Sapona e Totero

A cura di Gianni Albertoli

Nello studio di questi indiani non possiamo certamente dimenticarci del James Mooney, autore della splendida opera “The Siouan Tribes of the East”. Lo studioso partiva ricordando una lunga serie di sinonimi indicanti questi indiani. Sentiamolo al riguardo dei Saponi, una popolazione che, certamente, non può essere staccata dai nostri Tutelo. Indiscutibilmente, queste due tribù devono essere considerate insieme in quanto la loro storia inizia intorno al 1670.
Ricordiamo che la menzione degli indiani “Monahassanugh e Nahyssan” rappresenta altre forme del termine “Yesa”, il nome dato a sé stessi dall’ultimo Tutelo sopravvissuto, e che sembra esser stato il termine generico usato da tutte le tribù di questa connessione per designarli come popolo, quindi un vero e proprio etnonimo. Il nome Saponi (“Monasickpanough”) era generalmente limitato ad una particolare tribù, o aggregazione di resti tribali, mentre il nome irochese “Tutelo, Totero o Todirich-roone”, nelle sue varie forme, sebbene comunemente usato dagli inglesi per designare una particolare tribù, era in realtà un termine generico irochese indicante tutte le tribù Siouan della Virginia e delle due Carolina, e comprendente anche i Catawba.


Le nazioni indiane nel 1600 (CLICCA per INGRANDIRE)

Nel 1722 i resti di tutte le tribù della Virginia, e delle parti adiacenti della Carolina, incluse sotto questa denominazione generale dagli Irochesi, erano state radunate a Fort Christanna ed erano comunemente e collettivamente note come “indiani Christanna” o “Saponi”. Dopo la loro rimozione nel paese irochese nel nord, il termine collettivo irochese, “Tutelo”, divenne molto più importante. Gli Irochesi usavano il suffisso tribale “ron?”, termine che conduceva direttamente a “Todirich roone”; mentre l’Hale affermava che, “per quanto sappiamo il nome non ha alcun significato né per i Tutelo, che si fanno chiamare Yesang, né per gli Irochesi”. Poiché il nome venne usato dal Batts e dal Lawson, probabilmente apparteneva ad una lingua meridionale, e poi adottato dagli Irochesi. Il Mooney affermava che, “accade spesso che le tribù indiane non sappiano interpretare le loro comuni designazioni tribali”, per poi conoscersi semplicemente come “il popolo”. Il successivo riferimento a una di queste tribù lo troviamo nel 1686, quando il missionario francese Lambreville riferiva che i Seneca di New York si stavano preparando ad andare in guerra contro gli indiani “Tolere”, chiaramente un errore di stampa per “Totere”.


James Mooney

Nel 1699 troviamo il conte di Bellomont, che da New York ricordava gli indiani Shatera della Carolina, era questo l’ennesimo errore di stampa per “Totera” -, “Twichtwicht” (Miami) e “Dowaganhas” (Shawano), “e un intero mondo di altre nazioni”, ricordando che le tribù del nord lo avevano informato che erano “numerose come le sabbie della spiaggia”. Nella loro posizione di frontiera, posta alla base delle montagne, i Saponi e i Tutelo erano direttamente sulla via degli Irochesi, il cui sentiero di guerra verso i Catawba attraversava il Dan River in un punto compreso tra le foci dei fiumi Smith e Mayo. Incapaci di resistere ai continui assalti ai loro villaggi, si trasferirono nelle aree degli Occaneechi, la cui storia da allora in poi si fuse con la loro. Questi rifugiati furono costretti ad occupare “una bellissima isola” lunga circa 4 miglia e chiamata con il loro nome tribale, era situata nel fiume Roanoke, a breve distanza sotto le biforcazioni del torrente, in quella che oggi è la Mecklenburg County (Virginia). Sopra e sotto la “Occaneechi Island”, nello stesso corso d’acqua, vi erano altre due isole, di dimensioni quasi uguali.
Miami e Delaware
I Saponi si insediarono sulla più bassa di queste, mentre i Tutelo si impossessarono di quella superiore proprio alla confluenza dei due fiumi. Per quanto tempo siano rimasti su quelle isole non è noto con certezza, ma è evidente che non erano in grado di mantenere la loro posizione, anche con il fiume su tutti i lati come barriera, infatti, nel 1701, tutte e tre le tribù venivano localizzate più in basso nella Carolina, dove unendo le loro decimate forze, stavano preparandosi a trasferirsi nelle vicinanze degli insediamenti coloniali inglesi. Dopo il Lederer e il Batts, le successive informazioni ci vengono dal John Lawson, il geometra generale della colonia del North Carolina. Una parte considerevole delle sue esplorazioni si ebbe lungo “il grande sentiero indiano e la rotta dei commercianti”, nota in Virginia come “Occaneechi or Catawba path” (il sentiero Occaneechi o Catawba), che si estendeva da Bermuda Hundred, sul James River (Virginia), ad Augusta (Georgia). Il Lawson descriveva i Totero “alti e robusti”, caratteristica che attribuiva alla loro abbondante dieta di bufali, alci e carne di orso, e ciò concordava con i resoconti del Lederer al riguardo dei Nahyssan circa 30 anni prima. In quel periodo, intorno al 1701, i Saponi e i Tutelo erano stati completamente cacciati dalla Virginia, dove il Lederer e il Batts li avevano trovati nel 1670-1671, ed erano diventati talmente ridotti di numero che si stavano unendo ai Keyauwee, agli Occaneechi e agli Shoccoree – tutte queste cinque tribù contavano complessivamente circa 750 anime e si stavano spostando nelle vicinanze degli insediamenti coloniali della Carolina per sfuggire ai loro terribili nemici del nord.


