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“Dangerous” Dan Tucker, un pistolero dimenticato

A cura di Gian Carlo Benedetti

Dan Tucker in un dipinto di Morgan Weistling
Il New Mexico negli anni ’70 ed ’80 del 1800 era un posto molto pericoloso in quanto infestato da fuorilegge, pistoleri, conflitti etnici con i vecchi padroni messicani ed indiani ribelli. Necessitava di uomini di legge di spessore per mantenere il territorio sicuro. Il più famoso è indubbiamente lo sceriffo della Contea di Lincoln, Patrick F. Garret, l’uccisore di Billy The Kid e distruttore della sua banda. Nel New Mexico ha operato un altro lawman, all’epoca non meno noto: lo sceriffo Harvey Whitehill di Silver City nella Contea di Grant. Alto poco meno di un metro e novanta centimetri, pesante più di 100 kg., era una figura imponente e fu eletto per sei volte di seguito. Apparteneva a quella categoria di poliziotti che preferiva usare i pugni invece delle armi ed infatti durante il suo lungo servizio non uccise alcuno.
Era però abbastanza accorto da comprendere che necessitava di assumere un aiutante pistolero per il lavoro sporco. Sicuramente conosceva la vicenda del collega di Abilene, Thomas “Bear River” Smith, che preferiva usare i pugni alla Colt, ucciso durante l’esecuzione di un arresto perchè abbandonato dal suo inetto vice. In un luogo ove circolavano più armi che persone confidare nella sola forza fisica era un suicidio.
Anche i cittadini di Abilene scelsero come successore di Tommy Smith nientemeno che James B. Hickock che la pensava diversamente sull’uso delle armi, confidando nel motto “prima spara, poi domanda”. Lo sceriffo Whitehill trovò un pistolero che faceva al caso suo e lo nominò Deputy. Fisicamente poco appariscente a ben vedere era comunque il prototipo del ragazzo gunfighter poi immortalato da Hollywood. Si trattava di un ventiseienne, abbastanza alto, dinoccolato, di costituzione fisica leggera, capelli e baffi biondi o castano chiari, implacabili occhi blu, taciturno e schivo, giunto a Silver City nel 1875. Il suo nome era David Tucker ma tutti lo chiamavano Dan, abbreviativo di “dangerous” (pericoloso). Non si conoscono sue fotografie. Nato in Canada nel 1849 era cresciuto nell’Indiana, poi emigrato nel West stabilendosi dapprima nel Colorado e poi nel New Mexico ove aveva gestito una stazione di sosta per diligenze a Fort Selden, nei pressi della pericolosa pista dal nome poco edificante di “Jornada del Muerto”. Qualcuno in città aveva obiettato sulla scelta dello sceriffo sembrando uno dei tanti giovani inoffensivi ed inadatti al duro compito ma erano giunte voci sulla sua pericolosità e che era fuggito dal Colorado, dove era ritenuto un mankiller per aver ucciso un uomo di colore. Comunque la pensassero dovettero presto ricredersi: Dan Tucker nel corso dei successivi tredici anni di servizio ebbe modo di dimostrare che aveva fegato e con la pistola ci sapeva fare. Nel novembre del 1881 un cronista scrisse che il Deputy Dan Tucker nell’espletamento del servizio aveva ucciso non meno di undici persone. Il numero corretto potrebbe essere di otto nella sola Contea di Grant ma altri ne aveva ammazzati nelle turbolente vicine contee di Dona Ana e Lincoln. Il figlio dello Sceriffo Whitehill, Wayne, molti anno dopo ricordò che Tucker aveva ucciso almeno 21 uomini e che da bambino aveva assistito personalmente a due di queste uccisioni. Di solito questi conteggi nelle cronache del West sono esagerati ma non v’è alcun dubbio che avesse molte vittime sulla coscienza e fosse il gunman più pericoloso del selvaggio territorio del Nuovo Messico. Wayne Whitehill nel 1949 infatti raccontò ad un cronista dei due omicidi cui aveva assistito da ragazzo e che erano ancora vividi nella sua memoria. Il primo avvenne presso la sala da ballo di Johnny Ward nel cui interno un messicano aveva accoltellato un rivale. Nella conseguente fuga incrociò Tucker che casualmente transitava insieme al ragazzo. Prese la mira a due mani e da circa 50 yarde, con scarsa luce, uccise il fuggitivo con un solo colpo al collo. La persona accoltellata, tale Belmudas, aveva il ventre squarciato da cui fuoriuscivano gli intestini. Stranamente sopravvisse grazie alla perizia del dr. Cochran che lo ricucì dopo aver reinserito le viscere impolverate con le mani nude.
Testimone fu anche un altro coetaneo, Dan Rose.


