Alle origini del popolo Catawba
A cura di Gianni Albertoli
Primi contatti con il popolo Catawba
Il termine “Catawba” apparve all’inizio del XVIII secolo su tutta una serie di giornali e rapporti coloniali dell’epoca. L’uso del nome venne probabilmente usato per la prima volta dal John Lawson ai tempi delle sue esplorazioni all’interno del territorio, esplorazioni avvenute negli anni 1700-1701. Il Charles M. Hudson, nella sua opera “The Catawba Nation”, riportava chiaramente che, “… vi sono prove considerevoli che gli antenati delle genti visitate dal Lawson si stabilirono nelle aree dove vennero incontrate molto prima dell’inizio del XVIII secolo.
Chi erano queste genti e quali erano le loro affinità culturali e sociali?”. Verso la fine del XIX secolo vari antropologi, e storici, erano riusciti a mappare l’ubicazione precolombiana di presunti gruppi aborigeni nella maggior parte degli Stati Uniti orientali. Gli Algonchini di etnia Powhatan venivano concentrati in Virginia e, più a nord, vi erano i vari gruppi Irochesi con, più a sud, i Cherokee lungo le Appalachian Mountains meridionali e le aree adiacenti; ancor più a sud erano localizzati i vari gruppi Muskhogean, in particolare gli antenati dei futuri Creek. Tuttavia, esisteva un fastidioso problema tra i Powhatan e i Creek, e tra i Cherokee e la costa atlantica. Si sapeva che quest’area – che abbracciava la pianura pedemontana e costiera della Carolina – conteneva un gran numero di gruppi aborigeni scarsamente documentati. Infatti, a parte i nomi tribali, si sapeva ben poco di loro.
Charles Melvin Hudson
Una parziale risposta a questo enigma arrivò nel 1870 quando l’Horatio Hale, un linguista canadese, riuscì ad ottenere un vocabolario da un indiano Tutelo che viveva negli insediamenti dei Cayuga. Dopo aver analizzato questi dati, l’Hale giunse alla sorprendente conclusione che la lingua Tutelo – originariamente parlata dalle genti che occupavano il territorio – non era né Mukhogean, né Irochese e neppure Algonchina; questi indiani erano geneticamente imparentati con le lingue Siouan che, in precedenza, si pensava fossero limitate ai cacciatori di bufali delle Grandi Pianure (Hale 1883). Ulteriori vocabolari Tutelo furono successivamente raccolti dal Frachtenberg (1913) e dal Sapir (1913), ma la conferma della scoperta dell’Hale era arrivata nel 1881. Proprio in quel periodo, l’Albert S. Gatschet dette vita ad un vocabolario Catawba, consegnandolo al James Owen Dorsey, uno specialista Siouan, che lo identificò immediatamente proprio come una lingua Siouan (Gatsceht 1900). Sulla base di un altro breve vocabolario degli indiani Woccon nella “History” del Lawson, l’Albert Gallatin (1836) aveva precedentemente riconosciuto una relazione genetica tra i Woccon e i Catawba.
The Catawba Nation
Pertanto, verso la fine del XIX secolo, sembrava che almeno tre dei gruppi aborigeni del territorio della Carolina parlassero lingue Siouan. Di queste tre lingue solo il Catawba era però ragionevolmente ben documentato, essendo i dati molto scarsi sia sui Tutelo che sui Woccon. Fortemente impressionato da queste prime “corrispondenze linguistiche”, il Mooney pubblicò nel 1894 il suo influente testo, “Siouan Tribes of the East”. Al fianco dei Catawba, dei Tutelo e dei Woccon, lo studioso concludeva aggiungendovi “ventisei nomi di gruppi”, chiaramente anch’essi chiamati “Eastern Siouan” e menzionati come “Monacan, Saponi, Occaneechi, Sara, Keyauwee, Eno, Waxhaw, Sugeree, Peedee, Sewee, Santee, Wateree e Congaree”. A questi gruppi venivano aggiunti gli indiani “Mahoc, Nuntaneuck, Mohetan, Meipontsky, Shoccoree, Adshusheer, Sissipahaw, Cape Fear, Warrennuncock, Waccamaw, Winyaw, Hooks e Backhooks”. Sulla base delle corrispondenze linguistiche Siouan – soprattutto quelle già discusse – e della conoscenza dell’etnologia delle pianure, il James Mooney giunse alla conclusione che l’area della Carolina era popolata da genti fisicamente e culturalmente imparentate con i nomadi delle Grandi Pianure. Infine, teorizzò che la sede originaria della “Siouan race” fosse da ricercare ai piedi dei contrafforti orientali delle Allegheny Mountains meridionali dove, “subirono e soffrirono” di fronte alla forte espansione meridionale – abbastanza recente – degli aggressivi Irochesi; la conseguenza di questa situazione avrebbe provocato la netta divisione fra gli occidentali (Western Sioux) e gli orientali (Eastern Sioux), dando così vita a migrazioni fin nelle loro località storiche (Mooney 1894).