Mappa delle spedizioni del John Lederer

Nel 1670 il Lederer riportava un insediamento chiamato “Pintahae”, situato non lontano dal villaggio principale dei Saponi, dopo che era stato rimosso a Otter Creek, a sud-ovest dell’attuale Lynchburg. Però, non possiamo escludere che probabilmente era un villaggio dei Nahyssan. Lo studioso, riprendendo i lavori del Mooney, affermava che i Saponi erano identici ai “Monasukapanough” della Smith Map, probabilmente addirittura un insediamento dei Monacan. Inoltre, prima del 1670, lo Swanton affermava che, nel periodo 1650- 1660, i Saponi mossero in direzione sud-ovest per stabilirsi sull’Otter Creek. Poi, nel 1670, vennero incontrati dal Lederer nel loro nuovo territorio e, l’anno dopo dal Thomas Batts. Quando i Tutelo si mossero verso le terre poste presso la giunzione dei fiumi Staunton e Dan, dove occuparono un’isola sul Roanoke River (Mecklemburg County). Chiaramente, stavano cercando di sfuggire agli attacchi degli Irochesi, per poi muoversi ulteriormente a sud, dove il Lawson li avrebbe incontrati sullo Yadkin River, per poi gravitare nelle aree della Virginia occidentale.


Gli spostamenti Iroquois in Virginia

Evidentemente attraversarono il Roanoke River prima della “Tuscarora War” (1711) per stabilirsi presso l’odierna Windsor (Bertie County, North Carolina); ed infine si stabilirono a Fort Christanna. La successiva storia di questi indiani la lasciamo al Mooney. Partendo da Charleston (South Carolina), raggiunse via acqua la foce del Santee River, che avrebbe poi risalito per 20-30 miglia fin quasi agli insediamenti francesi. Prendendo un sentiero battuto dai nativi, seguì il lato orientale dei fiumi Santee, Wateree e Catawba, passando in successione attraverso i territori delle tribù Sewee, Santee, Congaree, Wateree e Waxhaw, finché non giunse nelle aree dei Catawba, dove ebbe modo di incontrare i gruppi Esaw e Kadapaw, indiani posti sui confini tra il South e il North Carolina. L’inglese si mosse allora lungo la grande via commerciale che dalla Virginia portava in Georgia, esplorando il North Carolina fino ad un villaggio degli Occaneechi, nell’attuale area di Hillsboro (North Carolina).


