Bodie, la città fantasma dove il west non è mai morto
A cura di Sergio Mura
Una vista su Bodie
Sulle colline desertiche a est della Sierra Nevada, nella contea di Mono, in California, sorge Bodie. O meglio, resiste. A 2.554 metri d’altitudine, a una manciata di chilometri da Bridgeport e un centinaio da Lake Tahoe, Bodie appare oggi come un relitto perfettamente conservato dell’epopea del selvaggio West: una città fantasma che racconta, con i suoi edifici scricchiolanti e le strade polverose, una delle storie più affascinanti della corsa all’oro americana.
La scintilla che diede vita alla leggenda scoppiò nel 1876, quando la Standard Company individuò una vena d’oro così ricca da trasformare quello che era un accampamento di cercatori dimenticato in una vera e propria boomtown.
Nel giro di pochi anni, la popolazione schizzò a oltre 8.000 anime e Bodie si riempì di circa 2.000 edifici: saloon, giornali, banche, sindacati, bordelli e perfino una banda musicale di ottoni.

La mappa di Bodie nel 1890 – CLICCA PER INGRANDIRE
E dire che tutto era iniziato nel 1859, quando un uomo dal destino beffardo, W.S. Bodey, trovò tracce d’oro. Pochi mesi dopo morì assiderato in una bufera di neve, senza aver mai visto la nascita della città che avrebbe portato – con qualche variazione ortografica – il suo nome. Una leggenda narra che il nome definitivo “Bodie” fu scelto dopo che un pittore ad Aurora dipinse un’insegna con scritto Bodie Stables. Da lì, il destino era segnato.

W.S. Bodey trovò tracce d’oro
Negli anni più ruggenti, Bodie aveva tutto ciò che serviva per entrare nella mitologia del West: una via principale lunga un miglio fiancheggiata da 65 saloon, continue sparatorie, imboscate alla diligenza, risse da saloon, e persino un quartiere a luci rosse nascosto ma ben frequentato. Si racconta di Rosa May, prostituta con l’animo da infermiera, che durante un’epidemia si prese cura dei malati come una novella Florence Nightingale. Morì povera, e fu sepolta fuori dal cimitero, come spesso accadeva ai reietti.

Uno scorcio della main street
La città contava anche una Chinatown con un tempio taoista, diversi fumatori d’oppio e centinaia di lavoratori cinesi. C’era un carcere, una sede della Wells Fargo, un’unione dei minatori, una ferrovia, un orologio a torre, e persino un telegrafo che la collegava con il mondo.
Ma come tutte le città nate in fretta, anche Bodie fu destinata a spegnersi. Già nel 1880, con nuove scoperte aurifere in Montana, Arizona e Utah, molti lasciarono il campo per inseguire fortune altrove.

L’abbandono di Bodie
Bodie provò a reinventarsi: si costruirono chiese, si portarono le famiglie, si puntò sulla stabilità. Le miniere continuarono a produrre, arrivando nel 1881 a toccare i 3,1 milioni di dollari in estrazioni. Un’impresa ferroviaria – la Bodie Railway & Lumber Company – trasportava legname da Mono Mills. Perfino l’innovazione tecnologica bussò alla porta: nel 1892, la Standard Company realizzò una centrale idroelettrica capace di trasmettere corrente alternata per oltre 13 miglia, un’impresa pionieristica per l’epoca.

Bodie, in California
Eppure, la parabola discendente era inarrestabile. Nel 1912 chiuse l’ultimo giornale. L’anno dopo, la Standard Mine cessò l’attività. Nel 1917, anche la ferrovia fu abbandonata. La mazzata finale arrivò nel 1942, quando per ordine del governo tutte le miniere d’oro non essenziali furono chiuse per sostenere lo sforzo bellico della Seconda Guerra Mondiale. Bodie non si riprese mai più.
Nel 1915 già si parlava di “città fantasma”. Il censimento del 1920 registrò appena 120 residenti. Un incendio nel 1932 devastò il distretto commerciale. Ma qualcosa sopravvisse. Una manciata di anime rimase a vivere tra le rovine, e la famiglia Cain – proprietaria di molti edifici – assunse dei custodi per proteggere ciò che restava.

Bodie
Nel 1961, Bodie fu dichiarata National Historic Landmark. L’anno successivo divenne Bodie State Historic Park, e da allora è rimasta congelata nel tempo, mantenuta in uno stato di “decadimento arrestato”. Non viene restaurata, ma nemmeno lasciata cadere: si conserva così com’era.
Oggi Bodie conta ancora circa 110 edifici originali, alcuni dei quali mostrano interni rimasti intatti, con oggetti abbandonati come se i proprietari fossero usciti per non tornare mai più. Piatti rotti, bottiglie vuote, chiodi quadrati del secolo passato, tutto è lì – ma è vietato portare via anche solo un frammento.
L’accesso non è facile: l’ultima parte della strada statale 270 è sterrata e spesso chiusa d’inverno per la neve. Ma ogni anno, circa 200.000 visitatori affrontano il viaggio per vedere dal vivo uno degli ultimi autentici fantasmi del West.

Un paio di abitazioni a Bodie
Bodie non è un parco a tema. Non è Disneyland. È vera. Ed è proprio per questo che, mentre cammini tra le sue strade deserte, potresti sentire ancora i colpi di pistola di un vecchio duello, il tintinnio dei bicchieri in un saloon, o il passo affrettato di un minatore diretto alla miniera. Bodie è storia viva. Un monumento alla febbre dell’oro, al sogno americano, e alla polvere che – alla fine – ricopre tutto.