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Le guerre Sioux – 16

A cura di Pietro Costantini
Tutte le puntate dell’articolo: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.

Le ultime battaglie dei Sioux
La notizia della disfatta di Custer a Little Bighorn paralizzò le colonne di Crook e di Terry per più di un mese. Il grande accampamento Sioux si era disperso poco dopo la battaglia. La maggior parte delle bande si ritirarono a sud ovest, verso i Monti Bighorn, soddisfatte della loro grande vittoria. Dopo qualche settimana di festeggiamenti fra le montagne, le bande più grandi si misero in viaggio verso le pianure, a nord est.
La banda di Toro Seduto si diresse a nord est, e così fece alla fine quella di Long Dog, mentre la gente di Cavallo Pazzo ritorno ad est sulle Colline Nere. Con la possibile eccezione della banda di Cavallo Pazzo, che lanciò qualche incursione non di grande scala contro i minatori sulle Black Hills, Sioux e Cheyenne sembravano avere poco interesse a continuare il conflitto. La maggior parte degli Indiani riteneva che la schiacciante vittoria riportata su Custer avrebbe causato la cessazione della campagna ad opera dell’esercito, almeno per un certo tempo. L’inattività di Crook e Terry seguente alla battaglia sembrava supportare quest’ipotesi. Ovviamente il disastro del Little Bighorn avrebbe ottenuto esattamente l’effetto opposto sulle intenzioni dell’esercito americano.


Mappa 32. La dispersione dei Sioux, luglio–settembre 1876

Sia Crook che Terry richiesero e ricevettero rifornimenti sostanziosi. Alla fine si misero ancora in viaggio all’inizio di agosto, ma solo dopo che le tracce indiane nelle loro vicinanze erano divenute più vecchie di un mese. Il 10 agosto le due colonne si incontrarono sulle rive del Rosebud Creek, dopo essersi scambiate vicendevolmente per il nemico. I due comandanti unirono le loro già poderose forze in un’unica spedizione e procedettero a nord est nella valle del fiume Tongue. Quest’armata enorme esaurì rapidamente le sue razioni e si fermò sul fiume Powder per aspettare rifornimenti straordinari.
Come le truppe parzialmente rifornite, i due comandanti non riuscirono ad accordarsi sul passo successivo e addivennero ad un compromesso: Terry avrebbe seguito gli Indiani che si erano portati a nord, nel suo Dipartimento del Dakota, mentre Crook si sarebbe messo sulla pista di quegli Indiani che molto probabilmente si erano diretti a sud, nel suo Dipartimento del Platte. Il 22 agosto Crook partì verso est nell’ultimo tentativo di salvare qualcosa della campagna.
All’8 settembre Crook era riuscito solo nell’impresa di rendere le sue truppe esauste e affamate. Il mattino del 9 settembre, un piccolo distaccamento comandato dal capitano Anson Mills trovò un piccolo villaggio indiano a Slim Buttes e subito attaccò (vedi mappa B). Le truppe di Mills inflissero qualche perdita, ma riuscirono ad occupare l’accampamento e a rifornirsi di un piccolo, ma provvidenziale, quantitativo di carne di bisonte. Quel pomeriggio da 600 a 800 guerrieri della banda di Cavallo Pazzo contrattaccarono contro le forze di Crook, ora consolidate, di circa 2.000 effettivi. Sebbene in forte inferiorità numerica, i Sioux occuparono l’altipiano e portarono gli esausti uomini di Crook ad un punto morto. A seguito di questo scontro inconcludente, Crook non fece alcun tentativo per inseguire gli Indiani, ma si concentrò solo nel riportare la truppa finché si trovasse una regolare fonte di rifornimento. Il 13 settembre finalmente Crook ottenne i rifornimenti da Crook City, nelle Colline Nere, ponendo fine all’odissea del suoi uomini. Nel frattempo le truppe di Terry procedevano a nord, verso lo Yellowstone, seguendo un’altra traccia ormai fredda. Terry non incontrò Indiani e in breve abbandonò la caccia. Un distaccamento, comandato da Reno, inseguì per un breve tratto la banda di Long Dog a nord del Missouri, ma presto abbandonò l’impresa e procedette verso Fort Buford.

