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Stivali e sella, il vestiario del cow-boy

A cura di Luca Barbieri


Da un uomo che passava gran parte del suo tempo in sella ad un cavallo non c’è da aspettarsi un’eccessiva raffinatezza nel vestire; ed in effetti la massima attenzione del cowboy andava principalmente a due sole cose: stivali e sella.
I primi dovevano essere solidi (perché in viaggi che potevano durare mesi non si aveva certo la possibilità di cambiarli spesso), col tacco alto (lo esigeva la moda dell’epoca e, d’altronde, siffatte calzature non erano state concepite per camminare) e morbidi (per non trasformare i piedi dei cowboys in spugne gonfie di sangue).
Spesso erano anche eleganti e molto decorati, ad esempio con fregi, cuciture, frange e, naturalmente, speroni, meglio se molto voluminosi, tintinnanti e acuminati, come ad esempio i ricercatissimi chihuahuas, grandi e raffinati speroni messicani formati da un unico pezzo di metallo con larghe bande che giravano attorno al tacco dello stivale e con decorazioni d’argento.


Un cow-boy sorveglia la mandria al pascolo

La sella, invece, aveva il fondamentale compito di separare il fondoschiena del cavaliere dal dorso ruvido del cavallo, e pertanto quello che i cowboys cercavano in essa era soltanto una cosa: confortevolezza.
Cow-boys in posa in un saloon
Basta pensare a quante ore al giorno e per quanti giorni all’anno vi passavano seduti sopra per capire al volo che la sella era il migliore investimento per un cowboy, il quale, dunque, non ci pensava proprio a lesinarci sopra (sempre che, è ovvio, le sue finanze lo permettessero).
Ecco perché una buona sella poteva costare una vera fortuna ma c’era sempre chi era disposto a comprarla, ed ecco perché una buona sella non si abbandonava mai e, anche quando il cavallo stramazzava al suolo per la sete o la fatica, il cowboy se la caricava sulle spalle e la trasportava a piedi per miglia e miglia.
Di selle ce n’era davvero un vasto assortimento, da quella spagnola (molto elaborata) a quella texana (con assai meno fronzoli e più pratica), ma i materiali con i quali venivano fabbricate erano sempre gli stessi: legno e cuoio, il che rendeva le selle non proprio leggerissime.


Cow-boys al lavoro con una mandria

Potevano infatti arrivare a pesare anche più di venti chili e questo ci fa ben comprendere il dilemma del cavaliere lasciato a piedi nel bel mezzo del deserto: far soffrire la schiena o il portafoglio?
Una statua dedicata al cow-boy
L’abbigliamento del cowboy proseguiva con ampi cappelli o sombreros per ripararsi parimenti da sole e pioggia, fazzolettoni da collo (detti sudaderos o bandanas) indispensabili per coprirsi il volto ed evitare di ingoiare polvere quando si stava in coda alla mandria o si capitava nel bel mezzo di una tempesta di sabbia, comodi calzoni di tela (i cowboys, contrariamente a quanto si crede, non portavano affatto i jeans di Levi Strass che consideravano pantaloni adatti solo a contadini e minatori), ed infine chaps di pelle o, più folcloristicamente, di pelo (si trattava di lunghi paragambe da allacciare alla vita, che avevano lo scopo di evitare che le spine dei numerosi arbusti in mezzo ai quali i cowboys cavalcavano facessero a pezzi pantaloni e gambe).
I più raffinati usavano dei dischetti di metallo, d’argento oppure nichel come ornamento per cappelli, pantaloni, sottosella o cinture.