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La marina confederata

A cura di Romano Campanile

Del conflitto fratricida americano, molte imprese piccole o grandi sono state raccontate, ma la vita insegna che il potenziale umano spesso va oltre l’immaginabile. Questo è senz’altro vero riguardo alla storia della Marina Confederata. Nel 1861 allo scoppio delle ostilità, e col blocco navale imposto dal nord, tutto lasciava presagire il fatto che la Confederazione Sudista dovesse rinunciare alla lotta sui mari per il semplice fatto che non vi era una Marina, né navi da combattimento per il sud. Ma rinunciare in partenza a lottare sui mari e fiumi significava perdere la guerra già dall’inizio. Tuttavia riuscire – nonostante il blocco – a creare in breve tempo navi, formare marinai (in una terra di contadini), insomma, una marina dal nulla da mettere in mare contro le centinaia di navi armate che già componevano la Marina del Nord, era davvero un impresa al limite dell’impossibile.
Si sarebbero trovate le menti e le forze necessarie? Il tempo limitato sarebbe stato sufficente? A volte, se messo alle strette, l’uomo è capace di imprese al limite del credibile ed è proprio ciò che successe nella guerra di secessione con la Marina confederata.


Una nave sudista

Come si è detto, il fronte marittimo era vastissimo, con ben 19.000 chilometri di coste, lungo le quali il nord aveva riversato tutta la potenza navale. Le forze al momento della secessione erano così ripartite:
Nord: 160.000 tonnellate di navi
Sud: 9.000 tonnellate di navi
Nord: 8 cantieri navali
Sud: 2 cantieri navali
Nord: 1.150 ufficiali e 8.792 marinai (che diventarono 27.000 in poche settimane)
Sud: qualche ufficiale e 321 marinai
A ben vedere per il Sud era davvero una situazione disperata, ma a Richmond il Presidente Davis ebbe la felice intuizione di mettere l’uomo giusto al posto giusto e con la complicatissima missione di creare dal nulla una Marina in poche settimane!
Stephen B. Mallory
Quell’uomo era Stephen B. Mallory. Nominato ministro della marina si dimostrò davvero all’altezza del difficile compito. A mallory si ponevano le seguenti questioni: 1) come difendere i 19.000 chilometri di costa e le città che si affacciavano su essa; 2) la difesa dei fiumi (ad esempio lo Yazoo, il Mississippi); 3) l’attacco alle flotte Unioniste per fermare o rompere il blocco navale così da poter far funzionare l’importante commercio di importazione di beni necessari all’esercito; 4) azione offensiva contro il traffico mercantile del Nord anche su mari lontani.
Come si vede il lavoro da fare era enorme e il tempo molto ridotto.
Mallory si rese conto che aveva bisogno quindi di validi collaboratori. E il sud anche se aveva solo un pugno di ufficiali..aveva tra questi pochi.. degli uomini di straordinario valore..in pratica .. sin da subito il sud mise contro la potenza del Nord.. l intelligenza, l inventiva,l abilità,il coraggio, l audacia e una spiccata capacità nella ricerca di nuove tecnologie che crearono come si vedrà grossi grattacapi al Nord per tutta la guerra.
Lo stemma
Si era nel febbraio 1861 e naque così la Marina Confederata.
Il primo prezioso collaboratore di Mallory fu un ingegnere dalle spiccate capacità scientifiche, John Mercer Brooke. Già inventore del Cannone che portava il suo nome, si sarebbe rivelato una persona molto capace. A lui fu dato l’incarico di Direttore Generale dell’artiglieria e del servizio idrografico della marina.
Mallory ebbe il merito di comprendere che solo con la sorpresa derivante dalle nuove tecnologie, con le scoperte, gli esperimenti piu coraggiosi si potevano avere argomenti validi contro la potente flotta del Nord e questo gli poteva riuscire meglio anche perché di fatto non vi sarebbe stato il peso di una vecchia Marina da rinnovare, dato che tutto si sarebbe creato da nulla.


