Maestri incisori di armi del Far West
A cura di Gian Carlo Benedetti
Locandina d’epoca che reclamizza la Colt Walker 1847 cal. 44
Una particolarità che purtroppo non tutti condividono è il gusto del bello. Manufatti di uso comune, più o meno funzionali, possono essere abbelliti e pure resi opere d’arte. Il nostro paese, patria da sempre di grandi artisti, è stato una delle prime nazioni a praticare “il disegno sull’acciaio” sulle armi specie nella culla di Gardone Val Trompia. Esistono naturalmente altre antiche scuole europee come la francese, inglese e in particolare tedesca ognuna caratterizzata da gusti e peculiarità.
La nascente nazione nordamericana, crogiuolo di razze, libera ed individualista sino all’anarchia, orgogliosa sino al razzismo si incaricò di conquistare vasti territori in parte inesplorati. Questa migrazione incessante, oltre al coraggio ed indipendenza, aveva bisogno di manufatti in acciaio, non solo armi ma pure earatri, cerchi di ruote dei conestoga ed infine rotaie e locomotive.
La Battaglia tra Rangers ed Indiani
I veri conquistatori del West furono gli oscuri contadini, coloni ed allevatori che in meno di un secolo dopo Lewis e Clark, spostando sempre più avanti un’invisibile e sfuggente frontiera, spazzando via ogni ostacolo naturale ed umano, sciamarono e conquistarono l’immenso territorio tra i due Oceani. Mal si prestavano però ad archetipi dell’eroico mito di fondazione che pertanto ha privilegiato le figure romatiche e caratteritiche degli apripista fontiermen, gli “indian fighters” ed infine i pistoleri buoni (gunfighters) e cattivi (gunmen). Questa popolo deciso, intraprendente, affamato e cosmopolita era per necessità pesantemente e “democraticamente” armato. A differenza dell’ingessata società europea dove solo le classi aristocratiche, abbienti ed i militari disponevano di armi da fuoco nel Far West nessuno si separava mai dalle sue armi pur se stava arando o pascolando la mandria. Un uomo disarmato, definito “nudo” ed additato come un vigliacco, difficilmente riusciva a far valere i propri diritti e certe volte neppre sopravviveva. La legge doveva ancora affermarsi.
Ben noto è l’influsso degli artigiani mitteuropei neo immigrati nella produzione di armi sul suolo americano anzi, sino ad un certo periodo, non era scontato che la lingua ufficiale della nascente nazione divenisse l’inglese prevalendo sul tedesco. Tutti i grandi maestri incisori sono infatti di origine tedesca.
Non ognuno, specialmente i potenti, i ricchi e gli esteti, si accontentava di avere un arma ordinaria seppur solida e funzionale. Armi bianche istoriate ed abbellite sono note sin dalla notte dei tempi con le quali capi e guerrieri si facevano persino tumulare.
Le armi fini sino al novecento sono dei pezzi unici, oltre che impreziosite da un gusto retrò e coperte dalla patina del tempo, presentano incisioni fatte rigorosamente a mano.
Le classiche tecniche di incisione dell’epoca, ereditate dagli orafi dei secoli precedenti, sono principalmenente all’acquaforte, a bulino e la “punta secca”. La tecnica dell’acquaforte (“acqua fortis” nome latino dell’acido nitrico) consisteva nella preparazione del metallo cospargendolo di cera rinforzata col
nerofumo o vernice speciale su cui era “graffiato” il motivo da riprodurre. Veniva quindi immerso in una soluzione di acido variamente composta a seconda del tipo di metallo. Il liquido corrosivo intaccava il solo tracciato scopertodel disegno lasciando indenni le parti protette. Questa tecnica nota sin dal medioevo fu perfezionata nella Germania del XVI secolo specie per decorare armature e spade.
Il bulino è l’attrezzo principe per ottenere artistiche incisioni sul duro metallo acciaioso delle armi. Si tratta di un appuntito scalpello in miniatura, montato su un manico ligneo a forma di cipolla per esercitarvi la forza, con una fine punta di foggia ed angolatura varia a seconda del disegno da ottenere. La pressione per incidere l’acciaio può essere esercitata premendo col palmo della mano (incisione a bulino) oppure battendo leggeri colpi con l’ausilio di un piccolo martello a guisa di scalpello (a punta secca).
