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La Buntline Special di Wyatt Earp

A cura di Omar Vicari
Wyatt Earp con la sua Buntline
Le storie riguardanti gli eroi del vecchio west sono spesso avvolte da un alone di leggenda che circonda le loro gesta e le armi che contribuirono a renderli famosi. Molti sono gli esempi e probabilmente quello più eclatante a proposito del binomio “uomo-arma” è quello riguardante il famoso marshal di Tombstone e di Dodge City Wyatt Earp e la sua “Buntline Special”, una pistola dalla canna allungata (12 pollici). Sicuramente una storia che vale la pena di essere indagata al di là dei se e dei ma.
L’inseparabile associazione di quel tipo di arma col suddetto personaggio da parte di scrittori e registi cinematografici ha fatto di Wyatt Earp il più famoso marshal della frontiera.
E’ vero infatti che la “Buntline Special” è da molti storici considerata come un fatto strettamente legato alla vita di Wyatt Earp, sebbene il novelliere Ned Buntline, al secolo Edward Zane Carroll Judson, sembra donasse nell’estate del 1876 lo stesso tipo di pistola ad altri quattro uomini di legge di Dodge City.
Alla fine degli anni venti del secolo scorso, lo scrittore Stuart N. Lake, col fiuto del buon giornalista, colse al volo ciò che altri non avevano intuito e con pazienza cominciò ad interessarsi alla figura di quel Matusalemme della colt. Probabilmente in ciò che raccontava Earp c’era del vero e lo scrittore, in un periodo di profonda depressione economica e sociale cercò di offrire alla nazione la storia del marshal Wyatt Barry Stepp Earp: il nuovo mito americano. Il libro, pubblicato nell’ottobre del 1931, divenne il più popolare nel suo genere, servendo in seguito come base per numerosi film e serie televisive.
Stuart Lake (a destra)
Stuart Lake, nelle sue memorie, asserì di aver esortato Wyatt Earp, appena prima della sua morte, a fornire in prima persona un reale resoconto della sua carriera e la rivista “Saturday Review” in seguito descrisse il libro come un raro contributo all’autentica storia del west. Non desideroso di essere da meno, il “New York Times”, due mesi più tardi, aggiunse che il libro apportava un notevole contributo alla storia della frontiera, in particolare a quella del sud-ovest. Non più tardi del 1961, uno scrittore ha definito il libro di Lake come la bibbia delle città del bestiame. Con simili elogi non c’è da meravigliarsi che per anni il libro fosse considerato l’indiscussa vera biografia del vecchio marshal. Più recentemente, in ogni modo, il libro è passato sotto gli occhi di storici più qualificati, certamente più cauti nei loro apprezzamenti. Costoro, notando il contrasto di alcuni particolari tra i primi appunti di Lake e la stesura definitiva del libro, sono stati concordi nel considerare il libro con maggior rigore. Il controllo rigoroso di vecchi documenti ha contribuito a rivisitare il testo ponendolo in una prospettiva diversa che ridimensiona in qualche modo la figura e il comportamento di Wyatt Earp negli anni turbolenti della frontiera.
Wyatt Earp in anni giovanili
Da sempre abbiamo considerato Wyatt Earp come uno degli eroi appartenenti al Pantheon delle figure mitiche del west, ma ora questa ricerca per opera di William B. Shillingberg, basata su indagini rigorose e documenti storici certi, c’impone di riconsiderare radicalmente la sua figura. Per quanto riguarda il suo mentore, Ned Buntline, leggiamo nel libro di Lake che lo scrittore arrivò a Dodge City nell’estate del 1876 stimolato dalla fama di Wyatt Earp diffusa oltre i confini del Kansas. Egli venne, si legge, a rendere omaggio a Wyatt e ad altri quattro suoi colleghi le cui gesta avevano fornito materiale allo scrittore per le sue storie sulla frontiera. Nato nello stato di New York il 21 marzo 1821, Edward Zane Carroll Judson, più noto con il nome di Ned Buntline, cominciò la sua carriera di scrittore assai presto dopo aver ricevuto nel 1838 la nomina a guardiamarina. Sebbene avesse solo 17 anni, Judson scrisse la sua prima novella per la prestigiosa rivista “The Knickerbocker“ di Lewis Gaylord Clark e negli anni successivi inviò un diluvio di storie a diversi altri editori. Fu editore egli stesso fondando il “Western Literaty Journal and Monthly Review”. Qualche tempo dopo, lasciato il giornale, Buntline ebbe dei guai con la legge. Nel marzo 1846, a Nashville, lo scrittore uccise tale Robert Porterfield, marito di una donna del posto. Inutilmente Ned manifestò la propria innocenza. “Non ci sono prove che io abbia mai toccato quella donna”, disse, ma al processo, il fratello di Porterfield, spalleggiato da alcuni amici, scaricò la pistola verso Buntline che a mala pena fuggì attraverso una finestra aperta del tribunale. Si lanciò per la strada cercando rifugio nel vecchio “City Hotel”, ma questo non gli impedì di prendersi un proiettile nel torace. Con la folla alle calcagna, Buntline saltò, senza riuscirci, dal tetto di una costruzione a quello di una casa vicina. Caduto nel vuoto, si procurò una menomazione che lo scrittore si portò dietro per tutta la vita. Quella notte una folla inferocita prese d’assalto la prigione e Buntline sarebbe stato appeso ad una corda senza il tempestivo aiuto di un amico. In seguito, comunque, Ned ebbe modo di discolparsi e poté tornare a New York dove continuò a scrivere le sue storie.
Ned Buntline (primo a sin.)
La fama di Buntline come scrittore di romanzi western resta principalmente legata alla figura di “Buffalo Bill Cody” le cui gesta romanzate Buntline raccontò in riviste popolari da pochi centesimi. Nel 1869 Buntline incontrò casualmente a Fort Mc Pherson nel Nebraska William Frederick Cody che a quel tempo era già un monumento nazionale. L’incontro ispirò a Buntline una storia dal titolo “Buffalo Bill, the king of the bordermen” che venne rappresentata a Chicago con successo il 16 dicembre 1872. Sebbene ora godesse di una certa notorietà, verso la fine di quel anno Buntline ricevette un mandato di arresto per vecchie storie inerenti ai disordini delle elezioni del 1852 nel Missouri.Non poche persone malignarono sul fatto che fu lo stesso scrittore a organizzare il tutto al fine di pubblicizzare le sue rappresentazioni teatrali. L’episodio in questione, unito alle mille situazioni scabrose nelle quali Buntline venne a trovarsi, rende ancor più difficile il suo accostamento a un uomo dello stampo di Wyatt Earp. Come è noto, Wyatt, lasciata Wichita, arrivò a Dodge City il 17 maggio 1876, chiamato dall’allora sindaco George Hoover. Le sole copie di giornali risalenti al1876 trovate negli schedari del “Kansas State Historical Society” sono quelli del “Dodge City Times” stampate il 14 ottobre e il 30 dicembre. In entrambi Wyatt Earp viene identificato come “Deputy Marshal” alle dipendenze di Larry E. Deger. Sebbene l’attività di Wyatt nel primo anno a Dodge non venisse menzionata, un articolo del “Times” del 7 luglio 1877 ci rende l’idea delle sue attività e della sua reputazione nell’estate precedente: “Wyatt Earp, ex Deputy della città di Wichita, entrato a far parte delle forze di polizia di Dodge City, è ancora in servizio nella nostra città. Il consiglio municipale si augura che possa rimanere ancora con noi. Egli riesce ad affrontare in modo incruento anche i soggetti più pericolosi, contribuendo a dare un’immagine positiva della città.”Stuart Lake, nel suo libro, cita l’episodio delle cinque “Buntline Special” a cavallo dell’estate del 1876, tra il mese di maggio e quello di settembre, mese in cui Wyatt lasciò Dodge per Deadwood, attirato dalla scoperta dell’oro nelle colline nere. Stuart Lake riporta la data del 19 settembre 1876 a indicare il giorno in cui Wyatt e il fratello Morgan lasciarono Dodge per raggiungere Deadwood.Lake, nel suo libro, asserisce che Ned Buntline, colpito dalla personalità e le gesta di alcuni tra i componenti le forze di polizia di Dodge, volle omaggiarli con un regalo speciale.


