Sul “Coteau” del Missouri, dal 1650 al 1770
A cura di Gianni Albertoli
To-Ka-Cou, un capo della nazione Sioux
Gli indiani Dakota, meglio noti come “Sioux”, stando al George E. Hyde, venivano dal sud giungendo nel XVI secolo sull’alto corso del Mississippi, in una regione ricca di laghi e paludi pianeggianti che attraversarono grazie a canoe e ad imbarcazioni di fortuna. I Dakota si riferivano a sé stessi come “Otchenti Chakowin” (“Seven Council Fires”), erano le più selvagge e bellicose delle tribù Siouan, e quando le incontriamo per la prima volta all’inizio del XVII secolo, le vediamo attaccare vigorosamente le tribù Algonchine che abitavano le terre in direzione nord e nord-est. Inizialmente i Sioux ebbero la meglio su questi nemici ma i gruppi Algonchini, entrando in contatto con i francesi nel Canada, e poco dopo con gli inglesi nella Hudson Bay, ottennero armi di metallo e da fuoco e con il loro equipaggiamento superiore ribaltarono la situazione.
Così i Sioux vennero gradualmente respinti nel Minnesota meridionale. Uno studio basato sui materiali disponibili rivela chiaramente che il ritiro dei Sioux dalla sorgente del Mississippi avvenne in due ondate distinte. La prima, costituita dagli Yanktonai, che all’epoca comprendevano ancora gli Yankton e i Teton, cominciò a spostarsi dopo la metà del XVII secolo; mentre la seconda, composta dai “Sioux de l’East”, si mosse soltanto dopo il 1735. Non esistono prove assolute sulle cause della prima ondata ma dalla datazione, dalla direzione e dalle circostanze del movimento sembrerebbe ragionevole dedurre che, intorno al 1670, il gruppo Yanktonai e i Teton furono duramente attaccati, nella loro vecchia sede presso la sorgente del fiume Mississippi, dai Cree e dai loro alleati, ormai ben armati di fucili, così furono costretti a ritirarsi verso sud.
La vita quotidiana in un villaggio
Mentre ricostruiamo la storia partendo dagli scarsi frammenti di informazioni ottenibili dai primi documenti francesi, e da alcune vaghe tradizioni indiane, sembra che intorno al 1650 i Sioux iniziarono a razziare gli insediamenti dei Cree, una popolazione stanziata a nord di loro nel distretto intorno al Rainy Lake.
Braccio Spezzato, Cree, in un ritratto di G. Catlin
Il Nicolas Perrot, che in quel periodo si trovava nel “paese indiano”, annotava che queste tribù erano ancora all’Età della Pietra e non erano state toccate da nessun tipo di influenza bianca al momento dell’inizio di queste guerre fratricide. Ma i Sioux erano i guerrieri più feroci e presto presero il sopravvento. Il gruppo più vicino alle aree dei pericolosi Cree era quello degli Yanktonai che, poco dopo, una frazione di essi si sarebbe staccata definitivamente dai Sioux divenendo una nazione separata e chiamata “Assiniboin”. Questi indiani erano ormai inclini ad unirsi anche matrimonialmente con i Cree. Le fonti riportavano che, quando un gruppo di guerrieri Sioux, arrivando all’accampamento degli Assiniboin, trovò alcuni Cree intenti a commerciare, li attaccò immediatamente; poi, non contenti, “hanno anche maltrattato gli Assiniboin perché erano in buoni rapporti con gli stranieri Cree”.
Pigeon’s Egg Head, Assiniboine
Gli Assiniboin si trovarono allora nella scomoda posizione di neutrali in una guerra spietata tra i Sioux e i Cree. Questa posizione divenne ben presto intollerabile, e così furono costretti a decidere se restare o unirsi ai Cree. Gli Assiniboin preferirono unirsi ai Cree. In effetti, una fonte francese ricordava che a questa data i Cree stavano ottenendo armi e beni europei e fornivano questi articoli agli Assiniboin, questa sembra essere l’unica spiegazione possibile per la loro decisione di unirsi a questo grande gruppo algonchino del nord.
Villaggio sul fiume – Derk Hansen
Dobbiamo ricordare che, se nei primi tempi i legami di parentela erano molto forti tra gli indiani, abbiamo anche molti casi di gruppi che abbandonarono la propria tribù-madre quando interessi materiali li spingevano fortemente a farlo. L’arrivo degli inglesi sulle sponde della Hudson Bay avrebbe portato ad una vera e propria sterzata nella orami guerra aperta tra i Sioux e i Cree. I francesi erano penetrati da tempo nelle aree a ovest del Lago Superiore, ma avevano poche armi da fuoco e i loro commerci con i nativi stavano velocemente scemando anche per la grande scarsità di mercanzie europee. Dal canto loro gli inglesi erano ben riforniti, specialmente con “buone armi da fuoco”, e fin dai tempi della “Nonsuch” – entrata nella Hudson Bay nel 1668 -, una larga flottiglia di canoe entrava sempre in primavera nella grande baia. I primi nativi entrati in contatto con gli inglesi furono proprio i Cree e gli Assiniboin, i quali si assicurarono nuove armi da usare poi contro i nemici Sioux. Possiamo facilmente seguire a grandi linee questi eventi. La dichiarazione del Perrot indicava chiaramente che i Sioux attaccarono per la prima volta i Cree prima del 1650, e presto “li rovinarono”. Il Radisson parlava di una sanguinosa lotta tra i Sioux e i Cree nel 1658; mentre il Marquette incontrò i Cree nel 1670 e li trovò armati soltanto di archi e frecce, ma quattro anni dopo questi stessi Cree, erano tutti armati di pistole, così attaccarono e massacrarono gli inviati Sioux a Sault de Ste Marie. I Sioux di questo gruppo avevano soltanto coltelli di selce e simili armi primitive.
Agguato sul fiume, dipinto di John Buxton
Nel 1673, padre Nouvel riferiva che i gruppi Algonchini erano ormai superiori, e fra questi anche i Cree, ormai commerciavano costantemente con gli inglesi della Hudson Bay. Il prelato predisse allora che i francesi avrebbero perso queste tribù e tutti i loro commerci. Nel 1684, una grande flottiglia di canoe Cree, tra cui quattrocento indiani Assiniboin, scese lungo il fiume Hayes per commerciare con gli inglesi della baia; i loro commerci avvenivano in larga misura in armi e munizioni, merci che gli indiani apprezzavano molto, “con buone armi in mano avevano gli odiati Sioux alla loro mercé”. Fu in questo periodo, come riportava il La Potherie, che i Cree arrivavano spesso in canoa e scacciavano i Sioux dai loro insediamenti, costringendoli a rifugiarsi in luoghi desolati dove il territorio forniva loro “soltanto ghiande, radici e cortecce”. Chiunque dubiti dell’estrema efficacia delle armi da fuoco quando usate contro genti che vivevano ancora nell’Età della Pietra dovrebbe leggere i resoconti dell’Alexander MacKenzie sul regno del terrore che questi stessi Cree crearono nel paese degli Athabascan verso la fine del XVIII secolo. Piccoli gruppi Cree, armati di buone armi, davano letteralmente la caccia agli sfortunati nativi, “proprio come conigli”, e li terrorizzavano a tal punto che questi fuggivano alla sola vista di uno strano fumo a miglia di distanza.
