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The Hunter

A cura di Gian Mario Mollar

Cari amici della Frontiera, è sempre un piacere annunciare una novità western e lo è ancor di più quando si tratta di western Made in Italy. Vorremmo che accadesse più spesso. In questo caso abbiamo quattro caballeros che hanno addirittura attraversato la Manica, per pubblicare una storia breve a fumetti, dal titolo “The Hunter”, sulla prestigiosa rivista online “Aces Weekly”, curata da David Lloyd (se vi suona un campanello, è perché si tratta dell’illustratore di “V per Vendetta”, uno dei tanti capolavori di Alan Moore). Il manipolo di pistoleri è così composto: Marcello Bondi, giovanissimo sceneggiatore che ha già collaborato con testate come Tex e Diabolik, ha partorito il soggetto, Petri Hanninen, che invece è finlandese, ha curato la storia e il testo, il disegnatore genovese Niccolò Pizzorno l’ha tradotta in immagini e infine Glauco Piccione ha curato il lettering.
Ora che abbiamo fatto le presentazioni, vediamo di che cosa si tratta. The Hunter è una storia breve, venti pagine e un pugno di tavole, eppure vi assicuro che lascia il segno, un po’ come uno shot di acqua di fuoco. Comincia con un uomo in nero che rovina una festa di matrimonio. L’uomo si chiama Saul Lindorn ed è un bounty hunter, un cacciatore di taglie, ma questa volta uccide l’uomo sbagliato, inimicandosi così lo sceriffo della città… Non posso raccontarvi di più, ma quello che colpisce della storia è la sua circolarità e il modo accurato in cui vengono preparati i colpi di scena, indici entrambi di una sceneggiatura efficace. Le tavole di Pizzorno, poi, mi hanno entusiasmato. Questo disegnatore, che illustra copertine per diverse case editrici, ha uno stile molto particolare, che definirei espressionista, fatto di linee brusche e colori vividi che invadono la pagina. I tratti del suo cacciatore mi hanno fatto tornare in mente le linee scalene e violente di Frank Miller, ma i colori, che hanno un qualcosa di Pratt, aggiungono un tocco di poesia. L’arancione del tramonto si mescola con il vermiglio del sangue e c’è dinamismo in ogni pagina, oltre a una gradevole miscela cromatica che appaga l’occhio. Se amate il West, non c’è dubbio che tra queste pagine vi sentirete a casa.


Una bella immagine del fumetto

Come si fa per leggere questa meraviglia? Bisogna iscriversi alla rivista online Aces Weekly. La trovate a questo link: https://www.acesweekly.co.uk/ Al prezzo di poco più di un caffè a settimana potrete avere accesso a questa e tante altre storie dei generi più disparati. Si tratta di file digitali, quindi bisogna abituarsi a questo nuovo tipo di fruizione che lascia un po’ l’amaro in bocca agli amanti della carta stampata e del profumo di colla, ma vale comunque la pena di provare! Il testo è in inglese, ma ci auguriamo che venga presto tradotto e reso fruibile anche agli appassionati italiani.

Prima di cavalcare verso il tramonto, qualche domanda agli autori.

DOMANDA: Marcello Bondi, da dove ti è venuta l’idea per scrivere questa sceneggiatura? C’è qualche film o libro che ti ha ispirato in modo particolare?
RISPOSTA: Dobbiamo andare un po’ indietro nel tempo. Questa storia risale al 2017. All’epoca, scrivevo molte storie brevi. Durante il processo creativo per trovare le idee e costruire le varie trame, capitava (e capita ancora oggi) spesso di buttare giù varie idee, che poi si mescolavano a mano a mano che le sviluppavo. Anche questa volta è andata così. Chiaramente mi sono ispirato alle conoscenze del western che posso avere dai film o dai fumetti, ma non c’è stato un elemento in particolare che mi ha fatto scattare la scintilla, semplicemente ho mescolato i pezzi del puzzle. Se devo dirla tutta, infatti, non considero questa storia niente di speciale. È una delle tante storie che ho scritto per divertimento, ma non è una di quelle storie a cui sono affezionato per motivi particolari. Solo adesso, dopo averla vista disegnata, mi è entrata nel cuore grazie al lavoro di Niccolò. Se c’è qualcosa di speciale legato a questa storia, è solo la sua lavorazione, che va al di là del fatto che io ci abbia lavorato con uno scrittore finlandese. La cosa davvero strana è che per vedere la luce questa storia ha aspettato 4 anni. Questo lasso di tempo potrebbe essere considerato normale per un fumetto lungo circa 60-80 o 100 pagine e più, ma non per 21 pagine. Fino a qualche mese fa, prima che Niccolò iniziasse a lavorarci, la vedevo semplicemente come una storia problematica. Io e Petri abbiamo aspettato per anni che il primo disegnatore (trovato proprio da Petri) finisse il lavoro. Purtroppo, ogni volta si rimandava a causa di impegni del disegnatore, finché io non mi sono stancato, ho proposto la cosa a Niccolò (che ho conosciuto perché ha disegnato la copertina del romanzo “La Ballata Di Colton Red”, che ho scritto a quattro mani con Gian Mario Mollar) di prendere in mano la storia. Niccolò ha accettato con entusiasmo e ho capito che finalmente la storia avrebbe visto la luce. È stato davvero come togliersi un sassolino dalla scarpa.

