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Oro e argento dello Utah

A cura di Angelo D’Ambra

Cercatori di metalli preziosi in Utah
Le truppe di Harney erano partite da Fort Leavenworth, in Kansas, il 18 luglio 1857, sperando di occupare l’Utah in autunno. S’erano, invece, accampate vicino a Fort Bridger, in Wyoming. Young, non volendo rinunciare alla Sion dei mormoni, propose di abbandonare Salt Lake City e spostarsi coi i suoi seguaci in Messico, ma poi cedette ed accettò di dimettersi da governatore. Fu graziato e le forze statunitensi si stabilirono a Camp Floyd, quaranta miglia a sud-ovest di Salt Lake City.
L’insediamento dell’esercito nella regione segnò il lento declino dei mormoni nello Utah. La società credente e praticamente, rigorosamente mormone ed essenzialmente rurale che avevano faticosamente tentato di costruire fu lentamente spazzata via quando frotte di cercatori d’oro si riversarono nello Utah a seguito della frenesia accesasi con i primi rinvenimenti nell’area del Bingham Canyon da parte del generale Patrick E. Connor, nell’ottobre del 1862. Ciò stimolò subito ulteriori esplorazioni da parte delle centinaia di cercatori che affluirono d’ogni parte e l’oro fu scoperto in quella che sarebbe diventa Gold Hill, nella contea di Tooele, ed ancora a Little Cottonwood Canyon, nel 1864.


L’esercito a Camp Floyd

Rapidamente cercatori e minatori si precipitarono in quei luoghi da ogni parte degli States. Pure parecchi mormoni abbandonarono convinzioni religiose e famiglie e si unirono nei lavori di scavo. La Bingham Canyon Mine si rivelò essere una delle miniere più produttive al mondo. In generale l’insieme di questi giacimenti furono i più redditizi mai scoperti nello Utah e fornirono circa un milione e mezzo di dollari in oro. Tuttavia, risultarono praticamente esauriti sul finire del secolo. Un terzo sito fu scoperto nel distretto di Mercur, ancora nella contea di Tooele, nel 1870. Fu stavolta la scarsità d’oro a frenare i cercatori. Più fortuna dette l’argento che continuò ad essere estratto sino al 1883.
Verso il 1883 furono trovate ancora rocce contenenti oro, ma estrarlo, per la tecnologia dell’epoca, era difficile. Delusi, i cercatori lasciarono di nuovo il distretto tornandovi solo nel 1889, quando, grazie ad un moderno processo di “lisciviazione del mucchio di cianuro”, un metodo particolare di estrazione e raffinazione, permise a i minatori di portare alla luce quasi due milioni di tonnellate d’oro sino al 1900, producendo oltre 380.000 once d’oro per un valore di circa otto milioni di dollari.
Ovviamente, non poteva mancare anche nello Utah un “Gold Bluff”: nel 1892 si diffusero racconti esagerati su presunti ritrovamenti d’oro nel fiume San Juan ed in poche settimane 1200 cercatori si riversarono nelle acque, in pieno inverno, per cercare l’oro, sopportando tuti i disagi di quel tipo di vita prima di scoprire che l’oro era di grana molto fine e quindi di difficile recupero. In pochi mesi l’area fu praticamente abbandonata. L’estrazione dell’oro si spostò allora sulle montagne Tushar, Henry, La Sal e Abajo e lungo i fiumi Colorado e Green. Nacquero i distretti auriferi di Tintic, Bingham, Mercur, Park City, Gold Mountain, Gold Springs, State Line, Clifton, Park Valley, Spring Creek, American Fork e San Francisco. Essenziale per il rapido aumento della produzione mineraria fu l’espansione delle strutture di trasporto, compresa la concorrenza tra la Union Pacific e le ferrovie occidentali di Denver e Rio Grande.
Migliaia di rivendicazioni di scoperte e richieste di proprietà furono depositate nei tribunali ma alla fine la maggior parte di queste miniere furono rapidamente svuotate, abbandonate o acquistate da grandi compagnie minerarie. Tutti quelli che giunsero nello Utah non erano affatto mormoni, avevano invece credi diversi e condotte di vita difformi, spesso lontanissime da quelle dei seguaci di Smith.