La copertina dell’opera del La Potherie
Il Truteau, nel 1795, affermava esplicitamente che la paura in cui erano tenuti i Teton Sioux da parte delle altre tribù del Missouri, e vicino alle Black Hills, era principalmente dovuta al fatto che i Sioux avevano molte armi da fuoco, mentre le altre praticamente nessuna. Purtroppo non abbiamo a disposizione molte notizie riguardanti queste prime guerre, ma sembra probabile che i Sioux del gruppo Yanktonai – quelli che confinavano con i Cree -, soffrirono moltissimo i loro continui assalti, tutti guerrieri ben armati e ormai passati ad una vera e propria offensiva. I Teton vagavano a sud degli Yanktonai nelle “tall-grass prairies” a ovest del Mississippi, nelle vicinanze delle Sauk Rapids, entrando nell’area intorno al 1680. Un successivo ritiro a sud degli Yanktonai avrebbe naturalmente esposto i Teton agli attacchi dei Cree e degli Assiniboin, costringendoli a spostarsi nuovamente. Sembra che qualcosa del genere sia veramente accaduto, poiché intorno al 1700, troviamo che i gruppi Yanktonai, Yankton, Teton, e altri orientali, non furono molto colpiti dalle guerre dei Cree, probabilmente a causa della loro posizione in aree paludose dove era difficile raggiungerli. Anche se abbiamo motivo di credere che i Cree, e i loro alleati, provassero all’epoca una maggiore animosità nei confronti degli Yanktonai e dei Teton, piuttosto che verso gli altri Sioux orientali. All’inizio del XVIII secolo troviamo i Sioux orientali che “incolpano i loro parenti occidentali” per la diffusione di queste guerre e, come affermavano i francesi, si offrirono addirittura per aiutare i Cree e gli Assiniboin contro i turbolenti Sioux occidentali.
Psihdja-Sahpa, uno Yankton Sioux
Le tradizioni Sioux di questo periodo ci vengono interamente dai Sioux orientali; però mancano assolutamente i dettagli ed essendo stati registrati principalmente da missionari – che ben poco sapevano della storia antica di queste genti -, sono di scarsa utilità nel tentativo di seguire i movimenti dei gruppi occidentali, prima verso sud fino alla Minnesota Valley, e poi a ovest in
direzione del Missouri. I documenti francesi ci aiutano ben poco, ed allora possiamo soltanto supporre qualche dettaglio di questo movimento. Cacciati dalle loro terre tra la sorgente del Mississippi e il Red Lake qualche tempo dopo il 1670, il gruppo Yanktonay si ritirava a sud attraverso le “praterie di erba alta” a ovest del Mississippi, per giungere alla grande ansa a gomito del Minnesota River, nel distretto dello Swan Lake. Qui possiamo supporre che si separarono, gli Yankton attraversarono il fiume Minnesota per occupare le aree che dal fiume Blue Earth portavano alla Pipestone Quarry, mentre gli Yanktonai – ricordiamolo il “gruppo madre” – migrarono lentamente lungo il corso del Minnesota River. Inoltre, sembra che anche i Teton – quelli che precedevano o seguivano il gruppo Yanktonai -, una volta raggiunta l’ansa del gomito del fiume si divisero in due gruppi, questi ultimi conosciuti come “Brulé e Oglala”, indiani che attraversarono il fiume per occupare le praterie che dal fiume Blue Earth potavano a ovest; dal canto loro, il gruppo Teton-Saone avrebbe risalito il corso del Minnesota fino alla sua sorgente. Poiché i Teton, ed anche i Saone, furono successivamente in anticipo rispetto agli Yankton e agli Yanktonai nella loro migrazione verso ovest, è possibile che guidassero questo movimento fin dall’inizio. Le mappe francesi – considerate da alcuni studiosi un’eccellente autorità per l’ubicazione di queste tribù Sioux in varie date- , possono essere citate per dimostrarlo, in un modo o nell’altro, a scelta; ma la maggior parte di queste mappe rappresentano un materiale piuttosto scarso a cui attingere, e alcune di esse sono state aggiunte in epoche successive, allora le date che portano possono essere delle vere e proprie trappole per gli incauti studiosi.
Un gran bel dipinto di J. Buxton
La famosa “mappa de l’Isle” (1708) ha “portato parecchi storici ed etnologi ad infiniti errori” (G.E. Hyde). Che i Teton si siano divisi in due gruppi una volta raggiunta la curva del gomito del fiume sembra ovvio. In quest’area gli Yankton si separarono sicuramente dal gruppo Yanktonai e quando, dopo il 1735, i Sisseton migrando verso sud – lungo lo stesso percorso e attraverso le praterie che i Teton e gli Yanktonai avevano seguito in data molto precedente -, arrivarono a questa curva per dividersi, un gruppo attraversava il fiume per cacciare nel distretto del Blue Earth, mentre l’altro, il “gruppo madre”, decise di risalire il fiume Minnesota fino alla sua sorgente. In effetti, questa grande curva del fiume sembra essere stata una specie di trappola, “progettata dalla natura”, nella quale si riversavano i gruppi migranti per trovarsi di fronte ad un serio problema, “… se attraversare qui il fiume e occupare le aperte praterie verso sud, oppure risalire il fiume verso la sua sorgente”, mantenendosi così nella zona più boscosa dell’area. In ogni caso i Sioux sembrano aver risolto la questione come di solito risolvevano qualsiasi controversia, “litigando e dividendosi in fazioni, ciascuna delle quali andò per la sua strada”. Le prove suggeriscono che in ogni caso l’elemento conservatore, che rappresentava il “gruppo genitore della tribù”, rimase nelle vicinanze del fiume per risalirne le sponde, mentre gli altri davano vita a nuove bande e si allontanarono verso sud, nelle aperte praterie ricche di bufali. Attraversando a sud del Minnesota e dell’ansa a gomito, gli Yankton, e quella parte dei Teton che attraversavano lo stesso fiume, entrarono nelle pianure dei bufali e presto si allontanarono dal Coteau des Prairies. Il resto di questi gruppi, quelli che migrarono lungo il fiume Minnesota, rimasero prevalentemente nelle aree boscose, e questo fatto diede probabilmente origine al soprannome “Saone” – da “Tchanona” e “Tchankute”: “quelli che sparano tra gli alberi” (“Shooters among the trees”) -, un “termine di derisione” applicato loro dai loro parenti più audaci e avventurosi, quelli delle pianure dei bufali.