Albert Samuel Gatschet
Da parte sua, il John R. Swanton (1936) riprendeva le linee principali della classificazione del Mooney, modificandole però sotto diversi aspetti. Lo studioso pensava di vedere prove di una divisione linguistica tra gli “eastern Siouan”, annotando una divisione settentrionale – o della Virginia -, che comprendeva i gruppi “Manahoac, Monacan, Nahyssan, Saponi, Tutelo, Occaneechi e Mohetan”, e una meridionale – o della Carolina -, che andava a comprendere i Catawba e i loro vicini. Lo Swanton tentò di suffragare questa divisione sostenendo che i Siouan della Carolina entrarono nel loro territorio storico attraverso le colline meridionali delle Allegheny Mountains, mentre quelli della Virginia entrarono nel loro territorio storico seguendo il corso del Kanawka River.
In pratica, come il Mooney, lo Swanton pensava che gli “eastern Siouan” fossero migrati nelle due Carolina e in Virginia in tempi relativamente recenti. Resta comunque il fatto che la classificazione del Mooney e dello Swanton è, a dir poco, basata su prove molto deboli. Infatti, come abbiamo già visto, “esiste una prova diretta dell’identità linguistica Siouan” soltanto per tre di essi: i Catawba, i Tutelo e i Woccon. Tutti gli altri vengono classificati come Siouan su prove comunque indirette. Ad esempio, il Mooney deduceva che i Monacan e i Manahoac erano di lingua Siouan perché il William Byrd, uno scrittore coloniale, riferiva – “di seconda o terza mano” – che le loro lingue erano simili a quelle dei Tutelo e dei Saponi. Allo stesso modo, lo Swanton basava la sua dicotomia al riguardo degli “eastern Sioaun” nelle divisioni settentrionali e meridionali, in parte sulla base del fatto che i membri di queste divisioni tendevano ad allinearsi politicamente fra loro.
Un dipinto di Robert Griffing, indiani Irochesi
Vista la situazione, come punto di partenza possiamo considerare le aree culturali ricordate dallo A.L. Kroeber, questi (1939) localizzava gli antenati dei Catawba nelle aree chiamate “South Atlantic Slope”, in pratica nel South e nel North Carolina, e nella Virginia. Le frontiere settentrionali di queste terre erano abitate da popolazioni di lingua Algonchina e nelle aree dei “Lower Great Lake” vi erano le genti Irochesi con i loro alleati. A ovest vi era la ben nota Ohio Valley, un’area poi abitata da vari gruppi come gli Illinois, i Miami e soprattutto gli Shawnee; mentre più a sud, nella “Appalachian Summit area” venivano localizzati i Cherokee; mentre, ancora più a sud, nelle zone del Savannah River, il Kroeber posizionava una linea di confine che divideva le aree delle “South Atlantic Slope” dalla “Southeastern area”, il territorio degli storici gruppi Creek. Continuando con il Kroeber, questi divideva le “South Atlantic Slope” in quattro sub-aree, con gli antenati dei Catawba concentrati nella “Piedmont sub-area”, in pratica nella sub-area più grande delle quattro, quella che abbracciava la parte centrale della “Piedmont Physiographic area”, ovvero quelle che, praticamente, includevano il territorio compreso tra le Appalachian Mountain se la linea di caduta dei fiumi, tranne dove questo territorio si restringeva in un sottile triangolo nella Virginia settentrionale, e dove si allargava nelle aree collinari della Georgia settentrionale. Ricordiamo che la “linea di caduta” (“fall-line”) era una linea immaginaria tracciata attraverso le rapide dei fiumi, quella che segnava la zona di transizione tra le aree collinari superiori e le aree pianeggianti; in effetti, questa “fall-line” si trovava vicino alle odierne città di Trenton (New Jersey), Richmond (Virginia), Halifax (Carolina del Nord), Columbia (Carolina del Sud) e Augusta (Georgia).
