e tendenza Europee.


Un cavalleggero in posa per il fotografo

Per la cavalleria dell’unione, nel clima di rafforzamento, si andavano affermando due poli allevatoriali dei cavalli. Gli allevamenti del Vermont e quelli del Kentucky, dove rispettivamente venivano allevati cavalli di razza Justin Morgan e American Saddlebred, detta anche Kentocky Saddler. Si trattava di cavalli fortissimi e velocissimi, di buona stazza, entrambe le caratteristiche di razza erano state fissate da tempo, il compito fu mantenerle e selezionare migliorie per l’impiego militare.
L’espansione negli stati del Sud e del West, fu una lotta continua con i Nativi, dove la cavalleria si specializzo a contrastarli ed ad annientarli. Vi fu anche lo scontro con il Mexico con il Generale Santa Ana, il quale disponeva di una forte cavalleria d’immagine Europea, annoverava anche reggimenti di Lanceri. Gli scontri furono durissimi, tuttavia i cavalleggeri Americani poterono dimostrare superiore capacità di movimento e si batterono con uno stile più moderno. Il Texas si dichiarò indipendente nel 1845 e invase l’Arizzona con il Colonnello Kearny ed i suoi cavalleggeri, occupò Santa Fe e volle puntare sulla California. Tuttavia gli Americani, sconfitto Santa Ana, ebbero la forza di invadere il Mexico varcando il Rio Grande con un’armata, dove erano presenti reggimenti di cavalleggeri. Furono quest’ultimi a togliere d’impaccio le fanterie che si stavano sgretolando negli attacchi alla baionetta. Il Capitano May condusse gli attacchi di cavalleria e portò alla vittoria l’Armata. Alla fine della guerra con il Mexico, 1847, si riaprirono le ostilità con i Nativi, il Generale Harney, con i cavalleggeri, cominciò con gli Sioux dando il via all’epopea della frontiera del Mito.
All’inizio degli anni 50 del secolo XIX, l’organizzazione militare voleva aumentare l’efficienza della cavalleria che fino ad allora non era ancora ben organizzata, mancava l’uniformità delle cavalcature, degli equipaggiamenti e dell’organizzazione logistica.
Per i cavalli il Justin Morgan, risultava già ben inserito, mentre gli equipaggiamenti e l’organizzazione risultavano manchevoli e lo Stato Maggiore dell’esercito volle provvedere.


Ufficiale in tenuta di campagna

Fu dato incarico al Generale George Brinton McClellan, di recarsi in Europa a studiare questi profili, tra le cavallerie Europee.
Il generale McClellan nel 1855 è presente nella guerra di Crimea, come osservatore alle operazioni dell’assedio di Sebastopoli. In seguito ebbe modo di studiare le cavallerie Prussiana e Ungherese.
Al rientro in patria, egli era un valido ingegnere, presentò all’Esercito un modello di sella che fu adottato dalla cavalleria Statunitense sino a quando l’arma di cavalleria fu abolita nel 1942.
La sella McClellan, risulta essenziale e con un profilo dell’arcione rialzato, così come è rialzato la paletta del seggio. Questa conformazione permetteva al cavaliere in armi, di trovare due forti punti d’appoggio ed ancoraggio alla sella che gli consentivano di reggere lo scontro con un altro cavaliere. La vistosa feritoia lungo il seggio in corrispondenza della colonna vertebrale del cavallo, consentiva la circolazione dell’aria ed eliminava ogni possibile pressione sulle vertebre del cavallo.
La sella McClellan, ancora usata nelle lunghe distanze oggi, appoggia il suo equilibrio e la ripartizione del peso tra la 12° e 13° vertebra della colonna, a differenza del più diffuso appoggio sulla 9°, infatti la McClellan appoggia dove la colonna risulta più robusta ed in posizione ideale per distribuire il peso in modo più diffuso sul dorso del cavallo. Anche il cavaliere si trova ad avere le proprie gambe in una posizione di maggior forza tra la parte anteriore del cavallo e quella posteriore e la sella non ha alcun contatto con le reni dell’animale.