Le tribù indiane del west Virginia del XVII secolo

Durante questa marcia avrebbe incontrato i Sugeree, i Saponi, i Keyauwee e gli Occaneechi, e avrebbe attraversato diversi fiumi e ruscelli di dimensioni più piccole. Il suo “Sapona”, che l’inglese supponeva fosse un ramo del Cape Fear River, era invece lo Yadkin, fiume che avrebbe attraversato nel “guado dei commercianti”, nelle vicinanze di Salisbury. Nell’insediamento degli Occaneechi – nelle vicinanze di Hillsboro -, commemorato nelle “Occaneechi hills”, il Lawson lasciava la rotta commerciale per incamminarsi in direzione sud-est verso gli insediamenti inglesi della costa atlantica.
Gli inglesi sarebbero scesi lungo la sponda occidentale dei fiumi Eno e Neuse fino a raggiungere la sponda settentrionale intorno alle cascate, nelle zone di Wake Forest, entrando così nel territorio dei temibili Tuscarora. Continuò infine verso il basso, si imbatté nei fiumi Neuse e Cotentney, probabilmente passando nei pressi di Goldsboro, dove girò verso nord e attraversò quest’ultimo ruscello attorno presso Grifton; continuando la marcia si imbatté nel Tar, o nel fiume Pamlico, a Greenville, o addirittura più in basso, uscendo infine dagli insediamenti britannici sul Pamlico River, intorno Washington e Bath. Poco dopo la visita del Lawson (1701), i Saponi e i Tutelo lasciarono i loro villaggi sullo Yadkin per trasferirsi verso gli insediamenti coloniali, venendo poi raggiunti lungo la strada dagli Occaneechi e dalle loro tribù alleate.


Ricostruzione di una tipica capanna dei Monacan

Il nome del Saponi Creek, nelle vicinanze di Nashville (North Carolina), “indica probabilmente la linea di questa migrazione verso est”. Insieme attraversarono il Roanoke River, evidentemente prima della “Tuscarora War” (1711), per costruire un nuovo insediamento chiamato “città di Sapona”, e posto a breve distanza, a est, del fiume e circa 15 miglia a ovest dall’attuale Windsor, nella Bertie County (North Carolina). Nel 1712 il governo del North Carolina si adoperò per combattere gli ostili Tuscarora, lasciando i Saponi nelle loro proprie condizioni, e promettendo di provvedere alle loro famiglie se si fossero trasferiti negli insediamenti, che a quel tempo erano confinati sulla sponda settentrionale dell’Albemarle Sound. Poiché, “evidentemente non avevano alcun motivo di amare i Tuscarora”, è probabile che questo invito sia stato accolto, poiché pochi mesi dopo si proponeva di ottenere il loro aiuto Saponi per “tagliare la ritirata degli ostili verso nord”. All’epoca si credeva che non ci si potesse fidare dei Nottoway e dei Meherrin, due popolazioni di stirpe irochese, fu allora che la trattativa venne lasciata al governo della Virginia, il cui energico governatore Spottswood, possedeva grande e quasi illimitata influenza sulle tribù di quel territorio. Da tutti i resoconti sembra che vi fosse un cattivo feeling tra i Saponi e i loro confederati da una parte e i Tuscarora, i Nottoway e i Meherrin – tutte tribù di etnia irochese – dall’altra, dopo che si erano avvicinati bisognava richiedere lo sforzo costante degli inglesi per porre fine ai loro litigi e, soprattutto, “impedir loro di uccidersi a vicenda”.


Ricostruzione di un villaggio degli Occaneechi

In questo periodo i Saponi, i Tutelo e le tribù confederate si allontanarono dal North Carolina grazie all’opera persuasiva dello Spottswood, che avrebbe consentito loro di stabilirsi nelle vicinanze di Fort Christanna, circa 10 miglia a nord del Roanoke River, presso l’attuale Gholsonville, nella Brunswick County (Virginia). La data esatta di questa rimozione non appare, ma fu probabilmente poco dopo l’inizio della “Tuscarora War”, iniziata con il generale massacro del 22 settembre 1711. Tuttavia, non ottennero comunque nulla dal loro trasferimento a Fort Christanna, poiché così facendo furono coinvolti in continui litigi con i vicini Nottoway e Meherrin, e con i resti dei Tuscarora sul fiume Roanoke, mentre i loro vecchi nemici, gli Irochesi, continuavano ancora i loro attacchi, anche dopo che si erano accordati per stipulare la pace, nel 1722. Nonostante la loro vicinanza ai bianchi, i Saponi erano ancora soggetti alle incursioni degli Irochesi, anche sotto i cannoni di Fort Christanna. Nell’aprile 1717, un gruppo di Catawba, e altre tribù minori del South Carolina impegnate nella “Yamassee War”, giunsero al forte per concludere una ennesima pace e lasciare che alcuni dei loro figli venissero educati come pegno della loro buona fede. Mentre erano accampati fuori dal forte, dopo aver consegnato le armi al comandante, furono attaccati durante la notte da un gruppo irochese, cinque Saponi perdettero la vita e alcuni vennero catturati, tra questi un capo dei Catawba.