Lo studioso Alfred L. Kroeber con un indiano
A est di questa “fall line”, lungo le pianeggianti coste atlantiche, il Kroeber distingueva “tre sub-aree”. La “Virginia Tidewater sub-area” che si spingeva a nord fino al corso del Potomac River, e a sud fino alle Dismal Swamp, nel cuore della Confederazione Powhatan. A sud di questa sub-area, separata da un dubbio confine, vi era la “Carolina sub-area” dove vivevano i Tuscarora-Iroquoian e altri gruppi Irochesi e Algonchini; con ancora più a sud, fino al Savannah River, la “Lowland sub-area”, sicuramente “la più indefinita e problematica delle quattro sub-aree” (Binford 1967). Fin dai tempi più antichi le aree sudorientali del continente erano profondamente influenzate da “tripartite geographical division”, in pratica le aree montuose, quelle pedemontane o “back country” e quelle costiere, o “low country”. Il John Lederer, basandosi sull’esperienza acquisita da tre spedizioni che affermava di aver effettuato nelle aree pedemontane (1669-1670), riferiva che alcuni indiani riconoscevano esplicitamente queste divisioni.
Aree culturali est degli Stati Uniti
Il Lederer affermava che le aree pedemontane erano abitate da numerose “nazioni” parlanti dialetti appartenenti allo stesso linguaggio. Resta il fatto che il Mooney, e anche lo Swanton, ritengono che gruppi di “eastern Siouan” siano migrati in queste aree pedemontane in tempi relativamente recenti ma, le successive ricerche archeologiche non avrebbero rivelato nessuna evidenza al riguardo di questa migrazione. Tralasciando alcune piccole variazioni, i gruppi nativi storici delle aree pedemontane erano il prodotto di due importanti fonti di sviluppo sociale e culturale. La parte centrale era più o meno limitata dai confini settentrionali e meridionali del North Carolina, ed era popolata da un certo numero di gruppi nativi che il Joffre Coe (1952) chiamava “tribù delle colline” (“hill tribes”), un termine che evitava le implicazioni linguistiche degli “eastern Siouan” del Mooney e dello Swanton. Queste “hill tribes” erano sicuramente piccole popolazioni aventi una distintiva Cultura e comunque simili alle Culture delle genti stanziate più a nord. Invece, nelle aree pedemontane poste più a sud, in genere nel South Carolina, vi erano altre genti culturalmente e socialmente distinte.
Tipiche ricostruzioni delle abitazioni dei Monacan
Questi gruppi erano rappresentati dai così detti “southern chiefdoms”, la cui affiliazione culturale guardava sicuramente alle Culture del Sud e dell’Ovest. Ricordiamo che l’Hudson usava i termini “tribe” e “chiefdom” come definizioni prettamente formali. Comunque, i gruppi dei “southern chiefdom” erano sicuramente più popolosi di quelli delle colline pedemontane, ed erano portatori di stili di vita particolarmente complessi, sia a livello religioso che politico. Erano questi gli antenati dei Cherokee e dei Creek.
Il corso del Savannah River
Gli antenati delle “hill tribes” – sia fisicamente che culturalmente -, appartenevano al “Badin Cultural Complex”, una cultura che apparve nelle aree pedemontane agli inizi dell’Era cristiana. In genere erano simili ai “complessi archeologici” del nord e, fisicamente, erano simili agli “Indian Knoll people” del Kentucky. Indiscutibilmente, la loro cultura venne sempre influenzata da quella delle genti stanziate più a nord. La “Uwharrie culture” divenne la cultura più omogenea e diffusa nello sviluppo delle “hill tribes”, con poche e leggere variazioni da un luogo all’altro del tempo precedente che vennero assorbite in un unico stile. La maggiore stabilità e sicurezza offerte dall’agricoltura si riflesse in una minore esplosione demografica. Indiscutibilmente i “southern chiefdoms” furono anche il prodotto di un lungo sviluppo culturale. Sebbene esistessero differenze culturali e linguistiche tra questi “chiefdoms”, ricordiamo che in associazione al tumulo (“mound”), spesso allestivano una piazza che veniva utilizzata per giochi e cerimonie.
