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I mantelli di pelle di bisonte

A cura di Gaetano Della Pepa
Link dello speciale sui bisonti e gli indiani: 1) I bisonti, 2) Gli indiani e la conoscenza del bisonte, 3) Gli indiani a caccia del bisonte, 4) L’utilità del bisonte, 5) I mantelli di pelle di bisonte, 6) Ritualità della caccia al bisonte

I mantelli di pelle di bisonte (buffalo robe) erano gli oggetti più spesso dipinti oltre ai parfleche, contenitori in pelle grezza, e costituivano un capo di abbigliamento di grande importanza presso le tribù delle praterie. Il disegno dipinto o ricamato con aculei di porcospino era indicativo dello status sociale di chi lo indossava sottolineandone il sesso, talvolta l’età, e se si era sposati o single.
Il mantello di una donna nubile era spesso decorato con una riga di medaglioni e pendenti lungo tutta la parte inferiore, mentre un giovane guerriero scapolo ne portava uno con strisce orizzontali di ricami in porcospino con quattro grandi medaglioni, il primo posto a sinistra dove era la testa della pelle.
Poiché a causa del peso della carcassa i bisonti venivano macellati partendo dalla schiena, tutte le pelli erano divise a metà.
Per farne un mantello le due metà erano ricucite assieme ed il motivo centrale, spesso una fascia ricamata, serviva a nascondere la giuntura. Le donne dipingevano i loro mantelli con disegni geometrici o raffigurazioni stilizzate del bisonte o di sue parti anatomiche. Quelli maschili avevano anche loro motivi geometrici di varie forme.


Anche i soldati si coprivano con pelli di bisonte

Oltre al mantello di pelle usuale (oggetto di scambi commerciali) ve ne era un tipo particolare dei guerrieri detto “mantello con le gesta di guerra” sui cui erano dipinte le imprese guerresche del proprietario. Nel riportare le proprie azioni il guerriero usava il tipico stile maschile pittografico, più o meno stilizzato, evitando lo stile femminile puramente geometrico. Un uomo poteva dipingere il suo mantello da sé, ma più spesso si serviva di artisti specializzati in modo che il suo capo di abbigliamento fosse il più bello possibile.
Tradizionalmente nel dipingere gesta di guerra veniva aggiunta solo acqua molto calda per rendere fluido il colore e le figure erano delineate a mano libera con un pennello di osso poroso. Il rosso era il colore più usato, ma anche il giallo, blu o nero erano popolari. Le figure non erano mai piazzate a caso ma formavano una composizione armoniosa che consentiva il mantenimento del concetto di simmetria, fondamentale nel mondo degli Indiani delle Pianure.


Una pelle conciata e pitturata

Il modo di indossare il mantello esprimeva a sua volta il rango e le intenzioni di chi lo indossava. Esso era sistemato diversamente a seconda che si intendesse prendere la parola, o cambiare opinione, riflettere o indicare la propria ira. Durante le cerimonie le donne portavano i mantelli sul capo per coprirlo.
Presso i Crow la circonferenza di un oggetto, ad esempio un albero, era data in base ai “mantelli di bisonte” necessari per circondarli.


Una pelle lavorata dai Sioux

I Sioux usavano l’espressione “far cadere il suo mantello” per indicare un uomo che moriva combattendo, un modo di dire parallelo a quello dei cow-boy che usavano dicevano “morti con gli stivali ai piedi”, riferito alle vittime delle sparatorie o i soldati caduti in combattimento.