La copertina di uno dei racconti di Ned Buntline

Egli, dice Lake, spedì un ordine alla fabbrica di Samuel Colt per cinque “Peace Maker Single Action” dal calibro speciale e dalla canna lunga sino a 12 pollici. Ciascun revolver aveva in dotazione un particolare calcio di fucile in noce, smontabile, con l’attacco all’impugnatura della pistola sulla quale era riportato, inciso, il nome “Ned”. Ogni pistola era accompagnata da una fondina modellata appositamente sulla lunghezza della canna.Il romanziere regalò una “Buntline Special”, come egli chiamò le pistole, a Wyatt Earp, Charlie Bassett, Bat Masterson, Bill Tilghman e Neil Brown.Nel suo libro “Frontier Marshal”, Stuart Lake riporta una citazione diretta di Wyatt Earp a proposito della sua personale opinione dell’arma: “A Dodge girava una gran quantità di dicerie a proposito dell’estrazione di un’arma cosi insolita. Bat Masterson e Bill Tilghman tagliarono la canna della pistola sino a renderla alla lunghezza standard, mentre Charlie Bassett, Neil Brown ed io tenemmo le pistole cosi come ci vennero consegnate. Ho sempre considerato la Buntline Special come la favorita tra le pistole che ho avuto, ho potuto estrarla con la stessa rapidità con la quale estraevo una normale .45 e l’ho portata al mio fianco durante tutta la mia carriera nelle varie città del west. Con essa ho svolto la maggior parte del mio lavoro pur avendo al mio fianco sinistro una Peace Maker Single Action con la canna da 7-1/2 pollici.”
Al di là del fatto che Ned Buntline fosse solo un fanfarone o che possedesse solo una fervida immaginazione nello scrivere, bisogna riconoscere che senza di lui poche persone al di fuori di Dodge o di Wichita avrebbero potuto sapere qualcosa a proposito di Earp, Brown o Tilghman.