Una vista del fiume Missouri nel Sud Dakota
Come vedremo più avanti, questo termine veniva applicato sia ai Teton-Saone che ad una parte degli Yanktonai. Osservando la migrazione dei Teton dal punto di vista del Minnesota, abbiamo ben poco su cui basarci oltre alle vaghe dichiarazioni dei Sioux orientali, tutte riportate verso la metà del XIX secolo, e secondo cui i Teton si trovavano precedentemente nel Minnesota, ma gradualmente si spostarono in direzione ovest. Gli stessi Teton avevano perso la maggior parte dei loro ricordi nella “vecchia casa sul Mississippi” nel 1840, poiché in quell’anno il Riggs incontrò raggiunse il “Coteau” a Fort Pierre sul Missouri, dove ebbe modo di interrogare questi indiani, molti dei quali dei veri e propri “traders”, apprendendo soltanto vaghi ricordi nei quali si riteneva che i Teton provenissero dall’est, e che i loro capi si fossero precedentemente seduti in Consiglio con quelli dei Sioux orientali. È tuttavia vero che quando ci troviamo vicino alla Grande Ansa del Missouri, guardando verso est, possiamo tracciare le rotte attraverso le quali migrarono queste popolazioni. Inoltre, possiamo datare il loro movimento e notare le tribù Sioux con cui i Teton erano più vicini e strettamente associati, senza dimenticare alcuni altri indizi che ci permettono di avere un’idea abbastanza chiara della migrazione dei Teton. Le fiere commerciali in cui i Sioux occidentali ottenevano armi e merci europee erano di vitale importanza per queste genti, e l’ubicazione di queste fiere è uno dei nostri migliori mezzi per tracciare i loro movimenti. Intorno al 1750 queste fiere annuali si tenevano sulle estreme sorgenti del fiume Minnesota ma, nel tardo XVIII secolo, alcune fiere si tenevano presso la foce di questo torrente, sul Mississippi.
Un dipinto di C. M. Russell
Possiamo quindi concludere che i Teton e gli Yankton, all’epoca ancora senza cavalli, non erano molto lontani verso ovest. Per questo motivo si è portati a dedurre che il Lesueur (Le Sueur) incontrò i Teton poco dopo il 1700, e sembra addirittura probabile che uno dei gruppi che svernarono vicino al suo campo nelle Blue Earth fossero gli Oglala, poiché li chiamava “Ojalespoitans” (“villaggio diviso” in tante piccole bande. Ricordiamo che, non essendoci la “j” nella lingua Sioux, questo suono è rappresentato nel dialetto Teton da “gl”; conseguentemente, questo nome era quindi “Oglales-poit-ton”: da “Oglala” (“scattered or divided”, “sparso o diviso”) e “ton” (“villaggio”). Il “poit” è veramente sconcertante, ma sembra essere una parola algonchina (“poituc”, “uomini” o “popolo”) che i primi francesi spesso impiegavano per scrivere i nomi tribali Sioux; tipici esempi erano “Assinipoit” per Assiniboin e “Mascoutepoit” (“prairie men”, “genti delle praterie”), e il vecchio nome per i Teton Sioux.
Assiniboine – dipinto di Karl Bodmer
Comunque, per quanto sia importante il nome dato dal Lesueur agli Oglala, questa somiglianza significherebbe poco se presa da sola. Proprio la traduzione del nome, “villaggio diviso in tante piccole bande”, è davvero significativa, poiché sappiamo da sempre che il nome “Oglala” significava proprio “disperso, diviso”. Sarebbe difficile concepire una spiegazione più sensata per questo nome tribale di quella indicata dal Lesueur, poiché questa popolazione ha attraversato per spingersi a sud del Minnesota River, per poi disperdersi in piccoli accampamenti nelle grandi praterie. La più popolare delle storie che spiegavano l’origine del nome, diffuse tra i Sioux dopo la metà del XIX secolo, raccontava che due capi litigavano con uno che insultava l’altro “spargendogli polvere in faccia”. Stando all’Hyde, questo racconto non avrebbe alcun senso logico e, “con ogni probabilità era apocrifo”. Può sembrare difficile affermare che gli Oglala dei tempi successivi non sapessero come avesse avuto origine il loro nome tribale, ma le prove indicano che si trattava di questo argomento, e anche la maggior parte degli altri gruppi Teton davano diverse spiegazioni sull’origine di sui loro nomi tribali.
Contatti con I Sioux – dipinto di Pierre Charles Le Sueur
Molti di questi racconti sembrano essere di origine piuttosto tarda, e alcuni di essi rivelano chiaramente una “sorprendente ignoranza da parte di questi indiani al riguardo delle condizioni in cui vivevano i loro antenati” nel XVII-XVIII secolo. Che poi il Lesueur, nel 1700, non facesse alcun riferimento al gruppo Brulé non è sicuramente strano, poiché le nostre prove indicano chiaramente che questo nome (“Sichangu”, “Brulé”, o “cosce bruciate”) non ebbe origine fin dopo il 1750. Non possiamo allora escludere che i Brulé erano probabilmente nelle vicinanze della Blue Earth ai tempi del Lesueurs, ma quasi sicuramente sotto qualche altro nome.
Una Swivel Gun del 1755
Questi indizi, ma anche altri, puntano sul fatto che, all’inizio del XVIII secolo, i Teton del gruppo Oglala e Brulé cacciavano nelle praterie a ovest delle Blue Earth e svernavano nella valle boscosa di quel torrente, con ciascuno che in primavera si recavano in un punto presso la foce del Minnesota per commerciare. Questi Teton erano tutti appiedati, e i loro legami più stretti erano sicuramente con gli Yankton, un gruppo che si era già spinto abbastanza lontano da acquisire il nome di “Village of the Red Stone” (“Villaggio della Pietra Rossa”), dalla loro frequentazione del ben noto distretto del Minnesota sud-occidentale, proprio dove si trova la “Red Pipestone Quarry”.
