La cantieristica della Confederazione

A cura di Angelo D’Ambra

Un cantiere navale della Confederazione
Quando scoppiò la Guerra Civile, gli stati confederati erano carenti di strutture militari navali. In nessun luogo il gap tecnologico tra il Nord e il Sud fu evidente come sull’acqua. La Confederazione iniziò la guerra senza una sola nave da guerra e dovette affrettarsi a dotarsi di impianti moderni e funzionanti. Il Sud, infatti, poté solo fare affidamento su due cantieri navali, il Gosport (Norfolk) Navy Yard, in Virginia, e il Warrington Navy Yard, Pensacola, Florida, occupati quando la Virginia e la Florida si separarono. La Confederazione non disponeva di impianti cantieristici per costruire o equipaggiare navi da guerra e bisognò convertire in tempi rapidi centri portuali come Norfolk, Charleston, Savannah, Mobile e New Orléans.
Il citato cantiere navale di Warrington, Pensacola, risaliva al 1825 e all’epoca era l’unico nel Golfo del Messico. Nel 1850 fu costruito un bacino di carenaggio. In seguito alla secessione della Florida, il 12 gennaio 1861 il cantiere passò ai confederati, che tuttavia lo tennero per un breve lasso di tempo. Se ne andarono nel maggio 1862 e bruciarono gran parte di ciò che c’era. Presso Portsmouth, in Virginia, c’era invece il Gosport Navy Yard.


Il Gosport Navy Yard

All’epoca, era uno dei migliori cantieri navali degli Stati Uniti e possedeva il più antico bacino di carenaggio del paese. Sorgeva sull’altra parte del fiume Elizabeth. Abbandonato dai blu, dopo aver affondato diverse sue navi, fu catturato dai grigi il 20 aprile del 1861 e avviato alla produzione delle corazzate di cui c’era grande urgenza. In particolare si ricorda la trasformazione della USS Merrimack, una fregata a vapore unionista che era stata affondata, nella modernissima corazzata CSS Virginia. In più, occupandolo, i confederati si impossessarono anche di oltre mille cannoni pesanti. Già nel maggio del 1862, però, dovettero abbandonarlo e furono costretti a darlo alle fiamme perchè il nemico non si appropriasse di tutto.
Dotarsi in tempi rapidi di altre strutture fu un lavoro immenso. La confederazione, infatti, era carente anche di capacità organizzative specifiche e quindi se gli sforzi risultavano numerosi erano anche confusi e non coordinati. Fu determinante il grande lavoro di Stephen Mallory, Segretario della Marina degli Stati Confederati. Grazie a Mallory la marina sudista conseguì notevoli risultati.
Stephen Mallory
Sorsero cantieri di varie dimensioni e capacità, dove era possibile costruire, ma anche attraccare le navi in un bacino di carenaggio per riparazioni e modifiche. Numerose, poi, furono le postazioni navali, siti in cui le navi potevano essere sottoposte a piccole riparazioni ed essere rifornite di carburante e scorte. Nel giro di pochi mesi si contò una dozzina di importanti cantieri e postazioni navali, sorti dal nulla.
In Virginia, nacque il Richmond Navy Yard, sul fiume James. Vi fu completata la corazzata CSS Richmond varata a Gasport e vi furono costruite la corazzata Fredericksburg e la Texas. Nella primavera del 1862, sull’altra sponda del fiume sorse un secondo cantiere dove furono costruiti la corazzata Virginia II e diverse torpediniere, così come un ospedale navale. La Fredericksburg fu bruciata dai confederati, il 2 aprile 1865, per evitarne la cattura. La Texas, rimasta incompiuta, fu effettivamente catturata dagli unionisti, mentre la Virginia II fu da essi distrutta.
Quando fu perso Gosport, l’attenzione del governo confederato si concentrò sulla Carolina del Nord. Si pensò, infatti, di sostituire Gosport con un impianto a Charlotte. La città non ha e non aveva uno sbocco sul mare, tuttavia proprio questo la metteva relativamente al sicuro da potenziali attività nemiche. Fu scelta per i suoi ottimi collegamenti ferroviari con gli altri centri della costa. C’è da riconoscere che i confederati si mostrarono davvero avveduti in questa scelta e, prevenendo gli eventi, spostarono segretamente parte del parco di macchine utensili e attrezzature di Gosport a Charlotte. All’inizio di maggio 1861 le prime attrezzature, tra cui torni, pialle e un piccolo maglio a vapore, erano lì. Qui furono prodotte quasi tutte le eliche, gli alberi e le ancore, ma anche materiale d’artiglieria. Il cantiere rimase in funzione fino al termine della guerra.
Nella Carolina del Nord c’erano inoltre i cantieri di Wilmington, a 20 miglia a monte della foce del fiume Cape Fear.