Una bella confezione con la Buntline Special

Charlie Bassett, per esempio, si conquistò una certa reputazione come sceriffo della contea di Ford, ma la probabilità che il suo nome potesse essere noto a est di Kansas City era assai scarsa.Bat Masterson aveva ottenuto una certa fama per essere stato assieme a Billy Dixon, uno dei cacciatori di bufali asserragliati ad Adobe Walls nel 1874 contro i Comanche di Quanah Parker, ma nessun giornalista da quattro soldi si era mai occupato di lui. Così, forse ad eccezione dello stesso Masterson, nessuno di quegli uomini poteva vantare qualcosa degna dell’attenzione di Ned Buntline. Comunque sia, Stuart Lake nel suo libro ha precisato che Wyatt Earp arrivò a Dodge nel 1876 chiamato da George Hoover perché “preceduto dalla reputazione di pistolero più veloce con la colt allora vivente”. La verità è che Wyatt nel maggio 1876 non aveva ancora “quella certa reputazione” e se consideriamo la maniera e le circostanze della sua rimozione dal corpo di polizia di Wichita, è lecito domandarsi il perché dell’attenzione di Ned Buntline. E’ probabile che l’immaginazione del romanziere sia rimasta colpita dall’episodio dell’arresto del famoso pistolero texano Ben Thompson da parte dello stesso Earp a Ellsworth nel 1873 (su questo episodio esiste nel sito un lavoro che ho scritto qualche tempo addietro e che rimando all’attenzione di chi è interessato). Ben Thompson in quel frangente, tentava di coprire la fuga del fratello Billy che aveva appena ucciso, totalmente ubriaco, lo sceriffo Chauncey B. Whitney, uno dei superstiti della famosa battaglia alla “Beecher Island” sostenuta contro i Cheyenne di Naso Aquilino.


Wyatt Earp in Alaska

Lo scrittore Gary Roberts avanza seri dubbi sulla vicenda, data l’assenza del nome di Earp nei documenti ufficiali della città di Ellsworth e asserisce che ancora oggi non è possibile fugare ogni possibile dubbio circa l’arresto di Ben Thompson da parte di Wyatt Earp. Sebbene Lake asserisse che Ned Buntline arrivò a Dodge per la faccenda delle cinque “Buntline Special”, non risulta che i cinque beneficiari fossero presenti allo stesso tempo nel corpo di polizia della città nel 1876. Non esistono infatti documenti che attestino la posizione di Neil Brown o di Bill Tilghman in tal senso. La moglie di Tilghman, per esempio, nella biografia del marito, dice che egli era il vice di Charlie Bassett nel 1874, ma questo non risulta dagli archivi della città. Più avanti, comunque, la donna scrive che Bill Tilghman e Neil Brown divennero assistenti del marshal Larry Deger nei primi mesi del 1878. Questa affermazione è falsa dato che in quel periodo, non Deger, ma Ed Masterson era il marshal di Dodge City e non ci sono documenti attestanti che Brown e Tilghman lavorassero col fratello di Bat Masterson. E’ anche interessante considerare che Zoe Tilghman, in un documento pubblicato nel 1926, appena due anni dopo la morte di Bill, non menziona il 1874 e il 1878 per quanto riguarda gli anni di servizio del marito a Dodge, mentre fa riferimento agli anni dopo il 1880 per le cariche inerenti alla città di Dodge e la contea di Ford.Bill Tilghman, per quanto possa sembrare strano, fu arrestato due volte nei primi mesi del 1878.
La prima volta in febbraio per l’assalto al treno di Kinsley e una seconda volta per una faccenda di cavalli rubati. In entrambi i casi, comunque, le accuse caddero nel vuoto. E’ significativo il fatto che nessuna nota di giornale menzionasse Bill Tilghman come uno dei membri della polizia di Dodge. Esistono invece documenti attestanti che Tilghman in quel periodo era solo socio di Henry Garis nel “Cristal Palace” di Dodge. Con molta probabilità Stuart Lake ha ignorato tali fatti e convenientemente ci ha presentato Tilghman come vice di Charlie Bassett nel periodo in cui Wyatt si trovò a Dodge. Finalmente, dopo essere stato il vice di Pat Sughrue, Bill Tilghman divenne marshal di Dodge nel 1884.


La Buntline Special di Wyatt Earp

Per quanto riguarda Bat Masterson, contrariamente alla asserzione di Wyatt Earp rilasciata nel 1896 che lo indicava come suo assistente a Dodge vent’anni prima, Masterson risultò inquadrato nella polizia di Dodge solo per un breve periodo. Nell’estate del 1876 Masterson era vice di Charlie Bassett non per la città, ma per la contea di Ford. Il marshal di Dodge Larry Deger, il 17 settembre 1877 lo inquadrò solo temporaneamente nelle forze di polizia della città, probabilmente dietro pressione del fratello Ed Masterson.Più tardi, il 14 gennaio 1878, Bat divenne sceriffo della contea dopo aver battuto lo stesso Deger con uno scarto di soli tre voti. Il 4 novembre 1879 Jim Masterson e Neil Brown furono nominati marshal e vice marshal di Dodge in sostituzione di Charlie Bassett e Wyatt Earp. Wyatt, come è noto, quel anno partì per Tombstone assieme a Doc Holliday. Per Neil Brown era la prima volta e di sicuro nel 1876 non figurava tra le forze di polizia di Dodge. La risposta al perché Ned Buntline abbia pensato di donare cinque “Buntline” ai suddetti personaggi non possiamo trovarla nella riesamina dei fatti. Deve essere ricordato che con tutta probabilità solo tre degli uomini sopra menzionati, Wyatt Earp, Charlie Bassett e Bat Masterson avevano una qualche posizione tra le forze di polizia a Dodge nell’estate del 1876.


