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Clan e donne Cherokee

A cura di Angelo D’Ambra

Donne cherokee coi clan e le loro simbologie – clicca per INGRANDIRE
Nel lontano passato dei cherokee ogni clan era capeggiato da una donna, i bambini vi si riconoscevano parte per linea materna ed ogni proprietà era trasmessa sempre per linea materna. Le donne cherokee erano considerate capofamiglia. Casa e figli erano loro proprietà, anche se si fossero separate dal marito. L’intera società dava più importanza alla donna così persino gli zii materni erano considerati più importanti dei padri. Inoltre, la società cherokee era matrilocale, nel senso che una coppia sposata si trasferiva con o vicino alla famiglia della sposa.
Gli uomini che non erano membri cherokee ma sposavano una cherokee venivano adottati in un clan da una madre. Era anche proibito sposare qualcuno del proprio clan, alla stregua di un incesto punibile con la morte. A quanto pare in questa società l’adulterio non era considerato grande colpa e la sessualità era vista senza malizia o tabù.


I sette clan degli indiani Cherokee

L’importanza delle donne nei clan cherokee trova fonti già nelle spedizioni spagnole di Hernando de Soto del 1540 e di Juan Pardo del 1568 che testimoniano come l’autorità fosse detenuta dalle donne nel territorio in seguito individuato come paese cherokee dagli inglesi.
I clan erano sette ma discendevano da quattordici originari clan di cui si è persa memoria. Il resto dei primi clan non avrebbero obbedito alle leggi e ai costumi del popolo e sarebbe stato cacciato dalla nazione formando le tribù degli Erie, Mohawk, Onandaga, Cayuga, Seneca e Oneida. I sette clan rimanenti tra i cherokee avevano precise funzioni nella struttura sociale: il clan ani-gatagewi era un clan di raccoglitori; il clan ani-gilahi era di pacificatori, accoglieva orfani e prigionieri di guerra, ed i suoi membri si distinguevano per i lunghi capelli; il clan ani-kawi era composto da corridori e cacciatori; il clan ani-sahoni produceva medicinali, specialmente per le malattie infantili; il clan ani-tsiskwa era composto da messaggeri; il clan ani-waya era un clan guerriero; il clan ani-wodi era composto da sciamani e guaritori.
Che ruolo avevano gli uomini? Un ruolo marginale si potrebbe a ragione sostenere.


Attakullakulla

Nel febbraio del 1757, il cherokee Attakullakulla raggiunse il Sud Carolina per negoziare accordi commerciali col governatore. Tornò tra la sua gente scioccato per aver scoperto che non c’era alcuna donna tra i bianchi che avesse voce in capitolo. Allo stesso modo i bianchi erano scioccati dal vedere il ruolo sociale che avevano le donne nei villaggi cherokee. Queste non erano uguali agli uomini nei campi della politica, dell’economia e della religione, era superiori all’uomo! Avevano autonomia in tutto, libertà sessuale, libertà di divorzio, rarissimi erano i casi di maltrattamento o stupri che li vedessero vittime, lavoravano come agricoltrici ed erano proprietarie di case e campi. Gli uomini erano esclusivamente cacciatori. Avevano l’unica responsabilità di cacciare. Anche in politica il loro ruolo era limitato. I cherokee infatti prendevano decisioni solo dopo aver discusso i problemi in riunioni in cui le donne avevano l’ultima voce in capitolo. Anche in caso di guerra. Anzi, spesso le donne prendevano parte alle battaglie.
Altro aspetto di questa fase matriarcale dei cherokee era che sull’intero clan si estendeva la responsabilità del comportamento di ogni singolo suo membro, quindi un’omicida in fuga faceva ricadere le sue colpe sul suo clan che doveva consegnare un membro a scelta affinché fosse punito al posto del responsabile.


Donna Cherokee del Bird Clan

Le cose iniziano a cambiare dopo le guerre cherokee (1776-1794) quando il grosso di questo popolo si spostò verso ovest e parecchi suoi figli iniziarono a frequentare scuole bianche. Nel 1797 si decise, in un consiglio della nazione cherokee, che i clan non dovevano più essere responsabili degli omicidi giudicati accidentali.
Un nuovo consiglio nel 1808 impose la nascita di una “Light Horse Guard” destinata all’applicazione della legge tribale che introdusse un sistema di eredità patrilineare. Nel 1810 il consiglio nazionale eliminò anche il concetto di rappresaglia tra clan, ripudiò definitivamente l’eredità matrilineare, che aveva brevemente convissuto con quella patrilineare, e dichiarò i padri come capifamiglia.
Il contatto coi bianchi e coi missionari cristiani nell’Ottocento portò tra i cherokee anzitutto il senso della nudità, della verginità, della castità matrimoniale. In realtà i maschi cherokee furono più colpiti delle donne perché si videro da cacciatori divenire agricoltori, lavoro tradizionalmente femminile.
In pieno Settecento ed ancora nel primo Ottocento i bianchi che sposarono donne cherokee si ritrovarono ad avere grandi problemi perché s’accorsero di non essere considerati né capi né membri della famiglia, i figli appartenevano alla madre, non a loro, esattamente come ogni proprietà.


Cherokee pronti per la “Green Corn Dance”

Le donne possedevano le case dove viveva la famiglia ed erano le loro figlie ad ereditare quelle proprietà, non i figli. Tali matrimoni esogamici, proprio in virtù della libertà delle donne cherokee, erano davvero numerosi. Per le donne cherokee questi matrimoni assicuravano ai loro clan continui flussi di merci, utensili, armi e l’amicizia di commercianti bianchi più o meno potenti.
Uno dei colpi più duri all’organizzazione tradizionale cherokee matrilineare fu data dalla legislazione statunitense in materia di nucleo familiare, quando ai bambini avuti da rapporti tra donne cherokee e bianchi fu assegnata la cittadinanza paterna con tutti i diritti ereditari conseguenti. La società cherokee fu sconvolta, i clan vissero grande disordine legislativo, coi figli dei mariti bianchi in posizione di forza in linea successoria su quelli concepiti da indiani.


Donne Cherokee vestite in abiti tradizionali

Significativamente oggi sono molti gli statunitensi che si professano mezzosangue cherokee, magari discendenti di chissà quale grande donna cherokee. Ciò che sorprende è che tra essi ci sono numerosi neri. Ciò è dovuto al fatto che nel corso dell’Ottocento molti cherokee comprarono schiavi (si calcola che nel 1830 circa il 7% dei cherokee ne possedesse) e, soprattutto dopo l’arrivo dei cherokee in Oklahoma (il tristemente noto sentiero delle lacrime), i matrimoni interraziali tra neri e cherokee si diffusero enormemente.
Oggi chiaramente non solo non è rimasto nulla del sistema matriarcale ma pochi cherokee conoscono il loro clan e nessuna delle funzioni “ufficiali” del sistema clan rimane.