Wilmington Ship Yard

Avevano una delle fonderie di ferro più moderne dello stato e vi furono costruite le corazzate CSS Raleigh, CSS North Carolina e CSS Wilmington. La Raleigh finì arenata il 7 maggio 1864, presso Cape Fear, dopo un fallito attacco al naviglio unionista al largo di New Inlet. La North Carolina affondò a Smithville per errori di progettazione, si scoprì infatti con lo scafo tarlato. La CSS Wilmington fu data alle fiamme quando la città fu evacuata il 22 febbraio 1865.
Le corazzate North Carolina e Raleigh erano navi gemelle costruite dal capo costruttore navale, John L. Porter. Sebbene contrario alla secessione, Porter seguì il suoo paese, la Virginia e le fu sempre fedele. Si occupò anche della progettazione della Wilmington che nacque in sostituzione delle due corazzate andate perdute. Porter si occupò di un totale di sei corazzate di classe Richmond, che furono fabbricate a Richmond, Wilmington, Charleston e Savannah entro la primavera del 1862. Ebbe anche un ruolo chiave nella conversione della fregata a vapore USS Merrimack nella CSS Virginia. Porter aveva la responsabilità generale della conversione, Brooke era responsabile dell’armatura e degli ordigni pesanti, l’ingegnere capo della Marina William P. Williamson supervisionava i macchinari della nave. Fu promosso a capo costruttore navale nel gennaio 1864 e prestò servizio fino alla fine della guerra civile.
Lo zampino di Porter c’è anche nelle corazzate uscite dal cantiere navale di Charleston, nella Carolina del Sud, nel 1864. I suoi progetti infatti furono seguiti per la costruzione della CSS Palmetto State, della CSS Chicora, della CSS Columbia e della CSS Charleston.


CSS Charleston

Furono impiegate nei combattimenti intorno a Charleston, tra il 1863 e il 1864, nella difesa dell’area e per il trasporti di truppe da evacuare. Il 1 gennaio 1863, in particolare, sopresero le forze dell’Unione che tentavano il blocco navale al largo di Charleston. Distrussero la USS Mercedita e misero fuori uso la USS Keystone State. Di questo squadrone la Charleston servì come nave ammiraglia, sotto il comando di Isaac N. Brown. La CSS Chicora, la Palmetto State e la CSS Charleston furono distrutte il 18 febbraio 1865 a Charleston per evitarne la cattura. Il relitto della Columbia fu invece recuperato dalle forze dell’Unione, vicino a Fort Moultrie, rimorchiato sino Hampton Roads e lo rimesso in vita come USS Columbia.
Durante la guerra, il Charlestown Navy Yard divenne uno dei cantieri più produttivi della Marina. Si stima che qui si costruirono, ripararono o ristrutturarono oltre 170 navi da guerra. Charleston fu anche il luogo di costruzione di numerose torpediniere e vari tipi di “siluri”, nonché del sottomarino H.L. Hunley.
Altra mossa importante sostenuta dal segretario confederato della Marina, Stephen R. Mallory, fu l’ampliamento del sito industriale della Columbus Iron Works, le ferriere di Columbus, in Georgia.


