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Il bandito “Brazen Bill” Brazelton

A cura di Sergio Mura

Ai tempi del vecchio west le rapine alle diligenze erano una merce preziosa per i giornalisti. Eventi del genere gli consentivano di riempire per giorni e giorni le pagine dei loro giornali con resoconti che erano spesso folcloristici e a volte semplicemente inattendibili. D’altro canto questo tipo di divulgazione era esattamente quel che chiedeva certa gente, affascinata solo dalle cose esagerate.
Un fondo di verità c’era ed era la notizia, ossia la rapina alla diligenza di turno. Le diligenze erano un bersaglio ideale per i banditi che infestavano certe zone del far-west.
Per lunghi anni, intorno alla metà degli anni ’60 e in attesa di spostare l’attenzione sui treni, gli “out-law” bersagliarono ogni diligenza che sospettavano essere carica di denaro o ricchezze provenienti dalle zone minerarie.
In genere l’assalto avveniva in zone isolate da cui era facile fuggire con una buona possibilità di farla franca e dov’era desolazione e silenzio era più facile che rimbombasse il ben noto urlo “Butta giù la cassetta!” con cui il capo dei banditi intimava la consegna del denaro a chi stava a cassetta sulla diligenza.
Il 27 settembre 1877 (era un giovedì) una diligenza partiva da Prescott intorno alle 6 del mattino; appena dodici ore dopo un bandito solitario era in azione per bloccarla ad 8 miglia da Antelope Station, nel punto in cui la strada abbandona la mesa. “Tieni le mani bene in alto – intimò il bandito al postiglione – e non fare movimenti bruschi!” Così, come nella migliore delle tradizioni delle rapine, iniziava il saccheggio della diligenza. L’urlo successivo era diretto a Dan Thorne, un passeggero: “Recupera la cassetta e buttala giù, senza perdere tempo. Poi aprila con l’ascia e consegnami tutto. Rapido!” Ad un altro passeggero, un certo Gus Ellis fu comandato di buttare giù i borsoni della corrispondenza e di aprire tutte le buste. Non si sa mai che ci fossero valori…


La classica rapina alla diligenza

All’interno della diligenza erano seduti H. E. G. Peck con sua moglie, i bambini ed i suoi anziani genitori, ma furono tutti lasciati in pace. L’apertura delle buste della posta fruttò ben 600 $, mentre all’interno della cassetta dei valori c’erano alcuni sacchetti i polvere d’oro e dei lingotti per un valore di almeno 1800 $ ed alcune lettere con banconote per un controvalore di altri 100 $. Al postiglione vennero restituite alcune buste senza valore.
La rapina si svolse tranquillamente e in pieno giorno, tanto che i passeggeri furono perfettamente in grado di notare un particolare: il volto del rapinatore era interamente ricoperto (e nascosto) da una garza di colore scuro. Questo mascheramento era così marcato che nessuno fu in grado di individuare un solo tratto somatico del bandito. Tutti videro bene che si trattava di una persona piuttosto robusta, di media altezza, vestita con normali abiti da lavoro. I passeggeri, ancora scossi dalla rapina e dal rischio corso, dissero anche che si trattava di “un tizio dalle maniere alquanto brusche e dai modi spicci”.