DOMANDA: Petri Hanninen, che cosa ti è piaciuto in questa storia? Qual è il fascino del western secondo te?
RISPOSTA: Non avevo mai scritto western, ma amo i vecchi film western, italiani e americani, e volevo scrivere una storia mia. Così ho chiesto idee a Marcello, e come mi aspettavo, ne aveva molte. Ho preso una delle sue idee, l’ho trasformata in una narrazione più complessa e ho aggiunto del simbolismo.
La nascita di questa storia è stata molto difficile. Il primo artista che ho trovato ha abbandonato il progetto ancora prima di iniziare. L’altro artista che ho trovato ha completato 14 pagine, ne mancavano solo 7 quando ha deciso di mollare. Ero completamente esausta e avevo perso la speranza, poi grazie a Marcello abbiamo trovato Niccoló.
L’arte di Niccolò mi è piaciuta immediatamente. La sua visione è molto americana, e delimita i pannelli molto rigorosamente come nei film. La visione di Niccolò è molto in linea con la mia.

DOMANDA: Niccolò Pizzorno, perché ti piace disegnare western? Quali sono le difficoltà e le opportunità che hai trovato nel trasformare questa bella storia in immagini?
RISPOSTA: Il western ha accompagnato i miei primi approcci al mondo della narrazione per immagini. Alla scuola del fumetto di Chiavari abbiamo iniziato sviscerando l’argomento, che all’epoca mi era ancora poco noto. Devo ringraziare il mio maestro di allora, Enrico Bertozzi, se sono riuscito a realizzare questa storia. È stata per me una grande opportunità per mettermi alla prova, con un genere che inizialmente mi dava non pochi grattacapi.
In seguito, però, ho cominciato ad appassionarmi e raccogliere materiale, sia immagini che testi, che ho usato per creare l’immaginario di questa storia. Su Aces Weekly di disegna in orizzontale: ciò mi ha permesso di sfruttare al massimo la spazialità tipica del western, accentuandola e inquadrando alcune scene con il grandangolo. Ho voluto così omaggiare il grande cinema che mi ha accompagnato durante la realizzazione.

DOMANDA: Glauco Piccione, tu ti sei occupato del lettering, una parte del fumetto di cui solitamente si parla poco, ma che invece è fondamentale. Come hai fatto a dare “voce” a questa storia?
RISPOSTA: Il disegno realizzato da Niccolò per The hunter è di stampo espressionistico. Descrive una frontiera interiore, in cui, al di sopra delle vicende dei singoli personaggi, forze più grandi determinano i sentimenti e le emozioni umane, permettendo l’avvento della storia individuale e collettiva. Il tratto nervoso e discontinuo di Niccolò descrive questi stati d’animo feroci, istintivi, non mediati dalla ragione. Il lettering, allo stesso modo, doveva essere realizzato per sottolineare la specificità del tratto. Ho quindi deciso di realizzare dei baloons dai perimetri irregolari, imperfetti, a sottolineare la caducità della condizione umana e il regno delle pulsioni e della frontiera descritto dai disegni di Niccolò. Nonostante questo, i baloons hanno obbedito ad una logica molto rigorosa, in cui ogni elemento trova la sua più intima collocazione nel caos ordinato del montaggio e della narrazione”.