La caccia al bisonte – C. M. Russell
Evidentemente l’occupazione delle aree lungo il corso del Minnesota da parte di questi Sioux dell’Ovest non fu un processo sicuramente pacifico. Dalle tradizioni Sioux deduciamo che trovarono parte, o tutta la tribù Cheyenne nell’alta valle, nelle vicinanze di Yellow Medicine, da dove li spinsero più lontano verso nord-est. Ancora nel 1700 gli Iowa e gli Oto rivendicavano le terre lungo le Blue Earth, ma trovando i Sioux vicini scomodi, queste genti si ritirarono piuttosto recentemente verso ovest, lo scopo era quello di unirsi agli amici Omaha. Questi ultimi avevano precedentemente abitato le aree del distretto vicino alle Pipestone Quarry dove – apparentemente dopo il 1680 -, erano stati duramente attaccati e, come dicono le loro tradizioni, massacrati dagli Yankton. Fuggendo in direzione ovest, costruirono nuovi insediamenti sulla sponda occidentale del Big Sioux, nelle zone vicine a Sioux Falls; anche in queste terre furono nuovamente assaliti e massacrati, con i sopravvissuti che fuggirono nel Missouri per stabilirsi presso la foce del Big Sioux. Gli Omaha di questo periodo erano ancora senza cavalli e con poche armi europee, erano allora facile preda di qualsiasi tribù dotata di armi da fuoco. Le tradizioni affermavano chiaramente che la popolazione venne “trucidata o massacrata”, con i sopravvissuti che fuggirono verso ovest per cercare una dimora più sicura e meglio difendibile. Tale situazione viene confermata da alcuni documenti francesi che indicano, intorno a questa data, i Sioux dell’Ovest e i loro alleati dell’alto Mississippi, ormai abituati a formare gruppi di guerra di grandi dimensioni, e tutti armati di buoni fucili, per andar contro gli Omaha e altre tribù occidentali. Da un Rapporto del Leuseur sembrerebbe che gli Omaha vennero spinti nel Missouri prima del 1700. Quel poco che è stato scritto sulla antica storia dei Sioux, in questa data, avrebbe diffuso la falsa impressione che, dopo aver spinto gli Omaha verso ovest, gli Yankton e i Teton avanzarono nella stessa direzione per stabilirsi sul fiume Missouri, nel South Dakota. Questo punto di vista, suggerito se non effettivamente affermato nello “Indian Handbook” dell’Hodge, si basava interamente supponendo che la “de l’Isle map” sia stata realizzata e completata intorno all’anno 1708, “ma questo non è assolutamente veritiero” (G.E. Hyde).
L’alto corso del Big Sioux nel Minnesota
La mappa è stata modificata in epoca molto successiva a quella dell’epoca e, come aveva affermato il Justin Winsor, era stata addirittura corretta da qualcuno che vi aveva scritto sopra in inglese. La mappa mostra i Teton e gli Yankton sul fiume Missouri, proprio sotto il Great Bend; ma mostra anche gli indiani Ponca – una popolazione che nel 1708 faceva parte della nazione Omaha -, e che divenne nota ai francesi con il proprio nome soltanto dopo il 1780. Per chiunque abbia familiarità con le fonti, questa mappa porta le chiare indicazioni di avere notizie aggiunte da qualcuno che aveva informazioni che il J.B. Monier e il J.B. Trudeau riportavano sull’alto Missouri tra il 1787 e il 1797. L’opinione secondo cui i Teton e gli Yanktonai si stabilirono nel Missouri sotto il Great Bend in una data precedente al 1708 non regge in considerazione che gli Omaha, dopo essere stati respinti nel Missouri – presso la foce del Big Sioux -, risalirono il fiume e si stabilirono proprio nel distretto in cui si suppone fossero già stabiliti i loro nemici Teton e Yankton. Queste genti si trasferirono in quell’area dopo il 1723, e vi rimasero almeno fino al 1750, quando si ritirarono lungo la sponda occidentale del Missouri, nel Nebraska settentrionale. Se accettiamo l’ipotesi che i Sioux dell’Ovest, incontrati dal Leuseur nelle Blue Earth, intorno al 1700, fossero i Teton del gruppo Brulé e Oglala. Dobbiamo indiscutibilmente cercare una logica spiegazione per il fatto che gli Yankton – a quell’epoca vaganti nelle praterie poste molto a ovest delle Blue Earth -, permisero a questi Teton di oltrepassarli nella loro migrazione verso occidente, e di raggiungere per primi il Missouri.
Jean Baptiste Trudeau
Come riportava l’Hyde, “la ragione di ciò non è lontana da cercare”. Già a partire dall’inizio del XVIII secolo, le mandrie di bufali, e altra selvaggina, si spostavano in grande abbondanza nelle zone vicine alle Blue Earth, ma bande di Sioux orientali entravano stagionalmente in queste aree per cacciare ma, verso la fine del primo quarto del XVIII secolo, questo distretto era diventato “un povero paese di caccia”. Le tradizioni dei Sioux orientali affermano esplicitamente che i Teton migrarono verso ovest in cerca di bufali, e poiché sappiamo che ormai le mandrie furono spazzate via dai paesi più a est, presso le Blue Earth, abbiamo una semplice spiegazione del perché i Teton che occupavano quel distretto furono i primi a ritirarsi verso ovest.
Ho-ta-ma, un leader dei Ponc
Facendo questo movimento oltrepassarono gli Yankton, i cui terreni di caccia vicini alla Pipestone Quarry, e alla sorgente del fiume Des Moines, erano ancora ben forniti di selvaggina. In effetti, sappiamo che il Truteau, nel 1794, trovò alcuni Yankton nell’accampamento dei Teton sul Missouri, ma indica chiaramente che erano visitatori provenienti dal Des Moines. Nel 1858 gli Yankton cedettero agli Stati Uniti le terre sul Missouri sotto la Great Bend, e i Teton, venendo a conoscenza di ciò, gridarono furiosamente che quelle erano le loro terre, affermando che molto tempo prima gli Yankton erano venuti “a mendicare carne e cavalli”, e così avevano loro permesso di occupare le terre dei Teton sul Missouri, ed ora gli Yankton “avevano rubato queste terre e le avevano vendute ai bianchi”. Nel frattempo, gli Oglala e i Brulé cacciavano lontano, nel Coteau des Prairies e anche oltre, fin nella valle del fiume James, il “Tchan-sansan” come lo chiamavano i Sioux. Immaginare questo movimento come un’avanzata di conquista sarebbe ridicolo, perché le genti – poste in molti piccoli accampamenti -, erano semplicemente alla ricerca di mandrie di bufali alla deriva. Erano ancora senza cavalli, e il “Coteau” era un paese molto duro per le genti appiedate che dovevano trasportare tutta l’attrezzatura da campo sul dorso dei loro cani e delle loro donne, con anche le bambine di sei-sette anni che dovevano portare pesi durante la marcia. Non potevano spostarsi più di cinque miglia al giorno in tutta comodità con i loro impedimenti, e poiché vi era poco carburante o riparo nel “Coteau”, quando giunse l’inverno, dovettero ritirarsi a est per cercare rifugio in qualche vallata boscosa. Invece in primavera portavano le loro pellicce all’annuale “rendez-vous” (fiera commerciale) dove incontravano i gruppi del Mississippi che portavano loro armi, munizioni e merci europee. In questo periodo, intorno alla metà del XVIII secolo, le fiere commerciali si tenevano presso la sorgente del Minnesota River. Il Jonathan Carver, nel 1766, evidentemente venne a conoscenza di questa fiera commerciale dai “traders” bianchi dell’alto Mississippi; il resoconto di questo autore del suo viaggio lungo il fiume Minnesota, e del suo inverno trascorso tra gli indiani di quella regione, “reca tutti i segni di falsità”. Come il LeRaye in un periodo successivo, il Carver sembra aver raccolto alcune informazioni dai commercianti su cui basare il suo soggiorno immaginario tra i Sioux occidentali.
