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L’enigma dei misteriosi Chiska

A cura di Gianni Albertoli

La tribù Chiska (in lingua Muskhogean), o “Chisca” (in castigliano), era originariamente stanziata nel Tennessee orientale e, probabilmente, anche nella Virginia sud-occidentale, nel XVI secolo. Questi indiani furono incontrati dalla spedizione di Hernando de Soto (1542) e successivamente da quella del Juan Pardo (1568). Sembra che una piccola avanguardia inviata dal de Soto sull’alto corso del fiume Tennessee, venne severamente battuta dai guerrieri Chiska, il che avrebbe obbligato il Governatore a non spingersi ulteriormente in quelle terre. Anche le truppe del Pardo ebbero simili esperienze. Comunque, il nome di questi indiani appare raramente nelle fonti spagnole del XVI secolo, ma noi sappiamo che questa popolazione subì gravissime perdite umane a causa delle nuove malattie portate dai bianchi, nel XVI e nel XVII secolo. Alcuni studiosi affermano che i resti di questa popolazione si sarebbero poi spinti a sud per entrare nella Confederazione Creek, altri gruppi si sarebbero invece uniti ai Coushatta (Koasati) per migrare con loro in Louisiana.
Inoltre, sembra che un altro gruppo sia stato inglobato dalla grande nazione Cherokee, in particolare dalle bande che vagavano nelle regioni comprese tra la Virginia e il Kentucky orientale. Altri studiosi, specialmente etnologi e archeologi del medio e tardo XX secolo, ritengono invece che il nome tribale “Chiska” fosse un termine usato dai “Costruttori di Tumuli” di etnia Muskhogean per indicare i confinanti Yuchi, ma la tesi non sembra essere confermata dai vocaboli muskhogean in nostro possesso. Stando allo Swanton, il termine “Chiska” in lingua muskhogean significava “la base di un albero” e forse, in precedenza, indicava “i fondatori di una particolare Cultura”; comunque sia, stando al Thornton, gli Yuchi avrebbero costruito ben pochi tumuli e non furono mai associati con le numerose tradizioni Muskhogean. Sembra essere evidente che questo nome etnico sia stato più tardi usato dagli immigrati Muskhogean che avrebbero raggiunto la valle del Tennessee e che, probabilmente, avrebbero inglobato alcuni resti delle preesistenti popolazioni. Un buon numero di studiosi ritengono che queste genti preesistenti parlavano dialetti simili a quelli degli Alibamu e, addirittura, a quelli dei gruppi Natchez, purtroppo però della lingua dei Chiska non abbiamo a disposizione nessun vocabolo.


La mappa del viaggio di De Soto e la posizione dei Chiska

Restano comunque delle connessioni tra le lingue Siouan orientali e quelle Muskhogean, probabilmente dovute alla vicinanza territoriale, il che farebbe pensare proprio agli indiani Yuchi, la cui lingua “Uchean” è ancor oggi poco conosciuta. Stando al Garcilaso de la Vega, la spedizione di Hernando de Soto, partendo dalla “provincia di Chicaza” (Chickasaw), si sarebbe spinta a nord e, dopo tre giorni di faticose marce, sarebbe giunta in un villaggio chiamato “Chisca”. L’insediamento “sorgeva sulla riva di un grande fiume che, essendo il maggiore di tutti quelli che gli spagnoli videro nella Florida, venne battezzato Rio Grande”; questi indiani potevano essere i nostri Chiska? Quel che appare piuttosto strano è che l’Elvas, il Biedma e il Ranjel, cioè i tre cronisti della spedizione, chiamavano questo insediamento con il nome di “Quizquiz”, un termine che invece deve essere ricondotto ad altri indiani di etnia Tunican. Anche la posizione geografica è tutta da discutere, come pure il fatto che questi indiani fossero costantemente in guerra con i Chickasaw, il che farebbe propendere la bilancia proprio dalla parte dei Tunica o dei Koroa. Ma le fonti da cui attinse il Garcilaso erano veritiere per quanto riguardava “Chisca”? Inoltre, non dobbiamo dimenticare che il Biedma, il Ranjel e l’Elvas parteciparono in prima persona alla spedizione, mentre il Garcilaso non vi avrebbe partecipato. L’8 maggio 1541 gli spagnoli “attaccarono il villaggio senza attendere l’ordine e catturarono molti indiani e indiane di ogni età, impadronendosi di tutto quello che trovarono”; l’abitazione del capo era posta su un monticello “… che serviva anche da fortezza”. Il “Signore del territorio si chiamava Chisca” ed era molto vecchio. Anche la presenza del “monticello” farebbe sorgere parecchi dubbi sul fatto che questi indiani siano stati gli Yuchi o, almeno, una parte di essi. Questi indiani Chiska potrebbero anche rappresentare un ramo orientale della nazione Chickasaw, e il termine “Chiska” potrebbe anche essere il nome arcaico della tribù Chickasaw. Nelle antiche tradizioni dei Chickasaw e dei Choctaw, “Chiska” e “Chokta” erano fratelli, i quali si sarebbero separati per dar vita alle due nazioni storiche del Mississippi.