John Mercer Brooke

Un simile miracolo poteva nascere solo da menti di persone che il Sud, per sua fortuna, aveva e che Mallory si affrettò ad ingaggiare.
Mallory era davvero la scelta migliore che si potesse fare; aveva l’abilità di rivolgere la mente a tre aspetti innovativi che avrebbero creato grossi problemi al Nord: 1) la guerra subacquea; 2) l’uso delle navi corazzate; 3) la guerra corsara per distruggere il traffico mercantile nemico.
William Lamb
Dapprima si organizzarono le difese costiere rinforzando i forti e creando batterie che avrebbero, da terra, tenuto lontane le navi unioniste. A Galveston, New Orleans, Mobile, Pensacola, Charleston e Savannah ci si mise all’opera e in alcuni casi grazie anche all’abilità dei comandanti locali, si arrivò a creare fortificazioni quasi imprendibili, come ad esempio a
Wilmington dove il colonnello William Lamb costruì il potente Fort Fisher con 44 cannoni e una batteria mobile da ulteriori 20 cannoni. La determinazione di quegli uomini ben si comprende dalle parole di questo personaggio: “I determined at once to build a work of such magnitude that it could withstand the heaviest fire of any guns in the American navy.”
Nell’organizzazione delle difese costiere un grosso aiuto venne dalla conquista dell’arsenale navale di Norfolk dove furono recuperati oltre 1000 preziosi cannoni e, sopratutto, scafi di navi da completare.


Norfolk dopo la guerra

Ma come si è detto, era nell’inventiva dei suoi uomini che il Sud giocava le sue carte nella guerra sul mare. Mallory allora si affrettò a mettere al suo servizio un altro personaggio dalle spiccate qualità scientifiche, Matthew Fontaine Maury. Scenziato, esploratore, oceonografo e primo uomo ad aver posato un cavo telegrafico transoceanico, Maury fece coppia con un altro uomo dalle elevate abilità inventive, l’ingegnere Hunter Davidson. Questi due uomini misero a punto un sistema di mine subacquee con comando elettrico a distanza che divenne presto lo spauracchio delle navi unioniste. Solo davanti a Charleston ne furono posate ben 123!
Ben 58 navi unioniste colarono a picco durante la guerra a causa delle mine.
Mallory, però, vedeva più avanti e non intendeva limitarsi a una guerra di difesa marina, cosi che nel maggio del 1861 scrisse una lettera a Richmond nella quale scrisse: “Considero il possesso di una nave corazzata una necessità primaria. Una simile nave puo percorrere tutta la costa, rendere vano il blocco in tutti gli stati. Se per batterci sul mare costruiamo come loro navi di legno, ci toccherà produrne molte nello stesso tempo. Ma l’inferiorità numerica puo essere compensata dalla invulnerabilità e cosi batterci col ferro contro il legno. Il problema da risolvere non sarà chi vincerà, ma chi andrà a picco per primo. Se il comitato ritenesse opportuno costruire una simile nave, sarebbe opportuno non perdere neppure un minuto.”


Una mina subacquea


Ancora una mina subacquea

Queste parole ben mostrano bene chi era Mallory e le sue qualità.
Cosi ci si mise all’opera e i pochi laminatoi del Sud furono messi a lavorare a pieno regime, notte e giorno.
Raphael Semmes
Mentre si cominciava freneticamente a costruire corazzate – ben 5 erano state iniziate – si rivolse l’attenzione all’organizzazione della guerra corsara, onde poter violare il blocco. Questo tipo di guerra fu dapprima affidata a piccole navi private, ma ben presto si capì che c’era bisogno di un uomo capace ed esperto. A mallory allora venne in mente il nome di un uomo, Raphael Semmes.
Mallory lo incontra il 17 aprile 1861 e gli propone una lista assai ridotta di navi a disposizione. Semmes guarda attentamente e fa la sua scelta. “Datemi questa nave” – dice – “credo sia adatta!” Dopo due mesi di lavori fu varata sotto il suo comando la prima vera nave corsara confederata con 3 cannoni, il CSS Sumter, che iniziò la sua missione il 18 giugno 1861 e appena tre giorni dopo colò a picco il suo primo mercantile.