Ricostruzione di tipiche abitazioni dei Powhatan
Il potere era fortemente centralizzato nelle mani di funzionari politici e religiosi, con il loro simbolismo religioso probabilmente molto simile, e questo suggerisce che anche molte delle loro credenze dovessero esserlo. A differenza delle conservatrici “hill tribes”, le innovazioni sembrano essersi diffuse piuttosto rapidamente tra i “chiefdoms” del sud. Gli studiosi ritengono che le Southern Appalachian Mountains, con le rispettive aree pedemontane, erano abitate dagli antenati degli storici indiani Cherokee nel periodo da noi trattato. Intense ricerche archeologiche mettono in evidenza che gli antenati dei Cherokee occupavano queste terre verso la fine dello “Archaic Archaeological period”, tra il 1.000 a.C. e gli inizi del primo secolo d.C.
Una splendida veduta delle Blue Ridge Mountains del North Carolina
Lo studio glottocronologico del Lounsbury mostra che la lingua Cherokee si separò da quelle Irochesi settentrionali “tra i 3.500 e i 3.800 anni fa”. Contrariamente alle interpretazioni tradizionali, ora sembra che i Cherokee non fossero né migranti tardivi né una cultura omogenea; inoltre, contraria alle interpretazioni tradizionali è anche la certezza che i Cherokee adottarono il complesso “southeastern pyramidal mound” con tutto quello che implicava in termini di organizzazione religiosa e sociale. Stando al Mooney (1900), gli insediamenti storici dei Cherokee erano siti a sud del trentaseiesimo parallelo, cioè a sud dell’attuale città di Knoxville (Tennessee). Anche se il quadro preistorico non è così completo come si vorrebbe, si può tranquillamente affermare che l’area di drenaggio del Santee River – il territorio tradizionale dei Catawba -, era un punto d’incontro preistorico per le tribù collinari e i “chiefdoms” meridionali.
L’interno di una abitazione degli Occaneechi
I confini del territorio delle “hill tribes” sono abbastanza chiari, sia dove confinavano con i Cherokee che dove confinavano con popoli di lingua irochese e algonchina a nord e a nord-est. Invece i confini meridionali e orientali sono meno chiaramente definiti. Dalle evidenze storiche, e dalle ricerche archeologiche, sappiamo che i “chiefdoms” degli antenati dei Creek erano siti lungo il corso del Savannah River e lungo le coste meridionali del South Carolina. La misura precisa in cui gli antenati dei “chiefdoms” dei Creek e dei Cherokee penetrarono verso nord nelle aree pedemontane non potrà essere accertata finché non saranno condotte ulteriori ricerche archeologiche nell’area di drenaggio del fiume Santee, ed anche nella bassa campagna a sud del Peedee River.
Cherokee Booger Mask
A sud dei Tuscarora e del “Carolina Sound Algonquians”, il confine orientale delle “hill tribes” è ancora più oscuro del confine sud-orientale; ciò sarebbe ancora in parte dovuto alla mancanza di un’intensa ricerca archeologica nelle pianure del South e del North Carolina. Ma ancor più, il confine orientale è stato oscurato da un “errore etno-storico” (C.M. Hudson). Contrariamente alla tesi qui presentata secondo cui gli “eastern Siouan” erano tribù collinari (“hill tribes”) concentrate nella regione pedemontana, il Mooney includeva nella sua classificazione gli indiani delle pianure della Carolina (“Carolina lowlands”), dal fiume Cape Fear al Santee River e ai suoi affluenti; ciò portava ad includere gli indiani “Cape Fear, Waccamaw, Winyaw, Peedee, Sewee, Santee, Congaree, Wateree e Waxhaw” (Mooney 1894). L’esame delle prove su cui si basa questa classificazione mostra che essa non è conclusiva, semmai, le prove suggeriscono che gli indiani delle pianure erano culturalmente e linguisticamente diversi dalle tribù delle colline.
