L’acquisto della Louisiana, l’affare che cambiò la storia del west

A cura di Sergio Mura

L’accordo che portò all’acquisto della Louisiana
Nel 1803, con un colpo di genio politico e diplomazia ben dosata, gli Stati Uniti acquistarono dalla Francia un’immensa distesa di territorio: circa 827.000 miglia quadrate a ovest del Mississippi, al costo di 15 milioni di dollari. Quel gesto, passato alla storia come l’Acquisto della Louisiana (Louisiana Purchase), raddoppiò di colpo la superficie del giovane Stato americano e spalancò le porte alla grande espansione verso Ovest. Ma all’epoca, fu anche una mossa carica di tensioni internazionali, paure e decisioni prese all’ultimo respiro.
Già un anno prima, il presidente Thomas Jefferson aveva colto le avvisaglie di un evento che avrebbe scosso gli equilibri del mondo:

“Questo piccolo avvenimento, della Francia che si impossessa della Louisiana, è l’embrione di un tornado che si abbatterà sulle nazioni di entrambe le sponde dell’Atlantico, coinvolgendole nei loro più alti destini.”
(Scriveva a Pierre Samuel du Pont il 25 aprile 1802.)

La minaccia non veniva da chi ci si poteva aspettare. Finché la Louisiana era nelle mani della Spagna, Washington dormiva sonni relativamente tranquilli.
Con il trattato del 1795, infatti, Madrid aveva riconosciuto agli americani il diritto di navigare il Mississippi e di usare il porto di New Orleans per depositare merci destinate all’esportazione.


Una mappa della Louisiana pubblicata nel 1804 da Aaron Arrowsmith

Jefferson lo sapeva bene:

“La Spagna avrebbe potuto trattenere New Orleans per anni, senza grandi problemi. La sua indole pacifica e il suo stato di debolezza l’avrebbero spinta ad agevolarci. Possedeva il porto più per nostro beneficio che per sé.”

Ma l’eventualità che la Francia di Napoleone Bonaparte potesse insediarsi ai confini degli Stati Uniti cambiava completamente il quadro.


Napoleone Bonaparte

La Francia, uscita ridimensionata dalla Guerra dei Sette Anni, aveva perso tutte le sue colonie nordamericane: nel 1762 aveva ceduto la Louisiana e New Orleans alla Spagna, e l’anno dopo il Canada e le terre a est del Mississippi alla Gran Bretagna. Ora, però, Bonaparte sembrava deciso a restaurare la grandezza francese anche nel Nuovo Mondo.
La svolta drammatica avvenne nell’ottobre 1802, quando il re di Spagna, Carlo IV, firmò un decreto che restituiva ufficialmente la Louisiana alla Francia. Poco dopo, l’agente spagnolo a New Orleans – su ordine diretto – revocò agli americani l’accesso ai magazzini del porto. L’indignazione fu immediata.
Mentre Jefferson e il suo Segretario di Stato, James Madison, tentavano la via diplomatica, l’opposizione federalista e diversi gruppi nei territori occidentali chiedevano guerra. Alcuni ventilavano addirittura la secessione per conquistare direttamente New Orleans e il controllo del basso Mississippi.
Jefferson capì che il tempo stringeva. Nel gennaio 1803 incaricò James Monroe, amico fidato e uomo di frontiera, di unirsi a Robert Livingston a Parigi come ministro straordinario.


La mappa della Louisiana in relazione alla spedizione di Lewis e Clark

Pochi giorni dopo, propose al Congresso di finanziare una spedizione attraverso le terre della Louisiana, indipendentemente dal loro possesso: nascerà così la celebre Spedizione di Lewis e Clark.
A Monroe, Jefferson scrisse con passione:

“Tutti gli occhi, tutte le speranze sono ora fissati su di te… Dal risultato di questa missione dipendono i destini futuri di questa repubblica.”

Monroe arrivò a Parigi il 12 aprile 1803, ma già il giorno prima Livingston aveva ricevuto una proposta shock: la Francia era disposta a vendere l’intera Louisiana.
Cos’era accaduto?

Il sogno coloniale di Bonaparte stava crollando. La rivolta degli schiavi a Saint-Domingue (oggi Haiti) aveva decimato l’esercito francese, fiaccato anche dalla febbre gialla. E una nuova guerra con la Gran Bretagna sembrava imminente. François de Barbé-Marbois, ministro delle finanze di Napoleone, aveva convinto l’imperatore che senza Saint-Domingue, la Louisiana aveva poco valore. In caso di guerra, poi, la Gran Bretagna l’avrebbe facilmente conquistata dal Canada. Meglio venderla.
E così fu. Il 11 aprile, Talleyrand, ministro degli esteri, comunicò a Livingston la disponibilità a cedere tutto. Il 30 aprile, Monroe e Livingston firmarono l’accordo: per 15 milioni di dollari, gli Stati Uniti acquistavano l’intero territorio della Louisiana, incluso il preziosissimo porto di New Orleans. Ben oltre il mandato ricevuto, ma un affare storico.


Una pagina del trattato di acquisto

La notizia giunse a Washington giusto in tempo per essere annunciata il 4 luglio 1803. Ma restavano ostacoli: la ratifica doveva avvenire entro ottobre. Jefferson stesso dubitava della legittimità costituzionale di un simile acquisto e pensò persino di chiedere un emendamento. Ma il suo Gabinetto lo dissuase. Alla fine, cedette:

“È come un tutore che investe il denaro del suo pupillo acquistando un territorio vicino, e che gli dirà, quando sarà grande: ‘L’ho fatto per il tuo bene.’”

Il Senato ratificò il trattato il 20 ottobre, con 24 voti favorevoli contro 7. La Spagna protestò, ma non aveva mezzi per opporsi. Il 30 novembre restituì formalmente la Louisiana alla Francia, che il 20 dicembre ne fece la cessione ufficiale agli Stati Uniti. Il 30 dicembre, l’America ne prese possesso definitivo.


Il Senato ratificò il trattato il 20 ottobre

Il tornado temuto da Jefferson non si abbatté sull’Atlantico, ma il suo avvertimento si dimostrò profetico. L’Acquisto della Louisiana non solo cambiò per sempre il destino degli Stati Uniti: segnò l’inizio dell’avanzata verso l’Ovest, la nascita di una nuova potenza e l’inizio di un’altra epoca per il continente americano.

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