Forse gli sviluppi più importanti della campagna si ebbero lontano dalla scena dell’azione. Scioccato dalle notizie della battaglia del Little Bighorn, il Congresso approvò la legge sull’ “appropriazione Sioux”, che obbligava i Sioux a cedere le loro terre rimanenti e a ritirarsi in una riserva specifica, sulla riva ovest del Missouri. Nello stesso tempo Sheridan trattava duramente con gli Indiani dell’Agenzia, confiscando loro tutte le armi e i cavalli.


La Danza del Sole di Cavallo Pazzo – dipinto di William Arhendt

Senza fucili e cavalli, gli Indiani dell’agenzia non avrebbero più potuto appoggiare le bande ostili.

Mappa 33. Le battaglie di Cedar Creek e Dull Knife, ottobre-novembre 1876

Mentre Crook e Terry desistevano dall’inseguimento degli Indiani, il colonnello Nelson A. Miles, comandante del 5° Reggimento Fanteria, stabiliva un acquartieramento alla bocca del fiume Tongue e, in esecuzione degli ordini, continuava le operazioni contro i Sioux. All’inizio di ottobre una grande coalizione di Hunkpapa, Miniconjou e Sans Arc, sotto il comando di Toro Seduto, si mosse verso ovest, dalla valle del fiume Little Missouri nella regione compresa tra i caposaldi militari di Glendive e Tongue. Nei giorni 11 e 15 ottobre ci furono schermaglie con i convogli dei rifornimenti di Miles in vicinanza di Spring Creek. Subito dopo questi fatti, Miles ricevette informazioni sui movimenti di Toro Seduto e si mise in marcia in direzione nord est con il 5° Fanteria, forte di 500 uomini, per intercettare i Sioux. I suoi fanti marciarono speditamente e raggiunsero i Sioux vicino alle sorgenti del Cedar Creek il 20 ottobre. Quel giorno e il giorno successivo Miles e Toro seduto negoziarono fra i due schieramenti. Toro Seduto chiese che tutti gli uomini bianchi lasciassero la regione; Miles richiese invece che i sioux si arrendessero e si associassero all’agenzia. Nessuno dei due voleva un compromesso. Miles interruppe i negoziati quando i Sioux cominciarono a smontare il villaggio per andare via. All’inizio entrambe le parti manovrarono senza il ricorso alle armi, ma quando gli Indiani diedero fuoco all’erba della prateria per nascondere i loro movimenti, i soldati aprirono il fuoco. Fra 500 e 600 guerrieri cercarono di ritardare l’azione dei soldati, ma l’avanzata inarrestabile dei militari obbligò il villaggio ad una frettolosa ritirata, con l’abbandono di significative quantità di equipaggiamenti e provviste.
Miles inseguì gli Indiani per due giorni. Durante la ritirata il villaggio si divise in due gruppi: Toro Seduto, con un numero stimato di 240 persone e 30 tende, si diresse a nord; un altro gruppo di 200 si avviò a sud, verso il fiume Yellowstone.