Il disegno sull’acciaio o metallo in genere richiede grande maestrìa e precisione raggiunta da individui dotati e solo dopo anni di duro apprendistato sino a divenire “master engravers” poiché, a differenza dei pittori, non si può mascherare o correggere l’errore con una mano di vernice o sfregando una gomma. Come in ogni espressione artistica il gusto, metodo, la tipologia e la scena preferita permettono, entro certi limiti, ad un occhio esperto di stabilirne la scuola, la “bottega” e persino l’autore che, solitamente, vi appone almeno le sue iniziali col punzone. Naturalmente il lavoro di un maestro famoso, come per i quadri di autore, può essere imitato a causa dell’alto valore venale.
Non tutte le incisioni sono opere d’arte e ve ne sono di grossolane, sgraziate e di cattivo gusto spesso finite in serie che invece di abbellirlo mortificano il “pezzo”.
L’incisione richiede tempo ed olio di gomito pertanto l’arma trattata deve valerne la pena: non si può sprecare ore di accurato e pregiato lavoro per incidere un arma dozzinale.
La firma universalmente nota agli amanti delle Colt a percussione è quella di “W. L. Ormsby”. Waterman Lily Ormsby (1809–1883) era un rinomato incisore diplomato all’Accademia di New York che inizialmente si occupò di realizzare matrici per banconote. Samuel Colt appresa dal Ely Whitney l’importanza della produzione industriale standardizzata con intercambiabilità delle singole componenti volle dare un ulteriore tocco di classe sui vari modelli della ditta. Era impensabile incidere ogni singolo tamburo non scanalato (unfluted) prodotto e pertanto sfruttò il brevetto del congegno di Ormsby chiamato “Grammografo” che usava il principio del pantografo inventato da Leonardo da Vinci. Generava con estrema precisione matrici atte a stampare su carta od incidere il metallo, pure sopra superfici cilindriche, con elaborati disegni di linee e curve che davano impressione di profondità.
La parte artistica era però riservata solo alle matrici poiché l’incisione sui tamburi era una mera riproduzione meccanica di massa. Furono realizzate una dozzina di matrici raffiguranti varie evocative scene. Dal “Centauro” sulle prime Colt Paterson 1836 di piccolo calibro seguito dal tentativo di rapina alla diligenza sulle Paterson Holster. Il tema della rapina verrà poi declinato sulle tascabili Pocket cal. 31 modelli 1848 e 1849, su alcune Root Sidehammer 1855 per giungere alle eleganti Colt Pocket .36 Navy Caliber del 1862.
Le possenti .44 Colt Walker, Dragoon e le minute Baby Dragoon recano la scena della battaglia equestre realmente avvenuta ad Enchanted Rock tra i Texas Rangers del mitico capitano John Coffe “Devil” Hays ed i razziatori Comanches.
Le Colt Root mod. 1855 con canna ottagonale recano la figura di indiani che assaltano una baracca (Cabin & Indians) difesa da un colono armato mentre quelle con canna tonda hanno la scena della rapina alla diligenza.
Comunque la rullatura più diffusa è quella sui cilindri delle Colt Navy cal. .36 mod. 1851 e 1861 ed Army .44 del 1860. Si tratta della storicamente insignificante battaglia navale di Campeche “Engaged 16 may 1843” della flotta texana del Commodoro Edwin Moore contro quella più numerosa e potente del Messico. Inutile precisare chi ha vinto!
Lastre delle incisioni di W. L. Ormsby raffiguranti rispettivamente dall’alto lo scontro con gli indiani (Rangers & Indians), la battaglia navale di Campeche (Naval Battle) ed il tentativo di rapina alla diligenza respinto grazie alla Colt di un passgero (Stagecoach Hold Up).