Charlie Bassett è il primo a sinistra, seduto, nella famoso fotografia che ritrae la Commissione di Pace di Dodge City

Stuart Lake, comunque, ha insistito nel dire che tutti e cinque i personaggi menzionati erano inquadrati nella polizia di Dodge anche se poi dimentica di dirci dove e come Buntline abbia raccolto le storie per le quali pensò di donare a ciascuno di essi quello speciale revolver. E’ assai probabile invece che Buntline se mai andò a Dodge, ci andò solo per un proprio tornaconto e non per omaggiare nessuno. Il popolare scrittore Harry Sinclair Drago (1888-1979) afferma che Buntline, arrivato a Dodge per la consegna dei revolver, organizzò per l’occasione una cerimonia alla presenza di alcune personalità tra le quali William Petillon del “Ford County Globe”. Non esiste nessun documento negli archivi di Dodge che attesti Petillon come dipendente del suddetto giornale, che peraltro iniziò le pubblicazioni non prima del gennaio 1878. Per inciso William Petillon è quella persona che appare in alto a destra in una variante della famosa fotografia presa a Dodge City nel 1883 nota come “Commissione di pace di Dodge City”.
Harry Drago si spinge oltre quando afferma che durante la suddetta cerimonia furono prese delle fotografie utilizzate da molti giornali dell’est per i loro racconti sulla vita della frontiera. La cosa potrebbe essere plausibile non fosse per il fatto che nel 1876 non esistevano ancora tecniche in grado di riprodurre fotografie per i giornali. Contestato, Harry Drago ha rifiutato di rivelare la fonte delle sue affermazioni e, anzi, affermava di non ricordare nessuna fotografia o articoli di giornali inerenti a una fantomatica cerimonia avvenuta a Dodge City nell’estate del 1876. E’ provato che Ned Buntline trascorse il periodo tra la seconda parte dell’anno del 1876 e il 1877 ad est del Mississipi, quindi fuori dal Kansas. Egli passò il tempo per tribunali, trascinato dalla sua ex moglie Lovanche L. Judson, quindi visitò la “Philadelphia Centennial Exposition” dopo di che nel settembre del ’76 fece ritorno a casa.
Il 16 gennaio 1877, causa la rottura di due costole, rimase bloccato in casa, assistito dall’ultima moglie Anne Fuller che era in attesa di un figlio per la primavera di quell’anno. In nessun periodo quindi, tra il 1876 e il 1877, Buntline soggiornò a Dodge City. Quasi tutti i saggi scritti a proposito dei famosi revolver sono stati influenzati dal libro di Stuart Lake, “Frontier Marshal” e questo vale anche per il volume di Haven e Belden, “A history of the Colt revolver”. Addirittura alcuni scrittori hanno aggiunto variazioni di proprio pugno a ciò che aveva scritto Stuart Lake. Per esempio un articolo riportava che Bat Masterson aveva usato la sua “Buntline Special” mentre si trovava a Dodge City, ma il suo autore dimenticava di identificare la fonte bibliografica. A detta di Lake, una volta ricevuto il revolver, Masterson avrebbe ridotto la canna portandola alla lunghezza standard di 4-3/4 pollici. E’ un fatto che Bat Masterson preferisse le misure standard piuttosto che quelle fuori misura di una “Buntline Special”.


Bat Masterson

Infatti tra l’ottobre del 1879 e il 1885 egli ordinò almeno otto “Peace Maker Single Action” direttamente alla fabbrica Colt. Alcune le tenne per il suo uso personale, mentre altre le destinò ad amici sotto forma di regali. Il primo di quei revolver, marcato con le iniziali “W. B. Masterson”, aveva la canna da 7-1/2 pollici. Dei rimanenti revolver, due avevano la canna da 5-1/2 pollici, mentre gli altri avevano la lunghezza standard di 4-3/4 pollici.Alla fine di luglio del 1885, Masterson ordinò ancora due revolver con la preghiera che la lunghezza della canna fosse pari a quella dell’espulsore dei proiettili, quindi la classica misura da 4-3/4 pollici. Entrambe le pistole erano placcate in nichel e una di quelle fa ora parte della collezione di Mr. Richard P. Mellon.
Tra le tante storie che sono state scritte a riguardo di Ned Buntline, una racconta di un improbabile incontro tra lo stesso scrittore e Buffalo Bill in un punto non ben identificato del fiume Platte. Buntline avrebbe dato in quella occasione una di quelle particolari pistole anche al famoso scout. La cosa sembra assai dubbia visto che Frederick Cody, dopo il disastro di Custer nel giugno del 1876, passò molto del suo tempo al seguito dell’allora colonnello Nelson A. Miles.