Miles raggiunse il gruppo più numeroso il 27 ottobre. Parecchi capi Miniconjou e Sans Arc negoziarono la resa con Miles. Alla fine solo 40 tende si ritirarono effettivamente presso l’agenzia; il gruppo rimanente seguì il corso del fiume Powder e si riunì con la banda di Cavallo Pazzo. Benché rammaricato di non essere riuscito a catturare Toro Seduto, Miles aveva però seriamente danneggiato la coalizione indiana del capo Hunkpapa.
Mentre Miles tormentava le bande del nord con soli 500 uomini, il 14 novembre Crook lanciava una spedizione in forze da Fort Fetterman. La sua imponente colonna comprendeva elementi del 2°, 3°, 4° e 5° Cavalleggeri, nonché del 4°, 9°, 14° e 25° Fanteria. In totale la truppa di Crook era composta da circa 1.500 regolari, 400 guide indiane e quasi 300 civili responsabili di 168 carri di provviste e 400 muli da carico.
Il 22 novembre le guide localizzarono un grande villaggio Cheyenne alla base dei Monti Bighorn, costituito da circa 200 tende e 400 guerrieri; i capi principali erano Dull Knife e Little Wolf. Crook ordinò al colonnello Ranald Mackenzie di prendere con sé tutte le guide e 10 squadroni di cavalleria, circa 1.100 uomini, e condurre un attacco al villaggio.

Il 24 novembre il distaccamento operò una difficile marcia di avvicinamento notturna e attaccò nella prima mattinata del 25 novembre, cogliendo gli Indiani completamente di sorpresa. I Cheyenne fuggirono per mettersi in salvo, abbandonando i cavalli, le tende e le provviste. Avendo così esposto i Cheyenne all’inclemenza degli elementi, Crook tornò a Fort Fetterman e lasciò alla temperatura gelida e alla mancanza di cibo il compito di sottomettere gli “ostili”.


Mappa della battaglia DI Cedar Creek


Mappa della battaglia di Dull Knife

Nonostante le severe perdite subite nella battaglia di Dull Knife, i Cheyenne rifiutarono di rinunciare alla lotta e si avviarono faticosamente verso nord per congiungersi con la banda Sioux di Cavallo Pazzo. Per Miles ora era tempo di porre termine alla sua campagna.

Mappa 34. La spedizione di Fort Peck, novembre–dicembre 1876

Nel corso dei negoziati di Cedar Creek con Toro Seduto del 20-21 ottobre, Miles aveva avvertito i Sioux che avrebbe continuato la campagna contro di loro per tutto l’inverno, se essi non si fossero arresi prima. Tenendo fede alla sua parola, Miles continuò con grande determinazione il suo inseguimento dei Sioux diretti a nord. Partite il 5 novembre, le truppe di Miles si misero in cerca di ciò che rimaneva della banda di Toro Seduto nel territorio compreso tra i fiumi Yellowstone e Missouri. Diversamente da altre unità, il soldati del 5° Fanteria erano scrupolosamente preparati ed equipaggiati per la campagna invernale nelle severe Pianure del nord. Miles marciò a nord per raggiungere Fort Peck, sul fiume Missouri, ma non riuscì a trovare lo sfuggente Toro Seduto. A Fort Peck Miles rimpolpò l’organico dei suoi reparti e fece preparativi per continuare la campagna invernale. Divise gli effettivi in tre colonne e procedette di nuovo a perlustrare il territorio. Il 7 dicembre un distaccamento comandato dal tenente Frank D. Baldwin, che operava in condizioni invernali estreme, localizzò un accampamento indiano abbandonato di recente sul Porcupine Creek e cercò disperatamente di intercettare i Sioux fuggitivi. Aveva necessità di raggiungerli prima che potessero attraversare il Missouri gelato raggiungendo la riva sud. Vicino a Bark Creek la fanteria di Baldwin raggiunse i Sioux ed ebbe uno scontro con la retroguardia degli Indiani, proprio qualche minuto dopo che le famiglie dei guerrieri avevano attraversato il fiume. Lo scontro con i guerrieri di Toro Seduto continuò per parecchie ore e a un certo punto Baldwin spinse perfino una compagnia al di là del Missouri. Tuttavia l’estenuante caccia e il freddo eccessivo avevano reso esausti i soldati di Baldwin ed egli decise di tornare a Fort Peck per rifornimenti. Benché Baldwin non fosse riuscito a sconfiggere Toro Seduto, aveva costretto gli Indiani a un movimento continuo, che aveva affaticato le loro famiglie ed stancato i Pony indiani.


