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La vera storia del crocifisso di Toro Seduto

A cura di Matteo Pastore da un lavoro di Karl Van Den Broeck

Sul crocifisso di Toro Seduto si sono scritte e lette molte cose, ma la gran parte di queste è sbagliata. Chi possiede oggi l’autentico crocifisso di Toro Seduto? La famosissima immagine (qui sopra) del capo Lakota-Hunkpapa Toro Seduto che indossa un crocifisso è divenuta così tanto iconica da essere enigmatica. La storia afferma che il missionario Pierre-Jean De Smet abbia dato il crocifisso a Toro Seduto.
Alla fine del gennaio 1885, Toro Seduto arrivò a Bismark (Territorio Dakota) con suo cognato Gray Eagle. Fu proprio durante questo loro soggiorno che il famosissimo fotografo D. F. Barry ha scattato loro alcune foto nelle quali si notava che entrambi gli uomini portavano dei crocifissi al collo.
Ed è qui che una nuova ricerca rivela che tutto ciò che sappiamo sui crocifissi che indossavano è sbagliato.
Stanley Vestal, il primo biografo di Toro Seduto, ha collegato il crocifisso a De Smet. Il missionario cattolico di origine belga aveva cercato di creare uno “stato indiano” nell’area delle Montagne Rocciose durante gli anni Quaranta e Cinquanta dell’Ottocento. Dopo il suo fallimento, il governo statunitense lo assunse per convincere l’“ostile” Hunkpapa a firmare il Trattato di Fort Laramie.
De Smet viaggiò fino al campo di Toro Seduto senza una scorta militare, una mossa ritenuta suicida. La reputazione di Toro Seduto, in quegli anni, può essere paragonata a quella di Osama bin Laden dopo gli attacchi dell’11 settembre.
Il missionario riuscì a convincere alcuni Lakota-Sioux a firmare il trattato del 1868, che pose fine alla Guerra della Nuvole Rosse, un sanguinoso conflitto che costrinse l’Esercito statunitense ad abbandonare tutti i forti creati nel Territorio del Montana.
Il missionario e Toro Seduto si incontrarono per la prima volta il 19 giugno 1868 lungo il Fiume Powder.
Dopo questi colloqui di pace, De Smet diede a Toro Seduto un crocifisso, come affermava Vestal. Egli scrisse che il crocifisso fu mostrato in “una ben conosciuta foto del capo fatta da D.F. Barry”.
Né De Smet né altri testimoni oculari dei colloqui dissero che il missionario diede a Toro Seduto un crocifisso. Vestal ottenne questa informazione da altre fonti.
Vestal ha registrato la testimonianza dal nipote di Toro Seduto, One Bull, nel 1929: “Egli (Toro Seduto) aveva un crocifisso datogli da De Smet quando si incontrarono lungo il Fiume Powder e un altro consegnatogli dal vescovo Marty, quando Toro Seduto era in Canada”.


Grey Eagle

Il vescovo Marty visitò Toro Seduto durante il suo esilio in Canada. Il vescovo cercò di convincere Toro Seduto ad arrendersi ed unirsi al suo popolo a Standing Rock, ma voleva anche convertire il capo indiano al Cattolicesimo.
Il suo primo tentativo, quello di riportare i Sioux negli Stati Uniti, ebbe successo; Toro Seduto si arrese nel 1881. Tuttavia il capo si rifiutò, fino al giorno della sua morte, di convertirsi al Cattolicesimo poiché non voleva diventare monogamo.
Eugene Little Soldier ha corroborato la testimonianza di One Bull. Egli era un membro della Polizia Indiana che giunse, il 15 dicembre 1890, alla capanna di Toro Seduto per arrestarlo. Durante l’incidente che si susseguì, Toro Seduto fu colpito due volte in modo fatale.
Vestal registrò le parole di Little Soldier il quale sosteneva che Toro Seduto aveva ottenuto 2 crocifissi durante la sua vita, il primo delle mani di un missionario mentre il secondo dal vescovo Marty mentre (il capo) si trovava in esilio in Canada.
Entrambi sostenevano che Toro Seduto possedesse due crocifissi. Uno sostenne che fu dato da De Smet, ma chiamato padre Marty. One Bull menzionò una data errata (1848 invece di 1868) ma il posto era giusto ovvero il fiume Powder.
Quindi dove sono i crocifissi?
Vestal scrisse del crocifisso posseduto da One Bull. Nel 1935, Vestal cercò invano di venderlo all’Albert Heath Museum of of Amerind Arts (Museo di Arte Amerinda) di Chicago. In una lettera del marzo 1957, scrisse che ancora possedeva il crocifisso dato a Toro Seduto da De Smet durante l’incontro al fiume Powder il quale viene indossato in vecchie foto.
Il crocifisso di One Bull rimase di proprietà della famiglia Vestal. Hayden Ausland, uno dei nipoti di Vestal, sostiene che il crocifisso è ora esposto nel centro visitatori del Monumento Nazionale di Little Big Horn.
Vestal affermava che alcuni membri della famiglia di Toro Seduto gli avevano donato il crocifisso appartenuto al capo e donatogli proprio da De Smet. Ausland sostiene invece di dubitare, egli stesso, dell’identificazione dell’oggetto sacro dato che alcuni dettagli sono molto vaghi, approssimativi e tutti girano attorno alla vecchia foto di Toro Seduto.