Una diligenza in movimento

Non appena la diligenza fu in grado di raggiungere Wickenburg, furono contattati lo sceriffo e i responsabili della Well’s, Fargo & Co. e non tardarono molto ad essere emessi i soliti avvisi di taglia in cui si parlava genericamente di un “bandito mascherato e solitario”. La caccia incominciò abbastanza presto, ma non diede alcun risultato utile.
Lo stesso rapinatore – poi identificato come “Brazen Bill” Brazelton – rapinò altre due diligenze il 31 luglio ed il 14 agosto 1878 nei dintorni di Tucson, nella contea di Pima
Il 31 luglio era un venerdì e il postiglione partì da Tucson intorno alle 2 del pomeriggio con a bordo un veterinario ed un cinese non meglio identificato. Dopo quasi tre ore di cammino la diligenza fu costretta a rallentare perchè la pista diventava sabbiosa nei pressi di Point of Mountain. Improvvisamente un uomo si accostò alla diligenza ingiungendo all’uomo alla guida di bloccarsi. L’uomo non pareva intenzionato a perdere tempo in inutili discussioni e la 6 colpi che aveva in una mano ed il fucile Spencer che impugnava con l’altra erano un chiaro avvertimento. Sia il postiglione che uno dei viaggiatori avevano armi al seguito, ma si guardarono bene dal rischiare la pelle in quella circostanza, anche perchè furono davvero presi alla sprovvista.
L’uomo a cassetta fu fatto scendere dal posto di guida e gli altri passeggeri furono fatti scendere. La diligenza fu cautamente ispezionata e fu portato via tutto ciò che aveva un valore. Poi, come se niente fosse, il bandito ingiunse di ripartire “senza fermarsi o esitare”. Così fu fatto! Anche in questo caso le testimonianze concordarono: il rapinatore aveva il volto interamente coperto da fasce di stoffa. Una rapina simile era stata portata a buon fine appena 3 mesi prima e le descrizioni fecero pensare che si era trattato dell’opera dello stesso malfattore.
J. P. Clum, reporter del Tucson’s Citizen, scrisse “Nel corso degli ultimi 6 mesi ci è capitato spesso di interessarci delle rapine alle diligenze, ma mai prima d’ora ci era capitato di assistere ad una di esse come è capitato al sottoscritto. E’ terribile trovarsi a verificare di persona la forza di convinzione che è insita nel rischio di ricevere del piombo clado!” Clum aggiunse anche che “… poichè il bottino è stato esiguo – appena 37 $ – ci è chiaro che quel rapinatore ci proverà ancora una volta alla prima occasione possibile.” Il giornalista non sbagliò, visto che un’altra rapina – probabilmente firmata dallo stesso bandito – fu perpetrata appena due settimane dopo.


Una diligenza guidata e scortata da soldati

Il 14 agosto la diligenza partì da Tucson di giovedì con due passeggeri a bordo e con Arthur Hill alla guida. Hill era stato rapinato il 31 ottobre. Uno dei passeggeri, un certo John Miller, aveva scelto di sedere a cassetta a fianco al conducente. Quando si trovarono nei pressi di Point of Mountain Miller chiese a Hill di indicargli il punto in cui aveva subito la rapina di qualche mese prima. Hill rispose che mancava ancora poco a quel punto i iniziò ad indicare a breve distanza un macchione e disse: “Vedi quel macchione? Il bandito è saltato fuori da la dietro e ci ha rapinati di tutto!” La diligenza percorse a velocità ridotta quelle poche centinaia di metri e non appena arrivò all’altezza del punto indicato ecco saltare fuori, ancora una volta!, lo stesso bandito. “Eccomi a voi di nuovo – disse baldanzoso il fuorilegge – in alto le mani!”


L’unica fotografia esistente di Bill Brazelton

Gli ordini successivi furono di buttare a terra la cassetta, i sacchi della posta e di vuotare le tasche. La rapina durò pochissimi minuti e la diligenza fu lasciata libera di riprendere speditamente il proprio cammino verso Desert Station dove fu denunciato il fatto allo sceriffo del posto. All’alba dell’indomani la posse organizzata dallo sceriffo era già col naso all’ingiù in cerca delle tracce del misterioso rapinatore, ma le molte ore che vennero spese in caccia non portarono alcun frutto. Del rapinatore non videro neppure l’ombra! La cosa utile di cui si venne a conoscenza è che in entrambe le occasioni delle ultime rapine dal paese risultavano essere usciti due cavalieri che non erano poi rientrati in paese. A queste conclusioni si potè arrivare grazie all’impagabile contributo di un esperto cercatore di tracce, Juan Elias che, tra l’altro, scoprì anche il rapinatore – almeno nel corso della seconda rapina – aveva fatto uso di un cavallo a cui mancava un ferro, il che rendeva la pista particolarmente riconoscibile. Il bravo Elias si impegnò con tutte le sue forze a seguire questa traccia e arrivò fino al cavallo senza un ferro che si trovava in un corral appartenente a David Nemitz. Elias esaminò con attenzione l’animale. Era lui, non c’era dubbio, ma nel frattempo gli era stato sistemato il ferro. Nemitz venne subito arrestato dallo sceriffo e la sua cauzione fu fissata a 2.500 $, una cifra molto alta per quei tempi. La situazione era talmente grave, per via del rischio di finire appesi ad un albero, da spingere Nemitz a chiedere protezione e libertà in cambio del nome del vero rapinatore di diligenze. “Io – disse a gran voce non sono un bandito!”