Scontro fra esercito e Sioux nella guerra del 1876

A Fort Peck Baldwin con tenacia aveva rimpolpato le sue esigue forze con circa 150 uomini, poi aveva cominciato a raccogliere informazioni dalle riserve indiane sulla posizione di Toro Seduto. Il 10 giugno venne a sapere che Toro Seduto si trovava a sud est e si stava spostando verso il fiume Yellowstone. Avvisò subito Miles e mobilitò le truppe per riprendere la caccia. La neve profonda, il terreno aspro e il freddo impietoso riscossero il loro pedaggio fra le truppe di Baldwin; si trovavano talvolta più di 40 uomini contemporaneamente che viaggiavano sui carri soffrendo per la stanchezza e i geloni.

Alle 13 circa del 18 dicembre, Baldwin raggiunse il villaggio di Toro Seduto, posto lungo l’Ash Creek (vedi mappa B). Il villaggio consisteva approssimativamente di 122 tende e avrebbe potuto contenere fino a 240 guerrieri. Tuttavia la maggior parte degli uomini erano fuori per la caccia e le tre piccole compagnie di fanteria di Baldwin in una manciata di minuti conquistarono l’intero villaggio, impadronendosi della maggior parte delle masserizie e di 60 cavalli. Baldwin rifocillò i suoi uomini con le provviste trovate al villaggio, bruciò tutto quello che non poteva trasportare e quindi intraprese la difficile marcia verso l’acquartieramento del fiume Tongue. La gente di Toro Seduto era rimasta priva di risorse.

Aveva perso la maggior parte delle tende e quasi tutte le provviste di cibo per l’inverno. Gli Indiani avevano perduto anche circa il 20% dei loro pony e quelli che erano rimasti stavano morendo di fame.

Per sfuggire a Miles e alla sua marcia inesorabile, Toro Seduto e Long Dog alla fine avrebbero dovuto condurre la loro gente in Canada.

Mappa 35. Azioni finali, gennaio–maggio 1877

Essendo riuscito a condurre fuori della guerra Toro Seduto e le bande indiane della zona a nord dello Yellowstone, Miles poteva ora dirigere la sua attenzione verso Cavallo Pazzo e le bande a sud dello Yellowstone. Ironia della sorte, all’inizio di dicembre le stesse bande s’erano perse d’animo sia per l’inclemenza del tempo, sia per la sconfitta dei Cheyenne nella battaglia di Dull Knife e per la verità stavano considerando l’ipotesi della resa. Tuttavia le guide Crow assassinarono la loro delegazione di pace mentre la stessa si stava avvicinando all’acquartieramento sul fiume Tongue e Cavallo Pazzo incoraggiò la sua gente a continuare la resistenza. Il capo di guerra iniziò un’attiva campagna di attacchi contro l’avamposto per indurre i soldati all’inseguimento. Il suo piano era di attirare Miles nella valle del fiume Tongue e far cadere la sua colonna in un’imboscata. Il 29 dicembre Miles accettò la sfida e si diresse nella valle del Tongue per condurre un attacco contro il villaggio di Cavallo Pazzo. Egli stimava che il villaggio, che aveva ricevuto rinforzi con i rifugiati della battaglia di Dull Knife, contasse probabilmente su 3.000 abitanti, con un numero di guerrieri variabile da 600 a 800. Nella sua marcia lungo il fiume Tongue, Miles ebbe parecchie schermaglie con i Sioux e riconosceva apertamente che gli Indiani cercavano di attirarlo in un tranello. Ciò nonostante, confidava che i suoi 350 disciplinati uomini di fanteria potessero ribaltare le probabilità contro il nemico. Il 7 gennaio 1877 le sue guide catturarono un piccolo gruppo di donne e bambini Cheyenne. Quella notte fece accampare i suoi uomini nelle vicinanze di una collinetta (butte), aspettandosi che i Sioux attaccassero il giorno dopo. Il mattino seguente, con circa 90 cm di neve sul terreno, Cavallo Pazzo attaccò con circa 500 o 600 guerrieri Sioux e Cheyenne (vedi mappa B). Cavallo Pazzo aveva bisogno di una grande vittoria che incoraggiasse il suo popolo demoralizzato. Entrambe le parti manovrarono per guadagnare un vantaggio, ma Miles usò l’artiglieria per disperdere il concentrarsi dei guerrieri. Le condizioni proibitive del tempo ostacolavano la visibilità e, come in molte battaglie indiane, le perdite furono trascurabili. A mezzogiorno il tempo che peggiorava costantemente costrinse entrambe le parti ad interrompere il contatto. I Sioux si ritirarono al loro villaggio, 20 miglia più a sud, e Miles tornò alla postazione sul fiume Tongue.

