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William Booth Taliaferro, generale confederato di origine italiana

A cura di Angelo D’Ambra

Ricostruire la vita e la carriera militare di William Booth Taliaferro significa trovarsi faccia a faccia con la storia statunitense di buona parte dell’Ottocento, soprattutto virginiana. Non solo si incontrano i conflitti, la guerra col Messico e la guerra civile, ma anche lo schiavismo e le difficoltà dei coloni, i loro sforzi per popolare e rendere produttive quelle terre, soprattutto l’impegno costante per affermare una convivenza fondata sul diritto.
I Taliaferro furono una delle prime famiglie che si stabilirono in Virginia nel XVII secolo.
Provenivano da Londra, dove un loro antenato era stato musicista alla corte della regina Elisabetta I.
Si ritiene che il cognome risalga a Bartolomeo Taliaferro, originario di Bergamo, che si stabilì sulle sponde del Tamigi nel 1562.
In Virginia ebbero le loro fattorie, si occuparono di agricoltura, piantagioni, tabacco, lentamente affermandosi come una delle famiglie più importanti dello Stato.
Il generale confederato William Booth Taliaferro nacque a Belleville, nella contea di Gloucester. Era il figlio di Francis Amanda Todd Booth, appartenente ad una famiglia di esportatori di tabacco, e Warner Throckmorton Taliaferro. Suo zio era James A. Seddon, che sarebbe diventato Segretario alla Guerra per gli Stati Confederati d’America sotto Jefferson Davis.
Frequentò l’Università di Harvard e il College of William and Mary, laureandosi in quest’ultimo nel 1841, praticando legge prima di partire volontariato per la guerra col Messico. Combatté nell’11° e nel 9° reggimento di fanteria, raggiungendo il grado di maggiore. Smobilitate le truppe, si dedicò alle piantagioni, entrando in possesso anche di numerosi schiavi.
Fu eletto membro della Virginia House of Delegates e fu uno dei grandi sostenitori della campagna presidenziale di James Buchanan nel 1856. Entrò pure nella milizia statale della Virginia e assunse il comando di Harper’s Ferry dopo che John Brown fece la sua incursione nell’arsenale nel tentativo di fomentare un’insurrezione di schiavi.
Il 17 aprile 1861 la Virginia si dichiarò indipendente e il giorno dopo, come maggiore generale della milizia dello stato, Taliaferro fu inviato a prendere il comando delle truppe a Norfolk.
Il 3 maggio 1861, il maggiore generale Robert E. Lee nominò il colonnello William B. Taliaferro comandante delle difese a Gloucester Point, Virginia, sul fiume York di fronte a Yorktown. Taliaferro ricordò poi: “Nella guerra… per la salvaguardia dei diritti degli Stati da una parte, e per l’unificazione del Paese dall’altra, il primo colpo ostile… in Virginia cadde… a Gloucester Point”. La sua Gloucester si trovava stretta tra l’Unione, a Fort Monroe, e i Confederati, a Richmond. Lincoln pianificò un blocco attorno alla Virginia, ma i secessionisti riuscirono a opporre resistenza ad ogni accesso. Il generale Lee ordinò al colonnello Taliaferro di collaborare con il capitano della Marina della Virginia William C. Whittle nella costruzione e difesa di una batteria costiera per coprire il fiume York in quel luogo. Il 6 maggio 1861 Taliaferro fece sposate una compagnia di cinquanta uomini dei Richmond Howitzer, un reggimento di artiglieria di volontari della Virginia, con due cannoni da sei libbre, a Gloucester Point per assistere nella difesa e nel funzionamento della batteria costiera. Gli artiglieri arrivarono a destinazione all’inizio del 7 maggio 1861. Giusto in tempo.
23° Fanteria Virginia, William B. Taliaferro
Quel giorno, al tenente unionista Thomas O. Selfridge Jr., al comando della USS Yankee, un rimorchiatore a vapore in possesso di due cannoni 32 leggeri, fu ordinato di esplorare le nuove fortificazioni a Gloucester Point di fronte a Yorktown. La batteria, comandata dal tenente John Thompson Brown, lo costrinse ad allontanarsi. Sebbene Taliaferro dichiarò, in un rapporto dell’8 maggio, di essere arrivato a Gloucester Point dopo che lo scontro era avvenuto, fu innegabile che tutto era andato a buon fine grazie alle misure da lui assunte.