Una Buntline Special con la sua fondina

Durante quella campagna, il 7 luglio 1876, Cody uccise in duello “Yellow Hand”, uno dei capi di guerra Cheyenne. Per di più, da quando il famoso scout e lo scrittore avevano litigato per la divisione dei proventi dello spettacolo “The scout of the prairie”, essi non erano più in buoni rapporti. Quindi sembra molto improbabile che lo scrittore si prendesse la briga di donare uno dei suoi revolver a William Cody. Qualche altro autore ha ipotizzato che anche James Butler Hickok (Wild Bill) ricevesse in chissà quale occasione il dono del famoso revolver. E’ risaputo, però, che Wild Bill preferisse revolver a percussione di calibro più piccolo come ad esempio la “Colt Navy 1851 calibro .36”, la stessa con la quale uccise Dave Tutt a Springfield nel 1865. Il più noto biografo di Hickok, Joseph G. Rosa, asserisce che la probabilità secondo la quale il famoso pistolero possa aver usato una “Peace Maker”, è assai scarsa. Tra l’altro è noto che Wild Bill e Buntline non fossero cosi buoni amici. Il famoso pistolero non perdonò mai lo scrittore per averlo fatto morire in una scena della storia di Buffalo Bill.In definitiva quindi, i fatti relativi ai racconti su Bat Masterson, William Cody o Wild Bill non sono altro che il frutto di scrittori dalla fervida immaginazione. John E. Parson, l’autore del libro “The Peace Maker and its rivals” del 1950, afferma che negli archivi della Colt Company non si trova traccia dell’ordine di Buntline per i cinque revolver.E’ stato ritrovato invece un ordine riferito a quattro revolver calibro .45 con canna lunga 16 pollici spediti nel dicembre 1877 alla B. Kittredge & Company di Cincinnati. Qualcuno ha suggerito che i revolver in questione potessero essere quelli di Dodge City, ma se questo fosse vero, i revolver (ora non più cinque, ma quattro), non potevano essere a Dodge nell’estate del 1876.


Ned Buntline, Bufalo Bill Cody, Giuseppina Morlacchi e Texas Jack Omohundro

Oltretutto, nell’inverno tra il 1877 e il 1878, Buntline, a causa della gotta, si trasferì nel profondo sud in cerca di un clima migliore. Egli tornò a New York solo in aprile passando l’intera estate del 1878 nella sua casa a Stamford.
Il 20 maggio 1878, la Colt Company ricevette un ordine di una ”Peace Maker Single Action” con canna da 10 pollici da parte di un certo C. G. Wingard, il quale soddisfatto dell’arma, replicò con un secondo ordine il 4 di ottobre. Quei due revolver e i quattro della ditta B. Kittredge & Company sono le uniche pistole di quel tipo spedite dalla Colt prima del 1880 e quindi l’eccentrico Mr. Buntline non può aver consegnato ai cinque lawmen del Kansas, per evidenti ragioni, le pistole da lui chiamate “Buntline Special.”
I fatti sin qui esposti sembrano quindi confutare la presenza dello scrittore a Dodge City nell’estate del 1876. Per fortuna, prima della sua morte avvenuta il 13 gennaio 1929, Wyatt Earp lasciò a John H. Flood Jr., suo personale assistente, tutto il materiale di sua proprietà, incluso un certo numero di pistole. Wyatt era un tipo piuttosto metodico ed era solito conservare lettere, mappe, ricevute e persino matrici di scontrini. Dopo la sua morte, a Los Angeles, Flood conservò scrupolosamente le migliaia di oggetti che il vecchio marshal aveva raccolto negli anni.L’intera collezione, comprese le pistole, è ora proprietà di John D. Gilchriese.Tra le armi non vi è traccia di nessuna “Buntline Special”, sebbene nel libro di Stuart Lake leggiamo che Wyatt riferì che “quella era la favorita tra tutte le altre pistole”. Lo scrittore Raymond Thorp, che ha conosciuto Earp, ha affermato di aver visto Wyatt nell’autunno del 1919 portare una “Colt Single Action” da 5-1/2 pollici e di averlo sentito dire che non amava revolver dalla canna più lunga di quella misura e che anche un pollice o due facevano la differenza quando si trattava di estrarre una pistola.Wyatt Earp, nel corso della sua carriera raramente ricorse alla pistola, almeno sino allo scontro coi Clanton e i Mc Lowery a Tombstone. Egli tendeva ad usarla piuttosto come oggetto da percuotere sulla testa dei texani più turbolenti che facevano il bello e cattivo tempo a Dodge City.
Solo un paio di volte a Dodge, a detta di Stuart Lake, Wyatt dovette usare la sua “Buntline”. La prima si riferisce al celebre scontro col famoso pistolero Clay Allison, una storia che lo scrittore, al di là di ragionevoli dubbi, ci vuole propinare come vera e che invece vera non è. A Dodge, in quel anno del 1878, non si verificò nessuno scontro tra Allison e Wyatt Earp secondo la testimonianza rilasciata da un altro gigante della frontiera, Charles A. Siringo, che quel giorno era presente in città.