La Battaglia Navale su Colt Army 1860
Uno dei più rinomati artisti incisori, maestro delle successive generazioni, è certamente Gustave Young (1827 – 1895). Immigrato in USA dalla Germania nel 1846 lavorò presso la Colt dal 1852 al 1860 data in cui aprì una
bottega personale. Questa situazione era abbastanza comue poichè esistevano Matesr Engravers che lavoravano alle dipendenze di una ditta, altri che erano liberi professionisti. Spesso alternavano le due posizioni. Dal 1869 al 1890 operò presso la Smith & Wesson. La sua produzione anche con rimesse in oro era molto apprezzata. Si narra che una volta abbia cacciato dalla sua officina nientemeno che Danierl B. Wesson pochè lo disturbava nella concentazione con le sue chiacchiere. Per un revolver chiedeva sovrapprezzo di 50 dollari a “pezzo” che consegnava in meno di una settimana. La sua firma è costituita da nove puntini. Morì il 3 gennaio 1895 ma i due figli, Oscar (deceduto nel 1912) ed Eugene (deceduto 1924), proseguirono la sua attività con la S&W senza mai eguagliare la fama del genitore.
Colt Navy 1851 cal. 36 Quarto Modello prodotta nel 1863, in cassetta all’inglese, matricola 119213 incisa da G, Young con motivi a fogliame di gusto tipicamente tedesco.
Colt Walker 44 Terzo Modello matr. 16477 appartenuta all’eroico nordista Col.
P. M. Miliken con calcio in avorio, in cassetta ed incisa da G. Young.
Particolare di fucile Primo Modello Sporting a rotazione marca Colt Root Sidehammer matr. 39 inciso da G. Young per lo Zar Alessandro II nel 1858.
La Colt Navy 1851 cal. 36 matr. 96463 prodotta nel 1860, calcio in avorio, argentata ed incisa da G. Young con volute (scroll engraving) e fogliame, sempre di gusto tedesco.
Coppia di Colt Navy mod. 1851 matricole 204672 e 204685 verosimilmente possedute dal principe dei pistoleri William Butler “Wild Bill” Hicock, calcio in avorio ed incise da G. Young. Gli furono donate dal sen. H. Wilson oppure dalla Union Pacific per servizi resi.
“Wild Bill” Hicock (1837 – 1876) con le sue due Navies. Si narra siano state vendute per pagargli il funerale e saldare debiti in Deadwood ove fu ucciso a tradimento mentre giocava a Poker.
S&W Doppia Azione Primo Modello cal. 44 Russian matricola 18333, calciatura in madreperla, argentata ed incisa da G. Young verosìmilmente per un notabile persiano ma non consegnata come si evince dalla mancanza delle iniziali del proprietario nel medaglione (escutcheon).
Colt Navy cal. 36 mod. 1861 in cassetta all’inglese con accessori, calcio in avorio con stemma araldico statunitense incisa verosimilmente da G. Young.
Louis Daniel NIMSCHKE (1832-1904). Immigrato dalla Germania nel 1850 iniziò a lavorare nella gioilleria. A differenza di altri incisori non operò mai alle dirette dipendenze di ditte ma sempre in proprio con una bottega in New York. Lavorava spesso per il famoso rivenditore della Colt “Schuiler, Hartley & Graham” che gli si rivolgeva quando occorreva un’arma straordinariamente elegante. Nella lunga carriera ha inciso più di 5 mila fini armi corte e lunghe Colt, S&W, Marlin, Winchester, Remington, Sharps, Manhattan ecc.. Sue creazioni sono state possedute da vari regnanti europei e famosi personaggi della frontiera. La sua caratteritica impronta è una stella (Nimschke’s Star). Solitamente firmava anche con sigla punzionata le armi lunghe ma raramente i revolvers. Pertanto alcuni lavori non firmati ma a lui attribuibili sono indicati come “Scuola di Nimschke” o “Stile incisori di New York”.
Tipi di “firma” a stella di L. D. Nimschke
Particolare di “scroll engraving” su una Colt 1860 attribuito a Nimschke il quale a volte firmava con le sole iniziali “LDM”.
Nimschke su una rara carabina Evans
La sua firma per esteso su carabina Winchester 1866
Colt House “Cloverleaf” a 4 colpi prodotta dal 1871, spur trigger, calcio in
avorio, dorata ed incisa dal Nimschke.
