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La battaglia di Selma

A cura di Angelo D’Ambra

Uno dei momenti più rilevanti del raid di Wilson fu la battaglia di Selma.
Nathan Bedford Forrest aveva tentato di ostacolare l’avanzata dei nordisti nel pomeriggio del 1 aprile, a Stanton, presso Plantersville, a circa 19 miglia dalla città, presso la Ebenezer Church, lì dove la Randolph Road intersecava la strada principale per Selma. Il limite di questa iniziativa stava, però, nel ridotto numero di uomini su cui poteva contare il generale confederato, appena 2.000 uomini, in gran parte scarsamente addestrati, contro i 9000 di Wilson. L’esito della battaglia di Ebenezer Church fu nefasto per i sudisti.
Forrest fu costretto a ripiegare su Selma e quel giorno rimediò pure una ferita di sciabola alla guancia che poteva risultargli fatale se non avesse ucciso il suo aggressore, il capitano James D. Taylor.
Forrest si insediò a Selma assumendo il comando delle sue difese dal generale Richard Taylor, comandante di dipartimento. Lo accompagnavano la sua scorta, il reggimento Missouri di McCullough, la Brigata Kentucky di Edward Crossland, la Brigata Alabama di Phillip Dale Roddey, la Brigata Mississippi di Frank Armstrong, la batteria di Bouanchaud, la batteria di Darden e le riserve statali del generale Daniel W. Adams. Ad essi si unirono volontari alcuni gruppi di cittadini. Selma era ben protetta, c’erano numerose opere disposte a semicerchio intorno ad essa per circa tre miglia, con le estremità chiuse attorno al fiume Alabama. Queste fortificazioni risalivano a due anni prima, erano fossati, staccionate, trinceramenti, palizzate e terrapieni da cui spuntavano le artiglierie. In alcuni punti gli uomini di Forrest si impegnarono in frettolosi lavori di rafforzamento, tuttavia quella lunga linea difensiva era stata pensata per essere difesa da 20.000 uomini e Forrest ne disponeva appena di 4.000.
Wilson apparve davanti alle fortificazioni di Selma alle ore 14:00.
La divisione di Eli Long prese posizione dall’altra parte della Summerfield Road, con il Chicago Board of Trade Battery a sostegno. La divisione di Emory Upton fu collocata sulla Range Line Road con la batteria I, 4th artiglieria degli Stati Uniti a supporto.
James H. Wilson
Il piano era che Upton inviasse un distaccamento di 300 uomini dopo il tramonto per attraversare la palude sulla destra confederata e iniziare un movimento lungo la linea delle fortificazioni. Poi un colpo di cannone avrebbe dato il segnale per un attacco dell’intero corpo.
Alle 17:00, tuttavia, furono i confederati ad attaccare. Erano truppe che si stavano riunendo a quelle già convogliate a Selma e che presero ad assaltare il treno delle munizioni di Wilson.
Long, allora, di sua iniziativa, lanciò un attacco contro le fortificazioni di Selma. Disposti su tre linee, i nordisti smontarono e spararono con i loro Spencer, supportati dal Chicago Board of Trade Battery. Si esposero al fuoco confederato patendo numerose vittime, ma l’attacco continuò. Una volta che le truppe raggiunsero le postazioni nemiche, scoppiarono feroci combattimenti corpo a corpo e i confederati, per quanto disposti ad una valorosa difesa, si ritrovarono surclassati in numero dai nordisti che continuavano a riversarsi su di loro. Le fortificazioni a protezione della Summerfield Road furono conquistate.
Nel frattempo, il generale Upton, ordinò alla sua divisione di avanzare e, una volta cadute in possesso dell’Unione anche le opere a ridosso della Range Line Road, Wilson guidò alla carica il 4th U.S. Cavalry Regiment abbattendosi sulle forze confederate in ritirata che, ormai davanti ad un nemico penetrato nelle loro difese, tentarono di fermare Wilson con un micidiale e prolungato fuoco. Colpi serrati si abbatterono sulla cavalleria, costringendola a disunirsi. Il cavallo di Wilson stramazzò colpito, il generale cadde con lui ma si rimise in sella ed ordinò l’assalto appiedato, vinto con la forza dei numeri.
Scontri si stavano verificando anche presso il deposito ferroviario cittadino, ma ancora una volta il numero maggiore di uomini consegnò la vittoria all’Unione.
Entro le 19:00, Forrest iniziò la ritirata. La completò nel cuore della notte, con Phillip Dale Roddey e Frank Armstrong, protetto dall’oscurità, percorrendo Burnsville Road, mentre, in altri punti della città, le truppe dell’Unione andavano radunando ben 2.500 prigionieri. In molti fuggirono gettandosi nell’Alabama. Wilson contò 359 uomini caduti, Forrest circa trecento, più l’elevatissimo numero di prigionieri. I confederati lasciarono al nemico 32 pezzi di artiglieria. La città fu saccheggiata.
Nei giorni seguenti furono distrutti ferriere e magazzini, la fonderia navale e l’arsenale, contenente 15 cannoni d’assedio, 60.000 proiettili di artiglieria ed 1 milione di proiettili di armi leggere. Il successivo passo sarebbe stato quello di prendere Columbus.