La versione “accorciata” del revolver Remington 1875


Il revolver Remington 1875 accorciato
C’è qualcosa di evocativo in quell’uomo con il vecchio abito di pelle di daino, con un classico cappello e lo sguardo fisso davanti a sé e tale sensazione è rafforzata dalla presenza, in una mano, di una pistola Remington del 1875. Quella pistola era fedele compagna di tanti cowboys, uomini di legge e avventurieri del West, ma non era una Remington qualunque, bensì la rara versione “accorciata”.
Nella stagione 1875-1876 l’America si preparava a festeggiare il primo secolo della sua indipendenza, e il Paese ribolliva di energie e ambizioni.
L’industria delle armi da fuoco era in pieno fermento: ogni città, ogni avamposto di frontiera disponeva di diversi modelli di armi da fuoco per affrontare il selvaggio West. Le aziende cercavano senza sosta soluzioni più moderne, più affidabili, più letali. E nel mondo dei revolver, tutte avevano un bersaglio ben preciso: la Colt Peacemaker del 1873, l’arma che aveva conquistato l’esercito e la fantasia popolare.
Fu allora che la E. Remington & Sons, dalla cittadina di Ilion, nello stato di New York, lanciò la sua sfida. Nacque così la Remington New Model 1875, un revolver che strizzava più di un occhio alla linea elegante della Colt, ma che allo stesso tempo manteneva l’anima solida e ruvida delle precedenti pistole a capsula Remington, celebri nella Guerra Civile. Il risultato? Un’arma dall’aspetto fiero, una fusione tra innovazione e tradizione, pronta a rivendicare il proprio spazio.
A prima vista, la 1875 sembrava una cugina stretta della Peacemaker: stessa linea generale, stesso calibro poderoso. Ma bastava osservare meglio per cogliere le differenze. La Remington presentava una struttura più robusta, con una guida sotto la canna (detta webbed under-barrel) che le conferiva solidità e un aspetto distintivo. L’espulsore dei bossoli, invece, correva sotto la canna in asse, diversamente dalla Colt, dove era montato in diagonale sul lato destro. Anche la leva di espulsione funzionava al contrario: da destra nella Remington, da sinistra nella Colt. Dettagli piccoli ma significativi, che raccontano scelte progettuali precise.


Una Remington 1875

Le prime Remington 1875 furono camerate nel .44 Remington, un calibro proprietario. Ma presto si passò al ben più diffuso .44-40 Winchester, lo stesso delle carabine Winchester, un’accoppiata che faceva gola a molti cowboy: un solo tipo di munizione per revolver e fucile. Alcuni esemplari rarissimi furono anche prodotti in .45 Colt, oggi ambitissimi dai collezionisti.
Il modello standard presentava una canna da 7 pollici e mezzo, ma un numero limitatissimo (qualche centinaio) uscì dalla fabbrica con canna corta da 5 pollici e ¾, oggi pezzi di grande pregio.
Quest’ultima versione, talvolta ottenuta dai bravissimi artigiani del west con un lavoro in proprio, aveva un suo senso nel west. Infatti, avere una canna più corta significava avere un minor peso da estrarre e ciò poteva equivalere anche alla differenza tra la vita e la morte durante una rissa o una sparatoria con corte distanze tra i contendenti. Naturalmente avere la canna accorciata significava anche rinunciare ad una certa precisione (se si può parlare di precisione a grandi distanze con questi revolver) quando si intendeva colpire un oggetto o un soggetto lontano dallo sparatore. Le finiture di fabbrica erano eleganti: completamente nichelate oppure brunite, con dettagli in acciaio temprato dai colori cangianti. Le impugnature erano in noce a due pezzi, ma si potevano ordinare a pagamento in avorio o madreperla.
Tra i numerosi esemplari della Remington Model 1875, La versione con canna accorciata a 5 pollici e ¾ ancora oggi fa battere il cuore ai collezionisti e agli appassionati del West. Ufficialmente prodotta in pochissimi esemplari, questa variante rappresenta uno degli esempi più affascinanti di adattamento dell’arma alle esigenze reali della frontiera.
Se la versione standard con canna da 7 pollici e mezzo era pensata per la fondina da cintura o da cavallo, la canna corta nasceva per velocizzare l’estrazione, alleggerire il peso complessivo e rendere l’arma più compatta, ideale per chi viaggiava a cavallo, per chi operava in ambienti angusti o per chi si muoveva sul confine tra la legalità e il crimine.
Non a caso, molti dei revolver a canna corta – ufficiali o tagliati su misura – furono impiegati da uomini di legge, ma anche da fuorilegge, giocatori d’azzardo, pistoleri da saloon. Spesso non era la precisione a lungo raggio ciò che serviva, ma la rapidità e l’immediatezza del tiro. In una sparatoria ravvicinata, un’arma più corta poteva significare sopravvivenza.


Jesse e Frank James (lui con una Remington)

Non è raro trovare revolver 1875 con canna tagliata a posteriori: segno evidente che molti proprietari, non soddisfatti delle dimensioni di fabbrica, si rivolgevano a armaioli locali o addirittura si arrangiavano da sé. In questi casi, il mirino veniva spesso rimosso e riattaccato più indietro, oppure sostituito con uno rudimentale. Le finiture non erano sempre raffinate, ma l’obiettivo era funzionale: trasformare un’arma militare in uno strumento adatto alla sopravvivenza quotidiana.
Oggi, distinguere un modello accorciato in fabbrica da uno modificato successivamente è difficile, ma non impossibile. I pochi autentici esemplari usciti direttamente dalla Remington con canna da 5¾ pollici sono rarissimi e raggiungono quotazioni altissime nelle aste specializzate. Sono oggetti di culto, non solo per la loro rarità, ma perché raccontano una storia concreta: quella di un West in cui anche pochi centimetri potevano fare la differenza.
La Remington 1875 a canna corta è, in fondo, il revolver dei realistici, di chi conosceva la polvere della strada più che le regole dei manuali. Una pistola meno cerimoniosa e più sincera. Un pezzo d’America che non amava apparire, ma colpire dritto al bersaglio.

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