La firma abbreviata “LDN” del Nimschke su un Winchester mod. 1866
Incisione su Revolver Whitney Pocket dorata attribuita al Nimschke
Vari tipi di incisoni offerte dal Nimschke su carabine
Colt 1873 cal. 45 BP Fame incisa dal Nimschke con calcio in avorio zigrinato spedita nel 1882 alla ditta Shoveling, Daly & Gale.
Colt 1873 Black Powder Frame calcio in madreperla incisa da Nimschke
Colt D.A. Mod. 1877 calcio in madreperla ed incise dal Nimschke
Tra gli incisori si rammenta il poco noto Samuel J. Hoggson che era specializzato sul Fucile Henry 1860.
Sopra due vedute dello Sporting Rifle Henry matr. 12088 inciso da Hogson. L’artista dovrebbe essere uno dei titolari della Hogson & Pettis Manufacturing Co, di New Haven, ditta di macchinari, attrezzi e dies fondata da Samuel Hogson nel 1849 cui si associò George Pettis nel 1878 e fu liquidata nel 1918.
Particolare del Fucile Henry 44 Rimfire matricola 6345 inciso da Hogson
Altro fucile Henry “Early Model” matricola 2820 prodotto nel 1863 con finitura silver plated fatta dall’Hogson. L’Henry venne prodotto con due tipi di cassa: in acciaio (raro) ed in bronzo, spesso erronemante indicato come rame.
Due altri ottimi incisori pure oggi dimenticati sono Hermann Bodenstein e John Marr, immigrati tedeschi e parenti acquisiti: Marr ne aveva sposato la sorella Bertha.
Elegante e finissima Colt Amy 1860 cal. 44 matricola 65137 prodotta alla fine del 1862 attribuita al Bodenstein che lavorò nella ditta di Hartford-
John Marr (1831-1921) il cui vero nome era Johann fu un famoso incisore del Wisconsin che produsse anche matrici per gettoni, medaglie e bottoni durante la Guerra Civile. Fu lui che raccomandò l’assunzione di G, Young a Samuel Colt.
Merwin & Hulbert First Model modello Pocket nr, 1 “open top” cal. 44 WCF prodotta nel 1880 firmata da Otto Bodenstein, forse un parente oppure il secondo nome di Hermann.
Le M&H erano un innovativo tipo di revolvers che non ebbero la meritata fortuna commerciale.
Uno dei più eccellenti incisori della Colt è certamente Cuno Helfricht, anche lui di origine tedesca che operò presso la ditta del cavallino rampante per cinquanta anni, precisamente dal 1871 al 1921, vivendo lo stimolante passaggio dal revolver alla semiautomatica.
Colt SAA cal. 44-40 matricola 127276 canna da 5 pollici e mezzo nickelata ed incisa con calcio in madreperla col classico motivo “steer head” (testa di manzo) tanto caro ai cow boys opera di C. Helfricht.
Colt SAA cal. 45 incisa da Helfricht matricola 335525 prodotta nel 917 con calciatura in avorio col motivo messicano dell’aquila & serpente sul cactus derivato dal mito di fondazione azteco.
Due Colt Police Positive cal. 32 e 38 del 1906 incise dall’artista
Colt 1911 cal. 45 ACP incisa da Cuno Helfricht. Consta che abbia inciso soltanto 140 esemplari di semiauto cal. .45 fra “Government” Model 1911 e pochissime 1911A1 avendo prestato opera alla Colt MfG sino al 1921.
Degno erede di Gustave Young ebbe a sua volta come validi successori Wilbur A. Glahn (alla Colt dal 1919 al 1950) e Rudolph Kornbrath (1887-1946), quest’ultimo artista purtroppo si ritirò nel 1937 per problemi cardiaci.
Colt Pocket Hammeless mod, 1903 cal. 32 ACP incisa con rimesse in oro da C. Helfricht e spedita ai fratelli Browning (il più famoso e geniale era John Moses), armaioli mormoni in Ogden (Utah), il 15 dicembre 1903.
Uno dei primi esemplari di Colt New Service cal. 45 Colt incisi matricola 8928 con guancette in avorio scolpito con aquila. tamburo placcato in oro, opera di Cuno Helfricht o qualcuno della sua scuola essendo priva di firma.