Guidò poi il 23° fanteria della Virginia come colonnello, sotto Robert S. Garnett, prendendo parte all’azione a Rich Mountain, a giungo 1861, e nella battaglia di Corrick’s Ford, a luglio, quando Garnett finì ucciso diventando il primo generale morto durante la guerra.
Entro la fine dell’anno, Taliaferro divenne comandante di brigata, agli ordini di Henry R. Jackson, conducendo i confederati nella battaglia del fiume Greenbrier.
A metà settembre 1861 le truppe sudiste ai suoi comandi si erano stabilite a nell’area di Cheat Mountain, a Camp Bartow. Il loro vantaggio era la conoscenza del territorio, la loro debolezza era la febbre che ne decimò le fila fino a un terzo. Le forze dell’Unione erano nella Tygart’s Valley col generale Joseph J. Reynolds, reduce dal successo su William W. Loring. Nonostante il clima impietoso e la pioggia dirompente per due giorni, Loring conservò la convinzione di potersi abbattere sulle truppe di Taliaferro senza grandi perdite e di potersi aprire così una strada per la Virginia.
Mosse le sue truppe alla mezzanotte del 2 ottobre 1861 e alla luce del giorno entrarono a Greenbrier, a circa quattro miglia dal campo confederato. Alle 8 del mattino, pentrarono nel campo confederato, approfittand delle difficoltà nemiche nel maneggiare le artiglierie dopo tanta pioggia.
Il soccorso fornito dal colonnello John B. Baldwin, che era a capo della 52a fanteria della Virginia, dette manforte ai soldati di Taliaferro che resistettero per altre cinque ore sino a respingere Reynolds a Cheat Mountain.
La truppa di Taliaferro, soprannominata la “Seconda Brigata della Louisiana”, dal nome della Prima Brigata della Louisiana comandata dal Brig. Gen. Harry T. Hays, passò sotto il comando del Magg. Gen. Thomas J. “Stonewall” Jackson alla fine del 1861. Fu accanto al generale Jackson per tutta la prima parte della guerra civile.
La sua relazione con Jackson fu inizialmente difficile, poiché Taliaferro trovava le tattiche di Stonewall pessime e così firmo una petizione del generale William Loring che protestava contro il posizionamento delle truppe di Jackson nell’inospitale Romney, in Virginia. Il presidente confederato concordò con Taliaferro e ordinò a Jackson di ritirare le truppe di Loring da Romney e spostarle a Winchester. Jackson dovette obbedire ma presentò pure un lettera di dimissioni, sostenendo che si era verificato un atto di insubordinazione. Davis preferì trasferire Loring ed ottenere il ritiro delle dimissioni. I contrasti tra Jackson e Taliaferro però continuarono. Stonewall protestò per la promozione di Taliaferro a generale di brigata, il 4 marzo 1862, mentre era ancora sotto i suoi ordini, tuttavia i due finirono con lo stimarsi e Jackson affidò diverse volte a Taliaferro il comando di divisione temporaneo in impegni specifici.
A proposito del carattere di Taliaferro va detto che sin dai primi giorni della guerra si rivelò duro e inamovibile, assolutamente severo nel far mantenere la disciplina. Per questo fu mal tollerato dai suoi sottoposti, inviso alle reclute, malaccetto ai soldati. Si sa pure che uno di essi, un fante della Georgia, ubriacatosi lo aggredì.
Le prime esecuzioni per diserzione nell’esercito della Virginia del Nord ebbero luogo nella Chiesa di Mount Pisgah il 19 agosto 1862, quando tre uomini della divisione del generale di brigata William B. Taliaferro e due della divisione del generale di brigata Jubal A. Early, tutti della Shenandoah Valley o dalle contee di quella che oggi è il West Virginia, furono fucilati da un plotone di esecuzione agli ordini del tenente generale Thomas J. “Stonewall” Jackson. Come scrisse il colonnello Samuel Bassett French, assistente di Jackson, “la conservazione dell’esercito stesso dipendeva dal mantenimento della disciplina, e la disciplina non si sarebbe potuta avere se le diserzioni fossero state più a lungo impunite”.