Un villaggio messo a ferro e fuoco

I Chickasaw ebbero la reputazione di essere grandi guerrieri, i più valenti del sud-est stando agli spagnoli, e sicuramente essi rappresentano uno dei rami principali, e più grandi, della famiglia Muskhogean. Le evidenze archeologiche delle tipiche comunità Chickasaw, sarebbero state trovate nel bacino del fiume Tennessee, nelle vicinanze di Chattanooga (Tennessee sud-orientale). Quando i primi bianchi entrarono in contatto con i Chickasaw notarono subito che essi non costruivano grandi tumuli, e che vivevano in piccoli e dispersi insediamenti con abitazioni rettangolari. Numerosi villaggi con queste caratteristiche sono stati individuati dagli archeologi nelle zone di Chattanooga, e questa viene oggi etichettata come “Mouse Creek Culture”; stando alla sua ubicazione, questa Cultura, con i suoi insediamenti, era vicina alla contemporanea “Dallas Culture”, appartenente alle genti Muskhogean, i cui villaggi avevano però grandi tumuli e piazze a forma ovoidale, mentre quelli della “Mouse Creek Culture” contenevano soltanto bassi tumuli di sepoltura adiacenti a piazze rettangolari. Siccome molti villaggi degli Yuchi sono stati localizzati nel Tennessee sud-orientale, durante il periodo coloniale britannico, gli archeologi dell’Università del Tennessee presumono che la “Mouse Creek Culture” fosse proprio tipica degli Yuchi. Nelle loro antiche credenze gli Yuchi costruivano strutture e piazze rotonde, almeno fino al tardo XVIII secolo, e in seguito furono fortemente influenzati dalle tradizioni Muskhogean durante il loro spostamento a sud. I primi esploratori inglesi identificavano gli indiani Yuchi come “il Popolo delle città rotonde”, quindi è possibile che questi villaggi della “Mouse Creek Culture” siano stati occupati da gruppi Muskhogean e non dagli Yuchi.


Il ritratto di un guerriero armato di lancia

Anche la spedizione del Juan Pardo (1567) ebbe modo di raggiungere le terre di questi indiani. Nell’aprile del 1567 il comandante inviava il sergente Hernando Moyano de Morales sulle montagne, al suo fianco vi erano 15 o 19 soldati e un gruppo di guerrieri di Joara, viaggiando “per quattro giorni sulle montagne, dove rimasero sorpresi nel vedere i nemici rinchiusi in una fortificazione costituita da un alto muro di legno”. La spedizione, secondo il Francisco Martinez, avrebbe attaccato gli indiani costringendoli a tenersi all’interno della palizzata, e poi dettero alle fiamme l’intero villaggio con l’uccisione di “115 indiani”, cifra ritenuta esagerata dal Charles Hudson. L’insediamento si trovava nell’alta valle del Nolichucky e dopo la sua distruzione gli spagnoli preferirono abbandonare precipitosamente il territorio in previsione di una prevista controffensiva indiana, il che metterebbe seriamente in dubbio la grande vittoria spagnola. Qualche tempo dopo il Pardo sarebbe stato informato dal Moyano di aver combattuto “un cacique chiamato Chiska”, ma quel che possiamo dire è che il Moyano venne comunque minacciato da un “cacique delle montagne”, il quale avrebbe dichiarato di essere disposto a mangiare i corpi degli spagnoli uccisi e di dare in pasto ai cani il corpo del sergente. Nel 1584 il Domingo de Leon offriva alcuni spunti interessanti, che sostanzialmente confermavano le testimonianze di una donna indiana; questi parlava di due villaggi indiani: “Manaytique” e “Guapere”, ovvero “le due città distrutte dal Moyano” nel 1567. Il primo villaggio era probabilmente sito sul South Fork del fiume Holston, presso Saltville, nella Virginia occidentale, e, stando ad alcuni studiosi, esso sarebbe proprio il villaggio chiamato “Chisca” dal Martinez, ma in questo caso saremmo al di fuori del territorio del Tennessee. I resoconti della spedizione di Hernando de Soto indicavano chiaramente che “Chisca” era impegnata nei commerci del rame con gli indiani di Cofitaciqui e con i villaggi del fiume Tennessee.


Una bella mappa con gli insediamenti dei Chiska

E’ quindi probabile che gli indiani di queste terre fungeva da intermediari nel commercio del rame, ed anche del sale, con le genti poste più a sud. Per quanto riguarda “Guapere”, esso non è certamente da considerare come appartenente ai Chiska, inoltre, se le interpretazioni di alcuni storici sul percorso della spedizione del de Soto sono corrette, è allora chiaro che gli indiani incontrati sull’alto corso del Nolichucky non erano i Chiska. L’identificazione di questi indiani risulta quindi essere piuttosto incerta ed anche gli storici sono piuttosto scettici sulle teorie dello Swanton che li accomuna agli Yuchi, ma altri propendono per i Cherokee, ben presenti già all’epoca sull’alto corso del Nolichucky, ed altri ancora preferiscono non sbilanciarsi. La tribù Chiska sembra proprio rappresentare un enigma etnico nella storia indiana.