Wyatt Earp

L’unico uomo, forse, ucciso da Wyatt a Dodge, è stato George Hoyt, uno dei tanti texani che scorazzavano ubriachi per le vie della città. Quel mattino del 26 luglio 1878 un gruppo di texani stava lasciando Dodge e alcuni pensarono di fare il tiro a segno verso il teatro dove si trovava proprio Wyatt Earp. Ai colpi dei texani risposero, nella confusione del momento, Wyatt, Jim Masterson e alcuni cittadini. Nel gruppo dei cowboys, che aveva già attraversato il fiume Arkansas, Gorge Hoyt cadde da cavallo, colpito a morte.In un articolo del 1896, Wyatt affermò di essere stato lui a uccidere il texano, ma non ci sono prove certe dal momento che furono molte le persone a sparare nel gruppo dei cowboys. Bat Masterson, che era presente al fatto, nelle sue memorie non cita nessuna “Buntline Special” quale arma usata da Wyatt Earp.
Il secondo fatto in cui Wyatt, a detta di Lake, avrebbe usato la famosa pistola è quello riguardante l’arresto di Tobe Driskill e Ed Morrison, due capi mandriani texani, il 24 settembre 1878. Secondo il racconto di Lake, costoro, assieme a una trentina di altri cowboys, avrebbero sorpreso e di conseguenza ucciso Wyatt se non ci fosse stato il provvidenziale aiuto di Doc Holliday.
La storia, almeno per come è stata riportata da Lake, è improbabile dal momento che non c’è nessuna traccia negli archivi della polizia di Dodge, come pure non ci sono citazioni sulle pagine dei giornali di quel anno.Per quanto riguarda Tombstone, tre sono gli episodi in cui Wyatt, a detta di Lake, si trovò coinvolto nell’uso della sua “Buntline Special”. Nel primo Wyatt usò il revolver come un martello sulla testa di Curly Bill Brocius in seguito all’uccisione del marshal Fred White e nel secondo lo usò sulla testa di Tom Mc Lowery che lo aveva apostrofato in malo modo mentre usciva da un saloon.
Il terzo episodio, ormai entrato nella leggenda, è quello riguardante lo scontro all’OK Corral in cui i fratelli Earp, assieme a Doc Holliday, affrontarono il clan dei Clanton-Mc Lowery il 26 ottobre 1881. Nella sparatoria, che durò lo spazio di trenta secondi, trovarono la morte Billy Clanton e i due fratelli Tom e Frank Mc Lowery.


Doc Holliday

Doc Holliday riportò una ferita superficiale, Virgil Earp venne ferito ad un polpaccio, mentre Morgan Earp venne ferito seriamente da Billy Clanton. Il solo Wyatt uscì indenne dallo scontro a parte Ike Clanton che, pietrificato dalla paura, cercò scampo in una casa da ballo in Allen Street.Per William B. Shillingberg, l’autore della presente ricerca, è importante il modo in cui Lake descrive l’uso della “Buntline Special”: “I primi ad aprire il fuoco furono Frank Mc Lowery e Billy Clanton che spararono simultaneamente su Wyatt Earp. I loro colpi lacerarono il pastrano di Wyatt, ma prima che essi potessero sparare una seconda volta, Wyatt fece fuoco con la sua Buntline e i proiettili raggiunsero l’addome di Frank, proprio sotto la cintura”. A detta dello stesso Wyatt, egli portava la “Buntline” in una tasca del suo pastrano. Quando, anni dopo, Wyatt raccontò a Stuart Lake la dinamica dei fatti, ricordò che: “Mentre ci stavamo avvicinando al Corral, vidi lo sceriffo Johnny Behan correre verso di noi e implorare Virgil a non andare oltre poiché altrimenti saremmo stati uccisi. Virgil replicò secco che stavamo andando a disarmarli. Quando fummo più vicini, Behan urlò che li aveva già disarmati lui. A quelle parole presi la mia pistola che avevo sotto la mia giacca e la misi nella tasca del mio pastrano”. Wyatt aveva fatto bene quella mattina a indossare un pastrano. Nei suoi ricordi, l’editore dell’Epitaph, John P. Clum, descrisse quel giorno come luminoso e dall’aria pungente. Qualcun altro ricordò che nelle prime ore del pomeriggio stava cominciando a nevicare. Il giornale di George W. Parson annotò neve, giornata ventosa e temperatura estremamente rigida il mattino seguente del 27 ottobre 1881. E’ quindi probabile che Wyatt, la mattina prima del combattimento, portasse un pastrano con una speciale tasca per portare il suo revolver. Chiunque portasse una “Colt Single Action” con la canna da 7-1/2 pollici del tipo quelle regolamentari