Ricostruzione di un tipico “mound” dei Peedee
La presenza di tumuli (“mounds”) lungo il basso corso dei fiumi Wateree e Peedee suggerisce fortemente che gli abitanti fossero simili ai “chiefdoms” della Georgia costiera e interna. Dalle sole prove storiche è impossibile determinare le affinità linguistiche e culturali degli indiani Winyaw, Waccamaw e Cape Fear, di cui questi ultimi non sono nemmeno associati ad un nome indigeno (Mooney 1894). Comunque, a parte i loro nomi, non ci sono prove sulle affinità linguistiche dei Sewee, Pedee, Santee, Wateree e Congaree; se la desinenza distintiva “-ee” è la prova dell’affiliazione Siouan, come lo Swanton sembra aver supposto, allora anche gli Yemasee (Yamassee), che secondo lo Swanton erano di lingua Mukhogean, “dovrebbero essere considerati dei Siouan”.
Una mappa ricostruita di Cofitachiqui, uno dei principali “chiefdom” incontrati dalle spedizioni spagnole
Le osservazioni del Lawson non indicavano che i “lowland Indians” erano culturalmente simili alle tribù pedemontane note come “hill tribes”, al contrario, la sua descrizione sugli indiani Waxhaw suggeriva chiaramente una affiliazione culturale con i “southern chiefdoms”. Questi indiani praticavano la deformazione craniale e altre usanze simili a un “chiefdom” che, come vedremo tra poco, avrebbero risalito il fiume Pedee per spostarsi nelle aree pedemontane nella tarda epoca preistorica. Allo stesso tempo, il resoconto del Lawson suggerisce chiaramente che i Waxhaw erano politicamente allineati con i Catawba e i Saponi al momento della sua visita. Indiscutibilmente, le evidenze archeologiche indicano che nel tardo periodo preistorico le “hill tribes” delle aree pedemontane meridionali erano culturalmente e socialmente simili ai “chiefdoms” degli ancestrali Creek e Cherokee. La documentazione archeologica mostra chiaramente che le differenze culturali locali cominciarono ad apparire quando le “hill tribes” raggiunsero la loro più ampia espansione; questi cambiamenti iniziarono prima e furono più vasti nella parte meridionale dell’area pedemontana centrale, proprio l’area abitata dagli antenati dei Catawba. Un cambiamento drammatico nelle aree pedemontane meridionali si ebbe con la già menzionata tradizione della ceramica “Lamar”.
Uno splendido dipinto raffigurante la spedizione dell’Hernando de Soto sulle montagne del Sudest
Questa, dopo esser stata adottata dagli antenati dei Catawba, si diffuse velocemente nella zona pedemontana settentrionale dove andò ad influenzare la ceramica delle “hill tribes” più settentrionali. Ad esempio, venne adottato dagli indiani Sara stanziati sul fiume Dan intorno al 1650, e dagli Occaneechi allora localizzati nelle vicinanze dell’attuale Hillsboro (North Carolina); inoltre, gli stessi Sara vennero influenzati – in misura minore – dalle genti della “Fort Ancient Culture” della Ohio Valley. Questa situazione dei gruppi nativi pedemontani ebbe termine con l’arrivo delle prime esplorazioni spagnole del XVI secolo. Tra il 1528 e il 1567 varie spedizioni interessarono l’area, erano guidate dal Panfilo de Narváez, dall’Hernando de Soto, dal Tristán de Luna e dal Juan Pardo. Indiscutibilmente questi spagnoli ebbero contatti anche duraturi con gli indiani, il che avrebbe portato alla diffusione di sconosciute malattie fra i nativi. L’arrivo degli spagnoli e l’uso delle pratiche schiavistiche sembrano accordarsi con il movimento degli indiani appartenenti alla “Pedee Culture”, un “southern chiefdom” posto nelle aree dell’alto Pedee River e annotato nelle fonti intorno al 1550, e successivamente per circa un centinaio di anni. Le fonti archeologiche sono chiarissime per farci comprendere che questa invadente Cultura del Peedee era allo stesso tempo drammatica e chiara. I portatori di questa Cultura erano fisicamente e culturalmente diversi dalle “hill tribes”; mentre questi gruppi colline avevano “il cranio stretto”, le genti Peedee avevano “il cranio rotondo e praticavano la deformazione della testa” in modo molto simile a quello degli indiani Waxhaw osservati dal Lawson. Sembra che queste genti dipendessero maggiormente dall’agricoltura rispetto alle tribù collinari e, inoltre, sembra vivessero in villaggi ben più grandi. A differenza delle “hill tribes”, questi nuovi arrivati avevano edifici pubblici quadrati o rettangolari e costruivano “mounds” piramidali, spesso con edifici religiosi in cima.