The indian’s new world, di James H. Merrell

Nel settembre 1722, si tenne ad Albany (New York) una Conferenza alla quale parteciparono rappresentanti degli Irochesi, con i loro alleati, i Tuscarora, gli Shawnee e altri gruppi allora residenti sul Susquehanna, e dal governatore delle Province di New York, Pennsylvania e Virginia, compreso lo stesso Spottswood. Venne allora concluso un Trattato tra gli Irochesi e i loro alleati da una parte, e la Virginia e i suoi indiani tributari, compresi quelli della Carolina, dall’altra, con cui venne posto fine alla guerra sterminatrice che era stata condotta così a lungo tra le tribù del nord e del sud; stabilendo infine che il Potomac e i Blue Ridge costituissero i confini tra le due parti. Gli Irochesi concordarono che, nelle loro escursioni meridionali, si sarebbero mantenuti all’interno delle montagne e non avrebbero attraversato il fiume Potomac, o superato le Blue Ridge senza il consenso del governo della Virginia; il governatore Spottswood, a nome delle tribù meridionali, promise che non avrebbero oltrepassato gli stessi confini verso nord senza lo stesso permesso. Per rendere l’accordo più vincolante, lo Spottswood dispose che “qualsiasi irochese trovato entro i limiti prescritti senza autorizzazione doveva essere impiccato, o venduto come schiavo”. Nel 1728 (nel manoscritto del Byrd erroneamente 1729) la linea di confine tra la Virginia e il North Carolina era gestita da “commissari e ispettori di ciascuna Colonia”. Il William Byrd era il commissario capo per la Virginia e ci ha lasciato un prezioso resoconto delle loro avventure, “raccontate nel più raro e audace inglese antico”. Organizzando una ennesima spedizione esplorativa nell’interno, gli inglesi ingaggiarono due indiani Saponi di stanza a Fort Christanna, chiaramente, ricordiamo che il nome “Saponi” era in questo caso generico, in pratica una designazione collettiva che indicava tutti i gruppi nativi di Fort Christanna. Uno dei due indiani si sarebbe ammalato e sarebbe rientrato alla base, mentre il secondo, chiamato “Pelle d’Orso”, si mostrò “un eccellente compagno, riuscendo a rifornire continuamente di carne l’intera spedizione, fino ai piedi delle colline e durante il ritorno”.


Cerimonia e ricostruzione di un moderno indiano Saponi

Questo indiano è molto importante, “da lui dipende quasi tutto ciò che abbiamo della lingua e del folklore della tribù Saponi”. Le poche parole della sua lingua che otteniamo sono inconfondibilmente “Siouan”, e sebbene non si possa essere sicuri che siano “realmente Saponi e non Tutelo”, abbiamo la contemporanea affermazione di ogni autorità dal Lederer e dal Byrd fino al vecchio “Nikonha”, l’ultimo degli indiani Tutelo, la cui lingua di entrambi era la stessa, con soltanto una piccola differenza dialettica. Nel “Journal” della stessa spedizione, stampato nel “North Carolina Colonial Records”, i nomi appaiono a volte in forma leggermente diversa a causa di errori di stampa o incuria nella scrittura originale. Dal Byrd, e dal suo informatore Saponi, si ottengono molti piccoli punti riguardo alle abitudini e alle credenze native. Sebbene non sia sempre affermato in modo definitivo, i riferimenti sono generalmente destinati ad applicarsi ai Saponi e alle loro tribù associate, i Tutelo, gli Occaneechi e altre di Fort Christanna. Proseguendo, il viaggiatore diceva, “Questo popolo è ora composto dai resti di diverse altre nazioni, delle quali le più considerevoli sono i Sapponi, gli Occaneche e gli Steukenhock, che non trovandosi separatamente abbastanza numerosi per la loro difesa, hanno accettato di unirsi in un solo corpo, e tutti loro ora passano sotto il nome di Sapponi”. Anticamente, “ciascuno di questi erano un tempo una nazione distinta, o meglio erano un clan o un cantone, della stessa nazione, che parlava la stessa lingua e aveva le stesse usanze.