Scambi commerciali – John Buxton
Intanto, non possiamo escludere che i Saone di tutto questo periodo siano stati nell’alta valle del fiume Minnesota, senza prender parte ai movimenti dei loro parenti Oglala e Brulé. Queste genti delle valli boscose si chiamavano e si consideravano sicuramente “Teton” e, probabilmente, consideravano gli Oglala e i Brulé come secessionisti. Infatti, i Saone avevano in loro possesso un antica pipa e alcuni oggetti sacri che sembravano appartenuti all’originaria tribù Teton prima che lasciasse la sua vecchia dimora sull’alto Mississippi. Nel periodo 1690-1720 i cartografi francesi collocavano i Teton – evidentemente i Saone -, nelle vicinanze del Big Stone Lake, presso la sorgente del Minnesota River. Sembrerebbe che questi indiani si siano concentrati in quest’area finché non iniziarono la loro migrazione verso il Missouri, mentre gli Yanktonai frequentavano il “Lac qui Parle”, ad una certa distanza più a valle del fiume Minnesota.
Uno sciamano Santee
Poiché negli ultimi cinquant’anni l’origine del nome “Saone” è sempre stato considerato in qualche modo “inspiegabile”, e poiché questa questione sembra avere un rapporto diretto con l’antica storia dei Teton, “alcune parole sull’argomento potrebbero non essere fuori luogo” (G.E. Hyde). Il nome non ricorre nei primi documenti francesi che trattano gli indiani Sioux, e questo fatto conferma le informazioni ottenute dallo S.R. Riggs a Fort Pierre nel 1840; vale a dire, che il termine Saone – o “Sanyona” -, era un soprannome che gli Oglala e i Brulé avevano applicato a cinque tribù Teton, vale a dire ai “Miniconjou, Sans Arc, Two Kettle, Hunkpapa e Blackfoot-Sioux”. Il nome era quindi ben poco usato nel Minnesota, ma era familiare sull’alto Missouri, proprio dove troviamo il Truteau che lo usava nella forma “Chahony” nel 1795. Il francese confermava anche l’affermazione del Riggs, secondo cui il nome era applicato a cinque tribù Teton, poiché parlava dei Saone come tribù dette “Indiani del nord”. Comunque, gli Arikara e i Mandan, all’epoca in stretto contatto con i Saone, applicavano quel nome a tutti i Sioux. Non dobbiamo però dimenticare che, nel 1840, il nome era ancora di uso comune e i grandi accampamenti Sioux erano ancora chiamati “Saone”; ma cinquant’anni dopo il nome era quasi dimenticato, e quando i missionari fecero alcune indagini – specialmente nel 1889 – fornirono informazioni piuttosto vaghe e contrastanti riguardo il nome e la sua applicazione. Alcuni Sioux affermavano che i termine “Saone” derivava da “Sanyoniwichasha” (“Saone men”, “uomo Saone”) ed era un soprannome anticamente applicato dagli Oglala e dai Brulè ai gruppi “Miniconjou, San Arc e Two Kettle”, mentre altri insistevano che il nome derivasse da “ Sanyona” e non fu applicato affatto ai Teton ma ad una parte degli Yanktonai. Quanto al significato del nome, questi indiani “potevano solo indovinarlo”, ma probabilmente tutti sospettavano che il termine “Saone” si riferisse in qualche modo a “quelli che sparano”.
La mappa del Coteau de Prairies stilata da Lewis & Clark, 1804
Studiando questi indizi, gli storici hanno scoperto che agli inizi del XVIII secolo, i Sioux amavano dare alle loro bande nomi riferiti al “tiro” (sparo), e che “Saone” era chiaramente un nome di questo tipo inventato dagli Oglala e dai Brulé delle “pianure senza alberi”, e da loro applicato ai parenti che vivevano nelle vicinanze dei “boschi della valle del fiume Minnesota”. Quindi, il nome venne dato sia ai Teton che agli Yanktonai. Continuando nella trattazione, ricordiamo che esaminando gli elenchi più vecchi dei nomi delle bande Sioux scopriamo che gli Yankton avevano precedentemente una banda chiamata “Tchankute” – da “tchan” (“albero”) e “kute” (“sparare”) -; inoltre troviamo anche una banda ancora chiamata “Tchankute” tra i Sisseton – il cui nome tradotto era “tiratori nel bosco” -; mentre tra gli Upper Yanktonai questo stesso nome, trasformato nel loro dialetto in “Tchanyona” – tradotto in “tiratori tra gli alberi” -, veniva dato a una banda della loro gente. Il termine “Tchanyona” era quindi semplicemente una diversa ortografia di “Sanyona”, ovvero del nome che il Riggs diede ai Saone nel 1840. Questa prova sembra indicare che il nome “Saone” venne dato a grandi gruppi di Sioux che abitavano sulla parte superiore del fiume Minnesota all’inizio del XVIII secolo.