La battaglia del Butte fu l’ultimo combattimento cui prese parte Cavallo Pazzo. Egli non era riuscito a consegnare al suo popolo quella vittoria di cui aveva bisogno. Miles e Crook passarono il resto dell’inverno mandando messaggi a Cavallo Pazzo, per persuaderlo ad arrendersi.

Benché Cavallo Pazzo e la sua banda resistessero fino a primavera, la fame e il freddo avevano costretto molti Sioux a cercare ricovero nelle Agenzie. Verso la fine dell’aprile 1877 un capo Sioux di nome Lame Deer fece giuramento che non si sarebbe mai arreso. Lui e la sua banda di 51 tende Miniconjou si separarono da Cavallo Pazzo e si spostarono a nord per la caccia al bisonte. Miles aveva ricevuto rinforzi da elementi del 2° Cavalleria e, avendo appreso dei movimenti di Lame Deer, mobilitò ancora le sue forze e si mise in caccia. Paradossalmente la colonna di Miles contava molti importanti guerrieri Sioux e Cheyenne, che si erano arresi di recente e servivano ora come guide nell’esercito americano. Le guide trovarono il villaggio di Lame Deer su un torrente tributario del Rosebud Creek e Miles lanciò un attacco di sorpresa nella prima mattinata del 7 maggio 1877, infliggendo una tremenda sconfitta agli Indiani (vedi mappa C).

Le sue truppe catturarono quasi 500 cavalli e circa 30 tonnellate di cibo, uccidendo almeno 14 guerrieri, incluso lo stesso Lame Deer. Cavallo Pazzo e la sua banda si erano arresi il giorno precedente questa battaglia.
Benché Toro Seduto e i suoi seguaci riuscissero a sopravvivere in Canada per un certo tempo e non si arrendessero fino al 19 luglio 1881, la Grande Guerra Sioux era finita; tutti i Sioux degli Stati Uniti erano adesso confinati in riserva.

Mappa 36. La Danza dei Fantasmi (Ghost Dance)

