L’orribile scalpatura di Josie Wilbarger

A cura di Matteo Pastore

Un guerriero scalpa Josiah Wilbarger
Molti incidenti nella storia del Texas illustrano la veridicità del detto che “La verità è più strana della finzione”, ma nessuno forse, come le circostanze dello scalpo di Wilbarger.
Tra gli emigranti nella colonia di Austin, c’era Josiah Wilbarger, originario della contea di Bourbon, nel Kentucky, che venne con la sua giovane sposa e suo suocero, Leman Baker, dalla contea di Lincoln, nel Missouri nel 1828.
Nel marzo del 1830, dopo un paio d’anni trascorsi in quelle che oggi sono le contee di Matagorda e del Colorado, Wilbarger individuò il luogo in cui stabilirsi: a dieci miglia nei pressi di Bastrop lungo il Colorado con sua moglie, il bambino e due o tre giovani aiutanti.
Qui, per un certo periodo, fu uno dei pochi coloni, ma presto altri impavidi pionieri si trovarono lungo il fiume: l’anziano Reuben Hornsby divenne, per tanti anni, la “sentinella” della civiltà americana in quelle terre.
All’inizio dell’agosto 1833 Wilbarger, in compagnia di Christian, un geometra, e di tre giovani, Strother, Standifer e Hanie, partì da Hornsby per dare un’occhiata al paese e localizzare le terre. Quando raggiunsero un punto vicino a Walnut Creek, circa cinque o sei miglia a nord-ovest di dove si trova ora l’attuale capitale, scoprirono un nativo su un crinale vicino, che osservava i loro movimenti. Lo salutarono amichevolmente, ma mentre il gruppo si avvicinava, l’indiano si allontanò, indicando una colonna di fumo che si alzava da un cedro a ovest. Dopo un breve inseguimento, temendo di essere attirati in un grande campo di nativi ostili, si fermarono, si consultarono e decisero di tornare da Hornsby. Sul ramo di Pecan Spring, a circa quattro miglia a est dell’attuale città di Austin, e in vista dell’attuale strada sterrata che conduce da Austin a Manor, si fermarono per rinfrescarsi e per controllare i cavalli. Wilbarger, Christian e Strother avevano azzoppato e ferito i loro cavalli mentre Hanie e Standifer li avevano liberati lasciandoli pascolare. Mentre gli uomini stavano mangiando, furono improvvisamente attaccati da una sessantina di selvaggi, che si erano tranquillamente mossi a piedi al riparo della boscaglia, lasciando i loro cavalli nelle retrovie e fuori vista. Gli alberi vicino a loro erano piccoli e offrivano poca protezione. Tuttavia gli assaliti si accorsero dell’arrivo dei nativi così iniziarono a difendersi rispondendo al fuoco. Strother venne ferito mortalmente e Christian fu ferito al femore. Wilbarger balzò al fianco di Christian per aiutarlo e prese la sua pistola ma pochi istanti dopo fu ferito, alla coscia, da una freccia e appena riuscì a trovare riparo fu colpito nuovamente da un altro dardo. Nel frattempo, il fuoco di soppressione costrinse i nativi alla ritirata. Fino a quel momento Hanie e Standifer avevano combattuto coraggiosamente ma dopo aver visto che Strother stava morendo, Christian ferito mortalmente e Wilbarger gravemente ferito decisdero di sellare i cavalli e fuggire.
Josiah Wilbarger con la moglie
Wilbarger, vedendosi così abbandonato e senza cavallo, implorò i due uomini di stare con lui e combattere o di farlo salire su uno dei loro cavalli ma proprio in quel momento i due uomini videro il nemico avvicinarsi nuovamente. Così fuggirono il più velocemente possibile lasciando Wilbarger al suo destino. I nativi avevano catturato il cavallo di Christian e recuperato le armi dei morti; appena individuarono l’unico uomo ancora in vita lo circondarono. Josie era così in balia dei suoi assalitori.
Con grida esultanti i nativi si precipitarono verso di lui, lo denudarono e, passandogli un coltello intorno alla testa, gli strapparono il cuoio capelluto. Sebbene indifeso e apparentemente morto, il pover’uomo era pienamente consapevole di tutto ciò che gli stava accadendo. In seguito, nel raccontare l’esperienza, disse che sebbene non fosse percepibile alcun dolore, la rimozione del cuoio capelluto “suonava come il ruggito minaccioso e il fragore di un tuono lontano”. I tre uomini furono spogliati, Christian e Strother scalpati e la loro gola tagliata, e tutti lasciati per morti.