Un’immagine che ritrae Dan Tucker

La seconda uccisione osservata dal Wayne fu quella di un messicano che, impazzito, scagliava pietre dalla sua finestra sui passanti. Tucker lo ammazzò infilando la mano armata dentro lo stipite. I cercatori di guai del posto impararono presto che il Deputy Dan Tucker non perdeva tempo in inutili intimazioni e, soprattutto, non dava alcun peso all’altrui vita. Dan Rose rammentò altre sparatorie del Tucker: una riguardante l’uccisione di un ladro messicano che resisteva all’arresto ed un altra in un saloon di Silver City contro tre sospetti ladri di cavalli che misero mano alle armi. Due finirono subito uccisi sul pavimento mentre il terzo perse ogni velleità dopo che una palla sparatagli dal Tucker gli scalfì il cranio tramortendolo. Due uomini, accusati di aver saccheggiato la baracca di un cercatore asportando danaro, provviste ed armi, erano poi fuggiti ed il nostro si mise in caccia. Ritornò due giorno dopo con il malloppo ed i loro cavalli sellati. Al suo superiore riferì che i due non intendevano tornare e che aveva dato incarico ad un colono del posto di seppellirli. Una volta fu chiamato ad intervenire presso la casa di un altro messicano che stava ammazzando di botte la moglie ed il figlio. Li aveva pure colpiti con una pesante mazza e mentre stava demolendo l’arredamento di casa scorse il lawman che si stava avvicinando. Si appostò dietro la porta e colpì col bastone la mano avanzata del Tucker che impugnava la pistola, facendo cadere l’arma. Il vice la raccolse prontamente con la sinistra e lo uccise.
Nel tardo 1877 venne coinvolto nella cosiddetta “Guerra del Sale” di El Paso riguardante il diritto di sfruttamento dei giacimenti salini che da diatriba politica ed economica degenerò in una cruenta faida tra texani e messicani. Questi ultimi avevano assassinato vari odiati “gringos”. Ne seguì un tumulto razziale che ne’ le truppe di Fort Bayard ne’ i Rangers del Texas, che nell’occasione fecero una pessima figura, riuscivano a domare. Il Governatore Hubbard autorizzò lo Sceriffo di El Paso, Charles Kerber, ad arruolare una “posse” di regolatori. El Paso non distava molto da Silver City e molti suoi residenti si arruolarono per 40 dollari mensili e per dare una batosta ai messicani. Dan Tucker fu eletto capo dei volontari, una trentina di elementi poco raccomandabili. Suo secondo fu nominato il noto fuorilegge John Kinney. L’arrivo ad El Paso il 22 dicembre dei soldati, rangers e mercenari comportò l’esecuzione sommaria di alcuni veri e presunti rivoltosi e l’esodo oltre il confine del vicino Messico di buona parte della popolazione ispanica terrorizzata dai brutali metodi repressivi. I “guerrieri anglos” si accamparono ad Ysleta e, non avendo più nemici esterni da fronteggiare, iniziarono a bere e litigare fra loro. Nei primi dell’anno ci scappò il morto: il Sergente Fraser ucciso da un parigrado. Saggiamente lo sceriffo Kerber licenziò gli ingombranti volontari rispedendoli a casa. Nell’aprile 1878 Dan Tucker, pur mantenendo l’incarico di vice sceriffo della Contea di Grant fu nominato anche Marshal di Silver City, il primo del Territorio a cumulare i due gravosi incarichi di polizia. In verità l’incarico a Silver City era solo stagionale a causa dell’arrivo di cow boys nei soli mesi estivi che si divertivano grossolanamente. Fece cessare il pittoresco vezzo di sparare a casaccio per