Un villaggio dei Mandan sul fiume Missouri
Quando questi gruppi si sciolsero, il sangue “Saone” dei Teton portò con sé il nome nel Missouri; infatti anche parte degli Yanktonai che migrarono nella stessa direzione lo mantennero. Alcuni Saone si unirono comunque agli Yankton, mentre un numero sufficiente di genti chiamate con questo nome rimasero sul fiume Minnesota per formare un’altra banda Saone composta da genti provenienti da diverse tribù Sioux. Quest’ultima banda venne poi menzionata dal Lewis e dal Clark nel 1804. Vicino ai Saone (“tiratori tra gli alberi”), presso le sorgenti del fiume Minnesota, vi erano i Wazikute (“tiratori tra i pini”) e un gruppo chiamato “Masikota”, il cui nome derivava chiaramente dalla parola Sioux “mazi” (“ferro”) e “kute” (“sparare”) e si riferiva al loro primo uso delle armi da fuoco. Quando i Teton-Saone migrarono verso il Missouri non solo gli Yanktonai ma anche una parte dei Wazikute e dei Masikota si unirono a loro. Nel 1840 alcuni Wazikute venivano segnalati con gli Yanktonai vaganti tra il Devil Lake e il Missouri, mentre parte dei Masikota si erano uniti ai “Two Kettle Saone”.
Cacciatori Sioux
Dalla tradizione Cheyenne sappiamo che i Masikota erano Sioux che, nei primi tempi, vagavano sulle sorgenti dei fiumi Minnesota e Red River; quella parte di loro che emigrò nel Missouri con gli Cheyenne, con i quali rimasero. Ancor oggi molti Cheyenne contano la loro discendenza da antenati Masikota. Durante il periodo 1700-1750, mentre andavano lentamente alla deriva verso ovest, seguendo le mandrie di bufali, gli Oglala e i Brulé avrebbero spesso preso parte alle periodiche spedizioni che i Sioux dell’Ovest, e i loro alleati dell’alto Mississippi organizzavano contro le tribù del Missouri. Sembra che questi grandi gruppi di guerra usassero i fiumi Big Sioux e Little Sioux come piste per raggiungere il Missouri, probabilmente muovendosi in canoa; indiscutibilmente questi corsi d’acqua avevano allora acquisito il nome “Rivières des Sioux” molto prima che la tribù arrivasse nel Missouri per dimorarvi. I rapporti francesi menzionavano molte di queste spedizioni, tutte mirate contro gli insediamenti degli Omaha e dei loro vicini, tra gli anni 1700 e 1740, e in alcuni di questi rapporti, ristampati nei volumi del Margry, troviamo i Sioux dell’Ovest indicati come “turbolenti e piantagrane”, in pratica indiani che non ascolterebbero sicuramente i consigli dei francesi e “dovrebbero essere distrutti”. I primi risultati di queste operazioni Sioux portarono alla fuga degli Omaha nel Missouri, e al ritiro degli Iowa e degli Oto dalle loro vecchie terre nell’Iowa settentrionale e nel Minnesota meridionale. Il Lesueur affermava che queste ultime popolazioni si spostarono nel Missouri nell’anno 1700, per stabilirsi nelle vicinanze degli Omaha.
Un accampamento Cheyenne – Howard Terpning
Questa affermazione viene confermata dalle tradizioni degli Omaha e degli Iowa. Gli Oto, tuttavia, non si unirono agli Omaha, preferirono spostarsi più a sud e così attraversarono il fiume Missouri nel Nebraska meridionale. Poi, nel periodo 1700-1725, gli Omaha e parte degli Iowa erano insediati sulla a nord del Missouri, presso la foce del Big Sioux, e sopra di loro, sulla stessa sponda del fiume, vi erano gli Arikara, una popolazione strettamente affine agli Skidi Pawnee. Questi Arikara erano stati scacciati dal Nebraska nord-orientale, evidentemente dai Padouca (Comanches?); comunque, questo gruppo di indiani del Missouri, stanziato sopra il Big Sioux River, costituiva una popolazione piuttosto numerosa. Gli Arikara avevano molti villaggi composti da logge di terra, mentre anche gli Omaha erano una grande tribù vicina, e nel gruppo di insediamenti vi era almeno un grosso villaggio degli Iowa. Ma queste genti, ad eccezione degli Iowa, erano prive di armi da fuoco e vivevano praticamente come nella “Età della Pietra” pertanto, quando attaccati da grandi gruppi Sioux, e dai loro alleati, tutti armati di buoni fucili, non avevano altra scelta se non la fuga. Subito dopo il 1723 questi indiani risalirono il Missouri fin nel Dakota, era questo un movimento evidentemente forzato, poiché erano tribù agricole che non si muovevano se non sotto costrizione, e risalendo nel South Dakota lasciavano un buon paese agricolo per entrare in uno in cui il l’aumento dei raccolti era una proposta molto incerta. In effetti, quando studiamo questo evento, possiamo trovare una spiegazione più ragionevole per lo spostamento di queste tribù nel Dakota rispetto al fatto che furono razziate dai Sioux e dai loro alleati; ed esaminando i documenti francesi scopriamo che i Sioux dell’Ovest stessero preparando una ennesima spedizione del genere contro le tribù del Missouri nel 1727, e di nuovo nel 1729. Il risultato di questo movimento fu che, intorno al 1730-1740, gli Arikara si erano stabiliti in nuovi insediamenti su entrambe le sponde del Missouri, da un punto vicino all’attuale Chamberlain fino al sito dell’attuale Pierre, mentre gli Omaha e gli Iowa avevano attraversato il Missouri e costruito villaggi sulla sponda nord del White River. In questo periodo i Ponca, che originariamente facevano parte della tribù Omaha, lasciarono gli altri gruppi e risalirono il Bad River dove sembra che si fossero uniti agli Arikara, unendosi a loro per cacciare in direzione delle Black Hills. Nell’area sarebbero stati assaliti da guerrieri a cavallo – evidentemente i Kiowa -, e dalle fonti “erano così spaventati” che presto lasciarono il Bad River e si ricongiunsero agli Omaha e agli Iowa presso la foce del White River.
