Tierra de los Tobosos

A cura di Gianni Albertoli

Gli indiani Tobosos sono poco noti anche se nella loro storia vi sono significative azioni di guerra contro l’avanzata coloniale spagnola. Il John R. Swanton li menzionava come una popolazione dedita alle incursioni e alle razzie stanziata, nel XVII secolo, nella gran parte delle terre del Bolsón de Mapimi e nelle zone site più a nord fino al corso del Rio Grande (Coahuila). La tribù confinava a sud con i gruppi Salineros e i Cabezas, e a est con vari gruppi dei Chisos. Il grande studioso ipotizzava che i Tobosos potevano anche appartenere al ceppo linguistico Athapaskan, ma ancor oggi questa tesi non è accertata con sicurezza. Altri due gruppi, noti come Cocoyomes e Cabezas, sembra fossero due bande distinte ma connesse con la tribù Tobosos. I Cocoyomes, che il Thomas N. Campbell localizzava nel Nuevo León, si misero in evidenza con una lunga serie di attacchi, al fianco dei Tepehuanes, nella vallata del San Juan.
Gli indiani Cabezas erano ritenuti particolarmente bellicosi, spesso al fianco dei Tobosos, lanciarono, nel maggio 1675, diversi attacchi contro gli insediamenti e furono fronteggiati dalle truppe di Fernando del Bosque; in quel periodo si diceva che nelle “rancherias” dei Cabezas vi fossero numerosi giovani spagnoli catturati nelle zone di Parral.
Questi due ultimi gruppi, negli anni compresi tra il 1640 e il 1690, avrebbero vagato nelle zone meridionali del Bolsón de Mapimi ma, qualche anno dopo, alcuni gruppi di Cabezas sarebbero entrati nella missione di Parral. Fu intorno al 1644 che i Cabezas abbandonarono i loro villaggi per unirsi ai ribelli che stavano mettendo a ferro e fuoco la Nueva Vizcaya. Stando alle fonti, le loro terre erano le stesse di quelle dei Tobosos, ed erano poste nelle vicinanze dei gruppi Salineros; infatti, il Calderon (1645) riportava che la regione delle saline era “la terra dei Cavezas e dei Salineros”. Il Griffen riteneva che vi fossero due gruppi distinti di Cabezas, uno originario del bacino di Parral/Tizonaco e l’altro nelle zone della missione di San Juan Bautista, nelle vicinanze dell’Eagle Pass. Il Campbell non accettava le tesi del Griffen, affermava che l’avanzata verso nord dei Cabezas avvenne sotto la spinta coloniale spagnole e che, agli inizi del XVIII secolo, la tribù era ormai soltanto un miscuglio di resti di nazioni indiane in via di estinzione.
Nel XVI secolo le popolazioni del Coahuila e del Chihuahua si spostavano spesso a nord per cacciare i bisonti nelle pianure del Texas e del Nuovo Messico, spesso raggiungevano anche l’Edward Plateau. Fra queste popolazioni vi erano anche i Tobosos, di cui gli spagnoli ricordavano, nel 1693, quattro bande rappresentate dai Guazapayogliglas, Osatayogliglas, Chichitames e Sisimbles, di cui le prime tre vivevano lungo il corso del Rio Conchos. Alcuni studiosi ritengono però che queste bande appartenessero invece agli indiani del gruppo Conchos. Un ruolo importante nella storia della tribù fu rappresentato dai Ladinos. Stando alle fonti, nell’anno 1680 questi Ladinos erano alleati dei Tobosos ed erano composti dai Batayogliglas, Sunigugliglas e dai Satayogliglas. Il sentimento anti spagnolo stava ormai facendosi strada nelle menti degli indiani. Parecchi nativi erano entrati nelle missioni, ma molti di questi si dettero ben presto alla fuga, divennero così “apostati” o “ladinos”; questo ultimo termine implicava che questi indiani avevano buone conoscenze della lingua castigliana, ma anche di numerosi dialetti nativi, inoltre conoscevano le ubicazioni degli insediamenti coloniali e delle zone dove vi erano mandrie di bestiame. Queste informazioni erano molto utili in caso di attacchi o razzie. Il gruppo Ladinos più numeroso del Messico nord-orientale, intorno al 1680, fu sicuramente quello noto come “Jumano Tobosos” del Rio Concho. Entro la fine del XVII secolo avevano ancora almeno una dozzina di gruppi distinti, molti dei quali erano apostati fuggiti dalle missioni o appartenenti ad altre popolazioni. Ma < < I più coraggiosi fra loro erano i Tobosos >> (da una lettera del Governatore della Nueva Vizcaya, anno 1678); il documento ricordava inoltre che “… tutti erano comunemente chiamati Tobosos”. Questi indiani furono spesso alleati dei Jumanos di La Junta de los Rios e sembra che la composizione numerica di queste bande andasse dai 30 ai 50 uomini, il che indicava chiaramente una loro frammentazione. Intorno al 1680 alcuni gruppi – Batayogliglas, Sunigugliglas e Satayogliglas – continuavano a vivere nelle zone di La Junta, ma gli spagnoli, forse a ragione, li ritenevano alleati dei Tobosos dell’interno. Contro la tribù vennero lanciate numerose spedizioni punitive, soldati, milizie civili e alleati indiani si spingevano fin nelle roccaforti montuose a est del Rio Conchos per combattere i gruppi ribelli; ciò rendeva molto difficile l’aggregazione delle bande. Gli indiani si dividevano in piccoli gruppi e poi si lanciavano in continue incursioni, i “predoni Tobosos” commerciavano poi i frutti delle loro razzie proprio a La Junta de los Rios.