Alla fine degli anni ’80 le tribù delle Grandi Pianure dell’ovest si sentivano sempre più avvilite per il loro confinamento nelle riserve e per la scomparsa delle loro culture tradizionali. Un profeta Paiute di nome Wovoka consegnò un messaggio di speranza che profetizzava una futura libertà dall’influenza dell’uomo bianco. Egli predicava una filosofia di non violenza e prometteva che il Grande Spirito avrebbe riportato il bisonte. I suoi seguaci eseguivano una lenta danza trascinando i piedi, che voleva propiziare il ritorno in vita degli Indiani morti; così essa divenne nota come Danza dei Fantasmi.
Specialmente quelli che una volta erano i potenti Teton Sioux, che avevano dominato le Pianure dal 1850 al 1876, erano particolarmente amareggiati e scoraggiati. Avevano perso ogni possibilità di accesso a quello che era il Territorio Incedibile, che era diventato ora gli stati del Montana (1889) e Wyoming (1890). La Grande Riserva Sioux (vedi la precedente mappa 13) era stata suddivisa in parecchie riserve più piccole, che adesso si estendevano per meno della metà del territorio coperto nel 1876. I capi più agguerriti tra i Teton Sioux capitalizzarono lo scontento del loro popolo e la generale accettazione della Danza dei Fantasmi per predicare una rivolta violenta contro l’uomo bianco. Essi promettevano anche che le sacre camicie fantasma avrebbero protetto i guerrieri dalle pallottole dei soldati. Gli ufficiali del governo temevano una imminente sollevazione nelle Riserve di Pine Ridge e di Rosebud. Gli insediamenti vicini chiedevano che l’esercito fornisse protezione. Di conseguenza il presidente Banjamin Harrison ordinò al dipartimento della Guerra di contenere la situazione e posizionare truppe presso le Agenzie. L’esercito usò la ferrovia per spostare unità da tutti i distaccamento sparsi per la nazione, costituendo un grande dispiegamento di forze che includeva elementi del 1°, 2°, 7° e 8° Fanteria e del 6°, 7°, 8° e 9° Cavalleria.
I Sioux erano in disaccordo tra loro su come procedere e si divisero in due fazioni. I concilianti non volevano problemi, mentre gli ostili (o militanti) predicavano che i bianchi dovevano essere scacciati dalle terre degli Indiani. Nel dicembre 1890 alcuni degli ostili, abituali seguaci della Danza dei Fantasmi, si radunarono nell’angolo di nord ovest della Riserva di Pine Ridge. Il loro numero assommava a circa 500 o 600 fra uomini, donne e bambini. Si cominciarono a distinguere anche bande di Sioux minacciosi in altre Riserve. In particolare, Toro Seduto, nella Riserva di Standing Rock, e Grosso Piede, nella Riserva di Cheyenne River, rifiutarono di collaborare con gli ufficiali governativi.
Il maggiore generale Nelson A. Miles, ora comandante della Divisione Militare del Missouri, sperava di evitare la violenza e iniziò a trattare con i militanti di Pine Ridge. Ordinò anche l’arresto di Grosso Piede e Toro Seduto per contenere il diffondersi dell’attività militante nelle riserve del nord. Ma la morte di Toro Seduto, ucciso dalla polizia indiana che tentava di arrestarlo, infiammò ulteriormente la situazione. I militanti della riserva di Pine Ridge si sentivano incoraggiati più che mai a resistere. Senza il loro capo, la maggior parte della banda Hunkpapa di Toro Seduto abbandonò la causa militante, ma alcuni si unirono a Grosso Piede.

I Sioux erano in disaccordo tra loro su come procedere e si divisero in due fazioni. I concilianti non volevano problemi, mentre gli ostili (o militanti) predicavano che i bianchi dovevano essere scacciati dalle terre degli Indiani. Nel dicembre 1890 alcuni degli ostili, abituali seguaci della Danza dei Fantasmi, si radunarono nell’angolo di nord ovest della Riserva di Pine Ridge. Il loro numero assommava a circa 500 o 600 fra uomini, donne e bambini. Si cominciarono a distinguere anche bande di Sioux minacciosi in altre Riserve. In particolare, Toro Seduto, nella Riserva di Standing Rock, e Grosso Piede, nella Riserva di Cheyenne River, rifiutarono di collaborare con gli ufficiali governativi.
Il maggiore generale Nelson A. Miles, ora comandante della Divisione Militare del Missouri, sperava di evitare la violenza e iniziò a trattare con i militanti di Pine Ridge. Ordinò anche l’arresto di Grosso Piede e Toro Seduto per contenere il diffondersi dell’attività militante nelle riserve del nord. Ma la morte di Toro Seduto, ucciso dalla polizia indiana che tentava di arrestarlo, infiammò ulteriormente la situazione. I militanti della riserva di Pine Ridge si sentivano incoraggiati più che mai a resistere. Senza il loro capo, la maggior parte della banda Hunkpapa di Toro Seduto abbandonò la causa militante, ma alcuni si unirono a Grosso Piede. Sebbene in precedenza allineato con i militanti, gradualmente Grosso Piede era addivenuto a riconoscere l’inutilità di ogni tipo di lotta armata e cominciò a costruirsi la reputazione di uomo di pace tra le altre bande e i locali comandanti dell’esercito. I concilianti della Riserva di Pine Ridge gli chiesero di raggiungere la riserva per collaborare a calmare la situazione. Grosso Piede e la sua banda scivolarono verso Pine Ridge senza dare nell’occhio. Sfortunatamente Miles non riconobbe in Grosso Piede un emissario dei concilianti che era venuto per smorzare le ostilità a Pine Ridge.