Un controllo effettuato da soldati del 3° Cavalleria

Ma ombre minacciose si profilavano all’orizzonte, negli stati del Sud serpeggiava malumore e si affrettarono le migliorie all’esercito con l’arruolamento dei migliorati cavalli, i quali realizzarono il salto di qualità della cavalleria. Nel Nord gli allevamenti del Vermont e nel Sud quelli del Kentucky.
Per la razza Morgan, avvenne una svolta, durante la C.W., diventando il cavallo più ambito dai reparti di cavalleria Unionista e quelli di artiglieria per il traino dei cannoni.
Il reggimento “Primo Cavalleria del Vermont” si vantava di essere montato esclusivamente su splendidi Morgan. Reinzi era il nome del Morgan che montava il Gen. Sheridan nella carica di Cedar Creek, Little Sorrel era il nome del cavallo Morgan del Gen.Stonewall Jackson. Per quest’ultimo si racconta che il generale lo avesse comprato per la moglie, ma avendolo montato una sola volta lo volle con se per tutta la vita, portandolo in battaglia.
Il Generale Lee e la sua famiglia disponevano di una scuderia di cavalli, alcuni di questi furono anche utilizzati durante la CW :
Richmond, stallone baio , battezzato così perché fu la cavalcatura del Generale nella difesa di Richmond. Il cavallo morì nel 1862 dopo la battaglia di Malvern Hill.
Brown-Roan, che comprò nel West Virginia durante la prima estate di guerra. Nel 1862 diventò cieco e dovette ritirarlo dal servizio e lo lasciò ad un contadino.
Ma il più famoso di tutti i cavalli del Generale Lee fu Traveller nato nel 1857, un Kentucky Saddler magnifico alto 16 mani, Grigio con punti neri. Lo comprò nel 1861 per 200 Dollari, stettero sempre insieme da quel momento in poi.


Assalto indiano ad una postazione della cavalleria

Traveller morì nel 1871, un anno dopo il Generale e il Washington College conservò i suoi resti fino al 1970, quando furono traslati vicino a quelli del Generale Lee.
Lee fu molto legato a questo cavallo, scrisse di lui cose toccanti e lo governò sino al 1870 quando egli stesso morì.
La catastrofe della Guerra Civile fu come un immane uragano, che cambiò radicalmente il modello di società che sino ad allora era cresciuta. Finita la guerra aumentarono notevolmente l’arrivo di emigranti Europei che venivano anche arruolati nell’esercito, non fece eccezione la cavalleria. Si doveva risolvere il problema Nativi eliminando la frontiera del West. La cavalleria fu l’espressione militare, infatti nel West quando si parlava di esercito s’intendeva i cavalleggeri.
I cavalleggeri furono anche tristemente famosi presso le nazioni Native delle alte pianure, i guerrieri Indiani erano esclusivamente cavalieri in grado di combattere abilmente a cavallo, tuttavia i loro cavalli Mustang risultavano si resistentissimi e frugali, ma la taglia contenuta li rendeva meno veloci di quelli dell’esercito, per contro i guerrieri Nativi erano molto più abili nel cavalcare dei cavalleggeri. Infatti nella cavalleria della frontiera si trovavano tutte le genti, avventurieri, emigrati che non parlavano l’inglese, fuggiaschi ed ex soldati ed anche banditi e malfattori.


Cavalleria nella tormenta in Arizona

Con un simile esercito contro, le nazioni Native subirono ogni sorta di soprusi che andavano ben oltre lo scontro militare. Tuttavia sia nelle praterie che nei deserti ed anche sulle Rocky Mountain, non esisteva combattente che non fosse a cavallo, si può, a ragione, sostenere che nel West del Mito, imperava la Cavalleria, che fu unica e irripetibile altrove.