Una mappa con la locazione geografica degli indiani Iowa
Queste tribù si spostarono poi sulla sponda occidentale del Missouri, nel Nebraska settentrionale, intorno al 1750 ma, poco dopo aver costruito alcuni nuovi villaggi, furono nuovamente assaliti da grandi forze Sioux ed allora gli Iowa si ritirarono verso sud, mentre gli Omaha si spostarono leggermente più a sud e si stabilirono sull’Omaha Creek, sotto la foce del Big Sioux e sul lato del Nebraska. Dal canto loro i Ponca rimasero vicini alla foce del Niobrara, costruendo un villaggio in una posizione ideale per fronteggiare gli attacchi, e fortificando l’insediamento alla maniera classica degli Arikara. Era questa la situazione nell’alto Missouri, proprio nel periodo in cui i Teton, del gruppo Oglala e Brulé fecero la loro prima apparizione in quella regione. Dopo essersi spostati lentamente verso ovest, questi piccoli gruppi Teton raggiunsero finalmente il fiume James, dove dovettero entrare in contatto con i sempre pericolosi Arikara. Infine, verso la metà del XVIII secolo, questi Sioux lasciarono il James, attraversarono il basso “Coteau du Missouri” e scesero nella grande vallata posta più a ovest. Non erano sicuramente conquistatori, ma “povera gente che vagava nelle vaste pianure”, e dalle dichiarazioni sia degli stessi Sioux, che degli Arikara, sembra probabile che le bande Teton arrivarono per la prima volta nel Missouri in una stagione veramente difficile, “per mendicare nei villaggi degli Arikara”. Ma i Teton Sioux erano sempre stati dei “mendicanti robusti, pericolosi e senza nulla di umile in loro”; e se queste genti “venivano un giorno dagli Arikara a mendicare, tornavano un altro giorno per tendere un agguato agli stessi Arikara ed ucciderli”, e fin dall’inizio dovettero dimostrarsi “cattivi vicini”. Nel 1760, quando i Teton fecero la loro prima apparizione nell’alto Missouri, gli insediamenti degli Arikara contenevano una popolazione probabilmente uguale a quella dell’intera nazione Sioux. A partire dalla sponda orientale del fiume, ed entro i limiti dell’attuale città di Pierre, questi villaggi si estendevano lungo questa sponda fino ad un punto vicino all’estremità superiore del Great Bend. Le rovine, ancora visibili, indicano chiaramente che i villaggi più grandi erano notevolmente fortificati con fossati, muri di terra e palizzate di tronchi di cedro. Sotto il Great Bend, sulla sponda orientale e vicino alla foce del Crow Creek, vi era un villaggio molto grande e pesantemente fortificato, una sorta di città avamposto meridionale; mentre sulla riva occidentale vi era un gruppo di tre villaggi fortificati sul sito di Old Fort George, di fronte alla città di DeGrey, e appena sopra la foce del Bad River vi era un secondo gruppo di tre insediamenti fortificati. I resti lasciati dagli Arikara in questo distretto sono stati descritti dagli archeologi come “sorprendenti per la loro estensione”, e alcuni dei forti sono stati definiti “straordinari” per la loro imponenza. Il grande “villaggio-fortezza”, sulla riva orientale, circa sette miglia sotto la città di Pierre, questi indiani occupavano una posizione dominante su un vasto altopiano e, sebbene protetta nella maggior parte dei luoghi da ripidi burroni, e altri elementi naturali, il tutto era reso ancora più forte da una grande terra, con un muro con molti bastioni o anelli, l’intera opera mostrava grande abilità da parte dei suoi costruttori e una buona conoscenza dell’arte della fortificazione. Questo villaggio copriva dai 130 ai 150 acri di territorio, indicando una popolazione molto più grande di qualsiasi villaggio nativo del fiume Missouri durante il periodo storico. Chiunque abbia studiato questi resti degli Arikara non avrebbe dubbi sulla verità di ciò che questi indiani dissero al Truteau nel 1795, “intorno all’anno 1760 avevano quattromila guerrieri, ovvero una popolazione totale di circa ventimila anime”. Sempre nel 1760 gli Arikara erano abbondantemente riforniti di cavalli, e sebbene fossero una tribù agricola che viveva in villaggi fissi, avevano l’abitudine di organizzare due estese cacce al bufalo nelle pianure circostanti e ogni anno, dirigendosi verso le Black Hills e probabilmente anche a est, in direzione del fiume James. In primavera seminavano i loro raccolti e rimanevano nei loro villaggi abbastanza a lungo da poter zappare il mais; poi abbandonavano i villaggi e andavano all’inseguimento dei bufali; per poi rientrare a casa in tempo per raccogliere i frutti del loro lavoro.
Il capo Chon-ca-pe degli Oto
Infine, all’avvicinarsi dell’inverno, organizzavano un’altra caccia per rimanere lontani dalla patria fino alla successiva primavera. Queste genti mantenevano ottimi rapporti con i Kiowa e con alcune altre tribù erranti delle Black Hills, dai quali ottenevano cavalli e anche alcuni articoli di manifattura soprattutto spagnola. Fino al 1790 circa i Kiowa visitavano spesso i villaggi degli Arikara per scambiare i loro cavalli e le merci spagnole con mais e altri articoli dell’area. Nel frattempo, quando i primi piccoli accampamenti dei Teton iniziarono a filtrare attraverso il fiume James verso il Great Bend del Missouri, intorno al 1760, trovarono la strada bloccata da questa potente nazione Arikara; ormai questi indiani “non erano più il timido popolo, senza cavalli né armi di metallo”, timido popolo che era stato spinto dai predoni Sioux lungo il Missouri, e fin nel Dakota, dopo l’anno 1725. Ora erano a cavallo e avevano lame di sciabole spagnole con cui puntavano le loro lunghe e pesanti lance da bufalo, e nelle pianure aperte potevano cavalcare e distruggere qualsiasi piccolo corpo di Sioux che si presentava davanti. Però i Sioux avevano il vantaggio di avere un gran numero di armi da fuoco e, arrivando dal Minnesota in gruppi di guerra composti da diverse centinaia di uomini, potevano respingere gli Arikara nei loro villaggi fortificati; ma non potevano prendere d’assalto questi luoghi, e dopo aver preso alcuni scalpi e cavalli, e aver saccheggiato le zone di grano le terre circostanti, si ritiravano velocemente. Un’altra fase importante della situazione in questo periodo era chiaramente la “Guerra franco-indiana” che, non dimentichiamolo, aveva costretto i francesi ad abbandonare il loro commercio nell’alto Mississippi, e fino intorno al 1770 i Sioux erano ora “affamati di merci europee”. Senza alcun rifornimento regolare, soprattutto di armi e munizioni, i Sioux persero per un certo periodo il grande vantaggio che il possesso di armi da fuoco aveva dato loro nelle guerre contro le tribù dell’alto Missouri. Possiamo quindi accettare senza esitazione le dichiarazioni fatte dagli Arikara al Lewis e Clark nel 1804. Questi riportavano che, in precedenza non avevano temuto i Sioux, era stato il vaiolo a distruggere la loro potenza, e soltanto dopo l’esplosione di questa malattia, che aveva “portato via la maggior parte della loro gente”, i Sioux iniziarono ad “infastidirli seriamente”. Gli Arikara avevano subito e sofferto ben tre grandi epidemie di vaiolo tra il 1772 e il 1780, e durante quel breve periodo avevano visto i quattro-quinti della loro popolazione distrutti da questa terribile piaga. Possiamo quindi presumere che quando i Teton del gruppo Oglala e Brulé raggiunsero per la prima volta il Missouri, vicino al Great Bend, arrivarono negli insediamenti degli Arikara come “poveri supplici piuttosto che come audaci nemici”. Le tradizioni dei Teton affermavano che ottennero i loro primi cavalli proprio dagli Arikara, e alcune delle prime voci nei conteggi invernali dei Teton indicano chiaramente il loro atteggiamento nei confronti degli Arikara, e persino avvertivano quella tribù che alcune altre bande Sioux stavano pianificando di attaccare i loro villaggi. Di conseguenza, possiamo quindi immaginare i piccoli accampamenti dei Teton, intorno all’anno 1760, che arrivavano a piedi, con i loro piccoli pali di “tipi” legati in fasci ai fianchi dei loro grossi cani, e le loro donne e bambine cariche di zaini, per visitare i villaggi, e per mendicare mais, zucche essiccate e tabacco autoctono, e anche ottenere alcuni cavalli dalle persone più amichevoli. Ma questi Teton, “essendo gente selvaggia e volubile quale erano”, razziarono anche i villaggi e probabilmente ne pagarono duramente il prezzo; poiché nel computo invernale dei Brulé si legge che in questo primo periodo i Teton furono molto turbati dai guerrieri a cavallo che vennero e li attaccarono nei loro stessi accampamenti. Poiché questi attacchi furono evidentemente sferrati nelle terre a est del Missouri, devono essere stati proprio gli Arikara, poiché erano le uniche genti in questa regione ad avere cavalli. Comunque, in questo periodo anche i Teton, e il gruppo Saone al loro fianco, si stavano spostando verso ovest.