Meherrin Territories

Ma le loro guerre perpetue contro tutti gli altri indiani, col tempo, li ridussero così in basso da rendere necessario unire le loro forze”. Poi continuava raccontando come, circa 25 anni prima, fossero fuggiti dalle aree dello Yadkin per rifugiarsi in Virginia, dove lo Spottswood, avendo una buona opinione del loro coraggio e fedeltà, li aveva sistemati a Fort Christanna come barriera contro gli attacchi di altri indiani stranieri sugli insediamenti (soprattutto gli Irochesi). Il suo scopo fu tuttavia “sconfitto dalla dissolutezza operata tra loro dai bianchi, provocando molti disordini e culminando infine in un omicidio commesso da uno dei loro capi mentre era ubriaco, e per il quale fu impiccato dopo essere diventato sobrio” (James Mooney). Il “modo ignominioso della sua morte fece arrabbiare moltissimo il suo popolo, in gran parte per un’idea, comune ad altre tribù, che l’anima del deceduto, essendo impedita da questo modo di eseguire l’uscita dal corpo per la bocca, doveva necessariamente essere contaminata” (James Mooney). Alcuni indiani presero a cuore la questione e poco dopo lasciarono il loro insediamento per trasferirsi in massa presso i Catawba. Il Byrd affermava che i gruppi che si spostarono così a sud furono i “Saponi propriamente detti”, ma questo sembra essere certamente un errore se inteso al riferimento all’intera tribù. Sembra più probabile che fossero invece gli Eno o i Keyauwee, o probabilmente anche i Sara, i primi due gruppi si erano uniti ai Saponi e ai Tutelo intorno al 1701, ma furono poi trovati anche presso i Catawba, con i quali anche gli indiani Sara si erano confederati all’interno della grande tribù.


Un bel quadro di Buxton

In merito all’impiccagione di questo capo Saponi, e alla generale ingerenza dei bianchi nelle liti degli indiani, si ricavano ulteriori informazioni da un documento del 1728. Da questo risulterebbe che alcuni delegati dei Saponi si recarono nel villaggio dei Catawba, loro intenzione era quella di riportare un centinaio di loro per chiedere soddisfazione agli inglesi, che avevano imprigionato i loro uomini. I Saponi avrebbero anche minacciato che se un certo “capitano Tom” (un capo della tribù) fosse stato impiccato, avrebbero portato le loro donne e i loro bambini attraverso il Roanoke e poi avrebbero scacciato i bianchi oltre il corso del James. Un altro indiano disse all’uomo bianco che gli inglesi non avevano alcun motivo per raggiungere il forte e, soprattutto, non dovevano preoccuparsi sul fatto che gli indiani si uccidessero a vicenda. Inquieti e scontenti della vicinanza dei bianchi, e avendo ormai stipulato pace con gli Irochesi, i Saponi e i Tutelo, con le altre tribù confederate, decisero di seguire l’esempio dei Tuscarora per mettersi sotto la protezione degli Irochesi nel nord. Fu allora che abbandonarono il loro insediamento di Fort Christanna per trasferirsi dalla Virginia in Pennsylvania dove, con il permesso irochese si stabilirono nel villaggio nativo di Shamokin, insediamento posto su entrambe le rive del Susquehanna, appena sotto le sue biforcazioni, dove ora si trova la città di Sunbury. Il villaggio era composto dai superstiti delle tribù Nanticoke e Conoy, con alcuni Delaware che, come successivi immigrati, dopo essere stati cacciati dal proprio paese e fortemente impoveriti dal contatto con i bianchi, erano stati accolti dagli Irochesi che dettero loro alcune aree all’interno del loro territorio.


