Il Bozeman Trail
A cura di Matteo Pastore
Il Bozeman Trail è considerato dagli storici uno dei percorsi peggiori della storia della storia della frontiera americana.
Sebbene prenda il nome da John Bozeman, un pioniere proveniente dalla Georgia che si dice abbia percorso per la prima volta quel sentiero, i nativi americani ne erano a conoscenza da molti secoli poiché utilizzavano quella strada per potersi spostare durante i periodi di migrazione. Nel 1863, Bozeman e John Jacobs ampliarono la strada per permettere il passaggio dei carri basandosi sulle indicazioni del capitano William Raynolds che, quattro anni prima, guidò una spedizione per mappare quelle terre per conto del Corpo Topografico dell’Esercito.
Uno dei motivi principali dell’interesse verso questa strada era a causa dei giacimenti auriferi nei pressi di Virginia City e di abbondanti riserve idriche, questa via accorciava di gran lunga i tempi di percorrenza.
Il percorso di Bozeman costeggiava i Monti Bighorn, i rilievi del Montana occidentale e attraversava diversi fiumi attraversò diversi fiumi tra cui il Bighorn.
Oltre ad alcuni lati positivi vi erano anche grossi svantaggi e il principale era il seguente: il sentiero, grazie al Trattato di Fort Laramie del 1848, passava attraverso il territorio promesso a diverse nazioni indiane (inclusi i ricchi terreni di caccia del Powder River County rivendicati da Sioux e altri nativi).
Nel 1864 un grande convoglio, di duemila coloni, riuscì a percorrere con successo tutta la strada e questa fu una delle pochissime volte in cui non vi furono problemi.
Generalmente, i carri, erano sotto costante minaccia di attacchi e nei due anni successivi, la pista venne utilizzata sempre meno a causa delle numerose incursioni compiute dalle varie tribù.
Per questo motivo, alcuni rappresentanti dei coloni e di uomini d’affari, iniziarono ad esercitare pressioni sul governo degli Stati Uniti affinché proteggesse i viaggiatori. Nel 1866, le truppe dell’esercito statunitense furono inviate nei pressi del Bozeman Trail per per costruire tre forti lungo la pista che, presumibilmente, avrebbero dovuto offrire protezione alle carovane. I forti edificati furono: Fort Reno, Fort Phil Kearny e Fort C.F. Smith (ognuno dedicato ad un generale del nord ucciso durante la Guerra Civile).
In poco tempo il Bozeman Trail era diventata una strada militare. La presenza dei soldati e dei forti non venne apprezzata dai nativi e venne guardata con molto sospetto. Ciò causò l’inasprirsi delle relazioni con i Sioux dando origine ad un conflitto che sarebbe durato due anni, ovvero la Guerra di Nuvola Rossa. Questo nome trae origine dal capo Lakota Nuvola Rossa.

Il punto di partenza
In principio vennero effettuati solo dei saccheggi di bestiame o provviste ma presto furono sostituti da rapidi raid ed imboscate contro soldati, civili, carovane di rifornimento o chiunque stesse percorrendo quella strada.
Questi attacchi culminarono in tre incidenti famosi. Il massacro di Fetterman , nel dicembre 1866, quando un distaccamento dell’esercito di 79 soldati e due civili, guidati dal capitano William Fetterman, attirati da Fort Phil Kearny e vennero completamente massacrati a poche miglia dal forte. Il 1° agosto 1867, nella battaglia di Hayfield , quando diciannove soldati e sei civili assegnati al servizio di guardia e di taglio del fieno, furono attaccati. Sotto assedio per oltre otto ore, riuscirono a tenere a bada 500 guerrieri fino all’arrivo dei soccorsi. La battaglia di Wagon Box (in italiano è nota come battaglia dei cassoni neri), dove un distaccamento di trentuno soldati fu inviato a sorvegliare una squadra di taglialegna, fu accerchiata ma riuscì a respingere numerosi attacchi per oltre cinque ore da parte di più di cento guerrieri Lakota Sioux.
Le continue incursioni, scaramucce e violenze dimostravano che quel territorio non avrebbe mai conosciuto pace. Il Bozeman Trail era definito come una “combinazione di tensione, monotonia e solitudine”. A causa di questi eventi il morale dei soldati calò sempre più portando a numerose diserzioni, ammutinamenti e persino casi di gravi disturbi mentali nell’avamposto più isolato, Fort CF Smith.
Ben presto il Bozeman Trail venne utilizzato sempre meno e con i soldati in costante conflitto con le varie tribù il governo statunitense decise di seguire una politica di pace. Con pochi, se non nessuno, emigranti che utilizzavano il sentiero, l’esercito sequestrato dietro le mura della fortezza e le tribù che mostravano pochi segni di allentamento degli attacchi, il governo degli Stati Uniti decise di perseguire una politica di pace. Il Trattato di Fort Laramie (1868) riconobbe nuovamente il Powder River Country come territorio di caccia dei Lakota e dei loro alleati e fu ordinato all’esercito di abbandonare i forti. Il Bozeman Trail era ormai parte della storia per diventare uno dei tanti protagonisti dei miti della frontiera del West.