Il CSS Sumter

Un’altra nave che si distinse come privata e che riuscì a catturare 8 navi nemiche fu, in quei primi mesi di guerra, la CSS Jefferson Davis. Ma tutto cio era troppo poco e Mallory si rese conto che era necessario procurarsi navi, merci e armi in europa. Per questo decise di inviare James Dunwoody Bulloch, un uomo capace di grandi meraviglie. Bulloch ebbe dunque il compito di acquistare navi e materiali. Con il blocco navale una sola nave su dieci riusciva a passare e questo fece volare i prezzi delle merci che arrivavano, facendo guadagnare bei soldi ai violatori del blocco (privati e soprattutto Inglesi) che venivano pagati con il cotone che rivendevano a 4 volte tanto in Inghilterra!


Il Banshee

Uno di questi fu il Banshee che riusci a violare 8 volte il blocco navale prima di essere affondato. E in quelle otto occasioni fruttò ai suoi proprietari un profitto del 700%.
Molti accorgimenti venivano usati dai violatori del blocco per non farsi vedere: navigazione notturna a luci spente, colorazione color cielo della nave per non essere visti, indumenti bianchi dell’equipaggio.
Ma era ormai tempo di scrivere una pagina nuova nella storia della marina. Il 23 giugno 1861, a Richmond, 3 uomini ricevettero il compito di progettare e costruire la prima corazzata della storia. Si trattava di John Brooke, che preparò il progetto, John L. Porter, capo delle costruzioni navali, e l’ingegnere capo W. P. Williamson.
La difficoltà consisteva nel procurarsi i motori. In tutto il Sud non vi erano motori adatti a spingere il peso di una corazzata. Ecco che allora ci si ricordò della base di Norfolk, appena conquistata, e che in quella base i nordisti avevano affondato alcune navi.
Tra quelle c’era una delle perle della flotta americana, la Uss Merrimack. I nordisti, pur di non lasciarla in mano ai confederati avevano bruciato e affondato tutto cio che si poteva nella base navale di Norfolk.


La Uss Merrimack in fiamme

Si decise di ripescare lo scafo e di iniziare i lavori di trasformazione. Le piastre per la corazza furono fabbricate dalla Tredegar a Richmond e avevano uno spessore di oltre 20 cm. C’era uno sperone sulla punta e non mancavano certo alcuni potenti cannoni. I lavori durarono alcuni mesi e si svolsero in modo frenetico.


I lavori al cantiere navale

Per avere un idea del lavoro fatto, ecco un quadro che ritrae la nave prima delle trasformazioni:

Ed eccola dopo gli innumerevoli lavori svolti:

La nave fu ribattezzata col nome di “CSS Virginia”. Era il mese di Marzo del 1862 e per la prima volta nella storia della marina una corazzata si preparava ad entrare in battaglia.
L’era del legno stava per tramontare. L’8 marzo 1862 la Corazzata “CSS Virginia” uscì dal porto di Norfolk per dare battaglia.
Franklin Buchanan
Aveva un equipaggio di 300 uomini e il comandante era Franklin Buchanan, che poi divenne ammiraglio. La “Virginia” si diresse dritta verso la flotta dell’unione, composta dalle fregate
UCC Congress (50 cannoni) e la USS Cumberland (30 cannoni). Alle 13 le fregate aprirono il fuoco contro la Virginia, ma tra lo stupore dei marinai e nonostante la vicinanza ai cannoni le palle rimbalzavano sulla corazza come se fossero leggere come piume.
La Virginia rispose al fuoco con i suoi poderosi cannoni e per la Cumberland fu la fine. Venne infatti speronata dalla corazzata e affondata. La congress venne incendiata e resa inservibile. La sera stessa la Virginia rientrò nel porto osannata e per il Sud fu un grande trionfo.
Il giorno dopo avrebbe preso il largo per finire l’opera.
Ma il Nord stava a guardare? Anche nel Nord ci si era affrettati a dar seguito a un progetto di corazzata e quando la Virginia tornò all’opera per finire la distruzione delle navi incagliate e malridotte trovò un avversario degno e, sopratutto, di…ferro! Era iniziata l’era della “USS Monitor”.