Colt Deringer Terzo Modello cal. 41 Rimfire matr. 5047 in cassetta alla francese con incisione effettuata da Cuno Helfricht.
Colt Army Special cal. 41 Colt matricola 326528 in cassetta con calciatura in madreperla incisa sempre da Helfricht e spedita nel luglio 1912 a rivenditore di S. Louis.
Lo stesso revolver che ha matr. 326528 ingrandito
Raramente l’Arte della incisione è stata così prodiga verso una sola famiglia. E’ indubbiamente il caso degli Ulrich.
Hermann Leslie Ulrich era stato sin dagli anni ’60 apprendista presso la Colt alle dipendenze di Gustave Young ed Herman Bodenstein. A 23 anni, nel 1870, fu assunto dalla Winchester, Nel 1880 divenne operatore di borsa in Brooklin ma nel 1889 tornò alla Colt di Hartford. Nel 1897 passò ancora alla Winchester. Morì nel 1937. Suo fratello minore John Ulrich fu assunto nel 1868 alla Winchester inizilmnete come assemblatore sino a che non si accorse del suo talento di incisore. Il terzo fratello, Conrad Frederick Ulrich, fu assunto dalla medesima ditta nel 1870. Secondo Herbert Houze, curatore e storico della Winchester, il più dotato dei fratelli era Herman pur se le sue opere sono meno note. John sarebbe il meno bravo sempre secondo questo giudizio. Alla Winchester gli ULRICH, in totale di cinque ottimi artisti, compresi i figli o nipoti dei tre fratelli, lavorarono per oltre 80 anni. L’ultimo della “tribù”, fu il figlio di Conrad, Alden George Ulrich morto nel 1949. Data la medesima discendenza e scuola tedesca qualora in assenza di firma apposta appare difficile distinguere quale degli Ulrich abbia intarsiato un Winchester tanto più che a volte lavorarono insieme su un medesimo pezzo. Tra l’altro quando prese le redini della ditta il volitivo Presidente Thomas Gray Bennet (dal 1890 al 1910). quell stesso che litigò con J. M. Browning, sembra abbia tolto i punzoni delle firme su acciaio agli artisti dipendenti poichè voleva che ogni Winchester inciso fosse ascrivibile alla sola Winchester.
Tabella riepilogativa della permanenza della dinastìa degli Ulrich alla Winchester R.A.C.
Winchester 1866 cal. 44 Henry RF inciso da Hermann Ulrich.
La firma di Hermann Ulrich sulla sua produzione è “UH” oppure “HU” mentre il fratello John usava “JH”. Conrad invece usava le iniziali “CU” oppure “UC”. A volte le firme sono diverse e vi è quindi incertezza sull’attribuzione. La produzione di Hermann Ulrich è maggiormente valutata. Leslie Ulrich nel 1950 riferì che il padre Hermann marcava sempre le sue creazioni con le iniziali con punzone di 1/16 di pollice.
Colt Navy 1851 cal. 36 Quarto Modello incisa da Hermann L. Ulrich per il mercato messicano.
Particolare delle firma di Hermann Ulrich su un Winchester di T. Roosevelt
Winchester 1866 inciso da John Ulrich
Firma del solo Conrad e poi congiunta di Conrad e John Ulrich su Winchester 1866.
Sotto: Carabina Winchester 1866 natricola 38555 con “saddle ring” prodotta nel 1870 incisa da Hermann Ulrich.
Winchester 1873 inciso da John Ulrich
Winchester 1895, con legni intarsiati (carved) di gusto mitteleuropeo con rimesse in oro inciso con scene di caccia da John Ulrich. Se questo era il fratello meno dotato figuriamoci i prodotti degli altri due!
Conrad Ulrich su Winchester 1866 con Diana cacciatrice
Firma di Conrad Friederick Ulrich
Peabody Martini matr. 5 dorato ed inciso da Conrad F. Uldrich esposto per il centenario degli USA nel 1876.
Firma per esteso di John Ulrich su un Wincehster 1866
Vari tipi di volute (scrolls) caratteristici dei vari artisti o scuole
Diverso tipo di abbellimento definito damaschinatura su Colt Navy 1851.