Una tipica ceramica della Fort Ancient Culture
Quando la “cultura Pedee” si affermò, le tribù delle colline furono apparentemente scacciate dalle loro case e costrette a risalire il corso dello Yadkin e dei suoi affluenti. Non possiamo escludere che questa pressione esterna abbia costretto le “hill tribes” ad allearsi tra loro per la difesa reciproca. Dopo circa un secolo di occupazione, i Pedee evacuarono l’area e le tribù collinari rioccuparono le loro antiche terre. Anche se “abbiamo ancora molto da apprendere”, possiamo vedere che gli antenati dei Catawba erano localizzati proprio dove due tradizioni culturali si incontravano.
All’interno di un villaggio
L’immagine in nostro possesso sembra essere quella di “… una serie di piccoli gruppi tribali, ciascuna tribù situata in uno o più villaggi, che sfruttano il proprio territorio secondo un ciclo stagionale ben definito di caccia, raccolta e agricoltura” (C.M. Hudson). Poiché la caccia era molto importante, probabilmente custodivano gelosamente il loro territorio di caccia, ed è probabile che i conflitti si verificassero sia tra gruppi affini che con popolazioni estranee. Comunque, i “chiefdoms” continuavano ad avere popolazioni più numerose e una vita politico-religiosa sicuramente più sviluppata. Nell’area idrografica del fiume Santee si incontravano queste due tradizioni culturali. Le prove storiche indicano chiaramente che i Cherokee delle Appalachian e delle colline pedemontane, i “Virginia Tidewater Algonquians” e le popolazioni di lingua Mukhogean dell’entroterra della Georgia erano organizzati in “chiefdoms” relativamente complessi.
Un’altra splendida veduta delle Blue Ridge nelle Appalachian Mountains
Per queste società ci sono ampie prove di una popolazione moderatamente densa, con leader che ricoprivano cariche nei centri di attività politico-religiose, tutti elementi di organizzazione gerarchica e di economie redistributive (Swanton). Le “hill tribes” non furono mai molto importanti per i coloni del South Carolina come lo furono i Creek e i Cherokee, entrambi i quali svolgevano il ruolo di alleati, nemici e commercianti di pelli e schiavi. Mentre gli inglesi erano spesso in grado di mobilitare fino ad un migliaio di indiani Creek per spedizioni punitive e schiavistiche, il colonnello John Barnwell ebbe scarso successo nel mobilitare le tribù delle colline contro i pericolosi Tuscarora (1711-1712). Contrariamente alle interpretazioni del Mooney e dello Swanton, la maggior parte delle prove indicano chiaramente che i Catawba della fine del XVII secolo erano culturalmente affiliati ai “chiefdoms” del sud, e formavano una sorta di Confederazione tribale. Mentre il Lawson risaliva il corso del Catawba River, attraversò successivamente le terre degli indiani Waxhaw, Esaw, Sugeree e Catawba, con questi ultimi stanziati più a nord e più vicini alle terre dei Cherokee. A differenza delle “hill tribes”, tutti questi gruppi erano molto popolosi e, in ogni villaggio, a cominciare da quello dei Waxhaw, il Lawson avrebbe osservato una vera e propria “town-house”, simile a quelle che il Bartram aveva annotato tra i Creek e i Cherokee. Il Lawson affermava che l’ultima “town-house” era quella degli indiani Saponi, il cui insediamento era situato nelle aree a nordest delle terre dei Catawba dell’alto Pedee River.