Una diligenza che corre sulla prateria

Nemitz raccontò la sua storia ed i suoi trascorsi lavorativi presso altri corral. Disse anche di aver avuto il cavallo dal rapinatore di diligenze che da lui aveva ottenuto in cambio un po’ di viveri. “Un giorno è venuto qui questo tizio, William Whitney Brazelton, mi ha fatto un paio di domande e poi se n’è andato via. E’ tornato qui il giorno dopo, chiedendo se poteva parlare riservatamente di una certa cosa… In entrambe le occasioni non ho riconosciuto quell’uomo che aveva lavorato in questo corral per il vecchio padrone. C’è voluto poco per farmi raccontare tutto ed è saltata fuori la storia delle rapine alle diligenze e da quel momento io stesso sono diventato schiavo di una persona che non ha nessun rispetto né per la sua vita né per quella degli altri.


Una diligenza ben protetta

L’aver conosciuto i suoi segreti è diventata la mia condanna perchè ho sempre il terrore che il bandito scopra che ho parlato con qualcuno e che decida di uccidermi. Se per caso lo sceriffo e la sua posse non riescono a catturarlo, la mia vita varrà meno di un soldo bucato perchè Brazelton mi cercherà per uccidermi e vi avverto che non è persona che possa accettare di essere catturato vivo!”
Dal racconto di Nemitz lo sceriffo trasse la convinzione che Brazelton fosse effettivamente un fuorilegge pericoloso e perciò ordinò ai suoi aiutanti di sparargli a vista, senza alcuna esitazione. Della posse dello sceriffo Shibell facevano parte Marshall Buttner, R. N. Leatherwood, Charles O. Brown, Charles T. Etchells, Jim Lee e Ika O. Brokaw. Con loro si ideò un piano semplice: Brazelton si sarebbe dovuto incontrare con Nemitz per ottenere da lui i rifornimenti necessari al suo colpo in preparazione; sarebbe stato sufficiente tendergli un agguato e ucciderlo.
Brazelton si presentò nei giorni successivi alla baracca di Nemitz. Era armato con la sua sei colpi ed un fucile ed aveva due cartucciere incrociate sul busto. Il bandito si accostò con notevole prudenza, muovendosi di soppiatto e quando fu vicino alla porta diede un colpo di tosse. Era il segnale convenuto con Nemitz. Poi appoggiò il cappello su un legno del corral per fargli capire che poteva uscire ed accostarsi a lui. Passarono pochi istanti e Brazelton si girò repentinamente, insospettito da un piccolo rumore alle sue spalle. Era un aiutante dello sceriffo che si era sistemato meglio nella sua posizione… Subito dopo iniziarono gli spari e si sentì il bandito gridare a gran voce: “Dannati figli di puttana! Mi avete colpito. Muoio, muoio!”


Un anziano conducente a fianco alla diligenza che guidava

Seguì il silenzio, ma nessuno osò muoversi dal suo nascondiglio perchè poteva pur trattarsi di una banale trappola. Passarono ancora alcuni lunghissimi minuti prima che lo sceriffo decidesse di uscire e andare dove era caduto Brazelton. Il bandito era davvero morto! Era stato raggiunto al petto da numerosi colpi di arma da fuoco e non aveva fatto in tempo neppure a sparare un colpo. Qualcuno andò in paese a prendere un carretto col quale trasportarono il corpo del bandito a Tucson dove fu sistemato su una sedia, conciato come si presentava davanti alle diligenze e fotografato. Rimase in quella posizione per un giorno ancora, finchè non si decise di seppellirlo.
Brazelton venne descritto come il più “tremendo rapinatore solitario di quegli anni”. J. P Clum scrisse che “Billy Brazelton era nato a San Francisco dove divenne orfano quand’era ancora bambino. Visse da barbone lungo la Costa dei Barbari studiando poco e niente. Divenne un killer molto presto, all’età di 15 anni. Rapinò 9 diligenze in Arizona e New Mexico. Una sola volta si andò vicinissimo a catturarlo, ma riuscì a sganciarsi dalla posse che lo inseguiva. Si nascose ed uccise quegli uomini uno per uno man mano che gli si avvicinavano.”
Sembrava che la faccenda fosse ormai conclusa, ma 20 anni dopo ci fu un seguito piuttosto curioso. W. C. Davis, di Tucson, raccontò sul San Jose’s Evening News di una sanguinosa rapina ad una diligenza in cui era morto il postiglione. Disse che gli indiani ed i messicani non osavano più passare nei dintorni di quel posto vicino Tucson. Perlomeno non di notte! Neppure se pur di evitarlo erano costretti a camminare per un paio di miglia in più del necessario. Sembra infatti che in molti avessero visto un fantasma proprio in prossimità di un certo macchione. Era il macchione da cui era venuto fuori per ben due volte Bill Brazelton.