Il Bad River, nel Wisconsin
Provenienti dalle sorgenti del fiume Minnesota, il loro percorso attraverso il “Coteau” era più a nord di quello preso dagli Oglala e dai Brulé. Così giunsero attraversando le terre tra i Kettle Lakes, dove secondo la tradizione la loro divisione “Two Kettle” abbia acquisito il suo particolare nome; mentre nelle loro retrovie gli alleati Yanktonai stavano anch’essi avanzando, proprio mentre gli Yankton stavano migrando verso ovest nelle retrovie degli Oglala e dei Brulé. I Saone e gli Yanktonai furono duramente impegnati, tra il 1725 e il 1750, in una selvaggia guerra contro i Cree e gli Assiniboin, popolazioni stanziate a nord delle loro terra. Gli Cheyenne, che avevano un villaggio di logge di terra sul Sheyenne Fork del Red River, erano stanziati tra queste tribù contendenti, ed essendo stati duramente colpiti da entrambe le parti, furono costretti, intorno al 1740, a fuggire oltre il Missouri. Molto probabilmente, a causa di questi eventi, sembra che l’avanguardia dei Saone abbia raggiunto il Missouri più tardi rispetto agli Oglala e ai Brulé, e mentre questi ultimi raggiunsero il fiume sotto i villaggi degli Arikara, i Saone lo raggiunsero sopra questi insediamenti. Nel 1770 la deriva verso ovest di tutti questi gruppi Teton venne temporaneamente bloccata dagli Arikara, i quali impedirono ogni ulteriore avanzata in quella direzione. Pochissimi di numero e ancora prevalentemente a piedi, i Teton non potevano avventurarsi ad attraversare il Missouri e proseguire verso ovest, lasciando agli Arikara il controllo completo di tutti i fiumi alle loro spalle. Ma “il destino ora giocava nelle mani dei Teton”, e nel giro di pochi anni gli Arikara furono sconfitti e spazzati via. Innanzitutto il vaiolo colpì questa forte nazione con un colpo sconcertante; poi i Sioux del Minnesota, dopo aver ottenuto nuove forniture di armi da fuoco, ripresero la loro vecchia pratica di effettuare spedizioni a lunga distanza contro le tribù dell’alto Missouri.
Il fiume Niobrara
Il forte villaggio degli Arikara sulla sponda orientale sotto il Great Bend venne distrutto da questi Sioux, e i deboli resti della popolazione negli altri insediamenti Arikara, non poterono più resistere e dovettero riunirsi per formare nuovi villaggi, ritirandosi lentamente lungo il fiume. Così, nel 1786 ciò che restava della popolazione viveva in cinque o più villaggi sulla sponda occidentale del Missouri, appena sotto la foce del Cheyenne River. Con l’attraversamento del fiume sotto il Great Bend, ora al sicuro dalle interferenze degli Arikara, gli Oglala oltrepassarono il fiume in un punto presso la foce del Crow Creek e iniziarono un nuovo movimento verso ovest, risalendo il Bad River. I Brulé li seguirono ben presto; ma il movimento degli Arikara fino alla foce del fiume Cheyenne li mise direttamente sulla strada di qualsiasi ulteriore avanzata dei Saone, e il movimento verso ovest di questo gruppo Teton fu bloccato finché gli Arikara non furono costretti a spostarsi più a nord (1795). Comunque, fino ad oggi non era stato pubblicato alcun resoconto esteso della migrazione dei Teton e dei Saone nel Missouri. Per concludere, l’autore – chiaramente il G.E. Hyde – ha sempre tentato di utilizzare tutto il materiale disponibile e di scrivere un resoconto razionale di questi eventi, confrontando i movimenti di una tribù con quelli delle altre. Per almeno cinquant’anni i Teton non hanno avuto memoria di questo primo periodo, ma fino al 1910 gli indiani del gruppo Saone conservavano qualche piccolo ricordo di eventi risalenti al 1740.
Un dipinto del George Catlin raffigurante un capo dei Kiowa
La “Beede tradition” – ancora manoscritta – proviene principalmente da fonti Saone e contengono materiale sufficiente sul primo periodo per indicare che i Saone migrarono nel Missouri lungo una rotta settentrionale. La mancanza di riferimenti in queste tradizioni – dei Teton del gruppo Oglala e Brulé -, sembra essere una chiara indicazione che queste ultime tribù non erano con i Saone durante il movimento verso il Missouri. Nel 1957) l’autore riportava che l’origine del nome “Oglala” era fondato su un evento registrato dal Tabeau e affermava che gli Oglala e gli Shiyo si stabilirono tra gli Arikara e coltivarono i raccolti. Comunque, il termine “Oglala” si riferisce allo “spargere polvere”, e una spiegazione sensata sarebbe che fu dato alla tribù per derisione dagli accampamenti di cacciatori Sioux erranti, che ritenevano vergognoso per i Sioux stabilirsi e scavare nel terreno. Così chiamarono gli Oglala “Dust Scatteres” e il Tabeau aggiunse che una guerra tra i Sioux e gli Arikara costrinse gli Oglala a riprendere a vagare e a cacciare nelle vaste praterie.