Nel buio

La data esatta di questo trasferimento verso nord non può essere accertata con sicurezza, ma probabilmente avvenne intorno al 1740; fu un movimento graduale di piccoli gruppi che si protrasse per diversi anni. Nel 1753 i Cayuga adottarono formalmente i Tutelo e i Saponi, che entrarono così a far parte della “Six Nations” anche con l’approvazione di sir William Johnson, il rappresentante inglese; nello stesso periodo, anche gli Oneida adottarono i Nanticoke, avendo già ricevuto gruppi di Tuscarora. Da questo momento i capi Tutelo e Saponi appaiono alla pari con quelli dei Cayuga nelle Assemblee della Lega irochese. Nel 1763 i Nanticoke e i Conoy, con i “Tutecoes, Saponeys, ecc.” venivano segnalati dal Johnson come aventi circa 200 guerrieri. Per il termine “ecc.” possiamo presumere che indicava altri indiani, quasi sicuramente gli Occaneechi. Comunque, i Tutelo e i Saponi non si trasferirono immediatamente nelle terre dei Cayuga. Nel 1765 veniva segnalato che i Saponi avevano “trenta guerrieri” stanziati a Tioga – nelle vicinanze di Sayre, Pennsylvania – e in altri villaggi sul ramo settentrionale del Suquehanna, in connessione con i Delaware e i Munsee. Una parte di loro potrebbe essere rimasta a Tioga fino alla sua distruzione, avvenuta nel 1778, ma nel 1771 la parte principale aveva il suo insediamento nel territorio dei Cayuga. Durante e dopo la Rivoluzione americana, circa la metà degli Irochesi fuggirono nel Canada e l’insediamento dei Tutelo, ma anche quelli dei Cayuga e dei Seneca, venne distrutto dal generale Sullivan nel 1779. La maggior parte dei Cayuga, al seguito del Brant, furono insediati dal governo britannico in una Riserva assegnata alla “Six Nation” sul Grand River (Ontario), sul lato settentrionale dell’Erie Lake; i Tutelo erano al loro fianco e costruirono il villaggio su quello che oggi è conosciuto come “Tutelo Heights”, un sobborgo di Brantford, sulla riva occidentale del Grand River.


Moderni indiani Saponi

L’ultimo Tutelo sopravvissuto disse all’Hale (1870) che quando il suo popolo raggiunse il Canada, con il Brant, si sarebbe separato dai Saponi a Niagara, ma nulla sapeva della loro fine, affermava soltanto che le due tribù potevano capirsi a vicenda. Possiamo risolvere il destino finale dei Saponi grazie alla registrazione di un Trattato stipulato con i Cayuga ad Albany nel 1789, in cui si affermava che i “Paanese” (“Sa-poonese”), i “fratelli adottivi” dei Cayuga, vivevano con loro nella Riserva di questi indiani, nelle vicinanze di Salt Spring, sul Seneca River, nella Seneca County (New York). Nel 1870 vi era ormai un solo indiano Tutelo purosangue. Si diceva che questo venerabile residuo di una nazione nativa, quando venne scoperto dall’Hale nell’anno indicato, fosse l’uomo più anziano della Riserva. Credeva di essere considerevolmente vecchio, un oltre centenario, e dichiarava di aver combattuto nella guerra del 1812. L’Horatio Hale lo descriveva come avente “un volto rugoso e sorridente, una fronte alta, occhi socchiusi, capelli bianchi, una barba rada e ispida, dita piegate dall’età come artigli di uccello”, ma anche come “uomo di spiccata intelligenza e molto vivace umorismo”.


Una classica abitazione dei Totero

Sua moglie era una indiana Cayuga e per molti anni aveva parlato solo la sua lingua, ciò sarebbe servito per stabilire l’importante scoperta, gli indiani Tutelo parlavano una lingua Siouan. Il vecchio ricordava che i Tutelo avevano combattuto aspramente i Tuscarora, i Seneca e i Cayuga, e in una seconda visita (ottobre 1870), l’Hale ottenne del materiale aggiuntivo grazie al vecchio, che morì poco dopo, nel febbraio 1871, senza lasciare dietro di sé alcun purosangue Tutelo. Però, nel 1882 il Dorsey visitò la Riserva del Grand River (Canada), avrebbe trovato soltanto due persone di sangue Tutelo che conservavano ancora la lingua originaria.

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