Old Jack Hinson, storia di un cecchino, del suo fucile e della sua vendetta
A cura di Gian Mario Mollar
Old Jack Hinson, tiratore infallibile
Nei libri di storia americana non si parla spesso di “Old Jack” Hinson (1807 – 1874). La sua vita non è che una pennellata nel grande e sanguinoso quadro della Guerra Civile, eppure la sua storia è così epica da sembrare la trama di un film western.
Siamo in Tennessee, più precisamente nella Contea di Stewart, al confine con il Kentucky, nel 1862. La Guerra Civile è scoppiata un anno prima e la violenza dilaga. Gli eserciti, giacche blu contro giacche grigie, si contendono il territorio. Le campagne pullulano di bushwacker, milizie irregolari schierate con la Confederazione degli Stati del Sud.
Sono guerriglieri, maestri di attacchi a sorpresa e imboscate ai danni dell’esercito dell’Unione, ma anche dei civili che lo appoggiano. È una guerra sporca, in cui amici e parenti si trovano a combattere gli uni contro gli altri. Le milizie irregolari – bushwacker per i Confederati e Jayhawker per l’Unione – sono spesso più efficienti dell’esercito vero e proprio nel seminare la morte e il terrore.
John W. Hinson, detto “Old Jack” oppure “Old Man”, è un proprietario terriero. Coltiva tabacco e possedeva degli schiavi, ma li ha liberati prima del Proclama di Emancipazione di Abramo Lincoln e molti di essi hanno scelto di restare a lavorare per lui, da salariati. All’epoca dei fatti, non è più un ragazzo: ha ormai cinquantasette anni, un’età ragguardevole per quei tempi, e una famiglia numerosa, composta di dieci figli. Le fonti ci parlano di un uomo tranquillo che non si schiera con i Confederati, nemmeno quando due dei suoi figli decidono di arruolarsi e di combattere per il sud.
Addirittura, nel febbraio del 1862 ospita nella sua tenuta il nordista Ulysses S. Grant (allora soltanto Brigadier Generale, ma destinato a diventare uno degli uomini chiave del conflitto), che ha appena vinto la battaglia di Fort Donelson.
La fotografia di John W. “Jack” Hinson
La neutralità di Hinson, però, è destinata a cessare in modo tragico nell’autunno di quello stesso anno. In un giorno sfortunato, due dei figli di Hinson, George, di 22 anni, e Jack, di soli 17 anni, decidono di andare a caccia nei boschi, e vengono fermati da una pattuglia nordista, il 5° Cavalleria dell’Iowa. Il confine tra Tennessee e Kentucky in quel momento è un’area di conflitto, e venire sorpresi nei boschi significa automaticamente venire scambiati per buswackers. I due ragazzi vengono legati a un albero e fucilati sul posto.
Come se non bastasse, i loro cadaveri vengono decapitati e le teste infilzate come macabri trofei sui pali della recinzione della tenuta degli Hinson. In genere, alle famiglie dei guerriglieri spettava la medesima sorte, ma gli Hinson vennero risparmiati, probabilmente perché, nel frattempo, si era venuto a sapere dell’ospitalità che avevano dato a Grant.
Il dolore per la perdita trasformerà Jack Hinson in una leggenda: quello che, sino ad allora, era stato un uomo pacifico, diventerà un cecchino letale, il terrore dell’esercito nordista.
Per prima cosa, l’uomo mette al sicuro la sua famiglia nella parte occidentale del Tennessee, lontano dallo scenario di guerra. Poi acquista un fucile e si dà alla macchia, scomparendo nella vegetazione che ricopre la sua proprietà. Si rifugia in una caverna su un’altura, che ancora oggi viene ricordata come “Hinson’s Cave”.
Di lì a poco, i soldati dell’Unione iniziano a cadere sotto i suoi colpi: Jack Hinson colpisce da lontano e scompare, mimetizzandosi in un territorio che conosce alla perfezione.