Bingham Canyon Mine

Quando spuntarono i primi milionari, emersi dalla miseria e dalla fame, il vecchio mondo rurale e povero scomparve. La storia di David Keith, Thomas Kearns, John e Mary Judge e Susanna Emery Holmes, meglio nota come “Silver Queen”, è la storia della trasformazione di Salt Lake City, dell’abbandono del suo carattere puramente contadino, dell’apertura al moderno e del superamento del rigore religioso dei mormoni.
David Keith, nato a Mabou, nell’isola di Cape Breton, il 27 maggio 1847, aveva in tenera età lavorato nelle miniere della Nova Scotia e poi era divenuto marinaio. Sempre alla ricerca di una svolta nella sua vita, nel 1867, dopo un breve periodo trascorso in California, si recò in Nevada e fu impiegato per un certo periodo come capo operaio nella costruzione della Southern Pacific, nella zona di Reno. In seguito trovò lavoro nelle grandi miniere di Comstock e riuscì a ricoprire cariche di qualche responsabilità. Al declino di questo campo minerario, Davide Keith si recò a Park City, nello Utah. Era il 1883 e fu ingaggiato come caposquadra dell’Ontario n. 3. Dopo diversi anni al servizio dell’Ontario, si associò a Thomas Kearns, John Judge e Al Emery, prendendo un contratto di locazione mineraria. Così nacque il Silver King. Dalla sera alla mattina David si ritrovò milionario. Fu filantropo, cultore dell’arte e divenne uno degli uomini più amati di Salt Lake.
Susanna Emery Holmes
Anche la storia della vita di Thomas Kearns è una storia di duro lavoro, di povertà, di privazione, di sofferenza. Nato vicino a Woodstock, in Ontario, l’11 aprile 1862, all’inizio degli anni Settanta si trasferì con i suoi genitori in una fattoria nella contea di Holt, nel Nebraska. Stanco della vita da contadino, credendo che ci fossero maggiori opportunità per lui nei distretti minerari, lasciò tutto ed avviò un’attività mercantile, portando derrate per i minatori delle Black Hills. Successivamente divenne egli stesso minatore per la Great Homestake Mining Company, a Lead, in South Dakota. Divenuto maggiorenne, lasciò le Black Hills e andò nello Utah, prima a Salt Lake e poi a Park City, dove trovò lavoro nelle locali miniere. Fu un semplice minatore ma al contempo studiò geologia imparando tutto ciò che poteva riguardo al funzionamento pratico delle estrazioni nei giacimenti. Alla fine i suoi sforzi furono premiati: nel 1889 col suo amico David Keith scoprì l’argento a Park City. Improvvisamente arricchitosi comprò una casa per i suoi genitori rimasti in miseria e investì ancora i suoi soldi finendo proprietario di diverse miniere in Utah, Nevada, Colorado e California. Fu anche lui filantropo e si impegnò in politica divenendo senatore.
John Judge, nato il 6 maggio 1845 nella contea di Sligo, in Irlanda, emigrò negli Stati Uniti con i suoi genitori nel 1846 a causa della carestia di patate. Visse con la sua famiglia in una fattoria a Moriah, New York, prima di divenire minatore e poi entrare nella cavalleria allo scoppio della Guerra Civile. Fu ferito, catturato e imprigionato fino alla fine del conflitto, quindi tornò a New York dove si sposò e, per uscire dall’indigenza garantendo un pasto ogni giorno ai suoi figli, finì a fare il minatore a Park City. Qui conobbe David Keith e Thomas Kearns e con loro divenne proprietario della miniera d’argento senza però poter a lungo godere del successo perché una malattia polmonare lo portò via il 9 settembre 1892 all’età di quarantotto anni. Lasciò tutto a sua moglie Mary che riuscì a far fruttare la ricchezza del marito attraverso altri investimenti minerari, in particolare nella contea di White Pine, in Nevada. Mary Judge cambiò anche il volto di Salt Lake City facendo costruire numerosi edifici commerciali, in particolare il Judge Building, ed il Judge Memorial Hospital in memoria di suo marito, per fornire cure mediche ai minatori anziani e infermi.
Mary Judge
Come Mary anche Susanna Emery Holmes si mostrò una donna intelligente e capace di fiutare i buoni affari. Nel 1884, conobbe il suo primo marito, Albion Emery, a Park City. Durante i loro primi anni di matrimonio i due lavorarono duramente per mettere risparmi da parte e nel 1889, assieme a due amici a David Keith e Thomas Kearns, riuscirono a divenire azionisti della Mayflower Mine a Park City. Nel giro di pochi anni, l’attività fruttò ad Albion e Susanna milioni di dollari. Estinsero ogni debito e si trasferirono in una grande casa a Salt Lake City. Alla morte di Albion, Susanna dovette difendere in tribunale la sua eredità, sfidando anche l’opinione pubblica e i giornali che la dipinsero come donna avida e ingrata. Quando i giudici le consegnarono il patrimonio e le azioni del marito, si ritrovò ad essere una delle poche donne milionarie dei suoi giorni. Si risposò, col colonnello Edwin F. Holmes, e la sua villa, la Gardo House, costruita sul South Temple, la strada più prestigiosa di Salt Lake, divenne il punto di ritrovo per celebrità e ricchi. Susanna ebbe ancora due mariti e divenne nota non solo per i suoi soldi ma anche per il stile di vita glamour e festaiolo che tenne fino alla sua morte nel 1942, destando scalpore tra i mormoni. La “regina d’argento” fu il simbolo del passaggio dello Utah alla modernità, alla diversità di culture ed alla libertà.
Ma la storia mineraria dello Utah è pure legata ad una delle più famose truffe degli States: la truffa della Miniera di Emma. L’Emma Silver Mine fu scoperta nel 1868 da due uomini di nome Woodman e Chisholm, fu battezzata “Emma” per ricordare una donna che i due avevano conosciuto a San Francisco. Woodman e Chisholm però non avevano gran quantità di soldi per proseguire negli scavi e così scelsero di vendere parte della loro cava ad uno tizio di nome James E. Lyon. Quell’anno furono estratte circa 100 tonnellate d’argento. Questa prima vena si esaurì nel giro di due anni ma una seconda vena fu individuata lontano dall’ala della cava venduta a Lyon. Ne nacque un’aspra controversia. La società entrò in crisi, Woodman e Chisholm ritenevano Lyon privo d’ogni diritto sulla nuova vena argentea e quest’ultimo intentò loro causa servendosi di un avvocato particolare, il suo amico William M. Stewart, senatore del Nevada. I due vinsero la causa e fondarono la Emma Silver Mining Company di New York estromettendo Woodman e Chisholm. Presto però si accorsero che di argento non ce ne era più. L’argento era svanito, scomparso, la vena si era completamente prosciugata. Nella primavera del 1871, il senatore e Lyon, spalleggiati dall’avvocato Trenor W. Park, esperto uomo d’affari per conto di John Charles Frémont, governatore dell’Arizona e primo candidato alla carica di Presidente degli Stati Uniti nella storia del Partito Repubblicano, avviarono la loro truffa. Inviarono in Inghilterra campioni di minerali provenienti da altre miniere per far sì che possibili acquirenti britannici credessero che la miniera di Emma fosse piena di ricchezze da tirar fuori. Inoltre incastonarono nella roccia calcarea alcune pietre con argento per simulare che ci fosse ancora una ricca vena da estrarre. In realtà tutto era finito. Stewart fu molto abile affiancandosi a figure parecchio note capace di dare credibilità al suo affare, ma il raggiro fu scoperto. Il primo ad accorgersene fu il Segretario di Stato Hamilton Fish che, anziché denunciare tutto, consigliò a Schenck di dimettersi. Schenck lo fece ma, con furbizia, solo dopo aver venduto le sue azioni ricavandone un incredibile profitto. Come ci si poteva immaginare lo scandalo scoppiò presto perché di argento non ne uscì neppure un grammo da quella miniera. L’imbroglio fu al centro di un’indagine del Congresso degli Stati Uniti nel 1876, guidata dal Partito Democratico, a seguito della quale Stati Uniti e Inghilterra vissero una grave crisi diplomatica. Nonostante questo, condanne non ce ne furono. Le abilità legali di Trenor W. Park furono utilissime per sollevare tutti da ogni accusa.