strada e molti elementi turbolenti preferirono cambiare aria. Nel dicembre 1878 per poco non fu ucciso da un messicano ubriaco che resisteva all’arresto: Carpio Rodriguez gli sparò e la palla gli bucò solo il soprabito. Lo storico non precisa l’esito del confronto ma sospetto che il messicano abbia fatto una brutta fine. Nel gennaio del 1880 Tucker fu preso dalla febbre di cercatore l’argento e lasciò la stella di latta per recarsi nella boom town estrattiva di Shakespeare, oggi città fantasma, sita a sud della Contea. Era divenuta a causa della presenza di pozzi un luogo di raduno di fuorilegge e ladri di bestiame sia di malviventi stanziali che provenienti dalla confinante Arizona orientale. I razziatori locali erano capeggiati dalla nostra vecchia conoscenza John Kinney mentre quelli arizoniani, appartenenti alla banda detta “della valle del San Simon” erano guidati da Curly Bill Brocius, il nemico di Wyatt Earp.
Tucker aveva deposto la stella ma non le pistole. Dei suoi scontri con questi bandidos è rimasta memoria di un solo episodio che segnò la fine di due fuorilegge della banda di Curly Bill: Russian Bill e Sandy King. Nel novembre del 1881 i due scorrazzavano per la strada facendo baldoria e sparando a casaccio. Tucker arrestò King che saggiamente non oppose resistenza mentre Russian Bill rubò un cavallo, fuggì dirigendosi verso Deming subito inseguito dal nostro che lo catturò a mezza strada, in Separ. Lo ricondusse a Shakespeare e rinchiuse in cella col suo degno compare. Il 9 novembre un gruppo di Vigilantes li prelevò dalla prigione ed impiccò per il furto del cavallo e disturbo della quiete pubblica. Sandy King morì stoicamente senza profferire parola mentre Russian Bill si accingeva ad arringare la folla ma fu strangolato prima che aprisse bocca: evidentemente i giustizieri avevano una certa fretta. Tucker assistette lo sceriffo Whitehill nella esecuzione di varie sentenze capitali. Nell’agosto del 1880 a Silver City furono impiccati due assassini: Charles Williams, un bianco responsabile di omicidio a Georgetown e Louis Gaines, un soldato di colore che aveva ucciso un commilitone a Fort Bayard. L’imperante razzismo non si fermava neppure sotto il patibolo e furono profferite minacce gravi ai lawmen qualora li avessero impiccati assieme. Furono comunque giustiziati in contemporanea senza incidenti. Nel marzo successivo fu impiccato Richard Remine che quattro anni prima in preda ad ubriachezza aveva massacrato con un ascia un compare con cui divideva il letto e poi si era addormentato nelle lenzuola insanguinate. L’esecuzione era stata ritardata dall’appello ed il 14 marzo 1881 all’atto dell’impiccagione il Remine dichiarò di essere stato trattato umanamente durante la detenzione dallo sceriffo e dagli aiutanti. Le impiccagioni scoraggiarono i cattivi soggetti che da Silver City si spostarono presso l’importante nodo ferroviario di Deming rendendo insicura l’intera zona. Per sistemare la questione, con gran sollievo dei residenti onesti, lo sceriffo inviò il vice Dan Tucker. Il terribile Deputy, da vero “town tamer”, si mise da solo a pattugliare la cittadina con una doppietta a canne mozze sotto il braccio e nel giro di tre giorni uccise tre malviventi e ne ferì altri due. In meno di tre settimane arrestò tredici membri della gang dei cow boys, quella stessa che in Arizona stava dando fastidio ai fratelli Earp.