Il crocifisso di Philip Bullhead

Un altro crocifisso attribuito a Toro Seduto è esposto al Museo della Società Storia dello Stato del Nord Dakota di Bismarck. L’oggetto fu acquisito dal museo nel 1930 da Frank Zahn che fungeva da agente per Philip Bullhead.
Nell’ultimo giorno di vita di Toro Seduto, il padre di Philip, il tenente Henry Bullhead, era a capo del reparto della Polizia Indiana inviato ad arrestare Toro Seduto. Bullhead fu ferito mortalmente durante l’incidente; uno dei suoi subordinati era Eugene Little Soldier.
Testimonianze sostengono che la capanna di Toro Seduto fu saccheggiata e il suo corpo venne mutilato. Durante l’autopsia effettuata dal medico dell’esercito, Dr. Horace M. Deeble, tagliò parte dei capelli del capo indiano per poter entrare in possesso dei suoi gambali.
Un altro soldato rubò il dipinto di Toro Seduto realizzato da Caroline Weldon, un’attivista newyorkese che aiutò Toro Seduto nella sua lotta contro la divisione della riserva Hunkpapa.
Alcuni musei nel Midwest, tra cui il Buffalo Bill Center of West a Cody, in Wyoming e il museo di Bismarck possiedono alcuni manufatti che un tempo appartenevano a Toro Seduto e che erano nella sua capanna al momento della morte del capo indiano.
Anche la famiglia di Bullhead, quel giorno, potrebbe aver rubato alcuni oggetti. D’altra parte non ci sono dati ufficiali che dichiarino che Toro Seduto indossasse un crocifisso quando fu ucciso o che ne furono trovati all’interno della sua capanna.
Il crocifisso di Bullhead è molto diverso da quello indossato da Toro Seduto nella foto di Barry. “Nota soprattutto negli intarsi in ebano sotto il memento mori”, ha scritto R.C. Hollow nell’articolo “Sitting Bull: Artifact and Artifake”.
La distanza tra i piedi di Gesù e il teschio con le ossa è molto maggiore nella foto di Toro Seduto rispetto all’artefatto di Bullhead.
Hollow sostiene che queste differenze non possono dimostrare che il crocefisso di Bullhead non sia appartenuto davvero a Toro Seduto dato che il capo avrebbe potuto avere un parfleche (contenitore dei nativi americani) pieno di crocefissi ma non è una conferma ufficiale per eliminare lo scetticismo.


Toro Seduto e il suo crocifisso

Sonja LaPointe, la pronipote di Toro Seduto, getta nuova luce sulla storia del crocefisso “Per quanto riguarda il crocefisso, anche se padre De Smet gliene ha dato uno, non ce l’abbiamo. Non c’è alcuna prova che Toro Seduto ne avesse posseduto uno. Egli non credeva nel Cattolicesimo, per questo è stato ucciso. Il crocefisso che indossava in una foto apparteneva a suo fratello Gray Eagle. Egli era un cattolico e cercava sempre di convincere il fratello a convertirsi”.
Gray Eagle si convertì davvero al Cattolicesimo. Complottò anche contro Toro Seduto nei giorni precedenti al suo arresto e uccisione.
Anche padre Francis M. Craft, che lavorò a Standing Rock negli anni Ottanta del 1800, ha cercato di convertire Toro Seduto al Cattolicesimo; l’ordine giunse dal vescovo Marty.
La conversione, di uno dei più importanti ed influenti capi nativo americani, al Cattolicesimo sarebbe stata una grande mossa di propaganda per la Chiesa Cattolica dato che la competizione tra missionari Protestanti e Cattolici era molto forte.
Marty richiese quante più immagini di Indiani che indossavano un crocifisso. Voleva mostrarli durante una visita di Papa Leone XIII nell’aprile 1885, poche settimane dopo il servizio fotografico di Toro Seduto e Gary Eagle con Barry a Bismarck
Barry scattò numerose fotografie di Indiani con un crocifisso. Gray Eagle ne indossava uno molto simile a quello di Toro Seduto.
Questo corrobora il resoconto della LaPointe: il crocifisso al collo di Toro Seduto non era quello dato da De Smet ma probabilmente passatogli da Gray Eagle per compiacere il vescovo Marty.


Il crocifisso

Vestal aveva torto sul crocefisso che indossava Toro Seduto? Il crocefisso non è un regalo di De Smet ma uno datogli da Gray Eagle da indossare solo per il servizio fotografico?
Un esame del crocefisso indossato da Gray Eagle nel servizio fotografico di Barry rivela alcune differenze rispetto a quello di Toro Seduto. Molto probabilmente non gli ha prestato nulla dato che Toro Seduto ne possedeva uno proprio.
Il crocefisso del biografo ci fa pensare che l’oggetto sia appartenuto a più persone: De Smet, Toro Seduto, One Bull, Stanley Vestal e Hayden Ausland. One Bull, che visse con Toro Seduto per decadi, ebbe più opportunità di ottenere il crocefisso da suo zio rispetto a Bullhead e la sua famiglia. C’è da ricordare che One Bull era molto vicino a Gray Eagle.
La provenienza del crocefisso di Bullhead è più problematica. Il saccheggio alla capanna e al corpo di Toro Seduto è ben documentato nei rapporti ufficiali ma non viene menzionato alcun crocefisso.
È sorprendete come gli specialisti fallirono a comparare i due crocefissi e finirono per considerare quello vero di De Smet come un falso.

Breve cronologia dei rapporti tra Sioux, cattolici e Governo Federale nel periodo tra il 1863 e il 1896