Il primo bersaglio è il tenente che aveva ordinato la fucilazione dei suoi figli: Hinson gli spara mentre è alla guida di una colonna di soldati.
Un po’ di tecnologia: le pallottole e il fucile di Old Jack
Interrompiamo per un attimo la narrazione, e immaginiamo di sospendere a mezz’aria la pallottola indirizzata all’ufficiale dell’Unione. Avviciniamoci per studiarla da vicino. Apparentemente, è soltanto un pezzo di piombo scagliato a una velocità di duecento metri al secondo da un’esplosione di polvere nera, ma ha alcune particolarità che la rendono interessante.
La storia di questo “banale” pezzo di piombo inizia dall’altra parte del mondo, in Francia, grazie all’ingegno di un militare francese di nome Claude-Etienne Minié, che ne brevetta la forma meno di vent’anni prima, nel 1846.
La pallottola minié, che diventerà popolare nel corso della Guerra Civile Americana, ha la punta conica e il fondo cavo. Al tempo, i fucili dei soldati erano ad avancarica, cosa che rendeva le operazioni di caricamento piuttosto lunghe e complicate: occorreva, infatti, inserire sia la polvere da sparo che la pallottola dalla parte anteriore del fucile. La pallottola tradizionale era di forma sferica, ma doveva necessariamente avere un diametro inferiore rispetto a quello della canna: se il diametro coincideva con quello della bocca di fuoco, infatti, diventava difficile farla scorrere fino al fondo della canna durante il caricamento o, peggio ancora, la canna poteva ostruirsi e scoppiare al momento di fare fuoco. D’altra parte, però, un diametro di troppo inferiore avrebbe causato un’eccessiva perdita di potenza e di precisione.
La pallottola Minié rappresenta la soluzione a questo dilemma: entra agevolmente nella canna del fucile grazie alla sua forma allungata, ma, quando la polvere esplode, si dilata fino a riempire l’intero diametro della canna, grazie alla parte cava posteriore. E non è tutto: le rigature del fucile conferiscono a questo tipo di pallottola una rotazione tale che, al momento dell’impatto, la porta a deformarsi e frantumarsi, causando ferite praticamente incurabili per la medicina dell’epoca.
Dopo aver analizzato la pallottola, diamo un’occhiata anche al fucile da cui è uscita. Anch’esso, infatti, ha delle caratteristiche che lo rendono molto interessante. La base è quella di un fucile inglese ad avancarica di marca Whithworth, con un calibro di 0,5 pollici, ma gli sono state apportate alcune modifiche.
Innanzitutto, il tradizionale innesco ad acciarino – in cui una pietra focaia urta sul metallo creando una scintilla che va ad incendiare un innesco, che fa poi esplodere la carica e partire la pallottola – è stato sostituito con una capsula di percussione, un piccolo cilindro di ottone contente fulminato di mercurio, che per esplodere non necessita di scintille, ma semplicemente di venire percosso dal cane dell’arma.
I vantaggi di questo tipo di innesco sono molteplici: innanzitutto, si fa decisamente prima a ricaricare. Anche al momento dello sparo, si evita il formarsi di quella nuvola di fumo che si parava davanti agli occhi del tiratore, accecandolo temporaneamente. Inoltre, il sistema a percussione è anche molto più affidabile, in quanto è meno sensibile all’umidita e gli inceppamenti.
Oltre a ciò, l’arma di Hinson si distingue per una canna ottagonale lunga 41” (circa 1 metro). Alcuni sostengono che la sezione ottagonale implichi una maggiore rigidità strutturale e una conseguente maggiore precisione di tiro. Altri, invece, pensano che semplicemente fosse più facile per gli artigiani dell’epoca forgiare barre ottagonali anziché cilindriche. In ogni caso, la lunghezza della canna permetteva a Hinson di fare centro da 800 metri, una distanza che, per quei tempi, era impressionante.