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L’interno del Centennial Saloon a Silver City, dove si svolse una sparatoria con Dan Tucker

Nei primi di settembre uccise Jack Bond membro della banda di razziatori della valle del San Simon. Bond ed il suo pard Chris Peveler erano stati in precedenza arruolati dal capitano dei Texas Rangers George W. Baylor che li aveva fatti inserire nella gang come spie ma i due avevano preso un po’ troppo gusto per la vita da fuorilegge e li aveva licenziati. Si erano quindi, in tre compari, portati a Deming per “calcare” la città e far baldoria al vecchio modo, urlando come indiani, sparando in strada ed entrando a cavallo nella sala ristorante della Stazione Ferroviaria terrorizzando gli avventori. Bond scese dal cavallo prendendo il Winchester dallo scabbard appeso alla sella quando da un vicolo sopraggiunse Tucker che gli intimò di gettare l’arma ed alzare le mani. La non immediata ottemperanza all’ordine perentorio gli costò una scarica di nove pallettoni da lupara nel petto uccidendolo prima di cadere a terra. I due suoi amici scapparono salutati da un’altra micidiale scarica. Secondo un’altra ricostruzione di un giornale dell’epoca il Peveler alzò le mani mentre Tucker stava ormai premendo il grilletto. Con prontezza scostò le canne un attimo prima dello sparo mandando il colpo a vuoto e facendo un grosso buco nella parete del ristorante. Sono rammentati dai giornali altri scontri a fuoco di cui però purtroppo non si conoscono i dettagli. Iniziò l’esodo dei malviventi in cerca di aria migliore tanto che Tucker nel febbraio 1882 fu richiamato a Silver City poichè Deming era ridivenuta una tranquilla cittadina. Incrementò gli introiti facendo pure la scorta armata alle diligenze della Wells & Fargo.
L’anno successivo restò impelagato in una delle più controverse sparatorie del New Mexico
in cui si scontrarono ben cinque uomini, tutti lawmen.
Martedì 24 agosto 1882 il vice sceriffo di Contea James D. Burns, distaccato presso il campo minerario di Paschal, si recò a Silver City ove prese una monumentale sbornia. Davanti al saloon di Walcott & Mills fece alcune esibizioni con la pistola resistendo poi al vice Marshal cittadino Cornelius Mahoney che intendeva disarmarlo. Rifiutò di consegnare la psitola affermando che quale poliziotto in servizio poteva tenerla anche nel centro abitato. Più tardi anche il Marshal titolare Claude W. Moore minacciò di arrestarlo se avesse continuato ad esibirsi col revolver in luogo pubblico. Nel pomeriggio Burns litigò con un cittadino, tale Kerr, che scacciò da un saloon minacciandolo con l’arma. In serata si recò al Centennial Saloon ove fece ingresso dopo aver sparato dei colpi in aria per mostrare la velocità di estrazione agli attoniti astanti. Si sedette quindi al tavolo da gioco del gambler di casa Fank Thurmond. Il Marshal Moore, attirato dalle esplosioni, a sua volta entrò nella sala ove il Burns nel frattempo stava giocando a carte con il precedente sceriffo di Paschal, John Gilmo, ed il nostro Dan Tucker. Il Marshal all’ennesimo rifiuto del Burns di seguirlo estrasse la pistola e gli intimò di consegnare la sua. John Gilmo per placare gli animi convinse Moore a rinfoderare il revolver ma a questo punto impugnò il proprio il resistente Burns urlando che non avrebbe permesso ad alcuno di arrestarlo. Tucker allora estrasse a sua volta la Colt puntandola contro Burns che fu convinto dal paciere Gilmo a desistere, rassicurandolo che non sarebbe finito in cella ma solo pagato la cauzione. Il Marshal Moore insieme all’aiutante William McClellan nel frattempo sopraggiunto, uscì dal saloon e si recò dal giudice per ottenere un mandato. Intanto il Burns inveiva contro Tucker per il suo intervento a sfavore. Poco dopo ritornarono i due poliziotti cittadini col mandato di cattura che notificarono a voce. Tentarono di eseguire l’arresto dell’arrabbiatissimo collega quando scoppiò il finimondo. Ciò che accadde è controverso, l’unico fatto certo fu che il Burns finì stecchito con molto ridimensionata la sua vantata perizia armeria. Secondo alcuni giornali il Burns estrasse per primo ma il suo sparo andò a vuoto mentre quello di Tucker lo centrò, uccidendolo con una palla nel costato all’altezza del cuore. Il Deputy McClellan per sovrammercato gli inflisse altri quattro colpi nel corpo, tutti a segno. Il verdetto del Coroner invece sentenziò che anche il proiettile di Tucker era andato a vuoto e che la morte era invece ascrivibile a quelli esplosi contemporaneamente da McClellan e Moore. I due poliziotti furono prosciolti in sede istruttoria ma i minatori di Paschal, cittadina presso cui la vittima era popolare e benvoluta, minacciarono dapprima di linciare i responsabili ma poi decisero di nominare un avvocato per sollecitare e seguire il processo, temendo insabbiamenti. Il 3 settembre fu tentato l’arresto dei due presunti assassini su mandato del giudice di Paschal ma non se ne fece niente per timore di linciaggi. Moore e McClellan furono poi presi in custodia dallo sceriffo Maldonado e trattenuti nella più sicura prigione di Central City. Anche Tucker fu arrestato pur senza evidenti prove. I giornali commentarono sarcasticamente che Tucker, che non aveva mai dovuto rendere conto alla legge delle numerose uccisioni, ora si trovava ad essere processato per un omicidio non commesso. I tre furono condotti in ceppi a Silver City il 9 settembre con gran sconcerto dei cittadini. Fu loro negato il beneficio della libertà su cauzione, poi concesso al solo Dan Tucker per 2 mila dollari. Quest’ultimo fu poi estromesso dal processo perchè caduta la imputazione nei suoi riguardi. Anche gli ex Marshals Moore e McClellan il 26 marzo del 1883 furono prosciolti dal Grand Jury del Tribunale di Las Cruces ove il processo era stato spostato per legittima suspicione e motivi di sicurezza.
La sparatoria al Centennial Saloon del 25 agosto 1882 lasciò la cittadinanza benpensante con il sospetto che si fosse trattato non di un’operazione legale ma di un regolamento di conti tra poliziotti poiché si vociferava che il Marshal Moore odiasse e temesse il Vice