La “USS Monitor”

La “Monitor” era il frutto dell’ingegno di uno Svedese, John Ericsson.
Dall’incontro tra la “Virginia” e la “Monitor” scaturì la prima grande battaglia tra corazzate della storia, la battaglia di Hampton Road.


La battaglia di Hampton Road

La battaglia si concluse sostanzialmente in parità, ma alcuni mesi dopo, il 10 maggio 1862, la CSS Virginia venne fatta saltare in aria a malincuore dal suo stesso equipaggio perchè non venisse catturata dai nordisti.
La CSS Virginia brucia
Ma ormai una porta era stata aperta e altre navi avrebbero scritto nuove pagine nella storia dei mari e dei fiumi.
Nel frattempo si costretti a fronteggiare anche il problema della scarsità di marinai e Mallory fece si che si istituisse un’accademia navale per i cadetti di marina. Questa accademia si trovava a bordo di una nave scuola, la Css Patrickhenry.
A comandare la nave-scuola era il Luogotenente William Harwar Parker. I ragazzi si potevano iscrivere in età tra i 14 e i 18 anni. Circa 100 di loro studiarono sulla nave. La scuola era molto realistica in quanto stava assai vicino alle linee, così che spesso gli allievi prendevano parte attiva ai combattimenti. La scuola era tenuta in alta considerazione, tanto che vi parteciparono parenti dello stesso generale Lee e il figlio di Semmes.


La Css Patrickhenry

Raphael Semmes, intanto, si accingeva a intraprendere quella leggendaria carriera di corsaro che avrebbe fatto conoscere la guerra civile americana su tutti i mari mondo, dal sudafrica a singapore, fino alla Francia. Dapprima sul Sumter, col quale catturò 18 navi federali mercantili nel 1861; in seguito con il CSS Alabama, con il quale catturò ben 69 navi nemiche, causando al traffico marittimo notevoli danni (oltre 6 milioni di dollari di perdite).


L’equipaggio della nave corsara Sumter

La distruzione della marina mercantile durante la sua carriera con il corsaro “Alabama” aveva tanto avvelenato l’opinione pubblica del Nord che, sebbene fosse stato in seguito perdonato insieme con altri eminenti Confederati con l’amnistia proclamata dal presidente Johnson, la sua inabilitazione politica non venne mai revocata.
L’avventura del Sumter finì in Francia nel 1864 con l’affondamento causato dall’incrociatore Kersage.
Alla fine del 1861 i cantieri e i laminatoi erano in fermento perchè altre 4 corazzate erano in fase avanzata di costruzione. Erano la CSS Tennessee, la CSS Louisiana, la CSS Mississippi (incompiuta) e la CSS Arkansas.
Appena 6 mesi dopo, nel giugno del 1862, 4 delle 5 corazzate erano andate distrutte. La CSS Virginia, come già detto, fu fatta saltare dallo stesso equipaggio per sfuggire alla cattura. La CSS Louisiana e la CSS Mississippi furono fatte saltare in aria per lo stesso motivo. La CSS Tennesee fu bruciata incompiuta nel suo stesso cantiere.


La CSS Arkansas

Ma una delle 5 corazzate fu salvata e abbandonata. Era la CSS Arkansas, che fu rimorchiata a Greenwood, a nord di Vicksburg, e lì abbandonata in un cantiere senza attrezzature per poterla completare né personale qualificato. Vari pezzi furono lasciati sparsi sulla banchina e le piastre necessarie alla corazza vennero addirittura affondate insieme alla chiatta che le trasportava. Finché Mallory decise di inviare un uomo capace e abile, Isaac Newton Brown.
Brown si accorse che non si poteva fare nulla se non rimorchiare la nave incompiuta a Yazoo City a oltre 200 km a nord. Lì trovò 200 operai che mise a lavorare giorno e notte. Oltre a ciò, per mezzo di una campana subacquea riusci a far ripescare le corazze affondate.