Studiare da vicino le armi permette di capire perché molti studiosi definiscano la Guerra Civile Americana come il primo conflitto moderno della storia.
Sniper Jack Hinson in azione
In essa, infatti, la tecnologia svolse un ruolo fondamentale, non solo, come abbiamo visto in questo esempio, per quanto concerne pallottole e armi da fuoco, ma anche in senso più generale, basti pensare all’introduzione dei sottomarini, dei treni, del telegrafo e della fotografia.
Vendetta
Dopo questa breve divagazione, torniamo sul campo di battaglia. Manco a dirlo, il tenente cade fulminato dalla pallottola di Hinson, che scompare nei boschi che conosce come le sue tasche. Di lì a poco, toccherà al soldato che ha messo le teste dei suoi figli della staccionata.
La contea è tagliata da due fiumi, il Cumberland e il Tennessee: entrambi rappresentano delle importanti arterie di traffico e sono attraversati da molte navi dell’Unione. Nascosto tra la vegetazione delle rive, il cecchino si specializzerà nel bersagliare le imbarcazioni nordiste mentre affrontano le rapide e sono quindi in balia della corrente.
Si racconta che, in un’occasione, il fuoco di Hinson fu così preciso e continuo da far pensare a un’intera nave di trovarsi sotto l’attacco dell’esercito confederato. Il capitano attraccò a riva e sventolò bandiera bianca, dichiarando di arrendersi. Ma come può un uomo solo prendere così tanti prigionieri? A quel punto Hinson fu costretto a scappare, lasciando l’equipaggio ad attendere invano la cattura.
Una vendetta implacabile
Quattro reggimenti gli danno la caccia, ma Hinson è imprendibile. Combatte sempre da solo, senza mai arruolarsi, ma in un’occasione collabora con l’esercito confederato, facendo da scout al Generale Nathan Bedford Forrest nella vittoriosa battaglia di Johnsonville del 1864.
Insomma, l’Unione pagò a caro prezzo l’uccisione dei figli di Hinson: i caduti per mano del vecchio bushwacker furono più di cento, forse addirittura centotrenta. Sul suo fucile, ci sono trentasei circoli bulinati: alcuni pensano che Hinson ne facesse uno per ogni vita umana che prendeva, ma è più probabile che si tratti semplicemente di un motivo decorativo della canna.
Del resto, anche Hinson riportò perdite dolorose: ben cinque dei suoi dieci figli caddero in guerra. Il “vecchio Jack” si spense in pace nel 1874, quando le sue gesta erano ormai soltanto un ricordo sbiadito.
Oggi viene ricordato soprattutto da riviste di armi, che celebrano l’efficienza del suo Whitworth, e da redneck nostalgici.
Di recente, uno studio archivistico condotto da Jim Long ha portato alla luce alcuni fatti poco noti, che mettono in crisi l’idea di un uomo pacifico e neutrale. Pare infatti che, dal 1830 al 1860, i registri del tribunale riportino numerose volte il nome di Jack Hinson, citato in giudizio per risse, percosse e frequenti liti con i vicini, al punto di venire addirittura accusato dell’uccisione di un suo vicino, un certo Albert Roughemont.
Insomma, il futuro cecchino sembrava essere tutto fuorché un uomo tranquillo. Per giunta, sembra che anche da un punto di vista politico non fosse affatto neutrale, ma che avesse apertamente votato per la secessione e la costituzione degli Stati Confederati. Come se non bastasse, Long avrebbe addirittura trovato un documento risalente al 1863, mesi dopo l’uccisione dei figli di Hinson, in cui si parla di essi al presente, come se fossero ancora vivi e vegeti.
Il cippo che ricorda Old Jack Hinson
Talvolta la verità storica è meno poetica della leggenda. Comunque siano andate realmente le cose, rimane certo che Old Jack è realmente esistito e che merita di venire menzionato come uno dei più letali cecchini di tutti i tempi.