“Ghost Dance” – dipinto di Gilbert Gaul

Invece, scambiandolo per un difensore della causa militante, Miles si fece personalmente carico della situazione e condusse il 6° e 9° Cavalleria a bloccare lo spostamento di Grosso Piede verso Pine Ridge.

Mappa 37. Il massacro di Wounded Knee, 29 Dicembre 1890

Grosso Piede eluse la pattuglie di cavalleria, che cercavano di prevenire il suo spostamento verso Pine Ridge, èassando attraverso le Badlands. Pertanto Miles diede ordine al 7° Cavalleria, comandato a quell’epoca dal colonnello James Forsyth, di intercettare la banda di Grosso Piede, disarmarla e di scortarla fino all’inizio della strada per Omaha. Il 28 dicembre 1890, elementi dell’avanguardia del 7° Cavalleria intercettarono i Sioux e li scortarono ad un accampamento lungo il Wounded Knee Creek. Il resto del reggimento arrivò all’accampamento la notte seguente. Il mattino dopo i Sioux si svegliarono per trovarsi circondati da 500 soldati e 4 pezzi da campagna. I Sioux di Grosso Piede, con forse 120 uomini e circa 200 donne e bambini, riconobbero che la situazione era senza speranza ed acconsentirono ad essere scortati alla strada che li avrebbe ricondotti alla riserva. Il vecchio capo era colpito da polmonite, per cui si provvide a fornirgli una tenda riscaldata.
Forsyth non si aspettava resistenza quando dispiegò le sue unità per disarmare gli Indiani. Questi, tuttavia, si agitavano sempre di più mentre i soldati ispezionavano le tende e gli abiti sia degli uomini che delle donne. Improvvisamente la situazione divenne ancora più tesa quando un uomo di medicina, di nome Yellow Bird, incitò i guerrieri a resistere. Durante una perquisizione, un soldato ed un Indiano si accapigliarono per un fucile e dall’arma partì accidentalmente un colpo. Entrambe le parti aprirono un fuoco serrato e brutale a distanza ravvicinata, mentre donne e bambini fuggivano in preda al panico. Gli artiglieri sulla cima della collina aggiunsero altro caos quando aprirono il fuoco sugli Indiani che fuggivano. Il combattimento terminò quando gli Indiani abbandonarono il campo. Sul terreno giacevano 150 Sioux morti, tra i quali Grosso Piede. La portata della tragedia fu ingrandita dal fatto che almeno 62 morti erano donne e bambini. L’esercito aveva subito 25 morti fra soldati e ufficiali e 39 feriti. Con la battaglia di Fetterman e il Little Bighorn, Wounded Knee fu uno degli scontri più letali per l’esercito nelle Pianure. Miles era furioso per come l’intera faccenda era stata mal gestita. Egli sollevò Forsyth dal comando (la decisione venne ritirata più tardi) ed evitò abilmente ulteriori violenze con le banda ssociate alla Danza dei Fantasmi.


Mappa del massacro di Wounded Knee

Presto l’influenza della Danza dei Fantasmi svanì e Wounded Knee segnò la fine della resistenza organizzata indiana nelle Pianure e l’ultimo grande spiegamento di forze dell’esercito contro gli Indiani delle Grandi Pianure; le Guerre Sioux erano finite.