Lavori di completamento della corazzata

Fece anche fabbricare dei nuovi cannoni. Il tempo stringeva perché la flotta federale era alle porte di Vicksburg, la roccaforte sul fiume. In soli 35 giorni la corazzata era pronta! La nave pesava 400 tonnellate, aveva 10 cannoni piu 2 columbiadi, corazze spesse dai 30 ai 45 centimetri ed era rivestita da rotaie che davano una colorazione rossastra all’insieme, al punto da meritarsi il nomignolo di “corazzata rossa”.
L’equipaggio era composto da 200 marinai.
Il 15 luglio l’Arkansas iniziò l’impresa che forse la rese la piu famosa tra le corazzate costruite dalla marina confederata. Senza timori di sorta si lanciò da sola addosso a oltre 23 tra navi corazzate, corvette e cannoniere. La lotta di 23 contro uno dela Arkansas divampò fragorosa quella notte e alla fine, pur subendo danni, si concluse con 4 navi federali fuori combattimento e col danneggiamento di alcune altre. L’ingresso a Vicksburg fu accolto dalla folla trionfante.


La lotta della Arkansas

Forse fu la piu grossa impresa di una corazzata del sud. Il giorno dopo i federali agli ordini dell’ammiraglio Farragut inviarono 2 poderose navi a fronteggiare la Arkansas, ma furono gravemente danneggiate e questo costrinse i nordisti ad abbandonare Vicksburg.
La bandiera
Giorni dopo partecipando a una spedizione l’Arkansas fuse i motori e andò alla deriva inerme finchè non fu presa la decisione di farla saltare in aria dal suo equipaggio che salvà solo la bandiera, ancora oggi visibile.
Altre poderose corazzate furono costruite in seguito, ma i confederati non potevano e non avevano i mezzi per arrivare a costruite tante navi quante ne avevano i nordisti, anche se alla fine della guerra si contò che i sudisti erano stati capaci di mettere in acqua quasi 500 unità, una vera impresa per quel tempo.
Ad ogni modo, continuava senza soste la ricerca di nuovi accorgimenti o armamenti in grado di sorprendere e sconfiggere il grande Nord e in questo campo si dimostrò particolarmente preparato il generale Pierre Gustave Toutant Beauregard.
Un certo francis D. Lee riuscì a convincerlo al riguardo di una innovazione da integrare nella lotta di mare, ossia la costruzione di una unità leggera e maneggevole con una carica esplosiva su un asta. Questa unità, colpendo sotto la linea di galleggiamento, avrebbe fatto affondare navi molto grandi. Bastarono alcune prove per comprendere a pieno la genialità di questa nuova trovata; iniziava il periodo dei torpedinieri.


Il CSS David alla fine della guerra

Richmond inizialmente non ne volle sapere e vietò la costruzione di tali mezzi, ma il tenente William Glassel seppe insistere fino ad ottenere il permesso e con l’aiuto di un privato costruì il primo mezzo torpediniere della storia, piccolo contro i grandi, e per questo chiamato col nome di “CSS David”.
Questo mezzo non si immergeva totalmente ma viaggiava a pelo d’acqua.
Era lungo 12 metri e aveva posto per 4 persone; a prua aveva innestata un’asta in cima alla quale era fissata una carica esplosiva di circa 20 chili. A spingerlo pensava una piccola caldaia.
La notte del 5 ottobre 1863, verniciato di nero per mimetizzarsi, il CSS David scivola sull’acqua nella baia di Charleston ai comandi dello stesso Glessel. Il suo obiettivo era la poderosa nave corazzata “New Ironsides”.


La nave corazzata “New Ironsides”

Quando la nave si accorse del sopraggiungere di quello strano oggetto simile a un grosso sigaro era troppo tardi. Il David fece esplodere sotto la linea di galleggiamento la sua micidiale carica provocando un enorme squarcio. Dopo l’esplosione si sollevò una notevole massa d’acqua che fece spegnere la caldaia del torpediniere. Un paio di soldati si buttarono a mare, ma gli altri due riuscirono a riattivare la caldaia, consentendo il salvataggio del “David”.
La nave non affondò, ma dovette essere inviata in cantiere ed essere messa in bacino. Tutti capirono che un’altra pagina della storia della marina si era aperta, ma la marina confederata stava preparando un colpo ancora piu innovativo.
Beauregard viene contattato dal un certo Horace Hunley che gli illustra l’invenzione che, ancora piu del David, avrebbe rivoluzionato il futuro della marina. Si trattava del primo sommergibile.