Era, però, un uomo coraggioso che non esitava ad esporsi tra le pallottole. In battaglia Taliaferro si distinse durante la campagna della Shenandoah Valley del 1862, al comando di una brigata formata da tre reggimenti, nella Battaglia di McDowell, dove prese momentaneamente il comando delle forze confederate del generale Edward Johnson che venne ferito. Era presente nella Kernstown e nella prima battaglia di Winchester, nella battaglia di Port Republic ed in quella di Cedar Mountain, quando, in seguito alla morte del generale Charles S. Winder, prese il comando della vecchia divisione di Jackson. La guidò per le tre settimane successive, ma alla Brawner’s Farm, il 28 di quel mese, fu gravemente ferito e non poté prender parte alla seconda battaglia di Bull Run – il suo posto fu assunto dal generale William E. Starke. Ritornò a combattere a Fredericksburg, nel dicembre 1862, ma non ebbe un ruolo significativo, e poco dopo fu trasferito a Charleston, nella Carolina del Sud.


Truppe confederate a Fredericksburg

A McDowell, l’8 maggio 1862, la fanteria di Taliaferro respinse l’assalto unionista a Sitlington Hill delle 4.30 e Taliaferro guidò le sue truppe con vigore fino alle 21.00 costringendo Milroy e Schenck alla ritirata.
A Port Republic, il 9 giugno, respinse i federali in ritirata per diverse miglia a nord lungo la Luray Road, facendo diverse centinaia di prigionieri.
A Cedar Mountain, il 9 agosto, poco prima delle 17:00, il generale Charles S. Winder cadde ferito. Il braccio sinistro e il fianco di Winder furono spappolati e morì in poche ore. Il comando della divisione passò allora a Taliaferro, in una situazione di estrema fragilità perchè il generale subentrato ignorava completamente il piano di battaglia di Jackson. Nonostante questo a fine giornata,
Subì tre ferite il 28 agosto 1862, quando Jackson attaccò una colonna dell’Unione appena ad est di Gainesville, presso Brawner’s Farm. Scrisse in seguito: “Una fattoria, un frutteto, alcuni mucchi di fieno e un recinto marcio di vermi erano l’unica copertura che offrivano le linee avversarie di fanteria; era un combattimento in piedi, accanito e inflessibile, in un campo quasi spoglio… In questa lotta non c’erano manovre e pochissime tattiche. Era una questione di resistenza ed entrambe le parti resistettero”. A causa delle sue condizioni, non fu in grado di fornire il supporto di cui la sua divisione aveva bisogno. Fu un grande spargimento di sangue. Anche suo nipote, il colonnello Alexander G. Taliaferro, fu ferito e non ricoprì mai più il comando sul campo.
William, invece, tornò a combattere già a dicembre: guidò le riserve con Early a Fredericksburg.
Sentendosi frustrato da Jackson per una promozione che non arrivava, chiese ed ottenne un trasferimento. Passò a Charleston, nella Carolina del Sud. Aiutò il generale Pierre GT Beauregard a fortificare la città. Il lavoro di Taliaferro rese Charleston impenetrabile per l’Unione; la città non cadde fino alla fine della guerra.
Ricevette il comando del Distretto di Savannah. In questa veste guidò le truppe nella seconda battaglia di Fort Wagner, un forte di sabbia situato sull’isola di Morris. Taliaferro e il suo comando di milletrecento uomini hanno sopportato una settimana di pesanti bombardamenti delle cannoniere nordiste, poi l’assalto di oltre 5.000 fanti. Nonostante questo resistettero con grande coraggio e l’assalto fallì. L’Unione perse oltre 1500 uomini, tra cui i colonnelli Haldimand S. Putnam, John Lyman Chatfield e Robert Gould Shaw, mentre la forza di Taliaferro contò solo 200 morti.
Nel 1864, Taliaferro prese il comando di tutte le forze nel distretto orientale della Florida, era il comandante generale nella battaglia di Olustee in febbraio. Successivamente tornò nella Carolina del Sud, dove fu nominato comandante di tutte le forze in quello stato. Aiutò poi ad evacuare Savannah, in Georgia, prima che l’esercito di William T. Sherman catturasse la città nel 1864. Ormai, segnato dalla battaglia delle campagne di Stonewall Jackson, era un riconosciuto e valente veterano. La sua ultima battaglia fu a Bentonville, in supporto all’Armata del Tennessee ed a William J. Hardee.
Al termine della guerra visse nella contea di Gloucester e riprese il suo lavoro da avvocato. Si sa che fu Gran Maestro della Massoneria in Virginia, prese parte alla legislatura della Virginia e fu giudice di contea. Morì nella sua casa, “Dunham Massie”, all’età di 75 anni, nel 1898 ed è sepolto nel Ware Church Cemetery, nella contea di Gloucester.