Come morì “Buckskin” Frank Leslie?

A cura di Omar Vicari

Un ritratto di “Buckskin” Frank Leslie
La cittadina di Tombstone e il gran numero di pittoreschi personaggi che ne calcarono le strade durante i turbolenti anni ’80 di fine ottocento, hanno evocato più libri di quanti ne siano stati scritti su tutte le città dell’intero west. Uomini come gli Earp, i McLowery, i Clanton, Holliday e Ringo, sono familiari a tutti gli americani. La ragione è che la città, già nel 1879 aveva un giornale, l’Epitaph, che preservò la storia di Tombstone e che le confezionò lo slogan “The Town too Tough to Die”, cioè la città troppo dura per morire.
Gli schedari dell’Epitaph sono una miniera di fatti storici. Le sue pagine sono la gioia degli studiosi che ricercano la verità su quei tempi in cui gli uomini conquistarono il deserto, domarono gli Apache e si appropriarono delle ricchezze nascoste nelle profondità delle montagne.
Quelle pagine sono state lette e studiate abbastanza, tanto che pareva non ci fosse nient’altro da dire su Tombstone e su nessun altro personaggio che non avesse già avuto la sua parte di celebrità.
Eppure c’era ancora qualcuno, quasi sconosciuto nella “Hall Fame” dei fuorilegge nonostante che diversi abbiano provato a scrivere la sua storia.
Il personaggio in questione è Frank Nashville Leslie, meglio conosciuto sulla frontiera come “Buckskin Frank”, una figura di primo piano ai tempi in cui Tombstone attirava i peggiori individui da entrambi i lati del confine.
L’appellativo di “Buckskin” gli venne affibbiato per l’abitudine di indossare una giacca di pelle di daino.
Le notizie accertate sulle sue origini sono scarne e controverse. Qualcuno riporta Galveston (Texas) come città di nascita e 1842 l’anno. Qualche altro studioso, per esempio Douglas D. Martin, dice che Leslie era il rampollo di una ricca famiglia della Virginia. È curioso il fatto come alcuni di quei desperados provenissero da famiglie di una certa agiatezza. Johnny Ringo, per esempio, lasciava credere che fosse stato ben educato. Non disdegnava, infatti, leggere Shakespeare e uscirsene ogni tanto con citazioni in latino. Doc Holliday, era un altro gentiluomo del sud proveniente da un’ottima famiglia, un dentista che la malattia aveva trasformato in un killer di frontiera.
Come Holliday, anche Leslie era un’artista nell’uso delle armi. Un pistolero di primo ordine certamente. Lo stesso Wyatt Earp ebbe a dire che a Tombstone l’unico che potesse rivaleggiare con Doc Holliday nell’uso di una Colt era Frank Leslie.
Ne fece le spese Billy Claiborne, alias “Billy the Kid” come amava farsi chiamare.
Il 14 novembre 1882 Claiborne cadde sotto il piombo della pistola di Leslie.