Sceriffo Burns. Si sospettava pertanto che questi avesse “arruolato” i compartecipi per un’esecuzione a sangue freddo. Il fatto stese un pesante velo di sospetto sulla moralità di tutti i tutori della legge coinvolti. Bill McClellan mentre era ancora in carica fu accusato di furto di bestiame e morì cadendo da cavallo mentre, ubriaco fradicio, si recava in Tribunale per difendersi. Moore fu licenziato dalla carica e si spostò in Colorado ove fu ucciso nel corso di una sparatoria l’anno successivo. John Gilmo, dopo aver ucciso un uomo a Silver City, si rifugiò in Arizona ove sparò ad una persona e ne ricevette una condanna a quattro anni. L’uccisione del Burns ebbe risvolti negativi anche per l’estraneo ai fatti Sceriffo Whitehill che l’anno dopo non fu rieletto a causa dell’operato del suo controverso Deputy Tucker, da alcuni lodato per coraggio e risolutezza ma da molti altri accusato di un uso troppo disinvolto delle armi e di noncuranza della vita
Il nuovo eletto Sceriffo di Contea, J. Woods, licenziò tutti i vecchi Deputies a cominciare dal nostro, che però mantenne l’impiego di scorta armata alle diligenze, cioè come “shotgun messenger” con la sua temibile doppietta sotto braccio. Questo lavoro, soprattutto nelle zone minerarie, era molto rischioso e le ditte preferivano assumere persone che avevano fama di mankillers per tenere alla larga i malintenzionati: anche Wild Bill Hickock aveva fatto questo servizio. Si preferiva di solito portare una doppietta invece della solita carabina poichè i sobbalzi nelle disastrate piste rendevano quantomai incerta la mira.