Wilbarger restò incosciente fino a tarda sera. Impazzito per i dolori delle sue numerose ferite, e consumato da una sete intollerabile, usò le poche forze nel tentativo di raggiungere la vicina sorgente, cosa che alla fine riuscì, trascinandosi nell’acqua, dove si sdraiò per qualche tempo, finché non sentì freddo e poi strisciò fuori su un terreno asciutto e si addormentò. Quando si svegliò scoprì che il flusso di sangue dalle sue ferite era cessato, ma esposto al sole cocente, i moscerini gli avevano infestato e letteralmente coperto il cuoio capelluto e le altre ferite. Placando la sua sete dal limpido ruscello e in parte la sua fame con alcune lumache che gli capitava di trovare, si sentì rinfrescato e, mentre si avvicinava la notte, iniziò a dirigersi lentamente verso Hornsby. Ma il pover’uomo, non si rese conto della sua debolezza e dopo molti sforzi camminò barcollando fino a quando non si accasciò ai piedi di una grande quercia. Qui, nudo ed esposto alla notte gelida nell’aria, giaceva, soffrendo intensamente per il freddo e incapace di muoversi, finché non si risvegliò molte ore dopo riscaldato dal sole.
Arrivati da Hornsby, i due uomini, Standifer e Hanie, raccontarono l’attacco dei nativi e della morte dei loro compagni. Hornsby decise di inviare subito un messaggero per avvertire i coloni e anche per chiedere aiuto, che non sarebbe potuto arrivare fino al termine del giorno successivo.
Ora si raccontano coincidenze ed eventi così misteriosi che potrebbero lasciare increduli ma che furono raccontanti in quelle zone per lunghi anni. Quale sarà la verità?
Durante la lunga notte di agonia, mentre Wilbarger giaceva sotto la vecchia quercia, in uno stato di semi-coscienza, con visioni che gli svolazzavano nella mente al limite del soprannaturale, vide distintamente davanti a sé lo spirito di sua sorella, la signora Margaret Clifton, morta il giorno prima a Florissant, contea di St. Louis, Missouri. Parlando gentilmente, disse: “Fratello Josiah, sei troppo debole per andare avanti da solo! Rimani qui e gli amici verranno ad aiutarti prima del tramonto”, e poi si avviò verso l’insediamento, pietosamente Wilbarger la chiamò “Margaret! Resta con me.” Ma l’apparizione svanì.
Quella notte, più o meno alla stessa ora, la singora Hornsby si svegliò a causa di un sogno molto vivido, in cui vide Wilbarger, vivo, scalpato, sanguinante e nudo, ai piedi di un albero. Suo marito le assicurava che i sogni erano sempre irreali e si addormentò fino a quando si svegliò di nuovo, scossa, e si alzò dicendo “L’ho visto di nuovo! Wilbarger non è morto! Vai dal pover’uomo a una volta”. La signora Hornsby era così sicura di sé che si rifiutò di tornare a letto ma si diede da fare per preparare la colazione, per non tardare di aiutare Wilbarger. Quando al mattino arrivarono i vicini la signora ripeté loro la sua visione e li esortò ad andare a cercare l’uomo ferito. Il gruppo di soccorso era composto da Reuben Hornsby, Joseph Rogers, John Walters, Webber e altri. Dopo una difficile ricerca descritta dalle vaghe direzioni dei due fuggiaschi, trovarono finalmente i corpi di Christian e Strother; e subito scoprì un “oggetto orribile” – una massa di sangue – che li fece rabbrividire. Ma poco dopo l’uomo rannicchiato, debole ma felicissimo si alzò, fece un cenno e alla fine riuscì a dire: “Non sparate sono Wilbarger”. Mentre si avvicinavano, si accasciò e gridò: “Acqua! Acqua!” e dopo essersi ripreso, parlò della sorella che lo aveva visitato durante la notte andando a chiedere aiuto per lui. Con i lenzuoli forniti dalla signora, i corpi di Strother e Christian furono avvolti e lasciati lì fino al giorno successivo, quando il gruppo uscì di nuovo e li seppellì. Wilbarger fu avvolto in un altro lenzuolo e posto su un cavallo davanti al signor Hornsby, il quale, circondandolo con le braccia, lo sostenne in sella e lo portò a casa sua e lo affidò alle cure della signora Hornsby.
La sua ferita al cuoio capelluto fu medicata con olio d’orso e, dopo alcuni giorni di allettamento, l’emorragia cessò e la temperatura iniziò a tornare normale. Quando fu riconosciuto “sufficientemente guarito”, l’uomo, fu posto su un travois e condotto verso la sua casa per ricongiungersi alla famiglia.
Wilbarger recuperò rapidamente la sua salute e visse per undici anni, arricchendosi e comprando numerose proprietà. Il suo cranio, privo della membrana interna e a lungo esposto al sole senza una vera e propria copertura artificiale, alla fine ne causò la morte.
Come confermò il suo medico, un giorno l’uomo era di fretta e battè accidentalmente la testa contro una parte del telaio di una casa provocando l’esfoliazione dell’osso, esponendo il cervello. L’infezione lo portò al deliro e in fine alla morte. Morì a casa sua nel 1845, lasciò la moglie e cinque figli.