Targa su Allen Street a Tombstone

Frank Leslie in quel momento si trovava all’interno dell’Oriental saloon e venne avvertito da qualcuno che Claiborne lo stava cercando con un Winchester in mano.
Leslie, uscito dall’Oriental, chiese a Claiborne il motivo della sua rabbia. Senza rispondergli Claiborne alzò il suo winchester e lasciò partire un colpo che mancò il bersaglio. Fu come commettere un suicidio. C’era parzialmente buio e la poca luce si rifletteva sui bottoni di ottone della giacca di Claiborne. Leslie sparò a sua volta e Claiborne cadde sulla polvere di Allen Street mortalmente ferito. Quello non fu l’unico uomo che Leslie uccise a Tombstone.
Mike Killeen, barista di uno dei tanti saloon di Tombstone, sapeva dell’interesse di Leslie verso la sua ex moglie May Killeen. L’uomo, seppure separato, avvertì Leslie dicendogli che avrebbe sparato a chiunque avesse messo gli occhi sulla moglie. Leslie sorrise e ignorò l’avvertimento.
La sera di quel 22 di giugno, qualcuno avvertì Killeen che Leslie si stava intrattenendo con sua moglie in una sala da ballo. L’uomo si precipitò al Cosmopolitan Hotel e aspettò che i due tornassero. La situazione precipitò, sotto il porticato non ci fu il tempo per le spiegazioni e la parola passò alle pistole. Killen fu mortalmente ferito e spirò poco dopo. Il nome Leslie fu associato anche alla morte di Johnny Ringo.
Il “Tombstone Epitaph” scriveva che l’8 luglio Johnny Ringo aveva lasciato Tombstone e il giorno dopo era stato visto l’ultima volta ubriaco a Galeyville.
Il 14 luglio lo stesso giornale scriveva che Ringo era stato trovato morto per un colpo alla testa appoggiato ad un albero. Si vociferava di Leslie quale probabile assassino. La verità non è mai venuta fuori.
Il 10 luglio 1889, l’alcool e la gelosia lo portarono a uccidere la donna con cui viveva.
Processato e trovato colpevole, Leslie fu condannato a venticinque anni di carcere.
Il 7 novembre 1896 Leslie ottenne il perdono dal Governatore del Territorio dell’Arizona.
Dopo il rilascio, Leslie visse per qualche tempo in California sino a quando nel 1897 partì da San Francisco per l’Alaska dove era stato scoperto l’oro.
Da quegli anni, le notizie sulla vita di Frank Leslie cominciano a diradarsi. Nulla si sa sui suoi spostamenti sino a quando riapparve a San Francisco attorno al 1905, censito come gestore di una drogheria.
Nel 1954 lo scrittore Philip J. Rasch pubblicò un articolo di 60 pagine col titolo “Una nota su Buckskin Frank Leslie”, nel quale riferiva che un individuo di nome Charles Valero di El Paso (Texas) affermava di essere il figlio di Leslie e che possedeva il suo diario. Egli diceva che Leslie era morto a Los Angeles il 24 agosto 1924. Ora né la città di Los Angeles come neppure lo Stato della California avevano nei lotro archivi alcun documento riguardante la morte di Leslie e Charles Valero stesso è risultato completamente sconosciuto a EL Paso.
Due scrittori, Jack de Mattos e Chuck Parsons, decisero di verificare le affermazioni di Charles Valero. In effetti scoprirono che tre uomini di nome “Frank Leslie” morirono a Los Angeles nel 1924 nelle date del 1° aprile, 8 aprile e 26 giugno.
Il “Los Angeles Times” fornì solo una piccola notizia della morte dei tre “Frank Leslie”.
Il primo, morto il 1° aprile, poteva essere eliminato perché aveva solo 65 anni mentre il vero Leslie avrebbe dovuto averne 82 essendo nato nel 1842.
Nessuna età è stata data per il secondo “Frank Leslie” morto l’8 di aprile, mentre più dettagli furono forniti per il terzo “Frank Leslie”, ma null’altro che potesse essere accostato al pistolero di Tombstone.
Il biografo di Leslie, Don Chaput, riferì che Leslie, attorno all’anno 1924 era uno dei tanti sbandati del vecchio west che gravitavano nell’area della baia di San Francisco.
Molti di quei westerners frequentavano il book store di Alec Robertson, una libreria in fronte a Union Square. Robertson era stato nei primi tempi di Tombstone un deputy sheriff.
L’ultima foto di “Buckskin” Frank Leslie presa tra il 1913 e il 1920 nello Stato di Washington quando era sulla settantina
Leslie bazzicava il book store di Robertson e quest’ultimo lo scovò tempo dopo in una infima sala da biliardo a Oakland (California). Anni più tardi Robertson disse allo storico Robert Mullin quello che il proprietario della sala bigliardo gli aveva riferito: Sebbene potesse essere una notizia di terza mano, il proprietario raccontò che Leslie lasciò il posto di lavoro improvvisamente senza più ritornare. Disse anche che Leslie era stato pagato una manciata di dollari per i pochi giorni che era stato lì e che dopo il suo allontanamento aveva denunciato la scomparsa della sua pistola situata nel cassetto del registratore di cassa.
Alec Robertson ricordava Leslie, nell’ultima volta che lo vide, come un uomo debole, abbattuto, lontano parente del pistolero dei tempi di Tombstone. Dopo la sua scomparsa fu fatta una ricerca presso gli ospedali, le camere mortuarie di diverse contee, ma di Leslie nessuna traccia. I suoi amici temevano che avesse cercato qualche punto isolato nelle colline vicine per piantarsi una palla in corpo.
La storia che Leslie avesse usato una pistola rubata dalla sala bigliardo per commettere un suicidio in una remota località della California sarebbe stata ripetuta molte altre volte negli anni a venire.
Nel 1961 uno scrittore, Tom Bailey, scrisse un articolo su un periodico (True West) nel quale aggiungeva più dettagli alla storia della pistola rubata da Leslie nella sala bigliardo di Oakland.
Sull’articolo di Bailey si leggeva che il proprietario della sala bigliardo denunciò il furto della pistola alla polizia e che fornì ai poliziotti i numeri seriali dell’arma. Nell’articolo si leggeva anche di un corpo incenerito trovato in un canyon a nord di Martinez (California) esattamente a El Cerrito a est di San Francisco.
Bailey affermava anche che un revolver era stato trovato vicino al corpo e che le polizie di Martinez e di Oakland ricondussero l’arma, di cui avevano i numeri seriali, al proprietario della sala bigliardo dove Leslie fu visto l’ultima volta.
L’articolo di Tom Bailey fu contestato dagli storici a causa degli errori evidenziati.
Bailey dichiarava di aver intervistato Leslie nel 1911 e che egli scomparve con la pistola rubata subito dopo. Bailey proseguì dicendo che il corpo e la pistola furono trovati in quel “canyon a nord di Martinez” tre anni più tardi nel 1914 quando invece i documenti mostrano che Leslie era ancora vivo a quel tempo. Lo storico William A. Mills infatti, nelle sue ricerche ha evidenziato che un ottantaquattrenne Nashville Frank Leslie era ancora vivo alla data del 15 ottobre 1926.
Ne era la prova il “The Morning Oregonian” che il giorno successivo includeva il nome “N.F. Leslie” in una lunga lista di passeggeri del “Rose City”, un battello a vapore partente da Portland per San Francisco.