Silver >City

Il 14 dicembre Tucker rimase quasi ucciso in un bordello messicano a Deming. Secondo ì quotidiani non appena entrò due senoritas gli presero con forza entrambe le braccia comporatmento che dapprima reputò un innocente scherzo. Un messicano però comparve alle sue spalle e gli sfilò il revolver dalla fondina. Vi fu una lotta feroce per il possesso dell’arma e partì un colpo che attinse di striscio una delle ragazze. Tucker era quasi a riuscito a recuperare l’arma quando intervennero altri messicani presenti che lo assalirono tutti insieme mentre il primo, riuscendo a disarmarlo, gli sparò alla spalla causando una dolorosa ferita. Sarebbe certamente stato massacrato se non fossero intervenuti altri “gringos” americani di passaggio attratti dagli spari e dal trambusto. Secondo un altro resoconto i colpi sparati furono sempre due, uno di striscio al viso senza gravi danni ed uno alla spalla del Tucker. Il movente dell’aggressione rimase oscuro: poteva trattarsi di un tentativo di rapina oppure di una vendetta, considerato che di ispanici il nostro ne aveva stesi parecchi. Il proiettile gli aveva fracassato una costola sotto la spalla destra e si era fermato sotto la pelle della schiena. Dapprima pensò di recarsi all’Est per l’operazione ma per sua fortuna giunse a Silver City di un bravo medico che estrasse il piombo e curò la ferita, tanto che si rimise abbastanza in fretta. Durante la forzata degenza alcuni bravacci, approfittando della sua momentanea presunta inabilità, si vantarono che intendevano dargli un ultimatum a lasciare la città. Saputo della minaccia il Tucker si alzò dal letto, allacciò il cinturone ed andò ad affrontarli nel saloon. I bulli impauriti si scusarono affermando trattarsi di un innocente scherzo e se ne andarono velocemente dalla cittadina. Pur se la ferita si rimarginò il fisico del nostro non era più in grado di sopportare gli scossoni delle diligenza e trovò lavoro come guardia di sicurezza sui convogli della Southern Railway Pacific, affermando che le scosse del vagone erano più sopportabili di quelle della diligenza. Alla fine del novembre 1883 guidò una “posse” alla ricerca di banditi che il 24 precedente, presso la stazione di Cage, avevano fatto deragliare un convoglio per rapinarlo uccidendo un ingegnere della ferrovia. Nel mese successivo fornì assistenza al Capitano J. B. Hume della Wells & Fargo nella cattura di York Kelly compartecipe di una sanguinosa rapina alla Banca Mercantile Castaneda & Co. di Bisbee nel corso della quale era stata uccisa un giovane donna incinta. Tucker e Hume estradarono il criminale nella Contea di Cochise ove, insieme al resto della sua gang, fu processato ed impiccato.
Il 1884 per Tucker fu un anno pieno di iniziative. Divenne Ispettore per il Bestiame della Contea di Grant, aprì il Saloon “Eclipse”, fu eletto membro della delegazione del Partito Democratico. Conviveva con una donna, di professione affittacamere, che si faceva chiamare Maria Tucker ma non vi sono prove che i due si siano sposati.
L’elezione a Presidente del democratico Groover Cleveland nel 1884 gli spianò la strada per la nomina a Vice Marshal Federale nel settembre 1885. Fu pure eletto Capo della Polizia di Deming. Nonostante tutti questi incarichi trovò il tempo di dedicarsi a delle escursioni alla ricerca di metalli preziosi cosa che per poco non gli costò la vita. Nel novembre 1884 insieme ad un socio, tale William Graham, stava saggiando il terreno presso Zuni. I due furono sorpresi da una banda di razziatori Apache e fuggirono a cavallo inseguiti dai guerrieri urlanti. Si rifugiarono in un vagone ferroviario e tennero a distanza i nativi con le sole pistole, non avendo i fucili al seguito. Gli Apaches dopo un po’ se ne andarono in cerca di più facili prede.
Nell’ottobre del 1887 il nostro fece un arresto inusuale. Si era recato ad El Paso ove riteneva si nascondesse il ricercato per furto di cavalli Dave Thurman. Non avendolo trovato decise di ritornare in sede usando il treno. Seduto nel vagone di servizio guardava il paesaggio quando scorse proprio il ricercato che stava bighellonando accanto ai binari. Fece fermare il convoglio e pose al Thurman il dilemma se arrendersi o prendersi una pallottola. Saggiamente questi si consegnò e fu tradotto nella prigione di Hillsboro.


Shakespeare nel New Mexico

Poco dopo Tucker si trasferì per sempre in California. Viene riferito che si stabilì a Los Angeles e fece ritorno nella Contea di Grant solo una volta, nel maggio del 1892, per rivedere i vecchi amici e paesani. Il Silver City Enterprise riferì come della visita del più famoso e coraggioso Lawman della Contea aggiungendo maliziosamente che era a malapena riconoscibile poiché aveva messo su tanta di quella ciccia.
Non fece mai più ritorno nel New Mexico neppure per presenziare al funerale del suo mentore, lo stimato Sceriffo Harvey Whitehill deceduto a Deming l’8 settembre 1906. Di Tucker si perdono le tracce e viene riferito che sia morto dimenticato nel 1931 in un Ospedale di San Bernardino.
Secondo il parere di accreditati storici “Dangerous” Dan Tucker è stato uno dei più temibili gunfighters della Frontiera più dei celebrati Wild Bill Hickok, Wyatt Earp, Pat Garret e Billy The Kid. Si vociferava che nel corso della famosa “Earps’ Vendetta Ride” allorquando Wyatt Earp e Doc Holliday dovettero fuggire dall’Arizona si premurarono di non attraversare la Contea di Grant per timore di incontrarlo. Purtroppo è anche uno dei lawmen meno noti al pubblico: la Fama, come la Fortuna, è una dea bendata e volubile.