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L’addio al telegrafo chiude un capitolo del west

A cura di Sergio Mura da un articolo di Kathy Weiser

Un telegrafo
Pochi anni fa, era il 2006, si è chiusa per sempre un’era, quella del telegrafo. E con essa, però, si è chiuso per sempre un altro bel capitolo della storia del west. Sono pagine, queste, che dispiace a tutti noi di dover voltare; nessuno lo vorrebbe, ma le dure leggi dell’economia e della finanza impongono il rispetto delle corrette proporzioni tra domanda, costi e offerta. E così, le ultime sequenze di punti, tratti e silenzi, hanno definitivamente mandato in pensione il telegrafo, i “fili parlanti”, come talvolta li chiamavano gli indiani. Il 27 febbraio del 2006, dunque, segna la fine di un lunghissimo cammino della comunicazione tra esseri umani e questa fine l’ha firmata la Western Union con un ultimo, conclusivo telegramma.
Da quel momento sono seguiti solo silenzi che renderanno inutili gli ultimi pali sopravvissuti ai tanti cambiamenti che hanno condotto il XIX secolo fino al XX ed oggi al XXI. Ma perchè quella data è stata un momento triste?


Un ritratto di Samuel Morse in tarda età

In fondo il mondo è solo progredito e i cambiamenti sono stati sostanzialmente accettati da chi li ha vissuti e li vive… Secondo noi è stato un punto di svolta che avrebbe meritato quantomeno un pelino di attenzione in più. E’ triste, ad esempio, pensare che il telegrafo sia stato definitivamente abbandonato senza un annuncio alla stampa, senza aver organizzato un party d’addio, senza aver detto nulla a nessuno… solo un piccolo pugno di parole di un messaggio sul sito della Western Union. Così non si fa! In fondo stiamo parlando di un aggeggio che ha consentito di unire un continente, da est a ovest, superando in un solo ticchettio centinaia e migliaia di miglia, facendo “parlare” popoli distanti tra loro e colmando uno spazio che pochi anni prima del suo avvento sembrava incolmabile, il deserto americano.


Un telegramma spedito in busta gialla dalla mitica Western Union

Eppure, a parte gli immancabili cenni nei libri di storia, i ragazzi americani non sanno neppure bene cosa sia stato il telegrafo e cosa abbia realmente significato per generazioni e generazioni di pionieri loro antenati.
Certo, qualcuno potrebbe anche sottolineare che così gira il mondo e che lo stesso triste destino lo ha riservato il telegrafo al Pony Express, dopo appena un anno di glorioso servizio. E lo stesso è accaduto quando la ferrovia ha soppiantato quasi del tutto le vecchie piste, roba tipo la Santa Fe e la Oregon Trail. E neppure allora qualcuno ci ha pianto sopra.
Insomma, dopo oltre un secolo e mezzo di onorato servizio, le classiche buste gialle del servizio telegrafico, quelle consegnate a mano dagli uomini del telegrafo, sono state riposte negli scaffali.
Il telegrafo, però, resterà nella nostra memoria di appassionati della storia del west. E non scorderemo quel primo messaggio, datato 24 maggio 1844, inviato direttamente da Samuel Morse attraverso una linea sperimentale, che diceva “Cosa ha creato Dio!” (“What hath God wrought!”) e che sbloccò i traffici attraverso lande popolate da infinite tribù indiane, poco propense a sopportare silenziosamente l’avanzata dei bianchi e la perdita della propria terra.


Un ufficio telegrafico della western Union a New York (1856)

L’inizio del cammino del telegrafo fu veramente complicato, a causa della stessa natura umana, spesso poco propensa ad accogliere le innovazioni e ad immaginarne la reale portata. La gente era abbastanza indifferente e la comunità scientifica del tempo era scettica; pochi credevano davvero possibile che attraverso un semplice cavo potessero viaggiare dei contenuti che sarebbero poi stati “impressi” su un nastrino di carta.
Nel 1837, Morse divenne beneficiario di un finanziamento del governo federale al fine di approfondire il progetto – che lui aveva bene in mente – della realizzazione del telegrafo e delle linee telegrafiche. Purtroppo una delle tante crisi economiche gettò la nazione nella disperazione e tutta l’attenzione della gente fu puntata verso la sopravvivenza. Però, Samuel Morse non desistette dal portare avanti il progetto e prese a dare dimostrazioni pubbliche del meccanismo telegrafico, finchè, passata la crisi finanziaria, il Governo decise di stanziare 30.000 $ per la realizzazione della prima linea telegrafica che avrebbe collegato Washington e Baltimora. Si trattava di un cospicuo investimento che avrebbe consentito la copertura di uno spazio di circa 40 miglia. Era il 23 febbraio del 1843.
Appena un anno dopo, il primo messaggio viaggiava lungo il cavo telegrafico, portando a destinazione quelle poche parole di cui abbiamo parlato prima: “Cosa ha creato Dio!” E la gente, il popolo americano iniziò a capire cosa era e cosa sarebbe potuto diventare il telegrafo!
Le linee iniziarono a moltiplicarsi e le richieste divennero pressanti, ma la politica decise di stare fuori dal “gioco”, lasciando a Morse e ai privati investitori l’intero onere della realizzazione dei progetti.


La Western Union a Portsmouth

Nonostante questa inattesa difficoltà, l’indubbia genialità americana consentì il proliferare di imprese che ricoprirono il territorio statunitense di linee telegrafiche, attraverso l’utilizzo pressochè gratuito di brevetti molto simili a quello di Morse, ma sempre diversi dall’originale, azzerando i costi relativi all’acquisto del progetto.
Nel 1851 nacque una compagnia di comunicazione telegrafica chiamata “The New York and Mississippi Valley Printing Telegraph Company” che dopo pochi anni avrebbe cambiato il proprio nome in “Western Union telegraph Company”, il nome della leggenda!
Questa intraprendente azienda si incaricò di realizzare la prima linea telegrafica transcontinentale che venne completata e inaugurata nel 1861, gettando sul lastrico le rivali aziende del “Pony Express”… Questa linea ebbe un’importanza veramente grande nei durissimi anni della Guerra Civile.
Il tempo ha fatto strage, una dopo l’altra di tutte le innovazioni, anche importantissime, che hanno caratterizzato l’epopea del west, fino ad arrivare ai nostri giorni con la Western Union sempre al passo dei tempi, ma sempre col telegrafo nei suoi scaffali, passando attraverso i tanti decenni del telefono, fino ai giorni nostri, fino alla triste data del 2006 col silenzioso pensionamento definitivo del servizio telegrafico in busta gialla.


L’operatore di una stazione telegrafica

La cronaca ci riporta che gli ultimi sussulti del telegrafo sono stati registrati a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70 del secolo appena conclusosi, ma anche gli anni 2000, fino al 2005 hanno visto il telegrafo in funzione; proprio nel 2005, infatti, sono stati recapitati ben 20.000 telegrammi in tutto il mondo