Il sommerigibile

Dai disegni Beauregard notò che dovendosi immergere il mezzo non poteva ospitare alcuna caldaia a bordo; era infatti previsto che sarebbe stato spinto a mano da otto persone. Le prove non andarono bene e per ben 4 volte colò a picco, uccidendo gli equipaggi. Nessuno, visti i risultati, osava tentare l’avventura, finché un giovane di 22 anni si fece avanti convinto di potercela fare.


Ancora un disegno del sommergibile

Era George E. Dixon. Con altri sei uomini la sera del 17 febbraio 1864 il sommergibile Hunley parte per la sua missione; una svolta nella storia della marina. L’obiettivo del Hunley era la potente USS Housatonic, una nave da oltre 1.200 tonnellate. A bordo della nave nessuno sospettava nulla fino a che un soldato scorse sotto il pelo dell’acqua una forma oscura avvicinarsi. Era però troppo tardi! L’esplosione squarciò la fiancata della nave che colò a picco, provocando per l’urto anche l’affondamento del sommergibile e causando la morte di Dixon e i suoi uomini.
Nonostante ciò Beauregard potè comunicare che per la prima volta nella storia un sommergibile aveva affondato una nave. Era il 17 febbraio 1864.
Mentre tutto questo avviene nei fiumi e lungo le coste del continente americano, sui mari di tutto il mondo proseguiva la guerra delle navi corsare, tutte dedite alla conquista e distruzione del traffico mercantile.
Ecco le navi piu conosciute e le loro rotte.
Abbiamo già accennato a questo proposito al Css Sumter, la prima nave corsara, comandata da R. Semmes. Il Sumter, nel 1862, naviga 6 mesi toccando Cuba, il Brasile, la Martinica, la Spagna e infine l’Inghilterra. Il suo bottino: 18 navi.
Il Css Alabama, sempre comandato da Semmes, tocca le Indie, il Sudafrica, Singapore e infine la Francia. Il suo bottino: 62 navi.
Il Css Florida, comandato da John N. Maffitt, dal gennaio 1863 percorre i mari delle Indie, tocca il Brasile e le Bermuda. Entro luglio conquista e distrugge 17 navi, dopo di che entra nel porto neutrale di Bahia in Brasile per riparazioni. Qui viene individuato da una nave federale nordista che, ignorando la neutralità del Brasile, approfitta della situazione e fa prigioniera la nave e l’equipaggio.
Il CSS Shenandoah, comandato dal capitano Charles M. Fauntleroy, viene varato nel 1864 e percorre i mari dell’Australia e del Nord Pacifico per tornare infine in Inghilterra.
In questa navigazione distrugge 36 navi.
Il CSS Georgia, comandato dal capitano R. T. Chapman, nel 1863 opera tra il Brasile e il capo di Buona Speranza, conquistando un bottino di ben 9 navi avversarie.
Il CSS Tallahassee
Il CSS Tallahassee, comandato dal Capitano John Taylor Wood, opera sulle coste americane fino ad arrivare nel Maine dove riuscirà a rompere un blocco. In soli 7 giorni conquista 33 navi!
Altre navi sono il CSS Chickamauga, comandato da John Wilkinson, che cattura 7 navi federali. Il CSS Clarence, comandato dal Capitano C. W. Read, che lungo le coste americane conquista 15 navi. Il CSS Olustee, comandato dal capitano William H. Ward, operante sulle coste americane, dove conquista 7 navi nemiche.
In totale solo queste navi corsare citate (ve ne erano altre) distrussero 195 navi in giro per il mondo, causando molti danni e perdite di denaro al governo dell’Unione.