Il figlio maggiore, John Wilbarger, un valoroso ranger del colonnello “Rip” Ford, fu ucciso dagli indiani nel Nueces, nel 1847. Harvey Wilbarger, visse dedicandosi alla sua numerosa famiglia. Una figlia si trasferì dopo il matrimonio a Georgetown e un’altra a Belton, in Texas. Dei fratelli e sorelle di Josiah Wilbarger, J.W. Wilbarger, (autore di “Indian Depredations in Texas”) morì vicino a Round Rock nel 1890, e “zia Sallie” Wilbarger, risiedette a lungo a Georgetown.
Un’altra sorella, che divenne la moglie di un colonnello, morì molti anni dopo, e un’altra ancora la signora Lewis Jones morì sulla strada per il Texas. Matthias, un fratello, noto geometra, morì di vaiolo a Georgetown nel 1853. William Hornsby morì nel 1901, vicino ad Austin. La casa e la fertile fattoria di Hornsby sono ancora di proprietà dei membri degli eredi della famiglia. Un membro, Rogers Hornsby, diventò negli anni Venti e Trenta un importante giocatore, e successivamente manager, di baseball. Morì nel 1963 più di cento anni dopo gli eventi di cui fu protagonista il suo bisnonno.
Per quanto si possa accertare, questo fu una delle prime violenze in quella parte dello stato per mano degli implacabili nativi ma fu l’inizio, dice JW Wilbarger, “di un’era sanguinosa che presto avrebbe visto protagonista il popolo del Colorado”.
“La visione”, continua Wilbarger, “che ha impressionato la signora Hornsby, è stata discussa in lungo e in largo per più di cinquant’anni; i suoi modi seri e la perfetta fiducia che Wilbarger fosse vivo, in connessione con la sua visione e la sua realizzazione, hanno impressionato gli uomini presenti, che ne parlavano ovunque. All’epoca non c’era ancora la linea telegrafica e nessun modo per sapere che Margaret, la sorella, era morta a settecento miglia di distanza, il giorno prima che suo fratello fosse ferito. La storia della sua apparizione, il suo andare nella direzione della casa degli Hornsby, la visione della donna che si ripresenta durante il sonno presenta un mistero che ha poi fatto una profonda impressione e creato un sentimento di timore reverenziale, che dopo mezzo secolo, ispira ancora. Nessun uomo che li conosceva ha mai messo in dubbio la veridicità di Wilbarger o degli Hornsby, e la signora Hornsby era amata e venerata da tutti coloro che la conoscevano”.
Altri incidenti verificatisi in quell’anno sono di minore importanza e senza data o dettagli esatti come l’omicidio di Alexander, un cacciatore di taglie, lungo un piccolo ruscello da allora chiamato Alexander’s Branch nella contea di Fayette e l’uccisione di un colono nella prateria solitaria, vicino all’attuale frazione di Nechanitz, nella stessa contea, dell’ufficio postale. Poi vi furono le avventure di Tom Alley che durante una caccia di cavalli finì inaspettatamente in un campo di nativi che lo uccisero. Successivamente vi furono delle scorrerie molto violente da parte della tribù dei Keechi (o Kichai) contro i coloni.
Nello stesso anno un viaggiatore di nome Reed si fermò a nei pressi delle Cascate del Brazos. Iniziò a commerciare e scambiare cavalli con degli amichevoli nativi ma pochi mesi dopo, mentre tornava verso gli stati orientali fu assalito e assassinato dai Tonkawa.
Lapide Josiah Wilbarger
Sempre in quegli anni, prima dell’annessione del Texas, vi furono numerosi problemi tra messicani, coloni e nativi americani. Nonostante tutto, il territorio texano, andò in contro ad un notevole aumento di popolazione e di sviluppo a causa della migrazione dagli stati orientali verso i territori occidentali.
“La storia dell’espansione della frontiera negli Stati Uniti”, dice Thrall, “mostra che non è un compito facile. In Texas le difficoltà erano molte. Dalla lontananza dagli altri insediamenti, in un paese straniero, con un governo e istituzioni completamente diverse da quelli del nord; e il paese era preoccupato dagli indiani. Considerando tutte queste circostanze, il successo di Austin e altre città nell’introdurre coloni angloamericani, è stato meraviglioso. Se indaghiamo sui motivi di questo successo, lo troveremo nel carattere dei coloni. Erano uomini e donne coraggiosi, arditi, industriosi, autosufficienti e autosufficienti. Non chiedevano favori al governo, e il governo li lasciò severamente in pace. Le loro braccia robuste coltivavano i terreni agricoli, costruivano fattorie e proteggevano le loro case dalle incursioni dei nativi. Si potrebbero scrivere numerosi libri, con le storie di coraggio individuale, difficoltà sopportate duramente da coloni vecchi e giovani, donne e uomini”.

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