La mappa delle zone in cui vivevano i Tobosos

I capi di bestiame razziati sarebbero diventati elementi importanti nell’economia tribale, sia i bovini che i cavalli venivano spesso mangiati da questi indiani, ma potevano anche servire per commerciare. Nel 1693, il Juan Bautista Escorza riferiva che i Tobosos e i Jumanos “non hanno più alcuna risorsa, e per sostentarsi devono razziare le terre in mano agli spagnoli”. Nello stesso anno gli spagnoli menzionavano “tredici tribù” nelle zone di La Junta, la cui popolazione complessiva ammontava a circa 2.500 anime. In quegli anni le spedizioni schiavistiche spagnole si intensificarono, così gruppi di indigeni iniziarono a ribellarsi e a mettere a ferro e fuoco il territorio della Sierra Madre orientale, a nord di Parral e di Monterey. I Tobosos, affiancati dai Julimes, avrebbero inasprito gli attacchi negli anni 1610-12 e verso la fine del 1640 e del 1680; le tribù combatterono valorosamente, ma subirono perdite piuttosto consistenti. Gli spagnoli erano ben consci della pericolosità di questi indiani che già, nel 1582-83, erano stati incontrati dalla spedizione di Antonio de Espejo, il quale entrò nelle terre dei “pericolosi Jobosos”. La spedizione incontrò un piccolo gruppo di Tobosos che “sembravano pacifici e amichevoli”, gli spagnoli preferirono non fidarsi ed ebbero ragione, durante la notte i guerrieri attaccarono e ferirono due muli ed un “prezioso cavallo”. Quando l’Espejo rientrò a La Junta (settembre 1583), un vecchio Tobosos gli ricordò che la sua gente era fuggita sulle montagne dopo che alcune spedizioni spagnole avevano portato alla cattura di parecchi Tobosos. Nel 1616 la tribù si sarebbe schierata al fianco di altre popolazioni per seminare il terrore nella Nueva Vizcaya; fu durante la “guerra dei Tepehuanes” (1616) che i Tobosos iniziarono ad allearsi con gruppi di Apaches del Rio Grande e mantenendo rapporti amichevoli con i Sumas, i Mansos, i Janos e i Jocomes. Negli anni 1621-22 scendevano nuovamente in campo proprio nel mkomento in cui si ribellavano i Tepehuanes, i Tarahumaras e i Conchos; padre Alonso de Benavides riportava che erano proprio i Tobosos ad impegnarsi in continue e devastanti incursioni. Il missionario riportava che preferivano uccidere i cavalli degli spagnoli per togliere loro velocità di intervento.
Vittime di malattie
Nel 1640 i Tobosos furono impegnati nel Coahuila e più a ovest, al loro fianco vi erano i Gavilan, i Julimes e i Conchos; quattro anni dopo furono affiancati dai Tarahumaras, dai Mamites, dai Conchos, dai Julimes, dai Gavilan, dai Cocoyames, dai Cibolas, dai Salineros e anche dai Jocomes. L’alleanza con gli Apaches si sarebbe protratta per vari anni e gli attacchi contro gli insediamenti si sarebbero intensificati a sud del Rio Grande; intorno al 1655 sembra però che la tribù si sia spostata verso nord e ciò avrebbe provocato parecchi spostamenti di gruppi indigeni in via di estinzione nelle zone di El Paso, Monclova e nel Chihuahua. Ancora nel 1684 veniva segnalata una spedizione di guerra dei Tobosos contro un villaggio degli indiani Muruam del fiume Guadalupe, dove gli assalitori rapirono alcuni bambini della tribù. Nel 1685 vennero segnalate incursioni dei Tobosos, al cui fianco vi erano guerrieri Ervipiames, Gavilans e Bausiorigames; il Presidio di Cerro Gordo era stata attaccato l’anno prima mentre, qualche anno dopo, nell’aprile 1690, i guerrieri della tribù furono segnalati al fianco dei Tarahumaras durante l’assalto all’insediamento di Yepomera e, qualche giorno dopo, avrebbero ucciso padre Foronda e altri due spagnoli. Nei mesi successivi i Tobosos, al fianco dei Jovas, Tarahumaras, Conchos e Guazapar, assalivano Temosachic, Nahuerachi e Dirupa. Comunque, la loro fama cresceva ed ormai questi indiani potevano richiedere l’aiuto di altre popolazioni per compiere incursioni; durante l’autunno del 1688, al fianco dei Chisos e dei Cabezas, i Tobosos seminarono il terrore lungo il corso del Conchos e gli spagnoli si mostrarono impotenti nel fronteggiare i loro attacchi. Spesso ai Tobosos si univano i Chisos, una popolazione stanziata a est del “Presidio Bolsón”, a sud del Rio Grande, proprio ai confini con le loro terre. Intorno al 1650 i Chisos venivano segnalati nella regione di Parral, da cui sembra abbiano dovuto spostarsi proprio a causa delle incursioni dei Tobosos contro i loro villaggi. Soltanto in seguito i Chisos si sarebbero affiancati ai Tobosos per compiere scorrerie. Nel 1693, al fianco dei Jumanos, impegnarono le truppe del Salinas Varona nel Texas. Le loro incursioni vennero segnalate contro le missioni del Coahuila e del Nuevo León; nell’anno 1700, alcuni Rapporti riferivano che i Tobosos avevano assalito e depredato un villaggio dei Sitames, una “popolazione nostra amica”. Furono durissimi gli anni 1698-99, il Governatore spagnolo, Cuervo y Valdez, dovette organizzare alcune spedizioni contro la tribù che continuava ad assalire le missioni e gli insediamenti e che, inoltre, non disdegnava di attaccare altri gruppi nativi fedeli alla Corona. Quando gli Ervipiames si stabilirono nella missione di Nadadores (1693), il loro capo – chiamato “Giuseppe” – si disse disposto a dare il suo appoggio contro i ribelli Tobosos che infestavano la zona. Nel 1714, quando gli indiani Nadadores razziarono la missione di San Buenaventura (Coahuila), i Tobosos distruggevano quella di San Miguel, posta sul Rio Sabinas. L’anno dopo i Tobosos venivano accusati di nuove scorrerie, anche se numericamente ridotti, costringevano i missionari ad abbandonare il territorio per sfuggire ai loro assalti; infatti, tra il 1722 e il 1724 i guerrieri si resero protagonisti di numerosi attacchi contro i missionari che operavano tra Saltillo e il Rio Grande. Dopo l’anno 1720 gli indiani Tobosos iniziano a scomparire dalle fonti, una decina di anni dopo sembra che fossero ormai estinti.