Billy Claiborne nel Boot Hill Cemetery a Tombstone

In quel caso la dicitura “N.F. Leslie” nella lista era riferita ad un uomo dato che le donne erano sempre identificate con “Miss” oppure con “Mrs” precedenti i nomi.
Il 1° dicembre 2016, gli scrittori Jack De Mattos e Chuck Parsons ricevettero un regalo natalizio da William A. Mills, nella forma di un articolo trovato nel giornale “Healdsburg Tribune” pubblicato il 2 novembre del 1927.
L’articolo offriva il primo resoconto sulla eventuale morte di Leslie in cui si leggeva che se quel corpo fosse stato il suo, il vecchio pistolero non era morto per mano sua, che non si era suicidato, ma che era stato vittima di un omicidio.
L’articolo titolava: “Ossa umane carbonizzate di un uomo anziano trovate lunedì (31 ottobre 1927) in una buca poco profonda a El Cerrito nella contea di Contra Costa”.
Il Coroner della contea ha dichiarato che le ossa indubbiamente erano quelle di un uomo anziano di circa 5 piedi e 7 pollici in altezza. Non c’erano dubbi sul fatto che lo scheletro trovato il 31 ottobre 1927 potesse essere quello di “Buckskin Frank” Leslie i cui resti furono trovati nella località di El Cerrito (Contea di Contra Costa, California), una zona della baia di San Francisco.
La descrizione dei resti corrispondevano perfettamente alle dimensioni di Leslie. Dalle descrizioni dei suoi documenti in prigione a Yuma nel 1890, Leslie era alto 5 piedi e 7 pollici e portava la misura di scarpe 5 mentre la vittima trovata a El Cerrito calzava la misura 7. La differenza delle due misure, quelle del 1890 e quelle del 1927 non è elevata.
È plausibile che Leslie, come spesso accade nelle persone anziane, stesse portando una misura più confortevole. Inoltre bisogna considerare che erano passati trentasette anni dal 1890.