da cavalleria, avrebbe dovuto avere sicuramente una tasca particolare per contenere l’arma in questione. Se già era difficile portare in una tasca interna una pistola di quella lunghezza, la cosa diventava pressoché impossibile con un’arma con la canna da 12 pollici o 16. Ma questo non è importante visto che Wyatt Earp usò quella mattina del 26 ottobre 1881 una Smith & Wesson 8 pollici calibro .44, la stessa pistola che ora si trova nella collezione di John D. Gilchriese e che a suo tempo fu donata a Wyatt Earp dall’editore ed amico John P. Clum. A differenza di Stuart Lake, Wyatt Earp non ha menzionato mai in nessun momento una “Colt Buntline Special”, anche se Lake insiste nel proporci Wyatt con la “Buntline” al fianco negli avvenimenti successivi alla morte del fratello Morgan.Dopo aver accoppato Frank Stilwell alla stazione di Tucson, per esempio, Wyatt, assieme a Doc Holliday, Turkey Creek Johnson,Texas Jack Vermillion e Sherman Mc Masters si mise sulle tracce di Fiorentino Cruz, noto col nome di Indian Charlie.Wyatt, a detta di Lake, volle dare una chance al mezzosangue contando in spagnolo sino a tre prima di estrarre. La “Buntline Special”, dice Lake, ruggì tre volte di seguito prima che Indian Charlie potesse toccare la sua pistola.
A destra, Virgil Earp
Dagli incartamenti del tribunale della contea inerenti al caso Fiorentino, appare verosimile che la versione di Lake sia ancora una volta un esempio di giornalismo melodrammatico piuttosto che un fatto storico accurato. Nella realtà Wyatt non contò mai sino a tre in spagnolo e neppure in nessuna altra lingua prima di sparare a Fiorentino Cruz. Con Curly Bill Brocious, Wyatt usò un fucile a canne mozze, senza dimenticarsi di ferire un paio di altri fuorilegge sempre con la “Buntline”.
Il 22 maggio 1882, il “Denver Republican” pubblicò una estesa intervista con Doc Holliday, allora detenuto in attesa di una probabile estradizione in Arizona per gli omicidi sopra riportati. In quella intervista Doc affermò che Wyatt uccise Curly Bill con una doppietta, ma non parlò mai di un revolver simile alla “Buntline Special”. Diversamente da Holliday, Wyatt non passò neanche un giorno in galera e spese il suo tempo giocando in diverse città del Colorado. Il governatore di quello stato, Frederick W. Pitkin alla fine rifiutò l’estradizione dei due, perché a detta di Lake, temeva per la sicurezza delle loro vite.
Il 31 maggio 1883 Wyatt tornò per l’ultima volta a Dodge City, sollecitato dall’amico Luke Short che era stato bandito dalla città per una faccenda legata alla concorrenza del suo saloon con quello del sindaco Alonzo B. Webster. In aiuto di Short vennero dalle diverse città del west anche Bat Masterson, Charlie Bassett, Frank Mc Laine, Neil Brown e alcuni altri pistoleri che formarono quella che venne definita “La Commissione di pace di Dodge City”. La foto, presa presso lo studio Conkling, include tutte le persone che, a detta di Lake, ricevettero in dono il famoso revolver da Ned Buntline. L’unica eccezione riguarda Bill Tilghman che non compare nella foto. Nessuna delle persone ritratte fa mostra di pistole o fucili. Stuart Lake menziona nel suo libro per l’ultima volta la “Buntline” a proposito dell’incontro di pugilato tra Tom Sharkey e Bob Fitzsimmons per la corona dei massimi tenutosi a S. Francisco il 2 dicembre 1896. Il “National Athletic Club”, promotore dell’incontro, nominò arbitro Wyatt Earp, che accettò solo se non si fosse trovata nessun altra persona. L’incontro terminò con la vittoria di Sharkey, che peraltro era finito al tappeto. Bob Fitzsimmons aveva sferrato, secondo Wyatt, un colpo irregolare per il quale era stato squalificato.La folla rumoreggiò all’indirizzo di Wyatt e il caso finì in tribunale. A sentire Lake, Wyatt gli avrebbe detto di non ricordare nulla di come era vestito quel giorno, ma che ricordava di avere al fianco la sua “Buntline Special” che consegnò al capitano Wittman seduto a bordo ring.A proposito dell’aspetto della pistola, un giornale dell’epoca riportava che l’arma di Mr. Earp era del tipo noto come “Frontier Colt”. Il revolver è una .45 a singola azione da 7-1/2 pollici.