Si apprende l’allevamento del bestiame

Fu probabilmente nel periodo 1720-32 che la forza dei Tobosos iniziò a scemare. La tribù era stata più volte decimata da diverse spedizioni punitive, nello stesso anno 1720 vennero duramente colpiti nelle loro roccaforti dalle truppe dell’Aguayo; non avendo a disposizione alcun documento possiamo presumere che la campagna fu durissima e che la tribù venne fortemente incalzata proprio nel cuore del suo territorio. Negli anni 1721 e 1722 i Tobosos furono nuovamente attaccati dalle truppe del Falcón, nel corso di tre devastanti attacchi questi bellicosi indiani avrebbero posto fine alle loro incursioni nelle zone di Saltillo. Eppure, ancora nel 1734, movimenti di guerrieri Tobosos erano segnalati nelle zone di Monclova e rappresentavano ancora un serio problema visto l’interesse dell’Urrutia per le loro operazioni di guerra che minacciavano le miniere, gli insediamenti e le missioni della zona. Al fianco dei Tobosos venivano però notati alcuni gruppi di guerrieri Apaches e ciò potrebbe indicare che i residui gruppi Tobosos siano stati assimilati all’interno di queste popolazioni. Infatti, il capitano José de Ydoiaga, che fu spesso impegnato a combattere gli Apaches, specialmente nell’anno 1748, riferiva che la banda apache di “don Pascual” aveva occupato le antiche terre dei Tobosos.


Ancora una mappa delle terre dei Tobosos

Ciò dimostrava ampiamente che la tribù aveva ormai perso il controllo del Bolsón de Mapimi anche se, nello stesso anno veniva segnalato un loro attacco ad una missione sul Rio Salado (il Pecos River). Anche il Marqués de Ruby ispezionò le antiche terre dei Tobosos, la Valle de San Bartolomé e il Bolsón de Mapimi fino a Saltillo e Monclova. < < Questa imponente Sierra Galán che forma una cordigliera con il Paiela, era un antico rifugio degli indiani Tobosos, sterminati più di venti anni fa dal valoroso capitano Vizcaya Berroterán, ma ora ripopolato dagli Apaches (Sierra El Colorado e Sierra Pinta)… >>. Comunque, il Griffen affermava che gli indiani Tobosos vennero sconfitti e deportati nell’anno 1720 e che, a partire dal 1730, scomparvero dai documenti dell’epoca. Entro il 1750, dei Tobosos restava soltanto il ricordo della loro indole guerriera. La loro storia si concludeva tristemente, un’altra popolazione usciva dimenticata dalla scena storica.

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