Il penitenziario di Yuma (Arizona) nel 1890, al temp o in cui Leslie era un detenuto

Nello stesso giorno del 2 novembre 1927 in cui appariva “Healdsburg Tribune”, il “San Francisco Chronicle” pubblicava una storia verosimile ma con molti più dettagli. L’articolo parlava di errori non bene evidenziati nell’Heldsburg Tribune:

La polizia parla del ritrovamento di ossa umane carbonizzate di un vecchio uomo trovate ieri pomeriggio a El Cerrito nella contea di Contra Costa. La scoperta dello scheletro di un’altra possibile vittima di omicidio è stata fatta vicino la palude dove era stato trovato due anni prima nel 1925 il corpo smembrato di Mrs. Bessie Fergusson, una infermiera.
Henry Marco, un fornaio di El Cerrito, ha fatto la scoperta passeggiando nella parte nord della città al confine con quella di Richmond. Egli aveva sollevato della terra smossa durante l’attraversamento della palude accorgendosi di ossa umane sporgenti dalla terra. Smuovendo ulteriormente la terra era apparso l’intero scheletro assieme ai resti di un paio di scarpe numero 7. La polizia crede che il corpo sia stato bruciato tramite benzina.
Il Coroner della contea di Contra Costa Aubrey Wilson si è fatto carico delle indagini asserendo che le ossa erano quelle di un uomo vecchio di circa 5 piedi e 7 pollici in altezza e di corporatura pesante. Il vice Coroner George Reifschneider dice che il corpo è rimasto lì sepolto per circa due mesi.

L’incarico di investigare lo scheletro ritrovato fu affidato a E.O. Heinrich un famoso criminologo del tempo che non riuscì comunque ad arrivare ad accertamenti concreti.
Un nuovo suggerimento fu aggiunto il 5 novembre 1927 quando il capo della polizia Daniel Cox di Richmond (California) ricevette una anonima comunicazione da una persona che pensava di aver assistito alla cremazione dello scheletro. Il giorno seguente il giornale “Oakland Tribune” riportava:

Una anonima lettera ricevuta dal capo della polizia Daniel Cox dice che chi scrive vide un fuoco a El Cerrito nella località dove fu trovato uno scheletro carbonizzato questa settimana. L’incidente è accaduto “sei mesi fa” è scritto nella lettera. È convinzione delle autorità locali che il ragguaglio non abbia alcun significato in quanto la posizione esposta dei resti umani ne avrebbero causato la scoperta prima che fossero trascorsi sei mesi. Comunque sono stati fatti sforzi dal capo della polizia per accertare l’identità di chi ha scritto la lettera al fine di ottenere ulteriori informazioni.

Il criminologo E.O. Heinrich ha formulato alla fine il suo verdetto: Invece di essere ucciso e il suo corpo bruciato con la benzina come prima supposizione, Heinrich ha dichiarato che l’uomo in questione era molto malato e che cadde morto durante l’escursione a El Cerrito, insomma una morte naturale.
Questa pietra tombale a ricordo di Mollie Edwards, sposata e poi uccisa da Leslie il 10 luglio 1889. Il vero cognome della donna era Edwards e non Williams. Anche la data dell’11 luglio è sbagliata.
Il 28 dicembre 1927 tutta la faccenda fu messa tra i casi non risolti e rimane tale sino ai giorni nostri. Nessun documento è stato trovato riguardante la disposizione finale dei resti di Leslie e dove furono seppelliti. È possibile che quei resti siano stati semplicemente cremati.
Non è stata accertata l’esatta data della morte di Leslie e probabilmente mai lo sarà.
Il “Seattle Times” offre addizionali ragioni per concludere che i resti di quello scheletro appartenevano a Leslie.
Se Leslie è stato veramente ucciso, non se ne conosce il motivo, né l’identità della persona (o persone) che possono averlo assassinato. Se il mistero di ciò che accadde a El Cerrito nell’ottobre del 1927 potesse essere risolto, allora si potrebbero chiudere le pagine del libro sulla sua vita.
Eleonora Torbert Cast (1868—1932) ultima moglie di Frank Leslie da lui sposata nel 1913
Dietro la sua affermazione che nacque in Texas il 18 marzo 1842, nient’altro della sua vita è stato appurato. Le notizie accertate sulle sue origini sono scarne e controverse. Qualcuno riporta Galveston (Texas) come città di nascita e 1842 l’anno. Qualche altro studioso, per esempio Douglas D. Martin, dice che Leslie era il rampollo di una ricca famiglia della Virginia e che i suoi genitori mandarono suo fratello a West Point, mentre lui andò a Heidelberg a studiare medicina.
Non esistono documenti attestanti la presenza di un fantomatico Leslie a West Point. In quanto a Heidelberg, Leslie asserì che vi andò veramente, ma che lo scoppio della guerra civile lo richiamò in Virginia per essere arruolato nell’esercito confederato.

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