Liver-Eating Johnson, il “mangia-fegato”

A cura di Sergio Mura
Quando dalle nebbie della storia del west si va a pescare qualcosa, è molto difficile riuscire a distinguere la realtà dalla leggenda. E’ sempre stato così, persino quando la storia del west era ancora cronaca. Fin da allora, infatti, torme di scribacchini e piccoli imbroglioni, raccontavano alla gente dell’est storie che difficilmente si reggevano in piedi da sole, tanto erano improbabili, ma che avevano il pregio di essere dannatamente affascinanti.
La storia di John Johnson è una storia maledetta che risponde perfettamente a quanto appena detto, ma che ha sempre affascinato perchè in essa vi è tutto quello che si richiede ad una storia che viene dal vecchio west.
John Johnson era un trapper, un “mountain-man” tra i più rudi, uno che nella sua vita fu conosciuto con un sacco di nomignoli.
Di questi, però, solo un buon paio sono rimasti famosi ed hanno spinto con forza l’uomo nella leggenda: “Crow Killer” e “Liver-Eating Johnson”, ossia Uccisore di Crow e Johnson mangia-fegato.
Si dice che si sia guadagnato questi “innocenti” soprannomi sul campo, uccidendo indiani Crow ogni volta che ne aveva l’occasione e aprendogli la pancia con un coltellaccio fino a raggiungere il fegato. Per mangiarselo! Era un modo piuttosto insolito per completare un cammino di vendetta personale che era iniziato molti anni prima quando la moglie, nel 1847, era stata uccisa dai Crow.
John Johnson era nato nel 1824 da qualche parte di cui non abbiamo notizie certe. Il suo nome di battesimo era John Garrison.
Un ritratto di Liver-Eating
Tutta la sua infanzia e parte della gioventù trascorrono in modo abbastanza normale; lo deduciamo dalla completa mancanza di notizie certe. L’animo inquieto tipico del tempo, però, non tardò molto a mostrarsi con vigore. Si arruolò in marina per combattere la guerra col Messico, ma dovette disertare dopo un violento litigio con un superiore.
Ad ogni buon conto non era quello il destino di John…
Intorno ai 20 anni mollò tutto e puntò con decisione verso il west ove divenne un buon cacciatore e trapper, oltrechè ottima guida insieme a Old John Hatcher. In questa circostanza cambiò il suo nome in John Johnson.
Hatcher era un mountain-man piuttosto conosciuto; era molto esperto e decise di accogliere John nella sua baracca sul fiume Little Snake, nel nord del Colorado. Lì si dedicò ad insegnargli tutti i segreti della caccia e della vita nei boschi, ottenendo la massima attenzione dell’allievo che, ad onor del vero, non tardò molto a capire tutto e ad iniziare a mettere in pratica gli insegnamenti con un buon fucile Hawken calibro 30 ed un coltello Bowie.
Quando il vecchio Hatcher abbandonò il mestiere di trapper, John lasciò temporaneamente la capanna per dirigersi verso la Bitterroot Valley del Montana, un posto in cui un anno prima un sotto-capo dei Flathead gli aveva offerto una sua figlia in cambio di certe merci. Concluse l’affare e insieme alla donna fece ritorno alla casa sul Little Snake.
Il viaggio di ritorno durò parecchie settimane perchè era necessario procurare notevoli scorte di cibo che sarebbero servite all’indiana durante l’inverno e nel periodo in cui lui sarebbe stato fuori per la stagione di caccia. In questo periodo lei gli insegnò la sua lingua e lui le insegnò ad usare il fucile e a cacciare.
Arrivò il momento di separarsi dalla compagna per andare a cacciare e tutto prometteva bene, ma al suo ritorno, dopo molto tempo, gli si presentò una scena raccapricciante. La porta della casupola era spalancata e sull’uscio giacevano i poveri resti – ormai poco più delle povere ossa – della moglie.


La capanna di John Johnson

La poveretta, infatti, era rimasta vittima di un gruppo di caccia di indiani Crow. La scena era resa ancora peggiore dalla presenza di un piccolo teschio, quello del figlio mai nato, visto che la donna morì incinta di 7 mesi!
La pista della vendetta venne battuta fin da subito e numerosi scalpi di indiani Crow furono presi nella zona compresa tra il Montana ed il Wyoming. A tutti gli indiani mancava il fegato e tutti iniziarono a parlare di un killer di indiani che mangiava il fegato dei nemici uccisi. Era nata la leggenda di Liver-Eating Johnson. Da quel momento nessun indiano Crow poté sentirsi completamente al sicuro perchè la vendetta di John non ammetteva il perdono, né esclusioni di sorta. Era una vera e propria lotta senza quartiere all’intera nazione Crow.
Ci vollero numerosi morti prima che gli stessi Crow decidessero di inviare sul sentiero di guerra i loro migliori guerrieri con l’ordine di catturare Crow-Killer. Nessuno è mai stato in grado di ricostruire i dettagli dell’eventuale battaglia, ma è risaputo che nessuno dei guerrieri riuscì a fare ritorno alla tribù.
Le uccisioni si sommavano una all’altra senza che i Crow riuscissero a venire a capo della faccenda, finché accadde l’imprevisto.
Johnson era in viaggio verso la tribù dei Flathead quando venne circondato e catturato da un gruppo di guerra di Blackfoot. Questi indiani contavano di consegnare John ai Crow quale segno di amicizia.


Un quadro che ritrae Jeremiah Johnson

In attesa di organizzare l’incontro, i Blackfoot rinchiusero il trapper, ben legato con strisce di pelle, in una capanna sorvegliata a vista da un giovane guerriero. All’interno del tepee, Johnson si arrangiò in ogni modo, persino con i denti, per liberarsi dalle corde, finché non riuscì miracolosamente nell’intento. A quel punto si gettò rabbiosamente verso l’uscio, individuando e colpendo con forza il naso del sorvegliante. Subito dopo agguantò il coltello dell’indiano e senza perdere tempo lo usò con decisione per tagliargli una gamba fino all’altezza dell’anca. Si difese come poté dall’assalto di altri guerrieri usando il coltello e brandendo la gamba dello sfortunato Blackfoot come se fosse un’arma e alla fine di un breve combattimento riuscì a conquistare la via del bosco, sfuggendo ai suoi carcerieri.
La gamba dell’indiano servì a Johnson durante il viaggio di ritorno alla sua baracca. Erano circa 200 miglia ed era inverno, per cui il trapper usò quell’arto amputato come scorta di cibo, finché non riuscì a fare rientro a casa.
Passarono in tutto 20 anni prima che Liver-Eating Johnson decidesse che il tempo della vendetta era passato. Un numero considerevole di vittime era bastato a placarlo, ma mai nessuno è riuscito a conoscere l’esatta consistenza di questo numero.


Liver-eating in un ritratto eseguito in tarda età

La pace coi Crow fu sincera e duratura, al punto che Johnson prese a parlare degli indiani come “suoi fratelli”.
Johnson non mangiò più fegato umano.
Si arruolò nell’esercito unionista e prese parte onorevolmente ad alcune battaglie della guerra civile. Negli anni ’80 fu lo sceriffo di Leadville, nel Colorado, e poi Marshal a Red Lodge, nel Montana.
Morì il 21 gennaio del 1900.
A conti fatti si può dire che visse una vita avventurosa, ma solo una parte di essa può considerarsi documentata, mentre il resto è frutto di oltre 100 anni di racconti di cui non esiste una chiara prova.

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