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Le guerre Sioux – 4

A cura di Pietro Costantini
Tutte le puntate dell’articolo: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.

Mappa 5. La Pista di Bozeman e la Spedizione Connor
Nel 1862 la scoperta dell’oro nel Montana dell’ovest, nei dintorni di Grasshopper Creek convogliò nella regione centinaia di cercatori. Quasi tutti questi cercatori di fortuna avevano seguito la Via del Platte, il ramo settentrionale della vecchia Pista Oregon – California ed erano entrati nel Montana da ovest. Altri avevano risalito il fiume Missouri fino a Fort Benton, poi erano scesi fino ai giacimenti da nord est.
Nel 1862 due imprenditori, John Bozeman, un georgiano arrivato nella Frontiera solo due anni prima, e John Jacobs, un veterano mountain man, tracciarono una pista per congiungere la zona dei giacimenti con la Via del Platte ad ovest di Fort Laramie. Questa strada tagliava per il Bozeman Pass ad est di Virginia City, attraversava i fiumi Yellowstone e Bighorn, piegava a sud lungo il lato orientale delle Bighorn Mountains, attraversava i fiumi Tongue e Powder, per proseguire verso sud, nella piana del Powder, andando a congiungersi con la Via del Platte a circa 80 miglia ad ovest di Fort Laramie. Questa nuova pista riduceva di circa 400 miglia la distanza necessaria alle altre vie per raggiungere i giacimenti. Però la pista passava attraverso i preziosi territori di caccia rivendicati dai Teton Sioux e dai loro alleati lungo il fiume Powder. I viaggiatori che percorrevano la Bozeman Trail si trovarono ben presto a subire violenti attacchi da parte degli Indiani ostili.
Nel 1865, per rispondere ad un attacco indiano contro il ponte sul Platte, nei pressi dell’odierna Casper (Wyoming) e aderire alle richieste di protezione degli emigranti, l’esercito americano inviò nella regione tre colonne convergenti al comando del generale Patrick E. Connor.


I forti sul bozeman trail

Il colonnello Nelson Cole comandava la colonna Omaha, che consisteva di 1.400 volontari di cavalleria. Il tenente colonnello Samuel Walker comandava la seconda colonna, con 600 volontari di cavalleria. Connor comandava la terza colonna, consistente in 558 soldati e 179 scouts indiani. La strategia prevedeva che le tre colonne si incontrassero all’inizio di settembre sul Rosebud Creek.
Connor raggiunse il fiume Powder Superiore a metà Agosto. Lì eresse una fortificazione, Fort Connor, poi continuò verso nord ovest all’inseguimento degli Indiani. Il 29 agosto agganciò e attaccò il villaggio Arapaho di Orso Nero sul fiume Tongue (oggi Ranchester, Wyoming). L’attacco invase il villaggio e portò alla cattura della mandria dei cavalli della tribù. Tuttavia, dopo che la distruzione del villaggio fu completata, diversi vivaci contrattacchi indiani convinsero Connor a ritirare le sue truppe, sebbene più numerose dei guerrieri indiani. Poi, in mezzo alle prime tempeste invernali, Connor si mosse verso nord, in cerca delle colonne di Cole e Walker. Nel frattempo, Cole aveva raggiunto la zona a nord delle Colline Nere e si era attestato sul fiume Belle Fourche, dove il 18 agosto aveva incontrato la colonna di Walker. Inizialmente le due colonne continuarono ad addentrarsi nel territorio indiano, finché non riscontrarono una pericolosa mancanza di provviste e decisero di spostarsi insieme verso il Tongue e agganciare Connor. L’1 settembre un numeroso gruppo di guerra Cheyenne attaccò le colonne, modificando la decisione di Cole di portarsi verso il fiume Tongue. Infatti egli si attestò sul fiume Powder, sperando di ricostituire le provviste con l’abbondante selvaggina che sapeva esserci nella valle dello Yellowstone.
La notte del 2 settembre una delle prime tempeste invernali infierì sulla colonne militari. Più di 200 cavalli e muli di Cole, già indeboliti dalla fame, morirono di assideramento e debolezza. Cole cambiò ancora la direzione dei suoi spostamenti, decidendo di tornare a Fort Laramie a raccogliere provviste. La mattina del 5 settembre, Cole e Walker, incapparono inconsapevolmente in un grande villaggio ubicato vicino alla foce del fiume Little Powder. Il villaggio era un inconsueto agglomerato di guerrieri Sioux, Cheyenne del Nord e del Sud e Arapaho. Più di 1.000 guerrieri sciamarono fuori del villaggio e attaccarono le colonne. La battaglia divampò per tre ore, prima che il villaggio, non ancora scoperto, si mettesse in salvo e i guerrieri abbandonassero il combattimento.


La spedizione Connor

Di nuovo, l’8 settembre, le truppe esauste e affamate minacciarono involontariamente il villaggio. La retroguardia degli Indiani trattenne facilmente i soldati e il villaggio venne felicemente sgomberato una seconda volta.
Nel corso dei successivi 12 giorni la colonna continuò a proseguire arrancando. Ogni giorno dozzine di cavalli e muli morivano di fame e fatica. Gli Indiani aleggiavano intorno alle colonne come avvoltoi e, se non fosse stato per l’azione dell’artiglieria, avrebbero probabilmente prodotto danni notevoli alle truppe. Il 20 settembre le truppe di Cole e Walker arrivarono a Fort Connor. Le truppe ugualmente esauste di Connor le raggiunsero il 24 settembre. La spedizione aveva fallito il compito di sottomettere le tribù e, invece, aveva imbaldanzito i Sioux nel continuare la loro determinata resistenza ad ogni incursione bianca nel territorio del fiume Powder. Ciò nondimeno, la presenza di Fort Connor sulla Pista Bozeman incoraggiava il viaggio degli emigranti per quella strada e amplificava le loro richieste di protezione.