Utah Copper Company

Dopo la truffa della Miniera di Emma, gli investimenti minerari nello Utah si paralizzarono, non ci furono più finanziatori per decenni e tutto poté risollevarsi anni dopo, solo grazie ad investimenti americani che però toccarono anche l’estrazione del rame. Nel 1903, infatti, Daniel C. Jackling e Enos A. Wall, fondatori della Utah Copper Company, si dotarono di un mulino pilota a Copperton, appena oltre la foce del canyon, e trovarono fortuna. Il successo della Utah Copper nell’estrazione del rame di tipo porfido a Bingham Canyon rivoluzionò l’industria del settore e gettò le fondamenta di quel modello di industria mineraria a cielo aperto che oggi domina il settore. La Utah Copper si fuse con la Boston Consolidated nel 1910, cinque anni dopo fu comprata dalla Kennecott Copper Corporation, fondata nel 1903 per lavorare nelle miniere di Kennecott, in Alaska.
Nel frattempo anche la poligamia era stata sconfitta a seguito della proclamazione dell’Edmunds Anti-Polygamy Act che aveva imposto condanne, carcerazioni e sequestro di beni per i poligami ed aveva stimolato la pubblicazione di due manifesti con cui i mormoni interrompevano ufficialmente la pratica del matrimonio plurimo.