Columbus Iron Works

Non solo le ferriere iniziarono la produzione di cannoni navali e macchinari per i porti di tutta la Confederazione, ma ad essi fu affiancato persino un cantiere navale, sulle rive del fiume Chattahoochee, in cui si avviò la corazzata CSS Muscogee, nave che non ebbe grande fortuna perché, ricostruita con propulsione a elica anziché con ruota di poppa e ribattezzata CSS Jackson, finì data alle fiamme dalle truppe dell’Unione mentre era ancora in fase di allestimento.
Ma un altro cantiere c’era in Georgia, quello di Savannah. Qui nacquero diverse cannoniere in legno, le corazzate CSS Atlanta, CSS Savannah e la batteria galleggiante della corazzata CSS Georgia, predisposte alla difesa del porto. La CSS Atlanta finì catturata 17 giugno 1863, dopo essersi incagliata nel vano tentativo di forzare il blocco di Savannah. Fu portata via, riparata e riarmata, prestando servizio nella Marina dell’Unione per il resto della guerra. Quando il generale William T. Sherman assaltò la città nel dicembre 1864, lo squadrone con CSS Savannah e CSS Georgia fu dato alle fiamme e il cantiere navale bruciato. C’era in costruzione la CSS Milledgeville e anch’essa finì in fiamme.


CSS Milledgeville

In Alabama c’erano Mobile e Selma, due cantieri che collaborarono per la costruzione di corazzate come la CSS Huntsville e la CSS Tuscaloosa, purtroppo navi con una capacità di muoversi molto limitata e quindi presto relegata a fungere da batterie galleggianti. Mobile e Selma collaborarono anche nella costruzione della CSS Tennessee, la nave ammiraglia di Franklin Buchanan. La Tennessee partecipò alla Battaglia della Baia di Mobile, il 5 agosto del 1864, con le cannoniere di legno CSS Gaines, CSS Morgan e CSS Selma, anch’esse costruite a Mobile, e fu costretta ad arrendersi. Buchanan fu quindi catturato e restò prigioniero dell’Unione sino al febbraio 1865, mentre la città si arrese il 12 aprile 1865 e il squadrone navale di difesa, con la CSS Huntsville e la CSS Tuscaloosa, andò distrutto. Selma, invece, fu catturata il 2 aprile 1865 e la fonderia distrutta.
In Louisiana, a New Orleans, e nei suoi dintorni, c’erano numerosi cantieri navali privati per uso civile che durante la guerra furono destinati alla produzione militare. Il cantiere John Hughes, per esempio, convertì dozzine di piroscafi fluviali per uso confederato. Nei cantieri di E.C. Murray fu costruita la corazzate CSS Louisiana e in quelli dei fratelli Asa e Nelson Tift nacque la CSS Mississippi. La CSS Mississippi, varata l’8 aprile del 1862, andò bruciata il 24 di quel mese, quando la flotta dell’Unione superò i forti che difendevano New Orleans da sud. Si tentò di rimorchiarla in un luogo più sicuro, ma le navi di David Farragut furono in vista e, per evitarne la cattura, i grigi la bruciarono. Lo stesso giorno i blu affondarono la CSS Louisiana. La città fu presa e questi cantieri caddero tutti nelle mani dell’Unione.
A Memphis, in Teennessee, c’era l’unico cantiere delle acque interne della Confederazione. Tuttavia, il Memphis Navy Yard non terminò nessuna nave perché la città cadde nelle mani delle forze dell’Unione nel giugno 1862.


Memphis Navy Yard

In seguito alla caduta di New Orleans e Memphis, i confederati tentarono di riorganizzare i loro cantieri costruendone uno a Yazoo, in Mississippi, dove fu completata la corazzata CSS Arkansas nell’estate del 1862. Questa nave fu affondata già il 6 agosto 1862, nel corso della Battaglia di Baton Rouge, dove provò a supportare le artiglierie del maggiore generale Earl Van Dorn, comandante delle forze confederate a est del Mississippi. Per sopperire ai problemi causati dalla perdita di New Orleans e Memphis, anche a Shreveport, in Louisiana, fu costruito un cantiere. Qui nacquero la corazzata CSS Missouri e diverse torpediniere. Il cantiere di Yazoo ebbe vita breve e fu perso il 20 maggio 1863, mentre Shreveport resistette fino al 3 giugno 1865, quando il primo tenente Jonathan H. Carter si arrese insieme alla CSS Missouri. Questa corazzata, però, completata nel 1863 sul Red River, rimase a lungo ferma a causa dell’acqua bassa e, sebbene sia stata l’ultima corazzata confederata ad arrendersi, non vide mai combattimenti.

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