Un dipinto del Ferrer Dalmau
Il Lawson fece anche altre interessanti osservazioni suggerendo che i Catawba, e i loro confederati, condividevano tratti culturali sia con i Cherokee che con i Muskhogean. I tratti Muskhogean più eccezionali appaiono in una dettagliata descrizione della deformazione craniale dei Waxhaw; però, ricordiamo che non menzionava specificamente questa pratica tra gli indiani Esaw, Sugeree o Catawba. Parlando dei Waxhaw affermava che, “questi indiani sono di statura straordinaria, e sono chiamati dai loro vicini Teste Piatte, un nome che sembra molto adatto per loro”.
Una riunione di coloni britannici
Questa fraseologia suggerirebbe che la deformazione craniale fosse praticata soltanto dai Waxhaw. È comunque noto che questa pratica era stata utilizzata anche dagli indiani Natchez, Taensa, Tunica, Houma, Chitimacha, Caddo, Choctaw e Chickasaw (Swanton 1946). Non ci sono prove storiche della deformazione craniale tra gli studiosi per gli indiani Creek, Cherokee, Quapaw, Shawnee, “hill tribes” o tra gli Algonchini del North Carolina e della Virginia, anche se grazie a prove archeologiche sappiamo che gli antenati dei Creek e dei Cherokee la praticavano. Nei decenni successivi, molto spesso i Catawba vennero talvolta chiamati “Teste Piatte”, ma questo uso era generalmente limitato agli Irochesi, i quali si riferivano all’intera Confederazione Catawba con questa designazione. Comunque, l’Hudson riportava che, “sotto altri aspetti i Waxhaw somigliavano ai Cherokee”. Per quanto riguarda la danza a cui assistette nella “town-house” dei Waxhaw, questa era notevolmente simile ad una danza cerimoniale a cui assistette il Bartram a “Cowee”, un importante insediamento dei Cherokee. Un dato importante è rappresentato da alcuni studiosi, tra i quali lo Speck, i quali non sarebbero mai riusciti a spiegare in modo soddisfacente l’origine, o l’etimologia, del termine “Catawba”. Il nome proprio “Catawba” – con i suoi derivati -, è stato di uso generale tra gli scrittori coloniali per ben due secoli, e costituisce la base dei nomi con cui la tribù è conosciuta tra gli altri gruppi nativi dell’Est, tuttavia non può essere fornita alcuna spiegazione soddisfacente sulla sua origine o etimologia. Comunque il Mooney avrebbe notato la somiglianza tra il termine “Catawba” e quello Cherokee “Kituhwa”, un antico insediamento dei Cherokee sul Tucksaegee River, nelle vicinanze dell’attuale Bryson City (North Carolina). Queste genti erano indiscutibilmente i gruppi Cherokee più settentrionali. Non possiamo escludere che per questo motivo, gli indiani Delaware, Shawnee e gli altri Algonchini settentrionali, si riferivano collettivamente ai Cherokee come “Cuttawa”, “Gattochwa”, “Kittuwa” e così via.
Il famoso leader dei Catawba chiamato “King Hagler”
Inoltre, si sapeva che dopo l’inizio del XIX secolo, i Catawba parlavano una lingua Siouan, come dimostrano tutti i vocabolari raccolti dopo quella data. Però, nel 1743 i “Catawba” comprendevano genti parlanti “più di venti dialetti e lingue diverse”, alcune delle quali erano decisamente “non Siouan”. Alla fine, che garanzie abbiamo sul fatto che il tipico “court dialect” dei Catawba di quel tempo sia “ancestrale alla lingua parlata dopo il 1800?”; questo ci porterebbe a dedurre che la lingua conosciuta come “Catawba” potrebbe facilmente discendere da uno degli altri diciannove dialetti parlati. È allora inevitabile concludere che i Catawba dell’inizio del XVIII secolo fossero culturalmente affiliati agli indiani Cherokee. È anche possibile che alcuni di loro parlassero proprio un dialetto Cherokee, e questo è perfettamente compatibile con il fatto che altri tra loro parlassero una lingua Siouan. Prima di concludere, occorre menzionare un ulteriore punto. Fino attorno al 1710 gli indiani stanziati sul fiume Catawba erano collettivamente conosciuti come “Esaw”. Poi, successivamente furono collettivamente chiamati “Catawba” in senso collettivo, riferendosi agli indiani che erano culturalmente eterogenei, ma che rappresentavano una categoria socialmente significativa.