Bill Tilghman

L’articolo del giornale quindi non citava il revolver come un’arma particolare dalla canna lunga sino a12 pollici, ma terminava con le parole che era possibile a una certa distanza confondere una Colt dalla lunghezza della canna di 7-1/2 pollici con una di 12 pollici. A causa di quel arma portata sul ring, Wyatt venne arrestato e condannato al pagamento di 50 dollari oppure a 21 giorni di reclusione.Tra le pistole di Wyatt che ora si trovano nella collezione di John D. Gilchriese non c’è traccia della “Buntline”. Molte sono le ipotesi a riguardo della scomparsa dell’arma, ammesso che sia mai esistita e secondo una di queste strane storie pubblicata nel 1955, Wyatt “avrebbe prestato” il revolver ad un suo conoscente. Costui, in viaggio per via mare dall’Alaska verso gli Stati Uniti, a causa della situazione precaria del mare, avrebbe gettato il revolver e ogni altro oggetto nel fondo dell’oceano pacifico nel tentativo di alleggerire la barca.Un’altra storia riguarda lo scrittore Lea Mc Carty che cita la testimonianza di un certo Arthur M. King. Costui affermava di aver conosciuto Wyatt Earp e diceva di non averlo mai visto con una pistola addosso. Egli, disse, usava tenerla all’interno della sua vecchia macchina col proposito di usarla sulla testa di qualche zoticone in cerca di guai. “Sto naturalmente parlando della Buntline che, come sapete, è stata regalata anche a Bat Masterson. Wyatt la portava nella macchina tutte le volte che ho potuto viaggiare con lui negli anni tra il 1910 e il 1912”. Peccato che qualche tempo dopo lo scrittore ricusasse tutta la storia affermando di essersi sbagliato nello scrivere che Arthur King aveva visto Earp con la “Buntline”. Mc Carty concludeva dicendo che Wyatt non aveva mai avuto una pistola del genere.Se leggiamo attentamente il libro “Frontier Marshal”, troviamo scritto che Stuart Lake invitò il vecchio Wyatt a raccontare in prima persona le vicende della sua carriera. I due, tra il 1927 e il 1928 si scrissero un certo numero di lettere e un attento esame di quegli scritti rivela una sostanziale differenza di stile tra i due, come naturalmente doveva essere, visto che Wyatt non era certo uno scrittore e Lake invece lo era di sicuro. Tra le pagine del libro invece non si nota quella sostanziale differenza tra le citazioni di Wyatt e la narrativa di Lake. Ciò suggerirebbe che non sia stato Wyatt a “raccontare in prima persona le sue vicende”, ma sia stato lo stesso Lake a mettere le parole in bocca al vecchio marshal.Nel 1946 lo scrittore ammise di essere stato lui e soltanto lui il responsabile delle citazioni di Wyatt nel libro e aggiunse che Wyatt non gli dettò mai una parola e che non vide mai ciò che lui stava scrivendo. Lake in tal modo negò l’autenticità dichiarata del proprio libro ed ammise l’esclusiva responsabilità per il contenuto totalmente immaginario e romantico. Wyatt Earp volle comunque leggere, se non il libro, visto che venne stampato due anni dopo la sua morte, almeno il manoscritto. Quando Lake gli fece sapere che stava sul punto di spedire al proprio agente a New York una parte del manoscritto, Wyatt mise subito il veto dicendo che sarebbe stato scorretto prima che lui lo avesse letto. Tre giorni dopo aver scritto quelle parole, Wyatt Earp morì senza aver mai letto una pagina del manoscritto di Lake. Lo scrittore confessò che non aveva inserito nessuna citazione diretta di Wyatt visto il suo parlare “inarticolato”. In tal modo Lake sconfessò ancora una volta l’autenticità delle citazioni di Wyatt nel suo libro anche se paradossalmente scrisse allo romanziere di storie western, Eugene M. Rhodes, che “la mia è una storia vera ed ogni parola è documentata”. Certamente una strana millanteria visto che più tardi ammise di aver inventato buona parte del libro. Quindi, in definitiva, non a Wyatt Earp, bensì a Stuart Lake bisogna addossare la responsabilità per il contenuto del libro in termini di stile e mancanza di fedeltà. Per quanto riguarda la “Buntline Special”, Wyatt non confermò mai a nessuno la storia dell’arma, compreso il famoso attore del cinema muto William S. Hart che più di una volta gli chiese informazioni sul tipo di armi che aveva usato ai tempi della frontiera. La stessa Kate Fisher, la donna di Doc Holliday, negò di aver mai visto Wyatt con quel tipo di arma.Nel 1907 Bat Masterson scrisse una serie di racconti per la rivista “Human Life” di Alfred H. Lewis dal titolo “Famous gunfighter of the western frontier”.


Un anziano Wyatt Earp

Tra i nomi citati egli incluse Wyatt Earp e Bill Tilghman, due tra quelli che avevano ricevuto, a detta di Lake, il famoso revolver. In nessuno dei due racconti Masterson menziona la “Buntline Special”. Non lo fece neppure Thomas Masterson, il più giovane dei fratelli di Bat il quale asserì nel 1938 che la maggior parte della storia su Earp era falsa. Inoltre la moglie di Bill Tilghman, in modo significativo, dimentica di menzionare la “Buntline” nella lunga biografia del marito. Ma allora, visto che la storia sulla faccenda della “Buntline Special” è un falso accertato, perché uno scrittore come Stuat Lake avrebbe dovuto inventarla? Le risposte possono essere molteplici e forse una potrebbe essere quella secondo la quale l’accostamento di quel tipo di arma a un uomo come Earp, lo avrebbe reso simile a un semidio, un individuo fuori dal comune, un marshal unico nella storia del west. Esattamente quello che voleva Lake, costruire cioè il nuovo mito da presentare agli americani su un piatto d’argento.Bat Masterson e Bill Tilghman, a detta di Lake, tagliarono la canna delle loro “Buntline”, ma Wyatt, no, doveva diventare famoso per l’uso dell’arma cosi come era.A cavallo degli anni in cui Lake stava scrivendo il suo libro, Wild Bill Hickok era ancora il più popolare eroe dei tempi della frontiera. Sembra che il marshal di Abilene avesse ricevuto in dono due magnifiche “Colt Navy” placcate d’argento e con le impugnature d’avorio. Perché non Wyatt Earp?, pensò probabilmente Stuart Lake. Se Hickok aveva ricevuto due pistole speciali, anche Earp doveva avere la sua pistola speciale, deve essersi detto lo scrittore. Probabilmente queste due ipotesi giustificano la nascita di una leggenda ormai consolidata. In realtà la “Buntline Special” è solo un mito partorito dalla fervida immaginazione di uno scrittore sin troppo benevolo. Un autore, nelle proprie ricerche, dovrebbe invece accertare tutte le testimonianze e i documenti in modo obiettivo, che resta il solo metodo valido di approccio alle questioni storiche. Rendere giustizia alla figura di Wyatt Earp, significa collocarlo nella giusta prospettiva delle condizioni esistenti ai tempi della frontiera. Nel corso degli anni Wyatt Earp, grazie soprattutto al libro di Lake, è diventato una delle più grandi leggende americane. La “Buntline Special” è diventata anch’essa parte integrante di quel mito, un bizzarro miscuglio di verità, finzione e speculazione. Un travisamento di fatti frutto di una deliberata falsificazione della realtà. Cosi di costui ci rimane una immagine confusa figlia di una distorta fantasia.Quando la figura di Wyatt Earp sarà focalizzata entro contorni più precisi, allora molti comprenderanno che la verità è molto più intrigante della finzione.