La damaschinatura viene effettuta martellando oro od argento all’interno di solchi ricavati nell’acciao dell’arma col bulino creando un intarsio specie con motivi moreschi ed arabeschi tipici della armi spagnole o del vicino oriente.
Esempi di “donut scroll” (spirali a ciambella) tipiche delle sole Colt prodotte nel 1851 e 1852. Si rinviene sulle Dragoon del Secondo o Terzo Modello, Colt Pocket 1849 e Colt Navy 1851.
Due tipi di incisioni del cane Colt rispettivamente a testa di lupo (Wolf Head Hammer) ed a testa di drago (Dragoon Head Hammer) eseguiti da Louis D, Nimsche erronemente prima attribuita al gioielliere ed incisore Joseph Wolf.
Lama di spada e sotto una canna incise col procedimento ad acido
Incisione di fogliame ad acido (Etched Scroll) su una tipo Deringer
Iscrizione ad acido su Colt Frontier Six Shooter cal. 44-40 della produzone dal 1878 al 1889 al di sotto della matricola 128 mila detta “Etched Panel”, sostituita poi dalla rullatura (Roll Stamped) a causa della sua cancellazione anche con uso non pesante.
Colt 1873 “Frontier Six Shooter” cal. 44-40 con inscrizione “Roll Stamped” del modello ed incisa. La 44-40 era la stessa munizione del Winchester 1873 da questa battezzata 44 W,C.F. (Winchester Center Fire), da qui il nome “Frontier”.
Un particolare allestimento dei revolver Colt di classe sono le “Tiffany Grips”, calciature monopoezzo fuse in argento di conio 925/1000 o bronzo prodotte dalla famosa gioelleria di Manhattam “Tiffany & Co.” fondata nel lontano 1837. Solo mezza dozzina di queste armi risulterebbero oggi sopravvissute. Sopra ritratta la SAA matr. 24353 incisa da L. D. Nimschke.
Colt Navy 1861 convertita in 38 Colt a retrocarica sopra il vecchio tamburo .36 cap&ball, in cassetta alla francese, incisa, con Tiffany Grips.
Colt Pocket Navy cal. 38 Colt convertita a cartuccia metallica ed incisa da L. D. Nimschke con guancette di Tiffany.
Si è detto che tutti i master engravers del Far West erano di origine tedesca di prima o seconda generazione come rivelano i loro nomi pur se a volte anglicizzati, ciò appare strano visto i rapporti della nascente nazione la con la madre patria albione.
La scuola inglese è caratterizzata da scrolls molto fini ed eleganti chiamata appunto “inglesina” che i tedeschi chiamano “altengliske arabersken”.
“Inglesina” su doppietta eseguita da R. Watson di Birmingham
Un tema caro ai mitteleutopei è quello delle foglie di acanto, in tedesco “Acantuslaub” ed in francese “Feuilles d’Acantes”.
Altra “inglesina”
Altra finissima inglesina su doppietta
Un “German Scroll” su rcanna di revolver Army 1860 con volute più ampie dello stile inglese.
Il gusto tedesco e austriaco specie nei fucili ma poco apprezzato in USA è il legno del calcio ed astina scolpiti (carved).
Tipiche incisioni di scuola francese dette “Stile Impero” con motivi classici delle civiltà greca, romana ed egizia. Questo stile d’oltralpe non ha neppur minimamente influito sull’arte armiera nordamericana.
Questo trattamento del castello delle armi è definito carburazione o cementazione (case hardening) e consiste nell’induriimento dell’acciaio facendolo cuocere al alte temperature insieme ad ossa, zoccoli di animali e carbone secondo proporzioni tenute segrete. Fornsice al metallo oltre alla resistenza un’elegante colorazione cangiante e marezzata spesso usata sulle Colt e Wnchester d’epoca. Il procedimento è cancerogeno e sulle moderne repliche un aspetto simile viene ottenuto mediante trattamento chimico.
Gustave Young (1827-1895) e Hermann L. Ulrich (1836-1947)
John Ulrich (1850-1924 ) e John Marr (1831-1921)